" Le Tre Scimmiette"

Scritto da , il 2012-06-05, genere gay

Servo da bere al Browns bar, un locale gay friendly, situato lungo il mare Jonio, in una località sconosciuta d'inverno, ma super affollata d'estate.
Faccio il barman per arrotondare d'eastate, ma non sono un professionista, anche se dalla mia ho una buona conoscenza dei cocktails e sono anche veloce e discreto con i clienti, qualità queste molto apprezzate da Debbye, la proprietaria del locale. Lei è una donnona giunonica, molto affabile ed inteligente, ma così tanto che la prima volta che mi vide capì subito di trovarsi di fronte un finocchio. E anche per questo mi assunse immediatamete.
Insieme a me lavorano per lo più un terzetto di ragazze e un ragazzo, carino, ma che sia gay o meno questo lo aveva capito solo Debbye, non avevo mai approfondito la questione.
Di giorno il locale non è molto frequentato, la vera animazione inizia la sera, dopo il tramonto che dalla mia postazione, dietro il bancone del bar, vedo attraverso un ampio finestrone, osservo sempre il circolo solare tuffarsi in mare, beato lui! Io, lavorando di giorno non prendevo mai il sole, e rimango bianco tutto l'anno.
Tuttavia, i miei occhi si ubriacano della vista dei clienti, e dal mio punto di riferimento potevo osservare e tenere sotto controllo sia i clienti seduti ai tavolini della sala interna che quelli che occupano i posti fuori all'aria aperta. La vista al di la del finestrone era il mio occhio sul mondo: vedevo oltre l'area fuoi del bar, l'entrata che dava sulla lunga stradina parallela al locale, e attraversata la quale, si poteva raggiungere la spiaggia e il mare percorrendo la chilometrica passerella di legno massiccio. In fondo c'erano anche un centinaio di ombrelloni e cinque bungalows in affitto pure questi, tutti facenti parte del Browns bar.
Arrivato presto il pomeriggo, che da li a poco sarebbe diventato inizio sera, vedo entrare un nuovo cliente: alto, massiccio, grosso, non grasso, ansi, colpiva subito all'occhio l'enore monumentale petto adornato da un paio di colline muscolose al petto, vedeste che roba! Mi sono sempre chiesto come facciano certi maschiacci a divenare così grossi! Lo vedo avvicinarsi a me, in direzione del banco del bar, le sue braccia fluttuavano sicure e maschie e faceva bella mostra di se un tattoo a forma di catena attorno al bicipite sinistro. Che sexy! Il petto, il busto, man mano che si avvicnava pareva divenire ancora più grosso! In mano portava un paio di bermudoni coloro verde militare, e attorno alla vita legato un pareo maschile grande qunto un tendone, di colore blu.
Vidi subito che era molto educato, a tal punto, che il pareo che indossava copriva alla perfezione quanto di meglio poteva esserci al di sotto del suo ombelico semi scoperto. Ed aggiustandosi la maglia bianca di cotone, mi chiede certesemente se poteva sedersi su di uno sgabello di fronte al mio bancone.
Inarco le sopracciglia cercando di non fissare troppo il suo statuario corpicione, e accennando un mezzo sorriso lo faccio accomodare dinasi a me.
Dopo un pò, mi chiede di poter vedere la lista delle bevande. Glie la porgo, e tra un bicchiere lavato, e un'ordinazione espletata, osservo con discrezione tutta la sua figura imponente. E scopro, non nascondedo una certa delusione, che tolti gli occhietti piccoli, a mandorline, e il nasino allinsù delizioso che separava due zigomi praticamente inesistenti, la boccuccia a forma di "v" rovesciata, non dava esatta giustizia a tutto il resto della propria magnificenza!
- Mi serviresti un Alexander per cortesia?- Mi chiede.
E la sua gentilezza male si accompagnava al suo aspetto rude e massiccio.
- Servito con cacao o noce moscata?-
Lui sceglie subito la noce moscata, intuendo che l'avevo messo alla prova e facendomi capire che se ne intendeva di cocktails. ( L' Alexander nasce con la noce moscata non con il cacao, come ormai tutti i locali sono soliti prepararlo, e ammesso che lo sappiano fare!)
Mentre preparo il beveraggio, noto che la maggior parte degli occhi erano puntati verso il nuovo clientone, e da come questi li ignorava compresi che era abituato a non passare inosservato.
Dopo una decina di minuti mi chiede dove fosse la toilette, glie la indico e mi beo della vista delle sue forme di schiena e fondo schiena che si dirigono lungo il cammino indicato. Uscì fuori quasi subito, con il pareo ben piegato in una mano, i bermudoni infilati e sistemati, e all'altra mano un cellulare che da lì a poco squillò.
Dalla conversazione che stava avendo capii che aspava qualcuno, la ragazza la moglie, l'amante...
Riguadagnatosi la postazione dello sgabello, fu lui a osservarmi, da capo a piedi, e senza nemmeno nasconderlo. Stavo combattendo contro un crescente senso d'imbarazzo! Incrocio per sbaglio il suo sguardo mentre lavo alcune tazzine sporche, e lui mi sorrise. Solo che a me parve una smorfia. Quell'uomo sembrava possedere tutti i muscoli tranne quelli del sorriso!
A distogliermi dall'imbarazzo ci pensò l'ennesimo cliente che entrò subito dopo.
Era un tipo alto, massiccio, dai capelli lunghi unadecinadi centimetri, nerissimi e arruffatissimi, volto ovale con un meto quadro, barba incolta ma gradevole, nasino non proprio alla francese, e un perenne sorriso con due fossette deliziosissime. La camica che conteneva il torace era imbarazzantemente poco contenitiva, il petto gli scoppiava e da quel che potevo vedere era anche un bel pò pelosetto. Indossava un paio di short ricavati dalla mutilazione di un vecchio paio di jeans consunti. Le cosce erano paurosamente grosse! In mano porava una grossa canna da pesca con la quale recò disagi al suo passaggio ai clienti seduti nella saletta.
Con garbo gli chiedodi fare attenzione con il lungo oggetto, e lui, imbarazzato si grattò brevemnente la nuca dicendo che non speva dove metterla. Un suggerimento venne da Debbye seduta alla cassa, ma meglio non riportarlo!
Avvicinatosi al bancone salutò Erik, così si chiamava il primo uomo, e imparai il suo nome.
Con molta delicatezza gli chiedo di consegnarmi la canna, e la sistemai al di fuori del mio finestrone, a ridosso del muro accanto alle piante, spiegandogli che glie l'avrei restituita quando se ne fosse andato.
Mi sorrise in una maniera così sfrontata che mi affascinò all'istante. Non c'era che dire, era proprio simpatico d'aspetto, e chiassoso nei modi.
Mentre sistemavo fuori la sua canna, noto dal riflesso del vetro della finestra che i due omaccioni mi stavano fissando.
Dopo averli raggiunti, fui inondato di comande da parte dei cameieri, e tra un beveraggio e l'altro, riempendo vassoi su vassoi, riesco a trovare il tempo di domandare al nuovo arrivaato se voleva bere qualcosa.
- Hai un bel culetto! Mi prepari un cocktail tropicale con uno spruzzo di rum e uno schizzo di panna?- Mi fa.
- Leonardo! Sei il solito maleducato!-
- Che c'è? Non vorrai negare che questo gran bel pezzo di figliuolo non abbia un bel culettino?!-
- No, chiaro che non nego che questo bel ragazzo non abbia un gran bel culo, ma è meglio se ti scusi... ansi lo faccio io!- Lo ammonì ancora Erik.
Sorrido sotto i baffi dei loro commenti, intuendo che il secondo, Leonardo, forse, fosse già ubriaco di suo. Accenno ad un modesto sorriso, anche perchè ero preso dalle ordinazioni.
Dopo una decina di minuti servo il beverone al mattacchione che mi ringrazia sorridendomi e facendomi l'occhiolino avvampai in viso.
- Quanto sei bello!- Mi dice di nuvo a scanzo d'equivoci si umetta le labbra mentre sorseggia il bibitone. Abassai all'istante la testa fissando il lavandino carico di bicchieri da lavare, e mi do da fare per esorcizzare l'emozione!
- Uffa! Leonardo! Quando elargisci complimenti a destra e a manca vuol dire che non scopi da almeno un giorno!- Asserì Erik.
- E c'hai ragione! L'ultima volta che ho scopato, l'altro ieri, ero andato a pesca, proprio nelle vicnanze di un piccolo delta che si affaccia a questo stupendo mare che vediamo oltre il finestrone. Bhe! Mi svegliai presto,e senza far rumore per non svegliare te e Giorgio, prendo la mia canna il mio zainetto, esco dal campeggio e percorro circa cinque chilometri a piedi. Arrivo a costeggiare il pre detto fiumiciattolo, mi sporgo e vidi che era pieno di pesci. Insomma avevo trovato il posto ideale. Mi tolgo la maglia, mi spalmo di crema solare, monto la mia canna, carico l'amo dell'esca, mi preparo a lanciare buttando dietro il braccio col quale la tenevo in mano, e ad un tratto noto che s'era impigliata! E nel medesimo momento sento un urlo disumano che mi fa scappare via tutti i miei pesci. Mi infurio sia per la canna che s'era impigliata e soprattutto con lo stronzo che s'era messo ad urlare! Mi volto, alla ricerca del deficiente, e dopo parecchi metri vedo dentro una piccola duna d sabbia un ragazzino che si dimenava per terra che si tratteneva con le mani il pistolino. Portava solo un picclo costumino. Mi avvicino a lui, mi chino e gli trattengo le mani, e con delicatezza disimpiglio l'amo indisciplinato che aveva catturato il pesciolino sbagliato. Poi gli abasso il costume per vedere se non altro che non sanguinasse, o magari avesse perso una palla! Invece no, c'era solo un piccolo graffio, lo tranquillizzo,e piano piano lo massaggio un pò, per essere sicuri che tutto funzionasse a dovere. Avrà avuto poco più di diciotto anni. Dopo un pò, il bricconcello si fa venire un'erezine!-
- E non vorrai dirmi che è stata colpa sua se te lo sei scopato?- Gli dice Erik.
- E certo!! Se un ragazzino diciottenne vicino a me vuole mantenere inalterate le sue qualità virginali, la prima cosa che non deve fare è mostrarsi eccitato!-
- Che ragazzaccio!- Sospirò Erik chiedendomi un secondo giro di Alexander.
- Puoi ben dirlo che era un maleducato, non solo lo massaggio sul pene, ma se lo fa venire anche duro e per giunta mi diceva < no signore! No signore!> Signore a me! Non ci ho visto più ed ho perso la pazienza, mi sfilo le mutande completamente, e gli mostro il mio di pisello, glie lo sbatto in faccia e lo obligai a prenderlo in bocca! Gli ordinai di succhiarmelo, più e più volte, ma per quel verginello sarò stato il secondo se non addirittura il primo che gli mostra com'è fatto un vero cazzone! E nemmeo quando gli fui sopra col bacino e gli schiacciavo la nuca contro la sabbia quel finocchietto è riuscito a succhiarmelo! A quel punto s'era meritata una bella lezione, uno per avermi fatto perdere la giornata di pesca, due per avermi chiamato signore! Lo afferro con decisone, lo metto a pancia in giù, gli sollevo le natiche e gli spalanco le chiappotte e in un solo colpo, uno solo, fiondai il mio squalo selvaggio dentro il suo sfinterino stappandoglielo una volta per tutte! Gridò come un magliale, avrà fatto scappare via tutti i pesci nel raggio di chilometri, ma ormai avevo perso la voglia di pescare. Prendi questo squalo piccola sardina finocchia! Gli ruppi il culo a suon d'inculate sonore e micidiali! Vedeste come si dimenava prima, ma poi, verso la fine, si acquietò gemendo come una cagnetta, e rilasciai dentro tutta la sborra contenuta nelle mie grosse pallacce! Gli sfilai il mio cazzo dal buco del suo culo e rivoltandolo lo obbligai a leccare tutta la crema prodotta in eccedenza! Poi, quando me ne andai lui mi implorò di continuare, ne aveva ancora voglia, mi chiamava amore mio, mi chiese il nome e il numero di telefono!-
- E tu non glie lo hai dato!- Dice Erik.
-Chiaro che no!-
- Sei il solito cafone!-
Ascoltando la sua storia rimango sconcertato dalla veemenza e dalla naturalezza con la quale aveva raccontato qualcosa di così personale. E non nascondo che m'ero eccitato alla grande. E metre cercavo di svolgere il mio lavoro, anche Erik, il più pacato e restio al dialogo, incitato dal compare prese a raccontare qualcosa di se.
- Comunque è propio vero che sti verginelli del cazzo non ci sanno proprio fare! A me l'anno scorso è capitato di incontrare in marina, sulla nave, mentre eravamo in missione addestrativa, un mezzo mozzo, talmente incapace e così indisciplinato che di sicuro era uno di quei ragazzotti che nella vita non sapevano fare un cazzo, ed ha be pensato di arruolarsi! Era proprio un buono a niente, non era capace nemmeo di pulire i ponti della nave. All'ennesima stronzata che commise lo punii facendogli pulire i cessi delo spaccio e il pavimeto della saletta. Naturalmente gli tenni un'imboscata per vedere se svolgeva il compito assegnatogli. Ma niente! Lo sorpresi a poltrire a gambe stese su un tavolino. Vedendolo mi salì una tale rabbia che lo inondo di insulti, lo chiamo femminella, buono a un cazzo, ah! Forse col cazzo qualcosa riuscirai a farla! Lo immobilizzo, lo faccio inginocchiare e gli ordino di slacciarmi i pantaloni della divisa bianca, Esclamò, e dietro il suo rifiuto fui io a slacciargli i pantaloni, lo misi a pancia sul tavolino dove prima poltriva, gli abasso i pantaloni, gli strappo le mutande e con la fibia lo colpii a sangue intimandogli di non urlare, di non fiatare! Ma più lo colpivo più lui gridava!-
- Chissà come mai?- Chiese ironico Leonardo.
- Poi lo feci inginocchiare di nuovo e sta volta fui io che mi abassai le braghe, tirai fuori il mio cazzo e gli ordinai di prenderlo in bocca. Ma niente. Io, infuriato, ed eccitato, mi chino lungo la sua schiena e a piene mani lo sculaccio talmente forte che a momenti perdevo la sensibilità delle mani! Gli feci un culo rosso e gonfio come un babbuino! E gridava come un ossesso, e più gridava più il sangue mi gonfiava la fava. Terminato il trattameno, il mozzo del cazzo si decise ad ingoiare la mia minchia, e ne approfittai per sbattergliela tutta dentro con ferocia! Se lo sfila di colpo implorandomi di smettere, e a quel punto divenni una belva. Aveva parlato di nuovo, senza chiedermi il permesso! Lo rimisi sul tavolino, gli allargai il buco e glie lo ficco dritti dritto su per il culo con tutto il peso del mio corpo. A momenti potevo sentire la punta del cazzo che gli colpiva l'ugola! Ma a quanto parve la lezione non l'aveva ancora imparata, gridava e gridava, e più gridava più le mie palle gli colpiva le chiappe. Il tavolino tremava sotto i colpi dei miei rinculi! Sentiste come stringeva il buco del culo attorno al mio cazzone! Pensate che si mise pure a piangere! Almeno era riuscito ad eccitarmi. Lo ri faccioinginocchiare ancora e lo costringo a prenderlo in bocca, a succhiare come una lurida troiaccia, gli venni dentro, ma lui la sputò offendendo il mio succo di palle, e visto che proprio non voleva capire che sarebbe diventato la femminella di una ciurma intera, proseguii a farglielo succhiare ancora, e quando ri venni gli ordinai di ingoiare tutto fino all'ultima goccia della mia calda sborra!-
- Non ci sono più i ragazzi ben educati di un tempo!- Concluse Leonardo.
Porca puttana! Questi due pazzi scatenati fanno sul serio! Penso. E guardando il mio basso ventre noto un peso fuori dal normale, mi ero eccitato davvero! Ce l'avevo così ingrossato che era impossibile non notarlo. Ed è chiaro come l'acqua che i due omaccioni se ne accorsero.
Mi allontano da loro per cercare di riottenere un contegno più dignitoso. Espleto le nuove comande. Organizzo le alzatedi frutta. Impartisco ordinialle cameriere. Sospirai quando il mio cazzo ritornò a dormire nelle mutande. E in que preciso momento, entrò un nuovo individuo. Ancora più singolare dei due mattacchioni. Catturò l'attenzione dei clienti, che meno male erano scemati poco a poco. Debbye, seduta alla cassa, masticando le sue gomme preferite, fece un paloncino così grosso che gli scoppiò sul naso.
Il nuovo cliente non catturò l'atenzione certo per il suo volto, che era si sorridente, e scanzonato alla "Big Gym", ma col nasino non certo alla francese e un volto piuttosto irregolare non splendeva di fascino. E poi, non era un gran che muscoloso. Questo era un particolare ben visibile a tutti visto che era entrato vestito solo con un perizoma bianco. Ed il suo fascino era tutto contenuto maldestramente da quel perizoma. Posedeva un cazzo che davvero non poteva essere contenuto! Talmete grosso da non sembrare vero! E agiudicare dalla cappella chiusa non era nemmeno al massimo della esatta dimenzione totale.
Lanciò un fischio verso ilancone, Leonardo ed Erik si voltarono all'istante salutandolo. Erik, che aveva ancora il pareo avvolto sul bancone lo afferrò e fulmineamente raggiunse il nudo compare coprendogli, ahime! Il grosso arnese da guinnes dei primati!
Così coperto, gli dguardi dei pochi clienti che c'erano si rivolsero altrove, metre i miei occhi erano tutti puntati a lui che viene ad occupare ilterzo sgabello del mio bancone.
Feci un notevole sforzo di volotà per cercare di non fissarlo insistentemnte, ma lui ,Giorgio, mi guardava sorridendo sfacciatamente.
Poi, con poche parole, mi fa notare che avevo lasciato il rubinetto aperto. Mi avvicino e lo chiudo. Gli chiedo se voleva qualcosa da bere, e mi ordina un courvoisier ghiacciato con succo di ciliegia.
Nel frattempo svolgo altre comande. Poi, finalmete riesco a ervirlo. Intanto il lavandino del banco si era riempito nuovamee di bicchieri e tazzine da lavare.
Gli sguardi che i tre ragazzoni mi rivolgevano iniziarono a farmi innervosire, al punto che aprendo di nuovo il rubinetto dell'acqua, questa colpisce così violentemente i bicchieri che mi schizza tutta quanta addosso bagnandomi il ventre e il sotto ventre, e fu così ben visibile la mia ritornata erezione che Leonardo mi fischiò in senso di ammirazione.Divenni rosso come le giliegie, totalmee imbarazato.
In quel mometo mi chiama Debbye, mi avvicino a lei mentre mi chiede chi fossero quei strani tipi. Naturalmente non li avevo mai visti prima.
- Ascolta un pò, fai capire lor hce anche se questo è un locale aperto a tutti soprattuto ai gay, sono pregati di mantenere un contegno dignitoso.-
- Daccordo Debbye.-
- E per la miseria, divertiti anche tu! E' da qundo ti conosco che non ti ho mai visto con qualcuno! Forza! Sei un gran bel pezzo di gnocco e quei ragazzi ti stanno facendo il filo!-
- Ma il lavoro...-
- Te lo puoi scordare il lavoro se non ti diverti un pò!-
Mentre rimango sconcertato e sorpreso dalla sua eccezzionale apertura mentale mi manda in dietro nel mio posto ordinandomi di portarle un succo alla pesca e qualche frutto.
Il sle ormai stava per calare.
- Possiamo avere anche noi n pò di frutta?- Mi chiedono quasi tutti sieme il gruppetto.
- Quale fruta volete?-
- BANANE!!!!!!!!!!!!!- Mi gridano tutti insieme obbligandomi a idere in uno scoppio involontario.
Servo le banane alle tre Scimmiette, e accidetalmente col gomito urto le spugnette del lavandino che vanno a finire per terra. Mentre mi chino per raccoglierle avverto una mano palparmi il sedere. Di scatto mi alzo voltandomi e i tre mattacchioni mentre addentavano contemporaneamente le banane intonano:
- AAAAAHHMMMMHHHH!!!! CHE BUONE LE BANANE!!!!!!!!!-
E sta volta rido di gusto fino alle lacrime.
Debbye era formidabile, aveva intuito fin da subito che almeno due di loro erano interessati a me.
Poi, per mitigare l'ilarità delmomento, faccio finta di notare che il sole s'era già tuffato in mare e che era già crepuscolo fatto.
- Ma nooo!- Mi die Leonardo che era seduto in mezzo ai due suoi amici - Se ti scorgi un pò verso di me, vedrai ancora una piccola porzione di sole che resiste al tuffo in mare!-
Io, incuriosito, mi sporgo lungo il bancone, nella sua direzione, e, alla bastarda maniera, Leonardo mi infila la lingua in bocca e gli altri due contemporaneamente baciano ciascuno una delle mie guance! Durò un attimo, ma fu molto intenso. Loro risero sommessamente, simpaticamente,... mascalzoni! Ormai era palese che piacevo a loro.
Mentre trascorsero tutta la serata giocherellando tra di loro e facendomi partecipe molte volte dei loro giochetti, chiesero se ci fosse un bungalow libero per quella notte. Guardo il registro e consegno loro le chiavi del numero quattro. Il più spazioso ditutti e ben arredato, ed era anche in prossimità del mare, una ventina di passi circa.
E finalmente venne l'ora di chiusura. I tre compari mi salutano avviandosi al loro bungalow. Uno di loro prese il bigliettino da visita dal locale dopo aver pagato tutto il conto.
I ragazzi miei colleghi, anche loro se ne andarono dopo aver salutato me e Debbye, e lei mi lanciò uno sguardo inquisitorio:
- Non vorrai dirmi che è andata male con quei tre fusti?- Mi fa lei.
- Non so che dirti, per un attimo ho pensato a qualche conclusione, e invece...-
Mentre chiudevo il portone del bar sento squillare il telefono, Debbye impreca, ma io la tranquillizzo, sapevo che verso l'una e mezo di notte aveva bisogno di rincasare e di dormire, e che fosse sempre nervosa in quell'orario. E mentre la saluto le dico che avrei riaperto il portone del locale e avrei risposto al telefono. Mi disse che ero un caro ragazzo, e subito dopo salì in auto e sgommò via.
Alzo la cornetta e chi era? Leonardo ce mi chiede di portargli nel bungalow una grossa vaschetta di gelato alla panna! Chepppppallllllle!!! Impreco io.
Preparo una grossa vaschetta, la riempio di gelato, richiudo il portne emi avviolungo la passerela in direzione del bungalow numero quattro.
Giunto alla meta busso, e subito sento la risposta positiva. Entro e... e vedo Leonardo ed Erik nudi che facevano le flessioni a terra! Sorridenti e sudati, ma talmente bagnati del loro sudore che ne senivo l'odore!
Deglutisco notevolmente imbarazzato! Erik era una montagna di puro piacere suino mascolino muscolos fino alla cima dei capelli, e il bagno di sudore nel quale era immerso mi fece venire quasi la febbre tropicale! Era totalmente glabro, liscio, una roccia di granito e nemmeno il pube possedeva un solo pelo... e ragazzi che cazzo! Un cannone della marina militare a confronto sembrava la cannuccia del Mc Donald's! Per non parlare poi di Leonardo! Grosso pure lui,da ogni dove, e anche li tra le sue gambe svettava un tarallone venoso ed esplosivo! Solo che al contrario di Erik lui era peloso sul petto sulle gambe sul pubone e sulle palle, ed il sudore che gocciolava dal suo velluto maschio mi provocò quasi un orgasmo spontaneo!
Mi guardavano sorridenti, ed io tremavo e non riuscivo a dire qualcosa di decente, a parte che avevo portato il gelato.
Mentre si avvicinano a me, mi dicono che non sapevano più cosa fare per farmi capire che gli piacevo. Sorrido loro porgendo tra le mani di Leonardo la vaschetta.
- Ti piace il gelato?-
- Ne mageresti un pò insieme a noi?-
- Perchè no? Ho proprio la gola un pò secca!-
Nel frattempo che preprano il gelato, mi fanno sedere ai piedi del lettone che ocupava la camera più grande del bunalow.
Attendo pochi minuti mentre sentivo gli schiamazzi dei due amiconi e nel frattempo noto l'assenza di Giorgio.
- Chiiiuuudiiii gliii oooochiiii...- Mi dicono con tono infantile i due omaccioni. Io li chiudo e dopo un pò sento la nuca afferrata da una mano, la boca mi si apre spontaneamente e ricevetti in essa un cazzo tutto ricoperto di gelato alla panna! Riapro gli occhi e dal pube depilato riconosco il favone di Erik. In quel momento non sapevo bene se spominarlo, leccarlo, succhiarlo,... certo era che sapeva di buono, di dolce, di lungo e di duro e fresco. Ma accidenti! Quanto era grosso quel cazzone! Me lo buttò ripetutamente dentro e fuori, convulsamente, mentre con le mani mi aggraPpai ai suoi fianchi enormi e durissimi scivolosissimi dal copioso sudore degli esercizi.
- Basta! Tocca a me, prendi il mio sul suo cazzo è finito il gelato, sul mio ce n'è ancora di più!!- Leonardo reclamava il suo turno, e accidenti se non mi ficcò pure lui tutta la sua asta, ed era veramente ancor più generosa nelle dimenzioni! Presi il suo squalo selvaggio in bocca, o per lo meno ne presi quanto più potevo visto che davvero era un omaccione potente e prepotentemente irruento. Di morbido e liscio c'erano solo le loro cappellone, rosee e gigantesche, le mordicchia a turno, li presi in bocca un pò per volta quattro cinque affondi ad uno e quattro cique all'altro. E mentre slinguazzavo alla grande i loro grossi affaroni li vedo baciarsi tra di loro, che passione! E quanto mi ero eccitato!
Mi fecero alzare dal letto ed Erik per primo sollevò un braccio mostrandomi l'ascella profumata di sudore, e d'istinto la leccai, a lungo, presi tutti i suoi umori maschi, poi passai all'altra ascella e dopo ancora quelle di Leonardo.
Mi guardarono con una lussuria piantata negli occhi come mai nessuno aveva fatto prima!
Si buttarono sul letto, a carponi, ed io intuii che volevano la mia lingua, la desideravano, volevano che gli leccassi i culettoni, e naturalente mi fiondai sul primo, dietro le naticone di Erik, gli mordicchiai le chiappone muscolose, ed erano veramente di marmo. Infilai il naso, mi feci strada aprendo le forti masse muscolari, la mia lingua raggiunse il forellone liscio profumato, bagnato di altro sudore, cercai di vincere la sua forza, ma non riuscii ad infilargli come avrei voluto tutta la lingua dentro il buco del suo culo, così mi accontantai, si fa per dire, di leccare la coroncina di carne delicata e sensibile dell' occhieggiante deretano. La sua pelle liscia era un promontorio del sesso più inarrestabile, e quando passai al culo peloso di Leonardo, mi parve di perdermi nella foresta della lussuria più incontenibile! Si baciarono voluttuosamente anche allora, mentre slinguazzavo i loro culi.
Quando decisero di cambiar gioco,si alzarono dal lettone, mi stesero in mezzo, iniziai a tremare, mi tolsero frettolosamnte tutti i vestiti che avevo ancora adosso, scoprirono il mio torace, che davvero non aveva nulla a che fare con l'argomento muscoli. Mi sfilarono le mutande, rimasi nudo come loro. Leonardo iniziò a spompinarmi il cazzo, che ormai era tutto un fremito, il pizzicore della sua barba mi fece sorridere, mi succhiò con una tale forza da sentirmi risucchiato completamente dentro la sua bocca, mentre con le mani mi massaggiava tutto il corpo. Io alzo la testa per vedere il suo volto chino sul mio basso ventre, e oltre il suo collo e torace scorsi il suo gioiellone di carne penzolare. Lui lo nota, e si blocca chiedendomi se c'era qualcosa che non andasse, ma io lo rassicuro dicendogli che guardavo quanto fosse bello. Lui mi sorrise, e visto che era davvero bello il suo cazzone, ripercorse con la lingua tutta la lunghezza del mio corpo e poi, mettendosi cavalcioni su di me, mi bloccò la testa schiacciandomela col peso del suo bacino potente, e mi ri infilò in bocca il suo bestione di cazzo, e sta volta le palle le sentii sbattere contro il mento! E nel medesimo tempo, Erik si prese cura del mio cazzo spompinandomi a sua volta.
Dopo svariati minuti, il gioco si fece più serio.
Si staccarono da me. Io li osservo semi sconvolto, ...quando ad un certo punto si giocarono un pari e dispari!
- Dispari! Ho vinto io!- Rise Leonardo e si diresse verso di me. Mi lancia sul letto, mi afferra le gambe e se le mette sul collo, e senza indugiare oltre, mentre io compresi che s'erano giocati a pari e dispari la modalità della seguente chiavata, avverto il dolore più forte che avessi mai sentito prima, avveto un'eccezzionale pressione premermi contro il buco del culo. E nonappena rilascio un pò la tenzione del mio orifizio, mi sentii investito da un violentissmo colpo di minchia, la minchia più tosta che avessi mai asaggiato!... E non so davvero come descriverlo!... Provate ad infilarvi ne culo mezzo mattarello da panettiere, e sarete arrivati a comprendere la decima parte di quanto mi accadde!!!
Mi prese con una tale ed eccitante violenza che la sua non era una posizione alla missionaria, ma una vera e propria gabbia di muscoli ed io era incastrato nella morsa del suo proverbiale squalo selvaggio!
Gemetti nascondendo l'effettivo dolore, ma poi si che venne il piacere più incommensurabile dl mondo!
- Fottimi, scopami, AAAAAAAhhhhhhh!!!!!CoSSSiiiii!!!!-
Leonardo di certo non aveva bisogno di essere incitato! Ad ogni affondo era come se perdessi ripetutamente la mia verginità!
Tutto era sesso, di lui, anche i peli del suo corpo, e più li accarezzavo più sentivo perverso e contento di ritrovarmi sotto quel corpo così enorme da far scomparire il mio.
Mentre il mio culo subiva la furia dei suoi colpi di cazzo, gli prendo la testa ed accaresso le sue orecchie e le guance irte di barbetta e gli sussuro:
- Sei il mio orangone preferito!-
Lui, sudato, e non affaticato dalla lunga scopata, mi dice:
- Ahh! E così io sarei uno scimmione!-
Sblocca le mie gambe dal suo collo, mantenendo il suo minchione dento il mio culetto, e prende a battersi il villoso petto imitando il verso delle scimmie, e mentre faceva ciò moltiplicò all'infinito il ritmo delle micidiali inculate furiose, e quando arrivò all'apice, mi sborrò dentro il culo per un tempo infinito urlando come un matto, ed il letto sotto di noi crollò rovinosamente sfasciato!
- Hei! Non vorete mica demolire il bungalow?- Ci ammonisce Erik che per tutto il tempo s'era masturbato osservando il nostro numero.
Un attimo dopo Leonardo dormiva, o per meglio dire facva finta, e me ne ero accorto. Il suo cazzo era ancora duro e rigido, e succosamente bagnato. Non resistetti alla tentazione di baciarlo in bocca, e poi di risucchiargli il pistolone, ma lui, mattacchione come al solito, accenna ad un sorriso ma non si muove, intanto Erik reclamava di nuovo il suo turno, pensate che s'era messo il berretto bianco da capitano della marina!
Mi trascinò via dal corpo di velluto di Leonardo che fingeva di dormire, ed io, come ultima cosa, gli pizicottai i capezzoli costringendolo adaprire gli occhi e a farlo gridare per un attimo!
- Vai da Erik altrimenti t'incula!- Mi dice poi ed io rido della battuta.
- Soldato contro il muro!-
Obbedisco, e mi posiziono contro la parte. Erik mi si fionda alle spalle, mi costringe ad allargare le gambe e "FLAPPP!!!!" Ricevetti come una nave il battesimo di un cazzo formato bottiglia! Solo che grazie al cazzone di Leonardo che mi aveva sdernato completamente, le inculate di Erik a momenti non le sentivo. Vero era che ci sapeva fare, mi scopò con classe, ma anche con l'adeguata energia, sentivo la minchia marinara vincere dentro di me e provocare tumultuose ondate di piacere. Il mio corpo contro il muro e il suo statuario contro il mio, era così eccitante!
Poi, man mano che completava l'inserimento totale del suo tarellone dentro il buco del mio culo, mi staccò dalle pareti, mi sollevò per i fianchi, mi ritorvai appeso a mezz'aria appolaiato sul suo cazzone! E fu allora che sentii le stelle! E non era finito li.
Piano piano mi trattene con vera forza energumena,contro il suo petto monumentale, e riuscì a sollevarmi le ginocchia fino ad allargarle oscenamente formando una volgarissima "V" sospesa a mezz'aria! E fu allora che Leonardo s'alzò da terra, e ci raggiunse.
- Ragazzi! Che volete fare? No, tutti e due forse è un pò troppo! NO! NOO!! NOOOOOO!-
Ma altro che no! Mi ritrovai Erik che mi inculava da dietro e Leonardo d'avanti, mi ficcarono entambe le loro mazze di carne! Mi stritolarono n un abbraccio di sesso doppiamente sconvolgente! Le mie gambe non toccavano il terreno, l'unico aggancio erano i loro piseloni alla dinamite che esplodevano dentro di me dilaniandomi le viscere una volta per sempre. Mentre mi scopavano mi baciavano e più mi baciavano più mi stritolavano dolcemente fin qando tremarono pure loro sotto i propri roventi ed incandescenti fiotti di sborra bestiale!!!
Ci ritrovammo tutti e tre stesi a terra distrutti, in un bagno d sudore sperma e ancora gelato alla panna!
PRATICAMENTE SODDISFATTI.
La notte era ormai inoltrata, decisi di uscire fuori a prendere una boccata d'aria fresca. Notai sul mare vagamente ilumiato dalla luna, la sagoma di un uomo che si avvicina. Non lo distinsi subito, ma qundo Leonardo uscì fuori pure lui, lo chiamò. Era Giorgio, la scimmietta mancante.
Mi passa da vicino e sento qualcosa urtarmi. E mi chiede scusa.
Dapprima non compresi cosa m'avesse colpito involonaramente il mio cazzo ancora semi rigido, dopo, vedendo Giorgio nudo capii cosa fosse l'oggetto contundente!
Vidi Giorio scambiare due chiacchiere vicino al bungalow, mentre m'avvicino al mare. In un attimo dopo sento addosso il corpo bagnato di qualcuno che mi abbracciava.
- Hei! Come va?- Mi chiede Giorgio.
- Bene, ma se mi abbracci di nuovo andrà ancora meglio!- Gli ripondo.
Ci sdragliammo sotto le stelle, e anche se non era poi un bell'uomo, il firmamento guardone si divertì a spiare come scopammo... ancora... e ancora... e ancora
FINE

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