Giada e Giulia 2

Scritto da , il 2022-04-29, genere feticismo


Era passato qualche giorno da quando Giulia le aveva messo forzatamente in bocca per la seconda volta una calza. Giada era stata a casa della propria famiglia quel fine settimana ed aveva rimuginato sul come era diventata un oggetto di gioco da parte della sua coinquilina, i 'giochi' erano umilianti e schifosi, sempre ai suoi danni. Avere sedere in faccia, piedi nudi e calze in bocca era qualcosa di nuovo per lei. Aveva persino arrivata a baciarle i piedi, cosa prima impensabile. Tutto questo perché le giovava non spendere nulla grazie convivenza con la sua ricca coinquilina. In più Giulia le faceva spesso regali di cose che altrimenti non si sarebbe permessa. Giada egoisticamente non voleva perdere tutti questi benefici, sebbene ormai i 'giochi' fossero oltre il limite del sopportabile, era determinata a trarre beneficio dalla sua strana ricca amica, anche al costo di umiliarsi un po', ma certo c'era un limite a tutto.
Tornata nell' appartamento Giada vide subito Giulia con la quale scambiò qualche parola prima di cena. Giulia sembrava più contenta del solito, era evidentemente di ottiomo umore, a cena parlò del fatto che aveva comprato delle cose, tra cui anche qualcosa per lei, ma che lo avrebbe visto in seguito, con un gioco. Aveva infatti detto che la settimana precedente si era divertita come non mai con quei giochi che avevano fatto.
Giada non sapeva cosa pensare, se non che si era già stufata di quei giochi per lei umilianti ma allo stesso tempo era curiosa e voleva il regalo di cui le aveva parlato. Per questo le aveva detto di raggiungerla sul divano mezz'ora dopo. Dopo essersi lavata i denti, messasi il pijama aveva aspettato il tempo rimanente in camera propria.
Giunta l'ora Giada andò in sala per trovare una scena inattesa.
Giulia indossava con un vestito binaco che ricordava in qualche modo quelli delle statue antiche, aveva i capelli raccolti in una treccia, era truccata pesantemente portava un cerchietto d'oro in testa, probabilmente era la corona pensò Giada, al collo e alle orecchie aveva monili d'oro e brillanti.
Alle mani aveva anelli, i pedi erano nudi e non portava stranamente la solita cavigliera nera. Sedeva nella solita posizione semi sdraiata sul divano.
La postazione però aveva qualcosa di diverso. La parte staccabile del divano era coperata da un velluto rosso, così come il tappeto tra il divano e l'isola e anche sul divano stesso i piedi di Giulia erano appoggiati su un cuscinetto in velluto rosso. Oltre a questo, ovunque nella zona del divano c'erano Petali di rosa, poi c'erano anche delle scatole di gioielli sull'isola, insieme a un foglio di carta spessa arrotolato legato da un laccio rosso, vicino a questo un calamaio con una penna con la piuma.
Giada era decisamente stupita, non si sarebbe mai immaginata di trovare qualcosa di simile e di trovare Giulia così conciata, sembrava davvero la dea regina del divano pensò.
Era proprio vero che si divertiva in quel gioco di ruolo e riconosceva che Giulia si era impegnata molto per creare un'ambientazione consona alla narrativa.
"Bene, che hai da dire alla tua Regina?"
Disse Giulia sortidendo.
"Buona sera mia Regina, è magnifica stasera..."
Questa risposta e lo stupore di giada suscitarono una risata compiaciuta in Giulia.
"Allora, ti spiego cosa faremo stasera, in pratica metteremo delle regole al gioco, per non creare confusione sul come e sul quando si gioca. Tu sarai ovviamente libera di sottostare a queste regole, non ti voglio obbligare a giocare, ma se deciderai di farlo dovrai farlo secondo le regole, spero che questo sia ben chiaro."
"Va bene... Sentiamo..."
Rispose Giada un po' confusa ma ugualmente curiosa.
"Bene. Allora come potrai vedere, io sono la Regina dea del regno del divano, oggi ci sarà, sempre se tu vorrai, la tua investitura ufficiale a 'principessa ancella dei piedi', con questo oltre a ricevere la collana abbinata alle cavigliere che mi metterai, comporterà dei doveri nel territorio del regno del divano, i doveri che si addicono al tuo titolo ed al mio, che poi leggeremo insieme. Ovviamente puoi scegliere di non accettare il regalo e l'incarico, ma in tal caso, come anche nel caso in cui tu non dovessi indossare la collana per la quale ti posso riconoscere, tu per me saresti una suddita comune o una suddita nemica, ovvero ti può accadere di tutto, soprattutto torture umilianti.
Se invece obbedirai e sarai fedele, verrai anche ricompensata per il tuo buon operato con doni e non avrai nulla da temere al di fuori di quello che c'è scritto nel contratto. Intesi?"
"Ssi... Penso di si, allora adesso leggerò il contratto e deciderò."
"Bene, leggilo, guarda anche la collana che riceveresti, poi nel caso firmalo e da quel momento in poi farai quello che ti dico io."
"Va bene..."
Giada si inginocchiò, aprì le scatole di gioielli e vide in una una collana fatta a catenella d'oro, molto bella e doveva valere almeno 1000€, si girò verso Giulia per chiedere se quell sarebbe stata per lei e Giulia annuì dicendo:"se accetti è tua per davvero, te la regalo."
Nelle altre c'erano due piccoli anelli d'oro e due bracciali fatti della stessa catena d'oro della sua collana. Giada pensò che qualsiasi cosa c'era scritta sulla pergamena sarebbe stato folle non accettare un dono così prezioso in cambio di sottostare ogni tanto ad un gioco sciocco. La prospettiva di avere quella collana la mise di ottiomo umore. Aprì curiosa la pergamena e si mise a leggere il testo scritto in caratteri medievali.
C'erano scritte diverse cose formali, ma la sostanza era la medesima che aveva detto Giulia poco prima, con alcuni dettagli: lei era nel ruolo di Principessa ancella dei piedi solo quando indossava la collana e doveva eseguire i suoi ordini e le regole, solo dentro il Regno del divano, che comprendeva il salotto. Al di fuori di questo territorio era tenuta solo a 'baciare gli anelli e a far congiungere le catene'; doveva capire ancora il significato di queste parole. Doveva chiamarla solo Regina o Dea, doveva eseguire sempre e prontamente i suoi ordini, in caso contrario erano previste punizioni corporali ed umiliazioni non specificate. Questo non la allettava, ma allo stesso tempo, era sicura che avrebbe fatto del suo meglio per stare al gioco. In più se si comportava bene erano previsti altri doni.
Le mansioni dovute erano di curare in tutti i modi richiesti dalla regina le sue regali estremità, rispettarle ed adorarle come è dovuto, insieme alle calze e alle scarpe, apprezzarne l'odore ed il gusto. Queste parloe spaventavano un po' Giada, ma le ricompense erano comunque maggiori.
Erano descritte le mansioni di come prendersi cura delle estremità, come imparare massaggi, utilizzare creme da mettersi sul viso ecc. Era infatti proibito a lei utilizzare qualsiasi tipo di trucco sul viso quando utilizzava la collana del suo status, perché qualsiasi cosa avrebbe potuto contaminare i regali piedi. Il suo viso doveva essere pulito e su richiesta doveva mettersi della crema idratante destinata alle piante della sua Regina. Erano termini strani e duri ma per una collana d'oro e potenzialmente altro, Giada era disposta ad accettarli.
In seguito era finalmente specificato che baciare gli anelli significava baciarle gli anelli dei piedi come saluto ogni volta che la vedeva, se aveva scarpe o calze andavano tolte e andava fatto il saluto e poi rimesse. Ogni volta che le era richiesto era tenuta a farlo, anche al di fuori del regno, se questo non veniva fatto era prevista una pena severa. Poi, congiungere le catene significava avere i piedi in faccia, o vicini alla sua collana, poiché le cavigliere e la collana erano fatte dello stesso filo d'oro. Anche questo era tenuta a farlo al di fuori del regno se richiesto.
Queste erano regole difficili, specialmente se le fosse stato richiesto in pubblico, ma era sicura che Giulia non si sarebbe spinta a tanto. Questa regola in effetti non le piaceva affatto.
A quanto pare era tutto. Giada non ci pensò molto e accecata dai gunadagni facili firmò in pratica il suo contratto di schiavitù. Cosa che era nemmeno tanto velata dal momento che il titolo che accettava di ricoprire era di 'principessa ancella dei piedi'.
Giulia era gioiosa e sorrideva. "Benissimo ti nomino ufficialmente, Principessa ancella dei piedi. Ora mi chiamerai solamente Regina, Dea o padrona." Giulia mise la collana a Giada.
"Ora devi mettermi le cavigliere e gli anelli." Nel fare questo Giulia faceva delle foto alla scena. Giada eseguì.
Giulia aveva disteso le gambie sulla isola del divano, aveva i piedi così ben ornati su velluto rosso pieno di petali di rose con unghie colorate di rosso. Giada doveva ammettere a se stessa che era una bellissima visione. "Bene, saluta la tua regina." Giada che aveva davanti le grandi ed eleganti piante, leggermente inarcate all' indietro, si avvicinò timidamente per baciare gli anelli e così fece delicatamente. Giulia intanto faceva foto era piena di eccitazione. "Bene, prendi il tuo posto."
Così Giada si mise al proprio posto con i piedi nudi in viso.
"Mi sento benissimo con te qui sotto, non avrei mai pensato un giorno di avere una schiava personale e quanto potesse essere divertente e rilassante."
Giada sentite quelle parole realizzò ancora una volta in cosa si era cacciata. Era totalmente nelle mani o meglio, nei piedi di Giulia. Ma era un abbraccio morbido e non aveva nulla da temere finché stava al gioco, anzi, se questo comportava anche altre ricompense, non vededeva l'ora di giocare.
Giulia diceva frasi per sottolineare la propria superiorità compiacendosi e ridendo, chiedeva domande retoriche tipo:"chi è la più bella del reame" in cui la risposta di Giada era: "siete voi mia Regina".
Quella serata finì in maniera molto tranquilla in quel modo. Entrambe non potevano credere di quanto fosse stato facile ottenere qualcosa che volevano. Per Giulia una schiava, per Giada una collana da 1000€ e potenzialmente altri regali costosi, al prezzo di subire quello che già aveva subito.

Il giorno seguente, Giada uscì presto per andare in biblioteca. Al suo rientro in casa attorno all'ora di pranzo tornò anche Giulia, che entrando disse: "Ciao, non mi saluti?" Giada mentre stava cucinando disse:"Ciao Ciao, sono occupata adesso."
Giulia rimase come scocciata. Si tolse le scarpe e si mise sul divano in attesa di pranzo.
Una volta a tavola le due parlarono del più e del meno e ad un certo punto un po' scocciata Giulia disse:"guarda che anche al di fuori del divano la prima volta che mi vedi nel giorno devi salutarmi venendo mi incontro alla porta. Così inizi male però..."
"Scusa Giulia, mi ero dimenticata che dovevo fare quello anche al di fuori del divano..."
"Si...va bene poi ci regoliamo dopo..."
Infatti dopo pranzo, Giada fu invitata caldamente nel regno divano.
Giada si inginocchiò e mise i piedi di Giulia sull isola, tolse delicatamente i ped socks bianchi, per poi baciare gli anelli dal lato delle piante dei piedi con devozione.
Fece per rimettere le calze a Giulia ma questa disse: "aspetta! passamele, ti devo impartire una punizione, che poi dovrebbe essere un piacere ed un onore per te mangiare le mie calze sudate..."
Giada impallidì, odiava quella sensazione di soffocamento e di sudore che quella pratica comportava.
Decise di ceracare di impietosire Giulia, magari facendo un gesto umiliante ma più accettabile. Aveva notato che Giulia amava quando si rendeva patetica e umiliata. Prese l'iniziativa e decise di scusarsi a parole chiedendo pietà, alternando la parola pietà a baci sulle piante dei piedi. Il contatto era morbido e leggermente appiccicaticcio per il sudore, ma cercava di non pensarci.
Dava baci veloci ma passionali, guardando Giulia negli occhi che era rimasto stupita ma molto sorridente, sembrava apprezzare moltissimo.
"Ohhh come faccio a punire una ancella così devota... Sei perdonata questa volta. Le tue labbra sono molto morbide e mi provocano un solletico piacevolissimo. Continua così mi sento una vera Regina..."
Giada baciava tutta la superficie delle piante ora dicendo: "grazie". Si sentiva stupida nel fare ciò, ma allo stesso tempo aveva ottenuto ciò che volteva, ovvero la grazia da una punizione spiacevole.
Giulia inizialmente fece un video con il telefono, poi si distese quasi addormentandosi. Questo processo durò cirac un quarto d'ora. Giada già si era stufata da un pezzo quando Giulia disse: "va bene, basta mia fedele ancella. Ora vieni al tuo posto." Così Giada poté rilassare le labbra e la schiena sdraiata.
La seduta terminò solo quando Giulia si stufò e congedò l'ancella.
Giada toranata in camera sua si interrogò su quello che aveva fatto e di come così rapidamente erano cambiati i rapporti tra lei e Giulia.
Giulia dal canto suo, pensava a come poter sfruttare di più Giada per il suo ludibrio. Avrebbe voluto quelle labbra soffici più spesso al suo servizio.
Quella sera a Giada venne chiesto solamente un massaggio oltre che di essere uasata come tappeto, per il resto la serata trascorse normalmente.
Questa trasformazione di Giada fu così graduale che a aprte in certi momenti, non le sembrava strano quello che faceva ed il rapporto con la coinquilina.
La mattina successiva le due si incrociarono in corridoio, in casa mentre Giada tornava in camera dopo la colazione. "Ciao" disse Giulia, "buon giorno mia Regina" disse giada inginocchiandosi prese un piede in mano e baciò l'anello, facendo lo stesso con l'altro. Giulia era soddifatta ed accarezzò Giada, la quale stava andando in in camera. "Ferma: voglio congiungere le catene. Ne ho il diritto anche al di fuori del regno..."
Giada aveva sentito bene. In effetti quello aveva firmato. Portava ancora quella dannata collana quindi questo genere di cose poteva accadere in effetti.forse avrebbe dovuto provare a non usarla per capire cosa sarebbe successo, perché non le era ben chiaro. Era costretta a stare al gioco, non solo, doveva anche starci bene, se desiderava delle ricompense.
"Certo mia Regina... Dove posso avere l'onore?"
"Seguimi."
Giulia si sdraiò sul letto con i pedi nudi sporgenti, dando istruzioni a Giada di stare per terra in ginocchio tenendo il viso premuto sulle piante. Questa strana posizione era nuova, soprattutto in camera da letto.
Passò molto tempo, anche se Giada non poté vedere l'ora. La posizione non era affatto comoda.
Giulia in tutto questo era in silenzio, forse dormiva addirittura.
Finalmente ad un certo punto, con sollievo di Giada, Giulia si alzò. "Mi sa che devo iniziare a fare quel lavoro sul computer... Magari se ho qualche domanda mi puoi aiutare."
"Certo va bene..." Giada non sapeva se chiamarla Giulia o Regina. Giulia si sedette alla sedia della scrivania per usare il computer. "Prendi quel cuscinetto rosso e mettimelo sotto i piedi." Giada eseguì senza capire bene.
"Ora metti la tua testa su quel cuscino e congiungiamo le catene." Ancora? Giada era senza parole, quel gioco stava durando tantissimo e nemmeno erano sul divano. Era decisamente stufa.
Quindi Giulia passò molto tempo a fare quel compito chidendo talvolta consigli a Giada, la quale era utilizzata come zerbino, i piedi di Giulia in questa posizione giocavano molto con il suo viso premendo e tirando a piacimento, oltre al chiedere ogni tanto di annusare forte. Ad un certo punto Giada prese il coraggio di dire:" mia regina è un piacere ed un onore servirla, ma anche la sua umile principessa ancella ha delle faccende da sbrigare... La prego.."
Dette queste parole, siccome in passato aveva funzionato, iniziò a tempestare di baci le piante.
Giulia che inizialmente si era irritata del fatto che Giada volesse sfuggirle, poi si fece corrompere da quell' atto che tanto apprezzava.
"Se fai così, come posso dirti di no, mia fedele ancella. Hai fatto abbastanza, continua altri cinque minuti e poi sei libera."
Così finì quell' episodio mattutino inatteso, che aveva scombussolato i piani di Giada, portandole via molto tempo.
Avrebbe forse dovuto usare la collana solo sul divano per limitare i danni pensava. Ma forse sarebbe stato bene osservare una settimana di vita quotidiana con la collana addosso sempre prima di valutare di togliersela.
Così fu. Quella settimana trascorse piuttosto come aveva previsto e in tranquillità. Giada aveva capito che doveva ogni volta baciare gli anelli. Conveniva essere fuori casa ed avere orari diversi, e che tutto sommato veniva 'usata' solo un apio di volte al giorno come poggiapiedi, e come masssaggaitrice alla sera. Era stata usata altre volte in camera da letto, ma aveva capito che per chiedere di andare via o per scusarsi di errori bastava baciarle con passione i pedi e farle qualche complimento, cosa che ormai era diventata una prassi. A parte questo non ci furono novità, oltre al fatto che le faceva annusare piedi sporchi per crudeltà ogni tanto. Questa era la sua nuova normalità ed era tranquilla. Aveva anche ricevuto per buona condotta, come promesso, una maglietta firmata che apprezzò molto.
In effetti Giada era soddifatta di come le cose stavano andando. Era una condizione più che sopportabile e sembravano entrambe contente.
L'unica cosa che la infastidiva era quando le veniva chiesto di fare da poggiapiedi in camera da letto, perché poteva accadere in qualsiasi momento della giornata e c'era il rischio di scombussolarle la quotidianità. Poteva dopo qualche tempo con dei baci sfuggire, ma perdeva comunque almeno un' ora. Cosa che era intenzionata a evitare, semplicemente provando a non usare la collana.
Quel giorno decise di lasciare la collana in camera.
Quella mattina incrociò Giulia in casa prima di uscire. E decise di salutarla comunque baciando gli anelli e vedere se se ne era accorta. "Buon giorno Regina". "Ciao".
"Vieni in camera mia che voglio sentire il tuo viso sotto i miei piedi mentre guardavo Netflix."
"Mi scusi, mia regina, deve avermi scambiata per qualcun altra..."
"Ah, ho capito... Sei una mia suddita ribelle dunque...allora continua per la tua strada..."
Disse Giulia con sprezzo, non si aspettava di vederla senza collana.
Nel poco parlare che fecero la coinquilina sembrava sorpresa ed irritata.
Il piano sembrava aver funzionato alla grande. Giada riuscì ad uscire e fare le commissioni che doveva.
Al suo ritorno trovò Giulia sul divano, la salutò a palole, senza avere risposta. Sicuramente era ancora arrabbiata.
Il pranzo fu mormale a parte la freddezza di Giulia.
Nel pomeriggio decise di rimanere senza collana ma di evitare il divano.
La sera dopo cena, come da tradizione, non poteva forse esimersi dallo stare sul divano a guardare la tele con la testa storta schiacciata d adue piedi, come era sempre ststa consuetudine, quindi si mise la collana.
Giulia che già era sul divano un po' inbronciata, quadno vide arrivare Giada ed inginocchiarsi iniziò a sorridere.
Giada baciò gli anelli e salutò. Poi si mise al suo posto.
"Ti vedo solo di sera oggi principessa ancella..." Disse Giulia con un po' di ironia. "Si mia padrona...avevo faccende da sbrigare..."
Giulia non punì affatto Giada, come era giusto che fosse, ma chiese soltanto un massaggio breve. Giada quasi per scusarsi di non esserci stata nel giorno, senza motivo, baciò diede qualche bacio qua e là durante il massaggio, causando grade gioia in Giulia.
La serata finì normalmente, e Giada fu sollevata di sapere che Giulia si atteneva ai patti senza ripercussioni.
Quindi questo sistema era fattibile, poteva essere l'ancella solo di sera, un po' come prima del contratto, così sarebbe stato ancora più facile e vivibile. Pensò Giada. L'unica cosa che aveva notato era che forse per caso o forse no, i piedi di Giulia puzzavano abbastanza quella sera. Normalmente aveva l'accortezza di lavarsi o di non metterle in faccia piedi troppo puzzolenti. Quella sera non era stato così. Ma d'altronde sul contratto c'era scritto che doveva apprezzarne l'odore, quindi tutto sommato Giulia era stata gentile fino a quel punto nel tenerleli puliti.
Trascorse circa una settimana ed ogni giorno fu praticamente identico se non per il crescendo di alcuni dettagli.
Chiaramente anche, non le fu fatto alcun dono.
Giada era molto soddisfatta di come riusciva a gestire il tempo e si era messa in testa di stare più o meno al gioco a seconda del periodo. Poteva comportarsi bene ed ottenere ricompense o poteva fare così e vivere la sua vita più in libertà.
I dettagli che Giada aveva notato erano che Giulia era diventata un po' scontrosa e scocciata quando la incontrava, inoltre la sua coinquilina aveva decisamente trascurato di lavarsi i piedi; spesso li metteva sudati, o addirittura impolverati sul suo viso. L'ultima volta erano talmente sporchi da essere neri, perché aveva camminato scalza sul balcone. Infatti Giada, accortasi di ciò, le aveva chiesto se poteva lavarli con uno straccio umido, al che Giulia rispose stizzita: "i piedi della tua Regina ti devono piacere sempre, se volessi qualcosa lo ordinerei.."
A questo Giada dovette rispondere con molti baci ed apprezzamenti. Erano infatti anche i baci diventati una cosa infalzionata, dal momento che quasi per scusarsi, ogni volta aveva preso l'abitudine di baciare i piedi, con diversa intensità, di modo da accontentarla e ricompensarla per le giornate in cui non era la suo servizio.

Il giorno seguente come gli altri Giada decise di non indossare la collana e, come sempre però, anche se non le era dovuto, salutava Giulia, quando le capitava, baciando gli anelli.
Quella volta però, Giulia era particolarmente scocciata, tanto è che, nel momento in cui stava per fralo, Giulia ritrasse il piede e disse:" sai cosa ti dico, suddita ribelle, io ho già un ancella dei piedi e forse tu non meriti l'onore di salutarmi così. Forse altre parti del mio regale corpo sarebbere adeguate da essere bacaite dalle tue sporche labbra..."
Giada si sentiva in colpa ed in debito con Giulia, la quale pagava tutto in casa e chiedeva forse poco, solo di stare ai suoi strani giochi.
"Chiedo scusa mia Regina, sono al servizio per salutarla come desidera."
Rispose Giada senza pensarci troppo, come per scusarsi.
"Bene allora sguattera ribelle. Questi sono i due baci che devi dare."
Così dicendo si Calò i pantaloncini del pigiama, girandosi e mettendo in mostra un culo perfetto, con due chiappe sode inframezzate da un perizoma nero di pizzo. Con il dito affusolato indicava prima una chiappa nuda e poi l'altra.
"Allora, che fai sguattera?"
Giada poteva scappare, non era tenuta a fare nulla di tutto ciò, lo faceva solo per tenere soddisfatta Giulia nonostante le dedicasse poco tempo.
Decise che tutto sommato poteva farlo. Si avvicinò titubante e baciò prima una e poi l'altra chiappa.
Giulia non si aspettava affatto che lo facesse. Rimase molto sorpresa e rise come una bambina. Giada si sentiva una stupida, cosa aveva appena fatto?
"Bene sguattera, d'ora in poi mi saluterai così...hahahh dovrei farti un investitura ad hoc, dal titolo 'sguattera del culo' hahhah"
Giada aveva poco da ridere, forse aveva trasformato la sua libertà in un' altra schiavitù anche peggiore, senza volerlo.
Si dileguò di corsa mentre Giulia rideva ancora.
Giada riflettè molto su quello che aveva fatto, forse sarebbe stato meglio usare la collana più spesso per evitare altre degenerazioni.
Quella sera trascorse come le altre, se non meglio, perché Giulia aveva i pedi più puliti del solito. Allora era vero che il grado di pulizia era una sorta di indicatore dell' umore di Giulia, di quanto quando erano sporchi volesse in qualche modo vendicarsi di non aver giocato abbastanza.

La mattina seguente Giada indossò la collana per andare sul sicuro. Ma mentre stava per uscire notò sull uscio una pergamena arrotaolata. Con curiosità la raccolese e lesse.
"Decreto Reale della Regina Dea Giulia del divano prima.
Annunciamo ai nostri sudditi con gioia l'ingrandimento del nostro amato Regno, con l'annessione dei territori della contea del corridoio e del regno della stanza da letto. Inoltre si avvisano i cittadini che ogni ribelle sarà severamente ounito sul territorio."
C'era una mappa persino che illustrava il regno del divano che oramai escludeva solo il balcone, il bagno e camera sua. Giada pensò che non cambiava molto la situazione già in essere. Certo è che se decideva di non usare la collana si sarebbe mossa in fretta nel corridoio.
Usci tranquilla ed incintrò Giulia sul divano che mangiava 'coco pops' guardando la TV.
Giada si precipitò a salutarla.
"Buongiorno principessa ancella, avete letto il decreto Reale?"
"Certo mia padrona, gioisco per le novità..."
"Bene, congiungete le catene e vi darò l'onore di mangiare con me..."
Giada confusa di ciò che aveva sentito, si sdraiò sul divano mettendosi i piedi in faccia.
Giulia posizionò uno a coprirle gli occhi, per poi ritrarre l'altro. Giada era spaventata, sperava di non dover mangiare una calza usata.
Quanso l'altro piede tornò poté vedere cosa era successo. Vide Giulia sorridente e il suo piede sinistro con cereali al cioccolato tra un dito e l'altro. Immaginava cosa doveva fare. Per fortuna si era accorta che i piedi erano puliti e poco odorosi.
"Beh che fai non hai fame? Hahha"
Giada fece per prendeli con le mani, ma Giulia disse:"le mani puoi usarle solo per spostare i pedi... E non ti azzardare a mordermi con i denti se no ti punisco."
Non c'era molta altra scelta, coveva prendere i cereali tra le dita con le labbra, e ciò comportava di fare entrare in bocca anche le dita dei piedi, oppure usare la lingua insieme alla labbra per togliere quelli più incastrati.
Si prospettava una cosa schifosa se non fosse che per fortuna erano puliti.
Iniziò con le labbra, cercando di insalivare poco. Poi dovette ricorrere alla lingua e arrivò a leccare tra le dita, sentendo anche un gusto salato disgustoso.
Giulia nel frattempo rideva per il sollectico e per il piacere. Giada a tratti era in difficoltà, ma alla fine non fu così difficile.
"Beh non mi ringrazi per il cibo?"
Incredibile, oltre ad averle praticamente succhiato le dita voleva anche i baci.
Così Giada obbedì.
Giulia sembrava estremamente soddisfatta.
Di pomeriggio le due non si incrociarono.
Alla sera, come di consuetudine, le due si ritrovarono sul divano e con sorpresa di Giada, la sua Regina aveva tra le dita dei piedi delle caramelle gommose ricoperte di zucchero.
Sapeva quello che doveva fare.
Dovette ripetere l'operazione, questa volta in maniera anche più difficile, con più salvia, lingua e labbra. Per fortuna Giulia aveva appena fatto la doccia.
Però, con suo sconcerto, Giulia disse:"non mi sembra che hai mangiato tutto, guarda quanto zucchero c'è ancora tra le dita? Questo che fine fa, lo laciamo li? Mi lacsi i piedi sporchi? Che anchella sei."
Giada non aveva scelta. Prima con più timidezza usando solo le labbra delicatamente, ma poi per fare prima, con più decisione con lingua e saliva, succhiava e leccava tra tutte le dita.
Questo causava versi e parole di piacere ed approvazione da parte di Giulia. Giada non pensò molto a quel fatto, dopo tutto, non la vedeva una cosa tanto strana a patto che i piedi fossero puliti.
Giulia era felicissima di quello che era riuscita ad ottenere dalla sua coinquilina.
Il giorno dopo, la mattina fu una riedizione del giorno precedente, se non con panna tra le dita. Quella stessa sera fu il turno del miele tra le dita dei piedi, cosa che dovette richeidre molto tempo a Giada per pulirlo, inoltre questo colava sulle piante e sul dorso, quindi dovette in pratica leccare tutta la superfice die piedi di Giulia, cosa nuova. Per fortuna, in questi casi erano molto puliti. "Brava la mia chiava leccapiedi, hai una lingua morbidissima hahah."
Giada solo in quel momento, in cui stava lucidando le piante di Giulia, si rese conto di quello che effettivamente era diventata. Era la leccapiedi della sua coinquilina ricca a tutti gli effetti.
Questo però non la disturbava più di tanto, anzi le era piuttosto indifferente.
Stava anche iniziando ad apprezzare molto la bellezza dei piedi di Giulia o di Giulia in generale.
"Brava lecca tutto, lecca bene. Poi ringraziami." Il che voleva dire baci.
Questa pratica del magiare dai suoi piedi piaceva molto a Giulia, infatti la esercitava due volte al giorno. I giorni passavano e 'l'espediente' del cibo si ridusse sempre più, passando a piccole caramelle, fino a semplicemente dello zucchero a velo calpestato. Finché un giorno, scomparve anche lo zucchero a velo simbolico. Era una mattina calda di fine primavera. "Schiava, leccami i piedi che ho caldo. La tua lingua mi rinfresca, fai bene tra le dita e lucida le piante come sai fare bene. Delicatamente mi raccomando. Voglio rilassarmi." Ormai Giulia era diventata sboccata e trattava Giada per quello che era ormai. Il pretesto debole era che la rinfrescava, cosa vera senz'altro. Per Giada ormai faceva poca differenza.

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