Surfin' - 2

di
genere
etero

Fuori è buio, anche se non è molto tardi. Sorseggio il succo di naranja y lime che Veronica mi ha passato con una faccia un po' schifata. "Non posso mica cominciare a bere a quest'ora ahahahah", le ho risposto. In realtà non mi volevo fermare, sono passata solo per chiederle se stasera ce la fa a sganciarsi un po' prima, ma il capo non la libera. Sono stata invitata a una piccola festa sulla spiaggia, stasera. Una cosa senza pretese, da quanto ho capito, ma sempre meglio che andare a letto presto. "Porta qualche tua amica, se vuoi".

Qui a Corralejo, mi hanno detto, ci saranno trenta giorni di estate mentre tutto il resto dell'anno è primavera. Una primavera un po' freschina, visto che ha piovuto, ma non tanto da indurmi a mettere le calze. E qui dentro il locale posso anche fare a meno di tenere il giubbino. Ma stasera servirà. Devo ricordarmi di chiedere a Vero qualche consiglio sull'outfit di domani, piuttosto.

- Ok, ma non puoi venire quando stacchi? - le domando.

- Vediamo, non vorrei fare troppo tardi, domani è una giornata campale.

Domani è l'ultimo dell'anno, io e Gretchen abbiamo due o tre idee su cosa fare e dove andare. Si tratta solo di scegliere. O anche non scegliere, lasciarsi trasportare. Abbiamo tutta una mattinata per decidere, non credo proprio che lo faremo stasera.

- La tua amica? - domanda Veronica.

- Non saprei, ci siamo date appuntamento sulla spiaggia.

- Qualcosa mi dice che dietro c'è il tedesco di ieri...

- Ah boh, può essere, non me l'ha detto.

Mento. In realtà so benissimo dove sta. Lo so da quando le è arrivato il WhatsApp che "German Daddy" le ha mandato oggi pomeriggio, mentre fuori diluviava e noi eravamo in stanza. Ho pure cercato, non vista, su Google Maps la posizione di questa pensioncina a tre stelle dove si sono dati appuntamento, mi manca solo il numero della camera. Un miracolo trovarne una libera in questo periodo. "Sto bene?", mi ha chiesto Gretchen prima di uscire. Stava benissimo, naturalmente, con il micro top sotto la giacchetta di pelle (vera) e la mini di pelle (eco) che le lasciava scoperte le gambe. Era molto orgogliosa delle sue mutandine di pizzo nero, giustamente. Ma io le avrei suggerito di non metterle. "Fagli una sorpresa, guardalo negli occhi quando si accorge che la strada è libera", stavo per dirle. Non so perché, però ho lasciato perdere.

- Certo - dice Veronica - poteva chiedergli se ha un amico...

- Ahahahah, per me dici? Ma in realtà chissà cosa sta combinando, te l'ho detto... magari è andata a fare shopping.

- Seeee, da sola...

- In ogni caso - aggiungo abbassando un po' la voce - lei è convinta che io sia lesbica.

Veronica si blocca e mi lancia un'occhiata interrogativa. Le ammicco come a rispondere "è così, lo pensa".

- Quando ci siamo conosciute - le spiego - ero con una mia amica è lei si è convinta che fossimo fidanzate.

- E invece? - domanda ancora Veronica.

- E invece no, avrà scambiato delle normali effusioni per qualcos'altro...

Chiaramente non le dico nulla della semi-limonata che Serena mi impose proprio a beneficio di Gretchen, né della scenata di gelosia. "Ci saremo date un bacetto sulle labbra, manco me lo ricordo, eravamo belle sbronze". Veronica mi guarda, sorride. Resta un po' in silenzio e poi mi dice la stessa identica cosa che disse Gretchen in Croazia. "Sai che non ho mai baciato una ragazza?". Ci manca solo una mano sulla canotta e la replica sarebbe perfetta. Ma lei è di là dal bancone e io indosso un vestitino.

Respingo con un "no grazie, sto parlando con la mia amica" un tizio che si è avvicinato e mi ha offerto da bere. Poi guardo Veronica e le sorrido.

- Io sì, più d'una...

- Quindi non aveva tutti i torti... - sorride Veronica, ma si vede che lo fa anche per nascondere un po' di sorpresa.

- Mica vuol dire essere lesbiche... - le faccio.

- Ma i ragazzi ti piacciono?

- Certo! - rispondo.

- Però fai la scontrosa - sorride ammiccando al tizio di qualche secondo fa.

- Quello lì? Ma dai... - commento un po' sdegnata. In effetti non l'ho nemmeno guardato bene, ma mi sembrava improponibile.

- Ahahahah scherzo... comunque, da noi non capita quasi mai, ma qui è normale vedere donne sole che accettano di bere con qualcuno. Non è detto che poi debba succedere qualcosa, eh? Giusto per stare un po' in compagnia.

- Ma io mica mi vergognerei - le ribatto - solo che c'è tipo e tipo... quello lì, no.

- Se invece fosse stato Felipe... - dice alludendo all'istruttore di surf che ho incontrato esattamente qui ieri sera.

- Se fosse stato Felipe gli avrei offerto da bere io! Ahahahahah... vabbè, vado...

Mentre mi alzo se ne avvicina un altro. Chiaramente francese, dall'accento. Mi fa "vai via? volevo offrirti da bere". A me sembra già ubriaco. Rispondo d'istinto "no grazie, sto davvero andando". Con la coda dell'occhio leggo l'espressione di Veronica, è come se mi dicesse "lo vedi? avevo ragione io".

Le sorrido e mi allontano. L'immagine del francese mi si disegna meglio in mente. Penso "sono stata gentile con gente peggiore" e allo stesso tempo mi sorprendo. Mi sento coinvolta dall'ambiente, più che altro. Gretchen, Veronica, i due che hanno provato ad abbordarmi. E' come se qualcosa o qualcuno, nell'ultima mezz'ora, abbia spinto un mio interruttore interno. E' la prima volta, da quando sono stata con Olivia direi, che ho pensieri così forti, così dominati dal sesso. Hanno fatto irruzione nel mio cervello e adesso bravo chi li schioda. Per dirla in francese: ho preso poco cazzo negli ultimi tempi.

Ma la cosa peggiore in un certo senso è che sono pensieri che non hanno un centro. Non so nemmeno cosa voglio immaginare. Il francese ubriaco, io che mi ubriaco con lui, che mi ci metto a limonare e dopo un po' gli domando "dove mi porti?". Oppure Veronica. "Leccherei i tuoi tatuaggi e succhierei le tue splendide tette, poi ti farei venire come non sei mai venuta". Non credo che avrò mai il coraggio di dirglielo. Ma inaspettatamente, mentre esco dal suo locale, sento di avere le mutandine umide, molto più di ieri sera quando Gretchen mi ha raccontato di come si è portata il German Daddy in camera nostra e gliel'ha succhiato. Pensaci bene: gliel’ha succhiato. La mente vola. Il cazzo del francese in bocca mi impedisce di chiedere a Veronica "ti piace come ti scopano le mie dita?". Chissà se mi risponderebbe, nella mia fantasia si contorce gemendo. Basta con le allucinazioni, Annalisa, basta.


CONTINUA


scritto il
2021-12-29
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