Il mio piede, un turbamento (parte 3)
di
Lei39
genere
tradimenti
Dopo l'incontro con Alfredo passarono diversi giorni senza sentirci. Nei giorni a seguire io mi ero sentita sporca, non in pace con la mia coscienza. Avevo i sensi di colpa. Mi interrogavo se quello che avevo fatto poteva considerarsi tradimento o cosa. Ma la coscienza è troppo forte, mi aveva portata a pensare che...se non c'era stata penetrazione vaginale e se io non avevo partecipato...di fatto lui era un amico che si masturbava sul mio corpo e io non stavo tradendo. Ero un'amica che aiutava un amico che non toccava una donna da anni e che aveva trovato intimità con me. Insomma nulla di male, una mattina di fine maggio stavo facendo i lavori casa. Erano le 8 del mattino. Avevo iniziato presto perché poi sarei dovuta montare al turno del pomeriggio. Ero sola. Stavo lavando i pavimenti. Ad un certo punto suona il telefono, Alfredo. Oddio penso, che vorrà ..."pronto ciao sono Alfredo, ciao Roberta...senti sono dalle tue parti questa mattina, ci vediamo per un caffè?". Mi risalì la paura è come già sperimentati in passato ri merse la mia incapacità di rifiutare. " ciao Alfredo, sono molto di fretta non credo di riuscire sai? Lavoro oggi pomeriggio e ora sto facendo le faccende di casa" ..." Cara non ti preoccupare, sono di fretta anche io devo ritirare un carico. Ho il termos di caffè lo prendiamo sul camion, sono quasi al tuo paese posso passare davanti casa se mi dici dove abiti". Il terrore mi assalì...un camion che ferma davanti casa e avrei dato super nell'occhio. "Alfredo sono in tenuta da casa non mi sembra il caso dai" ... "Insisto, è un saluto veloce dai". Non riuscii a dire no e gli diedi le coordinate di un parcheggio nella zona industriale del paese dove almeno non sarei stata vista. Ero imbarazzata. Di punto in bianco dovevo uscire. Non mi ero fatta una doccia, ero sudata per le faccende di casa, senza trucco e vestita da casa. Avevo infatti un vestitino da casa unico giallo e bianco a righe, largo a gonnellina sotto è un po largo sopra. Reggipetto e mutandine nere di cotone senza fronzoli. Infradito ai piedi. Arrivai al parcheggio in auto, lui era già lì. Mi accolse a bordo e mi mise comoda. Iniziammo a parlare .... Mi raccontò che era stato in Germani per una quindicina di giorni per lavoro. Mi disse che mi penso...che era stato bene. Mi disse che se mi pensava gli batteva il cuore. Presi coraggio e risposi che non aveva senso e futuro una cosa del genere. "Alfredo, sono sposata..amo mio marito, sono moglie e mamma. Non possiamo andare oltre" ... "Capisco, hai ragione scusa. Oggi poi vado così di fretta...ma hai ragione tu...almeno pensi che possiamo vederci come ci siamo visti fino ad ora?" Queste parole mi bloccarono. Cuore a mille. "Per me Roberta avere trovato una amica con cui avere dei momenti di intimità mi da molta felicità e sto bene" ..."Alfredo, sei gentile e dolce...ma non so...è tutto surreale"... " lo so, anche ora...ti vedo e ho voglia di venire...posso?" Sarà stato il poco tempo a disposizione...era tutto così veloce oggi, così diretto..divenni rossa....e allungai il mio piede..togliendolo dalli ' infradito. "Roberta, oggi avrei voglia di abbracciarti...posso?" " Alfredo...non credo sia il caso...." "Dai Roberta, mettiamoci un minuto dietro...io. Tra 10 minuti devo salutarti...ti abbraccio e basta...ok?" Annuì con la testa..mi prese per mano e mi fece accomodare dietro...nel letto...lui si mise su un fianco dietro e io su un fianco di schiena a lui. Mi abbracciò. E mi strinse. "Posso accarezzarti il seno?" ....feci si con la testa..ero di nuovo incapace di dire no...e lui si fece strada...mise le mani dentro il vestitino...e sotto il reggipetto trovo il mio seno e iniziò a palparlo. Sentivo il suo pube contro il mio sedere. Iniziava a sfregarsi..sentivo i Jeens premere contro il vestitino. "Alfredo, no dai" " Roberta, posso sfregarmi con le mutande sulle tue mutande? Vengo così non preoccuparti" .....a questa domanda non ci fu risposta...Alfredo alzo il vestitino...le mie mutande erano ora in vista. Ero imbarazzata, il mio sederotto è morbidino e mi sentivo in imbarazzo. Lui calo i Jeens e le due mutande ora si strofinavano Sentivo il suo pene crescere anche se non era molto grande ma sentivo premere contro i miei slip. Eravamo in terreno pericoloso. Stava sconfinando....abbassò gli slip...non feci in tempo a dire no...che il suo pene era sulla mia chiappa. " Roberta...posso strofinarmi sulla chiappa? Vengo lì...." Alfredo, sono imbarazzata, vieni dai..." ..."Roberta, e in mezzo alle chiappine posso??" Si stava prendendo sempre di più ed io ero incapace di dire no. Poi pensai, tra un battito di cuore e un altro, che l'importante che non penetrasse e non toccasse la vagina. È così stetti zitta...lui...iniziò a muoversi e il suo pene si intrufolò tra le chiappine. Sentivo la cappella calda e umida sul buchino. Anche lui credo sentisse il mio calore. Iniziò a strofinarsi li...ma non resistette...e venne subito...bagnandomi di sperma tra le chiappe..."scusa Roberta...era così bello, non ero abituato a sentire il mio pene avvolto ...sono venuto subito" "Alfredo non devi giustificarti, capisco. Non ti preoccupare" "Roberta ma tu vuoi venire? Ti tocco?" ..." No Alfredo, no...non voglio. Va bene così, perdonami...per me è bello sapere che ti do piacere e che tu stai bene, non ti preoccupare di me" . " sei dolcissima, scusa...oggi è stato tutto veloce...possiamo rivederci per due chiacchere ancora..?" .." Va bene, " è così scesi...ancora incredula...fu tutto così veloce, imprevedibile, fuori dagli schemi che rimasi ancora più turbata. Mi risedetti in macchina, con le mutande umide di sperma e le chiappe piene del suo sperma. Lui mi salutò e si allontanò. Io con i miei dubbi tornai a casa a finire le mie faccende domestiche.
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