Come diventai cuckold (4 ed ultima parte)

Scritto da , il 2012-06-29, genere trio

Per il resto della giornata non ne parlammo, presi dal lavoro, ma il mio era diventato un pensiero fisso, volevo sapere. L'occasione si presentò la sera stessa. Una telefonata mi avvertì che al cantiere qualcosa non andava come dovrebbe. Andammo, io e Salvo, a fare un sopralluogo e capito il problema ritornammo in ufficio, oramai deserto, per le correzioni al progetto. Telefonai a Maria che avremmo fatto tardi e che, se voleva, poteva mangiare senza aspettarmi. Parlammo un po' del più e del meno e mi disse che mi avrebbe aspettato, aveva preparato della pasta al forno ed un roast-beef con patate. Gli risposi che se non era stanca mi avrebbe fatto piacere cenare assieme e, non so perché, o forse si, gli dissi che avrei avuto piacere di invitare Salvo, considerata l'ora, gli avremmo risparmiato di cucinarsi una volta a Catania. Rispose subito di si, senza se e senza ma. Era evidente che qualcosa stesse smuovendo i suoi sensi assopiti dalla rigida educazione ricevuta. Girai l'invito a cena a Salvo che ne restò compiaciuto e disse: vedi che non gli sono indifferente? Risposi con un sorriso, non sapevo cosa dire, ma lui continuò decantando le qualità amatorie di Maria e terminò con un: basta saperla sciogliere, una donna, anche se timida ha dei pensieri che spaziano; basta saperli cogliere ed esaudire le sue fantasie. Dicevi, continuò Salvo, che ti ha sempre negato il sesso orale e anale? Bene con me ha iniziato a fare sesso orale e – guardandomi dispiaciuto, continuò – anche se mi ha negato il culo, non è detto che prima della vostra partenza, non riesca a farglielo. Anzi, perché non organizziamo questa sera una sorpresa a Maria? Vedo che hai la patta che ti scoppia, è evidente che ti eccita e che vorresti partecipare. Non credo che Maria sia pronta per questi giochi – dissi - una cosa è stato il sentirsi presa per non essere stata capace di opporsi comunque, per lei, a mia insaputa ed altro è farlo in mia presenza. Mario, ascolta – disse Salvo – vai a casa, termino io, poi faccio un salto per un pensierino a Maria e ci vediamo a casa tua. Per realizzare il tuo (ed il mio) sogno ho necessità di restare a dormire da te e che tu mi assecondi. Risposi di si ed andai. Una volta a casa trovai Maria indaffarata nella preparazione della tavola, per l'occasione aveva messo un vestito buono. Solitamente per queste cene improvvisate lei non era usa ad abiti eleganti, restava nel suo vestitino da casa. Questa volta voleva rendersi più piacevole inoltre aveva anche un leggero segno di trucco. La bacio e scherzando gli dico: ti sei fatta bella per Salvo? Ma che dici? - ribatte prontamente, arrossendo, mentre io cercavo di stuzzicarla carezzandole le natiche ed arrivando nell'interno coscia sino alla patatina che trovai insolitamente umida. Fermo, che fai? - disse Maria. Non ti sciupo mica – replicai e fingendomi arrabbiato andai in bagno a rinfrescarmi. Il suonò del campanello mi segnalò l'arrivo di Salvo: Maria vai tu ad aprire? La voce di Salvo, impegnato a elogiare l'abitino di Maria, mi arrivava nitida sino al bagno. Questo è per te! Disse Salvo consegnando un pacco a Maria, che ringraziò dicendogli che non doveva. Salvo si raccomandò con Maria di non aprire subito il pacco ma di conservare la sorpresa al dopo cena. Durante il susseguirsi delle pietanze, accompagnate da un Corvo di Salaparuta, era un continuo elogio alla bellezza di Maria da parte di Salvo e lei se ne beava, apprezzandole e replicando timidamente che forse erano esagerate. Arrivammo al caffè leggermente brilli, complice il vino e l'ammazza caffè poi. Salvo disse: Maria ora puoi aprire il regalo! Non se lo fece ripetere due volte che corse in camera ritornando poco dopo con il pacco già leggermente aperto. Non appena ne vide il contenuto disse che non avrebbe dovuto, è troppo bello!! grazie e gli si getto con le braccia al collo dandogli un bacio sulla guancia. Non credi che io meriti di più? - fece Salvo indicando le sue labbra, e Maria gli sfiorò le labbra con un bacio. Vorrei vedertelo indosso stasera – di Salvo – per la gioia dei miei occhi e ….. - guardandomi – anche di Mario. Maria andò in camera per la prova e Salvo ammiccando mi fece segno di uscire a portare giù la spazzatura. Capii al volo e dissi ad alta voce rivolto a Maria di aspettarmi, di non uscire perché volevo essere presente alla sua sfilata. Uscii, portandomi le chiavi, feci pochi scalini e dopo alcuni secondi rientrai furtivamente con le scarpe in mano per non far rumore. La casa era piombata in un silenzio carico di eccitazione, uno sguardo in sala e Salvo non c'era proseguo sino alla camera, mi adagio, con le gambe tremolanti alla parete cercando di cogliere dei rumori e sentii Maria sussurrare a Salvo di stare fermo. Non preoccuparti di Mario dovrà pur suonare al citofono per rientrare – disse Salvo, poi il silenzio interrotto solo da sospiri affannosi. Sporsi lo sguardo attraverso la piccola apertura della porta leggermente accostata e vidi per metà le spalle di Salvo rivolte alla porta ed il braccio di Maria avvinghiato al suo collo, si stavano baciando. Spensi la luce del corridoio ed aprii leggermente la porta in modo da avere una più ampia visuale. Notai che Salvo aveva i pantaloni abbassati mettendo in evidenza alla mia vista le sue cosce muscolose, Maria seduta al bordo del letto gli carezzava le natiche ed era evidente che glielo avesse preso in bocca. Scorsi che Salvo muoveva ritmicamente il bacino come a mimare una scopata; la stava chiavando in bocca. Sembrava che il tempo si fosse fermato, inebetito com'ero a guardare quella scena. Solo un grugnito di Salvo, che nel frattempo aveva goduto nella bocca di Maria, mi riportò alla realtà. Mi stavo segando lentamente. Salvo adagiò Maria sul materasso ed iniziò a leccarla avidamente e carezzarla per tutto il corpo soffermandosi a titillargli i capezzoli, irrigiditi dal piacere, fino a che un urlo di Maria avvertì del suo primo orgasmo. Mi feci più audace ed entrai del tutto nella stanza facendo comunque attenzione che Maria non mi vedesse ancora, speranza vana in quanto aprendo gli occhi mi vide e, sedendosi, si coprì con quello che doveva essere il suo regalo della serata. Sorrisi e senza dire niente mi avvicino e le carezzai il viso: come sei bella quando godi, gli dissi. Salvo nel frattempo si era seduto di fianco a lei e le carezzava le spalle, Maria si copriva il volto con le mani. Cercai di toglierle le mani dal viso dicendogli di non preoccuparsi, che l'amavo e che era bello vederla fare l'amore con Salvo e la baciai. Salvo si era denudato e sdraiato sul letto tirando dolcemente Maria verso di lui, ci trovammo così con Maria in mezzo e noi a baciarla dappertutto. Spesso incontravo la mano di Salvo mentre gli carezzavo la fighetta oramai fradicia di umori. Mi alzo e mi spoglio completamente anch'io per riposizionarmi sul letto e prendendo Maria su me per un sessantanove, godevo di quegli umori vaginali asprigni ma nettare sulla mia lingua. Salvo di nuovo in erezione si posiziona dietro di lei e cerca di penetrarla nonostante la mia lingua fosse li, lo puntò e nella spinta per entrare gli passai la lingua sull'asta per tutta la lunghezza fino a prendergli in bocca i testicoli. Restai fermo incantato nel vedere il via vai del suo cazzo nella fighetta di Maria, che aveva iniziato a goderne senza più ritegno, urla di godimento mai uscite dalla sua bocca. Cambiammo diverse posizioni fino a quando toccò, per la prima volta, anche a me sentire le sue labbra sul mio cazzo. Succhiò avidamente fino a ricevere alcuni fiotti del mio sperma nella bocca mentre Salvo aveva iniziato il suo orgasmo, accompagnato da grugniti, nella figa di Maria. Restammo sdraiati per un po', senza fiatare. Il silenzio venne interrotto da Salvo che chiese se le fosse piaciuto, ne ricevette un si sospirato, subito ripagato da un bacio. Bacio che riporto in Maria la voglia di continuare, non si staccò dalle sue labbra fino a che Salvo non la portasse dolcemente a chinarsi per prenderlo nuovamente in bocca. Ero stanco, avevo voglia di dormire ma in loro era ancora tanta la voglia di continuare che li lasciai soli, invitando Salvo a restare per la notte, io avrei dormito sul divano. Il sonno prese il sopravvento, mi svegliai di soprassalto per un urlo di Maria, guardai automaticamente l'ora e mi avviai verso la camera per vedere cosa fosse successo. La scena che mi si parò davanti era sublime: Maria con le gambe sulle spalle di Salvo stava ricevendo tutto il suo cazzo nel culo. La pompava con foga. Maria quella notte perse anche l'ultima verginità. Su richiesta di Maria, l'indomani, ebbero ancora degli incontri, con il mio assenso, per tutto il tempo di permanenza a Messina. Sul traghetto al ritorno a Napoli commentò positivamente l'esperienza con Salvo, si sentiva appagata, e con una lacrima che le solcava il viso mi disse “vi amo tutti e due” e voltò lo sguardo verso il molo ormai lontano.

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