Ancora sottomesso ai maschi

Scritto da , il 2012-06-22, genere gay

Ciao, belli, soprattutto quelli come me amanti dei muscolosi insensibili al freddo.
Vi ho raccontato di quando al mare a marzo fui penetrato in tutti i modi dai miei compagni di scuola Giuseppe e Daniele. Ora vi racconto delle vacanze che facemmo insieme dopo gli esami di stato.
Dopo quella prima volta al mare in cui i due mi sottomisero brutalmente, rimanemmo ovviamente amici. Non si riparlò più della cosa, io continuavo a tenere acqua in bocca (non avendo di meglio) e a sbavare guardando soprattutto Giuseppe con i suoi muscoli, la sua faccia maschile con naso e labbra grandi, sopracciglie folte, i suoi piedoni 44, molto grandi per uno alto solo 1.73... ma questo lo sapete e lo immaginate. Specialmente sbavavo e mi sentivo femmina passiva quando vedevo i due miei amici fare sport, verso la primavera, sempre più mezzi nudi, giocare a pallone a torso nudo quando ancora io mi mettevo i maglioncini e i giubbotti... Anzi loro, che avevano conosciuta la mia debolezza per i maschi insensibili al freddo, ci godevano molto a provocarmi, venendo a scuola vestiti sempre leggeri, con maniche corte, si aprivano le camice aderenti sul petto ecc., per cui io ero tutto un arrapamento femmineo, nonostante dovessi studiare per la maturità.
Insomma, gli esami arrivarono e passarono, tutto andò bene e si pensò di andare in vacanza in tenda in Corsica. Eravamo io, Giuseppe, Daniele e la fidanzata nuova di Daniele, che stava in un'altra sezione della scuola e aveva un anno meno di noi. In tenda saremmo stati io e Giuseppe, nell'altra Daniele con Angela, la sua ragazza. Giuseppe si era lasciato con la sua ragazza, per cui stava solo. Non vi dico quanto speravo che in campeggio qualcosa capitasse, dovendo dormire con quel maschio forte vicino, un vero toro come piace a me, caldo e virile, un po' rozzo, pieno di testosterone fino a scoppiare, e pure in astinenza da un mese perché momentaneamente senza più figa...
Insomma, arriviamo in Corsica e ci fermiamo a Nord, in un campeggio. Era un agosto nuvoloso, faceva quasi freddo la sera e la mattina. Nonostante questo, Giuseppe e Daniele, appena arrivati in campeggio, si misero ovviamente in costume da bagno e scalzi, e rimasero così per tutta la vacanza, senza mai, dico MAI rivestirsi, neppure di sera, o quando andavamo in paese, sempre nudi, al massimo con gli infradito ma quasi sempre senza. Ora calcolate che la sera, in quella stagione insolitamente fresca, nel campeggio facevamo regolarmente l'una o le due di notte, e la temperatura scendeva abbastanza: io e Angela stavamo con le felpe e sotto la maglietta, loro due rigorosamente nudi, senza prendersi neanche un raffreddore. Sicuramente lo facevano anche per farmi sentire una donna come Angela, anche se io non ero dichiarato.
La prima notte che dormii con Giuseppe (ovviamente lui in mutande e basta, senza chiudersi nel sacco a pelo, io invece con la maglietta e protetto dal sacco a pelo estivo), parlammo sottovoce del più e del meno, ma non successe nulla. Verso le tre sentii che Giuseppe si era addormentato, russava leggermente. Non riuscii a non mettermi a guardarlo, il suo fisico muscoloso e caldo, le mutande bianche che gli fasciavano il cazzone grosso anche in riposo, le gambe pelosissime e forti, sbracato con i piedoni che mi facevano star male dal desiderio. Ma niente più, dormii anch'io.
Il giorno dopo era sempre nuvoloso, c'era vento, un tempo schifoso. Ovviamente andiamo al mare lo stesso, ma io e Angela non riusciamo a metterci in costume (pareva ottobre, assurdo), mentre Daniele e Giuseppe, che non si erano mai rivestiti, giocano a pallone sulla battigia, poi sudati fanno il bagno, allegri, quindi ritornano vicino a noi. Daniele abbraccia Angela, che gli disse: “Ma non sentite freddo così bagnati?”. Lui rispose guardandomi di sfuggita ma con intenzione: “Sei matta? E' agosto, che cazzo!”, e poi si mise a baciare la sua ragazza, lui sbracato sulla sabbia, lei che lo abbracciava. Io mi sentii eccitatissimo, e notai che sotto il costume il cazzo di Daniele era diventato un bastone e la mano di Angela era vicina, appoggiata sugli addominali bassi di Daniele. Anche Giuseppe lo notò e mi guardò sorridendo. Poi si rabbuiò, e vidi che era eccitato anche lui. Io pensai che la vacanza poteva diventare un inferno...
Ma quella notte in tenda Giuseppe si sdraiò silenzioso e io nel mio sacco a pelo accanto a lui. Non parlava, ma vidi che con la manona si massaggiava il cazzo sotto gli slip. Non sapevo bene che fare, e aspettai qualche istante. Allora vidi che Giuseppe aveva estratto il suo cazzone, che era molto grosso e largo, lungo quanto basta, sui 18 cm penso. Non resisto e mi metto carponi e gli bacio la cappella che era dura come il cuoio. Lui non aspettava altro, essendo maschio attivo al massimo: in mancanza di una ragazza, piuttosto che segarsi andava bene che un frocio come me lo succhiasse. Sentendomi così usato, inferiore fisicamente, passivo e femmina, mi dedicai al suo cazzone con un amore immenso. Continuavo dolcemente a succhiare quella cappellona dura, sapevo che ai maschi piace godere sulla punta del cazzo che è sensibile alla bocca di una ragazza o di un passivo docile... Ma Giuseppe, dopo un po' che si fa succhiare la cappella in quel modo dolce, all'improvviso mi mette la mano sulla testa e mi fa ingoiare tutta la canna del suo cazzo, che mi soffoca, e mi tiene così, senza farmi respirare. Io subisco, cercando di respirare col naso, che era pure mezzo chiuso, ma resisto, per amore di quel ragazzo virile, e lui mi scopa in gola forte, mugolando. Io avevo le lacrime agli occhi, faticavo come un pazzo a respirare, ma Giuseppe non lasciava la presa e mi inculava in gola con una forza quasi rabbiosa, voleva venire e riempirmi di sperma, perché lui era un uomo. Io succhio, sento quel palo di carne durissima in bocca e giù in gola, la cappella rigida mi penetra e mi urta le pareti della gola, Giuseppe mi stava scopando in bocca con tutta la forza, per farmi sentire che io ero un buco morbido a disposizione della sua virilità dura, del suo cazzone di maschio prepotente che incula qualunque cosa vede... ero femmina e inferiore, passivo, stringevo la bocca intorno alla canna del suo pene duro evitando di toccarlo coi denti, sono bravissimo in questo, ma Giuseppe non veniva e io stavo soffrendo, anche se godevo a sentirmi utile per il piacere del mio amico preferito... Capii che Giuseppe non solo voleva umiliarmi scopandomi la bocca in modo violento, senza delicatezza, ma ci teneva a venire il più tardi possibile per impormi più a lungo il suo palo di carne dura nella mia tenera gola di frocetto... Piangevo ed ero sfinito, ma avrei voluto morire per Giuseppe, per il suo cazzone. A un certo punto sento che il respiro gli si fa più affannoso e spero che venga... ma si ferma un istante, per non venire, poi riprende, per farmi succhiare ancora più a lungo, perché dovevo essere riempito del suo cazzone per tutto il tempo che decideva lui, che era superiore a me perché maschio e io frocio, e poi con la sua forza fisica mi avrebbe costretto a essere impalato senza che io potessi reagire. Così ancora mi fa succhiare, ancora, ancora, finché di nuovo lo sento gemere con voce roca e capisco che non ce la fa più, e alla fine dopo una ventina di minuti di quel pompino mi schizza in gola per quattro volte, tenendomi sempre la manona tumida e sudata sulla nuca, così la sborra mi andava direttamente dentro e la inghiottivo a fiotti. Dopo essere venuto così copiosamente allentò la stretta e io ero veramente distrutto. Nonostante il rigido della notte al mare ero anch'io sudato... Mi distendo anch'io, dopo avergli leccato la cappella fino all'ultimo. Lui si rimette il cazzo dentro gli slip, ma non subito, perché gli era rimasto dritto per un po' ancora. Poi mi fa: “Mi ero fatto una sega sotto la doccia prima di cena”. Io non dissi nulla, ma capii che l'aveva fatto per poter reggere più a lungo il cazzo duro dentro di me dopo, come era avvenuto puntualmente. Mi aveva fatto capire che io ero un frocio a disposizione della sua virilità, e basta.
Le vacanze continuarono, il tempo migliorò, poi peggiorò ancora e faceva ancora più freddo, ma Daniele e Giuseppe erano sempre nudi. Quasi ogni sera Giuseppe mi imponeva il suo cazzo, io a volte cercavo di leccargli i piedoni, che adoravo, ma lui voleva che gli tenessi il cazzo in bocca e in mano, senza mai che ci dicessimo più nulla, in silenzio io ero la femmina che doveva essere penetrata. Però non mi aveva ancora manifestato il desiderio di incularmi, e decideva lui, tacitamente, in che modo dovevo farlo venire. Di giorno mi trattava da amico cameratescamente, sempre caldo e pieno di forza fisica; di notte ero il suo servo sessuale che doveva subire e basta.
Ma evidentemente Daniele doveva sospettare qualcosa, perché un momento che Angela era a farsi la doccia da sola (gli stava sempre appiccicata, anche lei sottomessa e adorante) lui ci fa: “Ma in tenda che cazzo combinate la notte voi due?”. Giuseppe lo manda affanculo, senza farci caso. Io invece lo prendo in disparte e gli dico che Giuseppe mi fa succhiare il cazzo continuamente. Daniele mi dà un pugno amichevole, anche se mi fa un po' male (alto un metro e ottanta, muscolosissimo, pure lui un grosso maschio anche se più atletico e meno tozzo di Giuseppe), e mi dice una bestemmia. Però capisco che vorrebbe per un'altra volta scoparmi anche lui con Giuseppe. A loro due, seppure etero, piaceva l'idea di mettere in mezzo un frocetto coetaneo e conciarlo per le feste, potendo essere violenti senza problemi perché si capiva che io incassavo... Infatti mi dice: “Tu dovresti avere sempre un cazzo in bocca e uno in culo, sempre!”, cosa che mi fa arrossire ma mi manda in estasi.
Insomma, prima della fine della vacanza vedo i due maschi che complottano, mentre io e Angela chiacchieravamo di cazzate. Capisco che stanno organizzando qualcosa ai miei danni, o meglio per la mia gioia di frocio. L'occasione capitò una mattina all'alba.
Erano le cinque del mattino, circa, quando nella nostra tenda, dove la sera prima come sempre avevo succhiato il cazzo di Giuseppe, irrompe Daniele in costume da bagno aderente, rosso. Io mi sveglio e lo vedo che mi guarda con aria seria. Mi tolgo dal sacco a pelo e lui mi dice di spogliarmi nudo, completamente. “Sei matto?”, dico. Lui mi dà una sberla sulla testa e mi ordina di farlo subito. Io non so disobbedire e mi spoglio, restando nudo come un verme. Lui si abbassa il costume e mostra il suo cazzo eretto, molto lungo e grosso. L'avevo già provato in culo, e faceva male. Ma capii che l'avrei preso di nuovo. Daniele mi fa girare, carponi, e mi allarga il culo infilandomi due dita dentro. Io sento dolore, ma non fiato, avevo paura che qualcuno sentisse. Poi mi infila tre dita, forte, per farmi male il più possibile. E poi sento il suo cazzo caldissimo che mi entra nel culo, prepotentemente. Stringo coi pugni il sacco a pelo, subendo l'inculata dolorosa sentendomi come una donna obbediente... Nel frattempo Giuseppe si era svegliato e mormorava: “Ma che siete scemi?”. Ma Daniele mi inculava ormai a tutto spiano, sbattendomi forte e stringendomi con le sue manone sui fianchi con una presa bestiale. Io mentre subisco il bastone di carne dura di Daniele do uno sguardo a Giuseppe e vedo che si stava arrapando pure lui di brutto. Allora mi sposto a fatica sulla mia sinistra, così ho sempre dietro Daniele grande e potente che incula e mi ritrovo con il viso sulla patta di Giuseppe che sta disteso... Affondo il viso sulle mutande di Giuseppe e sento sotto durissimo il suo cazzo che di prima mattina era ancora più duro del solito, una spranga di animale, un cazzo da cavallo da monta. Giuseppe si tira subito giù le mutande e in un attimo ho il suo organo eretto tutto in gola, come sempre, più di sempre, più duro che mai, mentre Daniele incula continuamente, mi sfonda il culo senza smettere un secondo, senza pause, sbattendo con furia, evidentemente super-arrapato dal fatto che ora avevo un altro cazzo in bocca ed ero penetrato completamente; inoltre, pensai, doveva essersi scopato Angela sicuramente quella notte anche più di una volta, quindi ci avrebbe messo tantissimo prima di venire. Ero di nuovo scopato da entrambi i miei amici, come quella volta al mare, ora tutti e tre nudi, io passivo totale e loro attivi con una forza bestiale, ognuno arrapato dal fatto che subivo anche l'altro e viceversa. Daniele inculava senza fermarsi un attimo, sfinendomi e lasciandomi ammirato per la sua resistenza virile e la sua voglia di scoparmi duro, Giuseppe non aveva pietà per il suo amichetto gay e voleva che lo spompinassi al meglio, senza tregua. Insomma, dovevo servirli entrambi e farmi penetrare per bene, perché ero un frocio e loro erano maschi. Giuseppe venne prima, mi sborrò in bocca tantissimo, e io lo amavo anche per la quantità enorme di sperma che mi faceva bere, per la sua generosità di maschio con le palle piene di seme caldo da spargere continuamente... Ma Daniele non smetteva, mi inculava come un animale, e io ormai ero così felice di essere inculato che avei voluto che il cazzo gli durasse eretto un'ora... Giuseppe si rimise il cazzo nelle mutande, ma io volevo ancora qualcosa in bocca, mentre avevo il culo penetrato dal bastone di Daniele. Così presi una mano di Giuseppe e gli succhiai le dita grandi e calde, e lui lasciò fare per qualche istante, poi le tolse e si spostò in dietro seduto, quindi mi mise un piede in bocca, e io glielo succhiavo, ma era troppo grande, riuscivo a succhiargli solo tre o quattro dita. Evidentemente Daniele, vedendo che dopo il cazzo di Giuseppe ora subivo in bocca il suo piedone, si arrapò ancora più bestialmente, pensando a quanto ero frocio e sottomesso ai maschi, e mandò un gemito profondo e alla fine sborrò a litri nel mio culo, così ero pieno dello sperma di tutti e due. Dopo essere venuto si staccò da me, mi scansò brutalmente e si sbracò sul mio sacco a pelo, accanto a Giuseppe, ansimando. Io mi accucciai sul fondo, ai loro piedi. Tacevamo. Ma volli fare un'ultima cosa: avvicinai la faccia ai loro piedoni mentre erano distesi e me li misi sul viso, leccando la pianta larga dei piedi 46 di Daniele e di quelli 44 di Giuseppe, alternandoli amorevolmente. Loro erano così sazi e svuotati che non opposero resistenza. Io leccavo quei piedi davvero enormi, piedi di maschi robusti, pensando a quanto ero inferiore a quei due ragazzi forti, muscolosi, sempre nudi, virili, attivi con le ragazze e sempre arrapati, pure con me; mentre io ero frocio, delicato, freddoloso, passivo totale e inferiore in tutto e per tutto...
Scrivetemi, se siete come me... o come Giuseppe e Daniele... ma continuate a scrivermi
vincistefano@tiscali.it

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