Viaggio tra i ricordi/07 (Eugenia e Grazia)

Scritto da , il 2012-04-12, genere trio

Intanto che lui baciava Eugenia, esplorandole la bocca con la lingua e sentendo lo smalto liscio dei candidi denti ed il calore del suo alito, Grazia aveva preso a succhiare abilmente i capezzoli eretti dell’amica, passando le labbra da uno all’altro, e facendoli diventare, attimo dopo attimo, ancora più duri e deliziosamente sporgenti.
Quindi era toccato a lui cercare i seni di Grazia, baciandoli e palpandoli in tutta la loro morbida consistenza, mentre Eugenia univa le sue labbra a quelle dell’amica.
E dopo quei lunghi momenti di passione, che erano serviti a riscaldare ulteriormente i sensi di tutti e tre, senza alcun bisogno di parlare, si erano trasferiti sull’ampio letto matrimoniale della camera adiacente: le due donne italiane lo avevano fatto sdraiare tra di loro, il cazzo svettante nella penombra, e le bocche delle due amiche erano scese rapide ad impossessarsene, quasi litigandoselo con le labbra e con le lingue, e alternandosi in un fantastico e straordinario pompino.

Le labbra, infaticabili, esperte, voraci, avide, scorrevano per tutta la lunghezza di quell’asta turgida e in piena erezione, senza risparmiare neanche un centimetro di quel cazzo che avevano a loro completa disposizione.
Lo succhiavano a turno, staccandosene quasi a fatica quando era il momento di lasciarlo alle cure dell’altra: ora era la bocca di Eugenia, ora invece quella di Grazia, e poi era la lingua di Eugenia a scivolare sulla cappella, per essere poi sostituita da quella di Grazia che gli lambiva il prepuzio.
E, spesso, non riuscendo a resistere al richiamo di quel cazzo spettacoloso, le due donne vi si gettavano sopra contemporaneamente, facendolo impazzire di piacere al contatto di quelle morbide labbra, e facendolo sussultare per i brividi di eccitazione che gli regalavano in continuazione quelle lingue così umide e bollenti.
Mentre una gli leccava delicatamente i testicoli, sensibili e gonfi di sperma, l’altra gli disegnava, in punta di lingua, geometrie sempre diverse sulla cappella congestionata, per poi farsela scivolare tra le labbra rese bramose dalla passione.
E poi, ancora, le lingue che riprendevano a danzare, lievi ma ardenti, lungo l’intero cazzo, arrivando finalmente ad incontrarsi e ad intrecciarsi in un intenso bacio saffico, per l’uomo così eroticamente sconvolgente.
Quando lui finalmente era venuto, esplodendo tutta la sua eccitazione, le bocche delle due amiche si erano contese il suo sperma, ripulendolo e assaporandolo, con le lingue frenetiche, sino all’ultima goccia…

La strada sembrava ora un pò meno trafficata.
La neve continuava a scendere nella notte, ma certamente con minore intensità di prima: malgrado questo, però, la visibilità, a causa della foschia, non era per nulla migliorata.
Si accodò ad un enorme autotreno, che schizzava valanghe di neve e fango dalle ruote posteriori, seguendo le luci rosse di posizione, e non azzardando il sorpasso, in quel momento troppo rischioso.
Il viaggio sarebbe durato ancora molto a lungo in quelle schifosissime condizioni atmosferiche.
Si rilassò, avvolto e coccolato dal bozzolo caldo dell’abitacolo.
E tornò con la mente a quella notte ad Atene e alle due bellissime donne italiane.

Nel frattempo che lui riprendeva fiato, subito dopo che quelle due bocche incredibili lo avevano letteralmente svuotato di ogni energia, Eugenia e Grazia, eccitate al parossismo, si erano sdraiate sul letto, la testa dell’una affondata tra le gambe dell’altra, in un fantastico sessantanove, e avevano preso a leccarsi gli umori e ad assaporare i profumi delle loro fiche incredibilmente bagnate ed eccitate.
Lui era rimasto ad osservarle, una mano ad accarezzarsi l’uccello di nuovo in erezione, sentendo crescere ulteriormente l’intenso desiderio per quei due erotici corpi che tanto lo stimolavano.
Vedeva le lingue accarezzare e leccare, percorrere le grandi labbra, giocare diaboliche con i clitoridi, solleticare le parti più sensibili di quei due sessi incandescenti e appassionati.
L’uomo era affascinato dalle mani di Eugenia, dalle sue dita piene di anelli, dita che si insinuavano tra le natiche di Grazia, massaggiandole l’ano, penetrandolo con maestria, e strappandole in continuazione gemiti e mugolii di piacere.
E osservava con interesse anche le mani di Grazia, le sue unghie rosse che, con la poca luce che rischiarava debolmente la stanza, apparivano quasi nere, percorrere lente le cosce dell’amica, accarezzando e, forse, graffiando la pelle sensibile e perfetta.
Le due amiche erano bravissime, consapevoli ognuna delle passioni dell’altra, in assoluta sintonia, e lui ben presto si rese conto di come non fosse certamente la prima volta che le due donne andassero a letto insieme: dimostravano di essere troppo affiatate e complici in quel rapporto lesbico per non possedere una conoscenza perfetta ed assoluta dei rispettivi corpi.
Evidentemente i mariti, troppo presi dal lavoro, o magari distratti da colleghe e segretarie, le trascuravano per lunghi periodi, e le due amiche sfogavano tra loro le voglie ed i desideri sessuali che le agitavano; e, come testimoniava la sua presenza su quel letto, Eugenia e Grazia non disdegnavano di certo la compagnia sessuale di altri uomini, oltre a quella, sicuramente più saltuaria, dei due rispettivi ed impegnatissimi mariti.

Ora era Eugenia ad essersi messa sopra l’amica.
Sollevando per un attimo la bocca dalla fica di Grazia, con uno sguardo ambiguo ed accattivante, lo aveva invitato ad unirsi a loro, ai loro giochi e alla loro frenesia erotica.
Chiaramente lui, in quei momenti, non aspettava altro.
Si era inginocchiato dietro di lei ed aveva appoggiato il cazzo, nuovamente duro e teso, all’ano invitante della donna e, senza quasi trovare resistenza alcuna tra quelle cedevoli e già violate pareti, era scivolato al suo interno.
Aveva iniziato ad incularla lentamente, con un ritmo sempre uguale, entrando ogni volta fino in fondo a quel culo da favola, mentre la donna continuava a leccare la fica di Grazia, e mentre la bocca di quest’ultima, da sotto, insisteva a martoriarle meravigliosamente il clitoride.
E lui era venuto, per la seconda volta in quella straordinaria serata: aveva schizzato tutto il suo sperma nel culo di Eugenia, mentre le due amiche godevano ininterrottamente, trascinate dalle loro bocche in un orgasmo dietro l’altro.

- continua -

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