La Maestra (capitolo 3)

di
genere
saffico

Claudia era sempre più eccitata dai progressi che stava facendo. Sapeva prendersi il piacere che le regalava la masturbazione senza più timidezza nè imbarazzo. Lidia le aveva suggerito di giocare con oggetti di forma fallica. E lei aveva imparato che bastava essere ben lubrificata per godere infilandosi oggetti anche dalle dimensioni generose. Aveva trovato nella bomboletta del deodorante un ottimo compagno di giochi.
La complicità tra le due ragaazze cresceva sempre di più e stava sfociando in una tensione erotica che aveva bisogno soltanto di una piccola miccia per esplodere.
Quel giorno Claudia chiese a Lidia se era mai stata con un'altra donna e lei le rispose di sì. Dallo sguardo dell'amica capì che Claudia era pronta a sperimentare nuove sensazioni. La prese per mano, la condusse accanto al suo letto e iniziò a baciarla, prima con tenerezza, poi con crescente passione. Le loro lingue morbide iniziarono una danza che era un preludio di ciò che stava per accadere tra loro. Lidia le sfilò il vestito, le accarezzò i piccoli seni e le leccò i capezzoli. Poi iniziò a succhiarglieli e a darle piccoli morsi che la fecero eccitare ancora di più. Scese più giù con la lingua e prese a leccarle gli slip premendo quel tanto per farsi sentire. A quel punto si sedette sul letto, appoggiò la propria schiena sulla testiera del letto, aprì le gambe e mostrò a Claudia di sedersi nello stesso modo davanti a lei. Ora i loro corpi combaciavano e Lidia si dedicò al piacere di Claudia. Prese a massaggiarle i seni, giocando con i capezzoli, poi scese più giù e iniziò a massaggiarle la passera. Le sue mani sapienti le allargarono le grandi labbra, poi le piccole labbra, e cominciò a titillarle il clitoride. Con il palmo della mano si appoggiò sulla sua nudità, con un su e giù che le regalò un estremo piacere. Poi con due dita messe a forma di V prese a fare su e giù sulle piccole labbra facendo gonfiare il clitoride. Claudia iniziò ad ansimare e a muovere ritmicamente il bacino. Lidia con le dita fece dei piccoli cerchi sul clitoride regalandole un primo orgasmo. A quel punto le concesse una breve tregua, la fece stendere sulla schiena e si dedicò ai seni. Glieli leccò fino a quando sentì di nuovo il suo respiro farsi più pesante. A quel punto fece scivolare la lingua sul suo corpo, sull'ombelico fino ad arrivare al monte di Venere per poi finalmente raggiungere la sua figa. La leccò lentamente e ripetutamente percorrendo dal clitoride al perineo, su e giù, su e giù e poi ancora su e giù.
Il sapore dei suoi umori era qualcosa di irresistibile e anche Lidia iniziò a sentire un lago nel suo basso ventre. Ma non era ancora il suo momento. Ora voleva soltanto far godere Claudia , spingerla all'estremo godimento che fino a quel momento si era preclusa. Le infilò due dita nella vagina completamente bagnata fini a raggiungere una parte spugnosa, il punto g. Iniziò a muovere le dita, sfregandole, alternando movimenti rapidi e lenti assecondando i mugolii della ragazza. Quando prese un buon ritmo, con le dita dell'altra mano iniziò contemporaneamente a torturarle il clitoride. Claudia iniziò a muovere ritmicamente il bacino e ad ansimare sempre più forte finché alcune gocce schizzarono dalla sua figa. Lidia continuò a stimolarla finchè gli schizzi non divennero più intensi bagnando completamente le lenzuola con una pozza di piacere liquido.
Lidia era riuscita a farla eiaculare regalandole un orgasmo così intenso da lasciarla appagata come mai prima.
Lidia era soddisfatta di come aveva fatto godere l'amica ma adesso il suo corpo acceso ed eccitato chiedeva attenzioni.
Si alzò per farsi una doccia. Sganciò il soffione che era appeso e si diresse il getto sulla sua intimità. Venne in pochi secondi. Ecco un'altra cosa che doveva suggerire a Lidia, pensò.
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scritto il
2022-08-15
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