Come diventai cuckold - 3

Scritto da , il 2012-06-29, genere trio

La trasferta di lavoro a Messina si avviava al termine, ancora un paio di settimane. L'amicizia con Salvo è andata oltre il lavoro, spesso andavamo al campo di tennis dove tentava di insegnarmi ad usare la racchetta, con scarso profitto da parte mia. Fu proprio dopo una lezione di tennis, negli spogliatoi che ebbi modo di vederlo nudo. Un fisico asciutto, nonostante i suoi quarantacinque anni, con una evidente muscolatura nei posti giusti ed un sesso, di colore scuro, che nonostante a riposo palesava già cosa poteva essere in erezione. Sono sicuro che superasse i ventitre centimetri con una circonferenza mostruosa, solcato da venature impressionanti. Pareva scolpito. Il circolo del tennis era dotato di sauna, spesso la trovavamo troppo piena, quel giorno, stranamente eravamo soli e potemmo chiacchierare distesi sulle panche tutte per noi. Chiesi come mai non avesse ancora una famiglia nonostante fosse un bell'uomo, brillante ed una buona posizione economica e sociale. Fece una risata e tornando serio ribadì che era troppo preso a consolare le mogli di altri che non ha mai pensato di averne (solo) una. Non credo che abbia visto il mio rossore considerato la poca luce nella sauna. Continuò, serioso, a dire che non si è mai sentito pronto per avere una famiglia, e ritornando scherzoso disse che la sua era quasi una missione: svezzare le donne degli altri a dare tutto nel sesso. Cosa vuoi dire? - chiesi. E' uso tra voi giovani – replicò - trattare la propria moglie troppo da moglie e poco da amante, quello che di trasgressivo avete in mente lo andate a cercare fuori o con prostitute o con amanti gia svezzate lasciando la vostra di moglie in una nicchia consacrata. Come aveva ragione! Con Maria ho sempre rispettato il suo volere, mai giochi orali ne penetrazioni anali in compenso una mia vecchia compagna di scuola mi faceva fare tutto ed ero appagato. Quindi dovrei preoccuparmi? - chiesi con malcelato umorismo – non ti lascerò mai più solo con lei allora. Sei un amico e non ti farei mai questo, anche se …. anche se? - dissi. Anche se non ti nascondo che Maria mi piace, – risponde - mia piace la sua dolcezza e da quanto ho potuto ammirare ha anche un bel corpo. Solo che la vedo bloccata sessualmente, si veste in modo virginale, pudico, nascondendo le sue qualità, scommetto che non glielo hai mai messo in bocca? Beh! - balbettai – ci ho provato ma non ne vuol sapere e voglio dargli tempo. Vuoi che te la trasformi in donna? Disse a bruciapelo. Ma …. - provai inutilmente di fare l'offeso, e mi usci un orgoglioso: lei non è come le tue mogliettine, non ci riuscirai mai!! Vuoi scommettere? - disse – mi basta una mattinata e vedrai non sarà più la stessa. Non ti sei chiesto – replicai – di come potrò prenderla? Ho visto che sei eccitato facendo questi discorsi e penso la prenderai bene. Dannazione, nonostante il buio della sauna ha visto la mia erezione nascosta malamente dall'asciugamano. Va bene, scommettiamo! E come faccio a sapere che lei ci sia stata? - chiedo. Non ti preoccupare che ti darò le prove, facciamo domani in mattinata, verso le nove così poi a pranzo ti farò sapere l'esito. D'accordo – risposi – e mi avviai verso la doccia dove mi chiusi dentro e mi feci una sega memorabile.
Il giorno successivo uscii per andare al lavoro, volutamento la sera prima non avevo fatto nessuna avance e quindi niente sesso. Con Maria un bacio come tutte le mattine, un saluto ed un “a stasera”. La lasciai ancora in pigiama, indossato su mutandine di cotone rigorosamente bianche, da educanda, nessun suggerimento a mettere qualcosa di carino, preferivo, se veramente fosse venuto Salvo che la trovasse come è solita stare in casa. Arrivato in ufficio andai a prendere un caffè con un collega che mi fece notare l'assenza di Salvo e mi chiese se ne sapessi qualcosa. Risposi di no, che non aveva detto niente e lui, ridendo: mah, sarà a casa di qualche cornuto, è un donnaiolo incallito. Non risposi, bevemmo il caffè e rientrammo nei rispettivi uffici. Salvo venne in ufficio che erano passate le dodici. Salutò e sorridendo si mise al suo tavolo da disegno. Nella stanza si era materializzato un profumo conosciuto, difficile da reperire in quanto l'avevo acquistato in una profumeria artigianale di Napoli. Gli chiesi del profumo e lui accennando un sorriso rispose che era una delle prove che volevo. Era il “mio” profumo! Dei brividi mi scesero per la schiena insieme ad un misto di rabbia e tanta eccitazione, stetti per un attimo in silenzio, quasi assente. E' stupenda!! queste parole pronunciate da Salvo mi riportarono alla realtà, ero cornuto e ne godevo.
segue....

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