La svolta - Capitolo 6

Scritto da , il 2022-06-09, genere dominazione

Il mattino seguente fui risvegliata dai gemiti di Fabio e dai risucchi che Ines emetteva con la bocca mentre lo spompinava: eravamo tutti e tre nello stesso letto matrimoniale, il mio letto matrimoniale!!! Fabio si trovava al centro, invece Ines era distesa di fianco a lui con l’uccello in una mano e la testa che lentamente lo ingoiava con un ritmo regolare ed eccitante, sia da vedere che da provare. E infatti la vista di quella situazione mi aveva fatto eccitare a mille: che cosa avrei dato per impalare la mia passera sull’uccello di mio marito! Non avrei mai immaginato di poter desiderare così tanto il cazzo di Fabio, ma Ettore era stato chiaro: solo sesso con chi decideva lui. Eravamo solo all’inizio della mia astinenza e il peggio doveva ancora arrivare, avrei affrontato crisi e situazioni ancora più ardue. Obbligata e rassegnata nel dover vedere mio marito venire nella bocca di quella zoccola di Ines, dovetti attendere che anche l’ultima goccia venisse ingoiata prima di poter andare a fare colazione e successivamente a prepararmi per andare a scuola. Quel tremendo plug era fastidioso: Ettore aveva ragione nel dire che in ogni momento mi avrebbe ricordato di essere la sua troia. Tuttavia a scuola trovavo il momento per andare in bagno e sfilarmelo: non avrei potuto fare cinque ore di lezione seduta su quel sex toy, tanto nessuno se ne sarebbe accorto! Quella sera rientrai a casa e trovai l’altra puttana ingaggiata da Ettore intenta a prosciugare ogni energia residua di Fabio, il suo nome era Sonia e si alternava con Ines. Anche Sonia, come Ines, aveva intorno ai cinquant’anni: fisicamente si presentava più minuta ma decisamente formosa, capelli corti neri, sguardo severo e con indosso un vestito attillato che le arrivava poco sotto le ginocchia. All’apparenza era meno simpatica di Ines e appariva più professionale, più seria e meno loquace della “collega”. Mi aprì la porta presentandosi e dicendo che Fabio era intento a preparare un caffè; e infatti, poco dopo vidi Fabio di spalle, completamente nudo, con il solo grembiule da cucina indosso, mentre sistemava la caffettiera sul fuoco.
“Ciao Barbara!”
“Ciao Fabio, vedo che sei comodo…e scommetto che ti ha già svuotato?”
Fabio arrossì visibilmente, evitando di dare una risposta che appariva scontata. Intanto Sonia, che si era sfilata il vestito rimanendo in uno splendido completino intimo nero, chiedeva a Fabio di rimanere in quella posizione, di spalle ad entrambe.
“Rimani fermo li finché non esce il caffè, voglio lavorarti da dietro così vediamo se arriva prima il caffè o la sborra!”
Poi, rivolgendosi a me che avevo appena appoggiato la borsetta sopra una sedia e mi accingevo a cambiarmi:
“…e tu fammi vedere come ti sta bene il gioiellino che ti tappa il culo!”
Levai la gonna rimanendo in mutandine, quindi mi voltai di spalle e mi chinai nel tentativo di mostrare il plug ben ancorato tra le mie chiappe.
Intanto, Sonia, inchinatasi dietro Fabio, aveva tirato a sé il suo uccello in posizione innaturale e assai scomoda per lui, che rimaneva fermo, intento a controllare la caffettiera sul fuoco. Lo leccava e lo segava contemporaneamente, ma vista la posizione sembrava più una mungitura che una masturbazione.
Sonia sapeva bene che la vista del mio sedere con il plug era un incentivo all’eccitazione di mio marito e quindi sfruttava questa cosa per stuzzicare Fabio:
“Avanti Barbara fai vedere meglio come è bello il tuo culo così ingioiellato, forza, aprilo di più divarica i glutei con le mani…così brava! …intanto vediamo che cosa succede con la lingua nel culo mentre lo sego!”
Sonia aveva contemporaneamente incrementato la velocità di masturbazione con la mano mentre spingeva la lingua nel buco del culo di Fabio.
“Guarda il culone di tua moglie!!! Ti piacerebbe incularla con tutte le tue forze? Eh…?? Vieni Cornuto!!!”
Sonia era molto eccitata e particolarmente attiva, segava Fabio mentre la lingua scorreva anche sulle palle, sul tronco e sulla cappella, sputando ripetutamente come una ossessa. È incredibile come il rumore della caffettiera che eruttava il caffè arrivava contemporaneamente all’orgasmo di Fabio, sempre in piedi per tutto il trattamento, infiacchito e fortemente provato da quella scomoda posizione.
Qualche ora dopo, non appena terminammo di cenare, Sonia mi fece andare sotto il tavolo a spompinare Fabio mentre il suo piede, facendo leva sul proprio tallone, giocava con la base del plug solleticandomi e pressandolo contro il sedere.
“…senza farlo venire troia, la sborra è solo mia!”
Quella notte, come tutte quelle che Sonia trascorreva in casa, fu praticamente insonne: probabilmente era affetta da ninfomania perché ci svegliava in piena notte, prima spompinando Fabio alla morte e poi cavalcandolo come una amazzone impazzita! Erano i gemiti di Fabio a svegliarmi e le frasi oscene di Sonia che reclamava la sua dose di sperma per placare la sua “sete”, così almeno diceva!
Inutile dire che i giorni si succedevano con la medesima routine sia in presenza di Ines che in presenza di Sonia. La domenica rappresentava l’unico reale momento di riposo, ovviamente a casa di Ettore che aveva pianificato quelle settimane affinché sette giorni su sette non rimanessi sola con Fabio e che permanessi nel mio stato di astinenza, ma sempre rigorosamente con il sedere occupato da plug che si facevano via via più grandi. Il posizionamento del nono plug fu faticosissimo: era enorme! Dal quinto in poi mi aiutava Ettore che allargava e oliava per bene e a lungo il mio ano. Per quel penultimo plug impiegò almeno mezz’ora prima di infilarlo completamente.
Nonostante tutto io e Fabio, pur non potendo godere della nostra intimità e non avere la possibilità di fare sesso, potevamo discutere di come era cambiata la nostra relazione e di come stava ancora cambiando in così poco tempo.
“Non sono sicura che questa sia la strada giusta per ravvivare il nostro rapporto, se così possiamo definirlo! Ho paura che l’effetto possa essere contrario…che ci stia allontanando di più!”
“Barbara, io credo sia un percorso lungo che dovremo provare a seguire, sono convinto che questo sia il momento più difficile! Mi spiace che tu stia soffrendo di questa astinenza prolungata, un po’ come è capitato anche a me pochi giorni fa, e… immagino il tuo fastidio nell’essere ripetutamente costretta a vedermi in balia di quelle due zoccole…d’altra parte ho anche avuto l’impressione che tu fossi eccitata nel vedere Ines che mi faceva scoppiare le palle o Sonia che praticamente abusava di me in ogni momento…è così?”
“Oddio! Mi vergogno a dirlo, ma si! Si cazzo!!! Mi fa godere da matti vederti sottomesso! Sono continuamente bagnata, mi sento il culo costantemente aperto e non posso masturbarmi e godere come vorrei! Ci sono stati momenti in cui ho desiderato ardentemente il tuo uccello…e poi penso di poter essere più troia di quelle due”.
“Devi resistere, Barbara! E ricordati che ti voglio bene!”
“Questo mi conforta, anch’io te ne voglio! Certo è facile dire “resisti” da parte di chi gode svariate volte al giorno…”
Fabio non sapeva cosa rispondere. Chiaramente si sentiva un po’ in colpa: lui aveva orgasmi continui ed io, cornuta, dovevo guardarlo godere senza muovere un dito.
“Tu piuttosto, come fai a convivere con quei plug nel sedere?”
“Il primo era strano, si trattava della prima volta, una novità assoluta. Poi è diventato fastidioso e adesso è uno stimolo continuo, mi fa sentire come una bomba pronta ad esplodere. Sono convinta che Ettore sia ben cosciente dell’effetto che mi provoca e sicuramente sfrutterà questa mia “debolezza” per farmi fare le cose più sporche e perverse…ma quello che mi preoccupa di più è perdere il controllo e in fondo in fondo, questa cosa insieme al fatto di essere sottomessa da Ettore mi fa eccitare e mi procura delle sensazioni che mai finora ho provato”
“Ah! Mi stai lasciando senza parole, è un lato di te che non conoscevo…”
“…e forse è questo il motivo del vuoto nella nostra relazione, potevamo avere di più e invece…”
“Viviamola come una sorta di terapia attraverso la quale migliorare e consolidare il nostro rapporto”
“Beh, a questo punto ci dobbiamo provare!”
Ed eccoci arrivati al fatidico giorno: quello del dodicesimo plug anale! Quella sera a casa di Ettore era presente anche Sonia: aveva fortemente insistito affinché potesse dare una mano, nel vero senso della parola perché la sua mano entrò nel mio povero sedere. Certamente era più morbida del plug e anche più piccola, ma faceva di tutto per penetrarmi in ogni modo allargando più che poteva il mio sfintere anale. Ettore provava gusto nel vedermi sottomessa a Sonia e come se non bastasse la invogliava ad essere più sadica e a farmi superare i limiti strappandomi gemiti e urla di sofferenza. E tutto ciò con l’obbligo di tenere il mio sguardo diretto su quello di Ettore, che di tanto in tanto si avvicinava al mio volto dandomi della troia e succhiandomi la lingua.
“Uhh ma che bella caverna! Ettore, guarda come entra la mia mano?”
“Non è ancora abbastanza Sonia, guarda le dimensioni dell’ultimo plug… prendi un’altra bottiglietta d’olio e prova con due mani!”
Ormai non sentivo più difficoltà nel movimento della mano di quella puttana, entrava e usciva producendo il suono di un tappo a pressione…POP… POP… Quando sentii la seconda mano forzare lo sfintere digrignai i denti e istintivamente mi allontanai spingendomi in avanti.
“Come va Barbara? Dai!... un altro piccolo sforzo e poi vedrai che il tuo culo ingoierà anche l’ultimo plug. Forza fatti slabbrare quel culo da vacca!”
Sonia aveva ripreso ad alternare una mano all’altra, inserendole sempre più rapidamente, grazie al contributo di un mare di olio che avrebbe fatto entrare anche un paracarro! La mia passera era un lago: anche quel duro trattamento aveva indotto in me una profonda eccitazione. Il dolore fu lancinante quando le sentii tutte e due insieme, tuttavia durò poco, Ettore aveva capito che quello era il momento giusto e che stava per arrivare un orgasmo mai sperimentato prima di quel momento: mi ficcò due dita nella vagina e iniziò a stantuffare. Bastarono pochi secondi e mi ritrovai distesa a terra in preda a convulsioni: ero venuta in modo smisurato che quasi perdevo i sensi.
“Wow!!! stiamo facendo di te una troia con il culo sfondato!”
Mi sentivo svuotata e completamente aperta!
Era arrivato il momento del plug. Ettore lo aveva in mano e lo stava cospargendo di vasellina, il mio sfintere anale era ancora ben dilatato ed Ettore non voleva attendere che si richiudesse, quindi mi fecero mettere in posizione di squat e mi fecero sedere sopra. Una domanda continuava a girarmi in testa: “chi cazzo me l’ha fatto fare?” soprattutto quando la penetrazione del plug provocò un dolore lancinante e qualche lacrima di sofferenza.
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)

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