La vacanza (un simpatico scocciatore)

Scritto da , il 2012-06-29, genere trio

Distesi sui lettini, stavamo godendoci l'ennesima giornata di sole. Maria oramai abbronzatissima si offriva agli sguardi allupati di bagnanti che lasciate le proprie mogli e figli ai loro posti con la scusa di passeggiare passavano in rassegna tutte le sdraio e relative occupanti. Maria era la più gettonata tra questi passeggiatori da spiaggia. Il nostro vicino di sdraio continuava a sbirciare mia moglie mentre la sua non perdeva occasione di scomparire più volte al giorno verso il capanno del bagnino. Notai un certo via vai di ragazzi, dipendenti del villaggio, in quella direzione in contemporanea alla signora tedesca. Tornammo al bungalow per preparare il pranzo. Lasciai Maria ai fornelli ed andai in direzione per l'imminente arrivo di Gioacchino. Arrivò puntuale con un taxi, ne discese con un borsone a tracolla e guardandosi intorno mi vide: Mariooooo – urlò – come vi trovate qui – continuò una volta più vicino. Non si sta male – risposi – ma … come mai sta sorpresa? A Napule nun se poteva chiù campà, nu calore!! almeno qui posso stare nudo – e continuò – il palazzo è vuoto e così mio padre mi ha lasciato libero un paio di giorni ed eccomi qua. Sbrigammo le pratiche burocratiche, si pagò la quota per i giorni di permanenza e ci avviammo al bungalow dove Maria aveva intanto preparato da mangiare. Mariaa – urlò Gioacchino nel vederla – come sei diventata scura!! e l'abbracciò. Se ne scostò un po ed aggiunse: però, che bella guagliona ti si fatta! La baciò sulla guancia e andò in camera ad indossare la tenuta del villaggio. Tornò, dopo alcuni minuti, nudo di tutto punto. Maria, nonostante l'abbronzatura, arrossì nel vedere le sue grazie, pallide ma consistenti, ballonzolare tra le gambe. Pranzammo accompagnando il cibo con birra, ci mise al corrente sulle ultime dal palazzo: lo sapevate che la vostra vicina è stata trovata dal marito sul terrazzo con l'amministratore del condominio? una scenata! Hai capito la signora Teresa, non ce la facevo - dissi io. Gioacchino mise a posto le sue cose nell'unico armadio disponibile nella nostra camera, Maria riassettò il tavolo ed io feci, volutamente, una capatina allo spaccio per il gelato. Al ritorno mia moglie non aveva più il pareo indosso e Gioacchino una semi erezione. Glielo guardai e scherzando dissi che forse sarei dovuto andare in paese per i gelati. Risero, mangiammo il gelato ed andammo a riposare. In stato di eccitazione, cominciai a carezzare Maria nonostante la porta che ci separava dalla brandina del nostro amico, fosse aperta. Maria iniziò a contorcersi: ti ha toccato? Chiesi. Si – rispose. Ne hai voglia? - continuai mentre la stuzzicavo con le dita li. Lo chiamo? Vuoi? In preda all'eccitazione rispose di si. Mi alzai con il cazzo in tiro e fingendo di andare in bagno passai vicino il lettino di Gioacchino: complimenti Mario – fece ed alzando lievemente la voce - complimenti a a tutti e due Maria – ed aggiunse – solo io sono solo soletto. Vedrai che al villaggio – gli dissi restando frontalmente per evidenziargli la mia eccitazione - troverai presto compagnia. Si ma adesso? - rispose con un sorriso -pensando a voi di la, cosa dovrei fare? Sporcare le lenzuola? No, per carità – replicai ridendo - usa il bagno e se ti senti solo ….. puoi venire da noi, il letto è grande. Non se lo fece ripetere due volte che appena uscii dal bagno lo trovai disteso sul nostro letto. Baciai Maria carezzandola tra le cosce ove trovai la mano del nostro amico intento a penetrare, con un dito la fica di mia moglie. Non perdi tempo – dissi. Ho tanta voglia di Maria … e poi …. è tanto che non faccio niente. Da quando Teresa si fatta scoprire dal marito ho dovuto astenermi dall'entrare in casa sua. Hai capito Gioacchino, mi ripromisi che quando capitava l'occasione mi sarei fatto mettere al corrente degli intrighi del palazzo. Accomodati – dissi – se le cose stanno così. E tu? - chiese. È così bello guardarvi – sussurrai facendomi da parte. La scopò dolcemente per più di un'ora. Mi segai ad occhi chiusi e venni due volte nel sentire lo sciacquio del suo pene nell'antro di Maria che, credo, di orgasmi ne aveva avuti diversi del quale l'ultimo non appena sentì la sua vagina inondata dallo sperma bollente del ragazzo. Ci addormentammo esausti. Andammo a cena al ristorante del camping, Gioacchino allietò la tavola con la sua allegria. Finita la cena, profittando che Maria andò in bagno, lo misi al corrente che avevo un appuntamento e che non sapevo come allontanarmi da Maria. Ci penso io – disse. Lo ringraziai ed aspettai il rientro di mia moglie, immaginando quale stratagemma avesse usato. Invitò Maria per un ballo, poi due ed infine vennero verso di me. Gioacchino disse che era stanco e sarebbe andato a dormire e che anche Maria non si sentiva tanto in forma: puoi restare, se vuoi – fece Maria – andrò a letto. Una volta solo stetti per un po' nello spazio adibito alle danze e non appena la tedesca si allontanò dal marito, a distanza la seguii. Non appena fui sulla spiaggia la notai che si dirigeva verso gli scogli e continuai a seguirla. La trovai ad aspettarmi poco oltre il primo scoglio, senza dire nulla mi sedetti in terra e lei mi venne davanti sollevando la veste sino al pube. M'inginocchiai e iniziai a mordere le sue mutandine, gustandone il buon odore di donna, e con le mani carezzai i suoi glutei piacevolissimi al tatto delle mie mani. Le tirai giù lo slip ed insinuando la lingua nel suo intimo cominciai a bearmi del suo succo. Mi misi nuovamente seduto e l'invitai a scendere sul mio cazzo già in tiro. Con un calcio allontanò lo slip e si impalò, aiutandosi con le mani, sulla mia verga. Iniziò un leggero lavorio di vita facendomi sentire la contrazione dei suoi muscoli vaginali, godevo del calore intenso che la sua figa sprigionava, non ce la feci, la rigirai supina senza staccarmi dal suo corpo e la montai con foga venendogli nella figa. Lo tolsi e lei lo volle in bocca, lo pulì per bene provocando un'altra erezione. La misi a pecorina e colsi così anche il suo secondo fiore. Non ebbi difficoltà ad entrare nelle sue viscere ma, giuro, fu la più lunga inculata che abbia mai fatto. Ritornai al bungalow sazio e stremato. Diedi uno sguardo in camera dove Maria e Gioacchino stavano dormendo e mi buttai sulla brandina in cucina.
continua....

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