Vicini di casa 2.2

Scritto da , il 2012-09-22, genere trio



UN CONSIGLIO: Questo racconto è costituito da due sole parti. Lo si gusta se si leggono entrambe le parti l'una subito dopo l'altra. Questa è la seconda parte


D'interessante, dal punto di vista erotico, quel venerdì, oltre quello che ho già detto, è successo ben poco, anzi nulla. Semplicemente ho fatto una doccia anch'io e, quasi mi vergogno a dirlo, per placare la mia eccitazione fisica, mi sono masturbato. Ci hanno pensato Giorgia e Claudio a tenere ben viva la mia eccitazione mentale. Infatti s'erano già organizzati per portarmi a cena fuori, in una trattoria modesta nei prezzi (mi hanno detto loro che hanno pagato il conto) specializzata in cucina di pesce senza menù, cioè, pare, essendo i titolari dei pescatori, servivano solo il pesce che loro pescavano, cotto nei modi più consoni ai tipi di pesci.
La cucina, almeno per il mio palato, è stata eccellente. Il vinello bianco, frizzantino e freddo è sceso giù con piacere. Il tavolo era all'aperto, su una terrazza dalla quale si domina il mare con i riflessi argentei della luna. Giorgia aveva indossato un abitino semplice ma con una scollatura ampia e profonda. Una collanina con un pendaglio che per tutta la sera ha ciondolato tra i suoi seni bene in vista, facendomi impazzire.
Claudio, dopo alcuni bicchieri di vinello fresco, ha cominciato a raccontare barzellette spinte, molte a sfondo sessuale, facendo arrabbiare un poco Giorgia, ma anche facendola divertire. Infatti io mi sono eccitato nel percepire il suo “lottare” (si fa per dire) tra il voler ridere ed il voler apparire indignata, molto simile al mio “lottare” (non si fa per dire) tra l'attrazione che provavo per Giorgia soprattutto ma anche per Claudio e lo sforzo per apparire solo “il solito amico buontempone”.
Il venerdì è finito così. La prima parte della notte per me non è stata tranquilla, ho fatto molta fatica a prendere sonno e a resistere alla tentazione di scendere al piano di sotto con qualche scusa che non sono riuscito a trovare.
Il sabato mattina Giorgia si è occupata delle faccende casalinghe. Claudio mi ha fatto da cicerone mostrandomi il paese, carino ma non così ricco di attrattive da poter impegnarci per ore. Siamo così finiti, come io desideravo, sulla spiaggia.
Era fin aprile, c'era il sole, ma non era caldo. L'idea di poter fare il bagno e sdraiarci al sole che avevo avuto io prima di partire, era irrealizzabile. La spiaggia era bellissima, ancora sgombra da ombrelloni e sdraio, con qualche barca tirata a riva. Vicino ad alcune di esse c'erano uomini che si accingevano ad andare in mare o erano da poco rientrati, alle prese con aggeggi vari dei quali non conosco né il nome, né l'utilizzazione che se ne può fare, ma dovevano essere arnesi per la pesca.
Per camminare sulla battigia, dove la sabbia era fine e continuamente bagnata dalla risacca, io e Claudio ci siamo tolti le scarpe e arrotolati i calzoni fino ad oltre metà polpacci. Non sono mai stato un feticista, ma quel mattino i piedi nudi di Claudio, specie quando affondavano un poco nella sabbia e, un attimo dopo, l'onda che si ritraeva dalla battigia, glie li sciacquava, sortirono in me un effetto eccitante almeno pari alla danza del ciondolo tra i seni di Giorgia, la sera prima.
Cammina, cammina, il sole sembrò recepire i miei desideri “estivi” ed ha riscaldato abbastanza l'aria, tanto ce mi sono tolto la camicia. Oggettivamente avrei fatto meglio a tenerla, non era tanto caldo da poter stare a dorso nudo. Meglio ha fatto Claudio, limitandosi solo a sbottonare la sua camicia. La brezza ha fatto svolazzare la camicia aperta. Per i miei occhi è stato uno spettacolo il corpo di Claudio, glabro sul petto ma con un filo di peluria da qualche centimetro sopra l'ombelico in giù, facendo volare l'immaginazione verso la più folta peluria che doveva stare più in basso, dentro i calzoni a vita bassa. E passare, con l'immaginazione, dal pelo al pene, è stato un niente. Così, di nuovo, ancora, sono stato ossessionato dal desiderio di fare sesso con la coppia dei miei amici. Molto blandamente ho cominciato a tastare il terreno, a preparare il terreno dove avrei seminato per arrivare al raccolto prima di ripartire per la mia città.
Ho chiesto a Claudio:- Chissà quante passeggiate avrai fatto con Giorgia su questa riva, magari anche di notte. Scommetto che avete fatto anche sesso sulla spiaggia
Ha sorriso, non ha risposto subito. Poi ha detto: La sabbia d'inverno è umida, non è come d'estate e noi siamo qui da gennaio..
-Allora ci avete provato? Eh, birboni! Su qualche barca scommetto, me lo immagino... ecco, una barca come quella, si presta bene, non ti pare? O è scomoda? Tu che ci hai provato, dimmi si può fare sesso su una barca come quella?
-Io ci ho provato? Ma che cavoli dici?
-Non ci hai provato? Ma allora non hai fantasia. Non dirmi che giovani come siete, tu e Giorgia fate sesso solo nel vostro letto, sarebbe monotono, via. Variare arricchisce l'eros... Con i tempi moderni poi, altro che cambiare solo luogo e posizione, si fa molto di più... Oggi le coppie si aprono a tutte le esperienze, mica come nell'800, quando le donne si davano ai mariti coprendosi il volto e dicendo “non lo faccio per piacer mio, ma per farci mandare un figlio dal buon Dio” ed i mariti si andavano a sollazzare nelle case del piacere per non contaminare le loro spose. Oggi le coppie moderne si concedono varianti d'ogni genere, in armonia tra loro, non ci sono più cose che con le mogli non si fanno e con le altre sì
-Aoh!- mi ha interrotto Claudio facendomi rendere conto che m'ero imbarcato in un monologo- guarda che sono di questo tempo anch'io e so come pratichiamo, noi che possiamo perché siamo sposati, la sessualità di coppia. Mica ho bisogno che me lo dica uno scapolo che ha letto chissà su quale libro frasi ad effetto. Com'è quella cosa che hai detto “Non lo faccio per amor mio...”
-Piacer mio, non amor... lo dicevano le donne dell'800
-Tu c'eri?
-Ma vaffa, va.
Poca cosa, ma tutte le grandi imprese iniziano con un piccolo primo passo. Infatti ha funzionato. Quando, più tardi, nella loro casa, ci siamo trovati a pranzo e abbiamo raccontato a Giorgia della nostra passeggiata a mare, Claudio ha tentato di ripetere quella frase che gli era piaciuta ma non aveva ancora imparato. La fa dire a me: Non lo faccio per piacer mio, ma eccetera, eccetera... L'argomento di dialogo torna sul sul sesso, sui cambiamenti abissali di abitudini avvenuti in qualche decennio, dal non fare sesso con la luce accesa tra coniugi, al farlo anche sulle panchine del parco pubblico, in pieno giorno, tra ragazzetti del liceo; dal non fare giochi preliminari tra moglie e marito, al far fare sesso alla propria moglie con un altro per il piacere di vederla scopare da un altro.
Veramente il discorso non c'è andato per caso su questo punto, ce l'ho condotto io, gradualmente.
Se al mattino, in spiaggia, avevo preparato il terreno per la semina, a pranzo ho seminato.
Mi restava il coltivare e poi sarebbe arrivato il momento del raccolto.
Al coltivare ho dedicato le ore del pomeriggio.
Come ho già detto descrivendo la casa a più livelli dei miei amici, al primo piano c'era il leaving, la stanza dove vivere, la stanza tutto fare, soggiorno-pranzo-cucina e il quel che ti pare. In quell'unico ambiente, appena dopo pranzo, Giorgia , al lavello, sciacquava i piatti grossolanamente per metterli nella lavastoviglie, Claudio sparecchiava il tavolo portando le stoviglie da lavare alla moglie, ed io....coltivavo il seminato raccontando aneddoti su coppie moderne, aperte verso esperienze disinibite.
Un pizzico di fantasia ce l'ho, ma non sarebbe stato sufficiente a farmi inventare di sana pianta degli episodi. Mi sono rifatto ad esperienze da me realmente vissute con le coppie incontrate al Kubosfera, ricamandoci un poco sopra per poter far arrivare acqua al mio mulino, cioè portare i miei ospitanti a eccitarsi, pensando a dei rapporti sessuali a tre, o comunque aprendo la coppia a nuovi e più ampi orizzonti del piacere.
Giorgia fingeva di non sentire ma, con il mio occhio acuto, avevo capito che in realtà era molto attenta e incuriosita; Claudio fingeva di divertirsi come se stessi parlando di aneddoti comici, in realtà si stava eccitando e non ci voleva una particolare intelligenza o attenzione per accorgersene. Io...coltivavo (la conversazione) ben lieto di veder vegetare e crescere l'eccitazione in entrambi i miei ospitanti. Al momento ho badato a sollecitare gli ormoni di entrambi non soffermandomi sulla composizione a tre soggetti delle storie che raccontavo ma descrivendo con dettagli provocatori i personaggi maschi per eccitare Giorgia ed i personaggi femminili per eccitare Claudio.
Non l'ho tirata molto per le lunghe, anche perché non ci è voluto molto a riordinare la cucina e far venir su il caffè. Lo abbiamo sorseggiato sul terrazzino arredato con mobili di plastica bianca: un tavolino rotondo e quattro poltroncine. Noi ne abbiamo occupato tre, sorseggiando, oltre il caffè, un digestivo al limone. Le mie storie avevano influenzato i due che ora, non più impegnati nelle faccende domestiche, cominciarono a parlare anche loro, in tono divertente, di qualche esperienza atipica che avevano vissuto, certamente vere perché una integrava il racconto dell'altro aggiungendo dettagli di tanto in tanto. In questa seconda fase furono loro a fare eccitare me, parlando di quando avevano fatto sesso con lui in piedi e lei appoggiata con i talloni alle spalle di lui e le natiche sulla lavatrice, mentre questa faceva la centrifuga; oppure quando, da poco sposati, avevano fatto sesso sul tavolo ancora da sparecchiare e, sul più bello, un paio di piatti e delle posate erano caduti sul pavimento; o altri episodi che mi hanno divertito ed eccitato.
Io non avevo alcun interesse a nascondere la mia eccitazione e, provocatoriamente, più volte mi sono toccato, anche per richiamare la loro attenzione sulla mia progressiva e crescente erezione.
Per contagio Claudio pure ha cominciato a toccarsi spesso. Giorgia era attenta e guardava spesso il marito come ad invitarlo ad appartarsi con lei e guardava me con altri occhi, quasi come a dirmi ”perché non te e vai nella tua stanza?”
I frutti erano prossimi a maturazione. Il raccolto era vicino.
Toccandomi ancora più vistosamente ho detto, quasi a suggerire:- Certo che tra un mesetto a quest'ora ci starà bene una pennichella quotidiana,... o..voi non ci siete abituati?
Claudio: Come potrei abituarmici se lavoro a quest'ora?
Giorgia invece:- Io pure lavoro, ma nei giorni festivi, proprio perché sono stanca mi ci stendo volentieri un poco sul letto. Se non dormo, mi riposo. Quasi, quasi ci andrei anche adesso.
Lo ha detto guardando il marito in modo tale che persino io ho capito il messaggio “ andiamoci”.
Infatti Claudio ha captato e, rivolto a me, ha detto:-Forse tu che ieri hai viaggiato e questa notte, mi hai detto, che hai dormito poco, vuoi andare a riposare? Vai pure, non fare complimenti...
Giorgia:- Con questi primi tepori...quasi, quasi, ci vado pure io: -Ha guardato il marito e glie lo ha chiesto esplicitamente- vieni pure tu?
Io sfacciatamente e opportunamente, mi sono alzato e ho detto esattamente quello che pensavo: -Suvvia Claudio, non vedi che con i discorsi che abbiamo fatto anche, Giorgia si è eccitata e ti sta chiedendo di fare all'amore? Vi lascio e vado di sopra,
In risposta mi sono beccato un “Che scemo” da lei e un “ Che sfacciato!” da lui, però entrambi si sono alzati. Giorgia recuperando le tazzine portandole al lavello, Claudio riportando in frigo la bottiglia di liquore, io ho preso i tre bicchierini. Poi tutti e tre nel disimpegno. Loro lo attraversano per entrare nella stanza da letto, io li ho seguiti sperando di non dover salire anche le scale e raggiungere la mia camera da letto.
Quando parve quasi certo che proprio questo, il salire le scale, mi sarebbe toccato fare, ho detto: “Che gran peccato non avere amici dalla mentalità all'avanguardia! Adesso voi vi sollazzerete prima di dormire, io invece con chi mi sollazzo? Con la rima) Ecco con cosa, mentre con persone più moderne come amici si sarebbe potuto stare insieme e...se da cosa nasce cosa...
Claudio mi ha messo una mano sulla spalla, mi ha sorriso e mi ha detto:- Sai cosa diceva mio nonno? Di non mettere mai una fiammella vicino alla paglia, perché può scoppiare l'incendio. Va, fiamma, va di sopra che qui c'è paglia e non è bene correre rischi.
Prontamente dico:- Tu forse sei paglia incendiabile, ma Giorgia....(faccio l'ipocrita e continuo)...Giorgia ha tutta l'aria di una santa donna.
E' lei, Giorgia, a rispondermi:- Fai come dice Claudio, va di sopra, perché io sono una santa donna e tu un sant'uomo, ma acqua santa versata su terra santa, sempre fango produce.
Ho guardato lui, ho guardato lei, entrambi avevano le facce serie. Era tempo di procedere al raccolto, i frutti erano maturi. Ho detto con un sospiro:- Il fango,... i fanghi... sono terapeutici, ci sono persone che vanno alle terme per fare i fanghi...
Serioso, Claudio ha chiesto:- Con questo che vorresti dire?
- Che io e Giorgia, terra ed acqua santa, potremmo unirci, mescolarci, nel caso tu voglia fare delle terapie termali con del...santo fango.
Claudio ha esclamato: Santo, sto cazzo, tu sei il demonio non la terra santa. Cazzo, mi hai fatto venire voglia, vieni sul letto con noi, spogliati, spogliami, fa quello che cavolo vuoi..
Un crollo così immediato e totale non me l'aspettavo da lui. Ho guardato Giorgia credendo di vederla stupita contrariata, invece mi ha sorriso e detto:-Dovevamo trasferirci e farci raggiungere, per farti svegliare?- Si stava già spogliando
Subito non mi sono reso conto della reale situazione. Ci ha pensato Claudio ad aprirmi gli occhi. Anzi no, ad aprirmi la camicia e, sbottonandola, mi ha detto:- Che stronzo sei! Per mesi e mesi ti abbiamo invitato a cena quando eravamo vicini di casa e tu ti sei limitato sempre a portare una bottiglia di vino o un dolce, senza capire che volevamo gustarci te, non quello che compravi per noi.

Chiedo scusa ai lettori ma siccome non glie glie l'ho detto allora a Claudio, glie lo dico adesso un sonoro “Maffanc....”. Anche lui avrebbe potuto invitarmi a letto, con lui e sua moglie anziché a cena, quand'eravamo vicini di casa. Sai quante godurie ha mandato sprecate? Una marea!
Quello che più mi rode è che fino a quel momento mi ero illuso d'aver costruito io tutto un percorso per arrivare al nocciolo, invece, con una battuta, mi ha dato del cieco, del sordo, dell'imbecille per non aver sentito, visto, capito i segnali che, hanno detto loro, mi avevano mandato a iosa quand'erano stati miei vicini di casa. Sordo, cieco, imbecille...ma non impotente, questo no, non me l'hanno potuto dire e non l'hanno potuto pensare perché assommando la rabbia ed il desiderio di rivalsa all'eccitazione che già avevo in corpo, mi sono sfogato come toro fatto imbestialire nell'arena. Oddio... anche loro se devo essere sincero.
E' vero che mi sono lanciato su Giorgia, spingendola sul letto e facendola mia con molta poca poesia, quasi come la stessi violentando ( ma lei è stata ben consenziente), ma è altrettanto vero che non posso azzardarmi a dare del cornuto a Claudio perché lui si è vendicato immediatamente dell'affronto. Non subito dopo ma mentre gli trombavo la moglie mi ha fatto, come si suol dire, e non in senso metaforico, un “culo tanto” (immaginate le braccia allargate, e ciascuna mano con l'indice ed il pollice fortemente divaricate:.... ecco: tanto così!).
Era il pomeriggio del sabato 28 aprile. Siamo stati insieme fino al tardi pomeriggio del martedì 1 maggio . Abbiamo avuto modo e tempo di fare sesso anche romanticamente, di ricambiare “il dispetto” fattomi da Claudio, facendomelo io mentre lui si faceva la moglie; di scoparci insieme Giorgia; di trombarcela alternativamente. Abbiamo avuto modo e tempo di fare di tutto, anche di più.
Il Kubosfera ha perso un cliente. Io ho chiesto il trasferimento nella cittadina dove vivono Giorgia e Claudio: andare da loro tutte le settimane mi costa troppo in carburante e pedaggio autostradale. Dico sempre”la prossima settimana forse non vengo”, ma sono già due settimane che chiedo ore di permesso al venerdì pomeriggio per partire il prima possibile.

Spesso, da un poco di tempo in qua, alla fine dei racconti, chi li ha scritti chiede “se vi è piaciuto fatemelo sapere”. Oddio, se me lo fate sapere sono contento, ma quand'anche a voi non fosse piaciuta la storia come l'ho raccontata, a me , anzi a noi, piace come la stiamo vivendo. Ciaooooo....

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