I due segreti

Scritto da , il 2021-07-29, genere trans

Rientrai a casa verso le 3 di notte, la serata si era prolungata molto più del previsto. Doveva essere una normale uscita tra amiche: qualche drink, chiacchiere, un'occasione per farsi belle ed uscire dalla monotonia della vita lavorativa.
Mi levai i tacchi, liberando i miei piedi ormai sfiniti e tolsi il laccio che legava i lunghi capelli color rame in una coda alta. Avevo la testa piena di pensieri ed i capelli legati non mi aiutavano a prevenire un'emicrania.
La serata era stata scossa da una confessione che nessuna di noi si aspettava, ed io più di tutte (o così mi sembrava a giudicare dai visi delle mie amiche) ne ero rimasta turbata.
Salii le scale ed entrai in camera da letto accendendo la luce. Riposo la borsetta e mi sfilai il vestito a tubino nero lasciandolo a terra.
Nel mio gruppo eravamo in 4, colleghe ed amiche ormai da anni. Tutte quante lavoravamo nella stessa azienda: chi impiegata, chi centralinista,...
Giada era la più giovane, aveva 23 anni, slanciata e biondissima; Serena, la più carismatica del gruppo aveva 29 anni ed aveva il fisico da sud-americana, tutte le invidiavamo il suo culone perfetto ed i suoi capelli corvini; Clara era l'ultima arrivata, aveva 28 anni, lunghi capelli castani, una quinta di seno, la più alta del gruppo e la più riservata.
Poi c'ero io, Chiara: rossa, alta 1.60, con il "fisico da bambolina" come dicevano le altre.
Quella sera era stata Clara a rovesciare la serata con la sua confessione.
Mi tolsi il reggiseno e le mutande e mi infilai a letto. Ero esausta ma il mio cervello continuava a pensare.
Clara al tavolo aveva rinunciato al suo ruolo di ragazza pacata e silenziosa e aveva preso la parola. Ci disse che era da tanto che voleva dircelo ma che non era mai riuscita a trovare l'occasione o il modo.

"Sono una ragazza trans" ci disse chiaramente "ho iniziato la transazione una decina di anni fa, appena ho potuto".

Era estremamente dispiaciuta di non avercelo detto prima, si sentiva come se avesse tradito la nostra fiducia.
Tutte noi la tranquillizzammo, facendole capire che per noi non c'era alcun problema.
La ascoltammo, ne parlammo, ne ridemmo tutti assieme, tra una tequila e l'altra.
Ma io avevo paura che il mio viso avesse tradito il mio turbamento, avevo paura che Clara avesse notato il mio sguardo, magari che lo avesse mal interpretato.
Non trovavo nulla di negativo nella sua transazione. Il fatto è che mi arrapava moltissimo.

Non ero riuscita a togliermi il pensiero dalla testa per tutta sera, e pure ora, a letto da sola, continuavo a pensarci.
Mi accorsi che nel dormiveglia avevo cominciato a fantasticare su di lei: io che le toccavo il cazzo attraverso il vestito, io che lo estraevo dalle sue mutandine di pizzo, poi sempre io inginocchiata col suo cazzo in bocca.
Provavo a scacciare il pensiero ma era diventato un'ossessione.
Cominciai a masturbarmi, divaricai le gambe e mi passai medio e anulare sulla figa sentendo quanto era bagnata. Pensavo a quel pene ricoperto della mia saliva che mi si appoggiava in faccia, bollente e turgido.
Cominciai a muovere più velocemente le dita sul clitoride e mi portai, con la mano sinistra, il mio piede alla bocca: lo facevo solo quando ero molto arrapata.
Mi misi l'alluce in bocca come i bambini fanno con il pollice e cominciai a succhiarlo e leccarlo. Poi passai alla pianta che leccavo e odoravo (fui felice di non essermi lavata prima di coricarmi).
Gemetti e venni vigorosamente. Mi addormentai.

Il mattino seguente non feci che pensare a Clara. Mi masturbai nella doccia, poi mi masturbai nuovamente in cucina usando un wuster che avevo in frigo, e ancora una volta sul divano spogliandomi completamente.
Non potevo andare avanti così! Dovevo avere Clara, dovevo trovare il modo, provare il tutto per tutto. La mia astinenza sessuale prolungata e la mia fantasia sulle donne trans non mi avrebbero fatta vivere decentemente.

Scrissi a Clara invitandola a cena, le dissi che volevo parlarle e lei accettò tranquillamente. Ero contenta ma anche agitata: non potevo saltarle addosso, dovevo prima capire i suoi pensieri a riguardo. Magari le donne non erano di suo gusto, magari io non ero di suo gusto.
Corsi in bagno, ero ancora nuda, e mi guardai allo specchio. Era innegabile, avevo un bel corpo ma volevo essere impeccabile. Mi feci la ceretta ovunque e mi cosparsi di un olio profumato per la pelle. Mi curai le unghie di mani e piedi e optai per uno smalto azzurro che riprendesse i miei occhi.
Decisi poi il vestito, qualcosa di estivo, corto e leggero, con colori chiari: ne indossai un paio prima di decidere per il mio preferito, un vestitino estivo bianco molto corto.
Normalmente avrei detto che era a "rischio visione mutande" ma quella sera non le avrei messe.
Infine ordinai del cibo da asporto da un ristorante che entrambe amavamo.

Suonò il campanello e mi precipitai ad aprire. Clara era bellissima e altissima, mi sembrò impossibile l'idea che in passato fosse stata un uomo.
La feci entrare e lanciai qualche sguardo per vedere se il pacco fosse visibile attraverso il suo bellissimo vestito nero, ma non vidi nulla.
La serata iniziò col freno a mano tirato, parlando del più e del meno, mangiando tra una chiacchiera e l'altra ma io faticavo ad ascoltarla.
Probabilmente vedendomi distratta Clara si ammutolì e mi guardò negli occhi.

"So perché mi hai chiamato qui stasera" disse.

Per un attimo mi si fermò il cuore. Come poteva immaginare che io volessi fare sesso con lei?
Non avevo mai parlato a nessuno di questa fantasia, né tantomeno mi ero fatta scappare qualcosa quella sera.

"Vuoi sapere qualcosa di più sulla mia transizione e la mia vita precedente"

Mi sbagliavo, non aveva intuito.

"In realtà no..." dissi con garbo "a me interessa chi sei ora, non chi fossi prima o altre cose"

Notai che Clara apprezzò.

"Scusami, è che ieri sera ti avevo vista un po' turbata" aggiunse sorridendo.

"Oh scusami" ribattei subito "ero solo stupita. Mai me lo sarei aspettata, tutto qui"

Buttai giù un gran sorso di vino.

"Hai un corpo così bello e perfetto!" esclamai "Semplicemente mi hai stupita"

Clara ringrazió arrossendo leggermente ed io provai il tutto per tutto. Mi sfilai una scarpa sotto al tavolo e col piede le carezzai una gamba.
Lei mi guardò stupita ma non si ritrasse.

"Cosa succede?" chiese con un po' di imbarazzo "Che fai?"

Io non smisi e spinsi il piede su per la coscia sotto la gonna fino a sfiorare le mutande.
Clara si ritrasse di scatto e io confessai.

"Clara mi ecciti tantissimo! Scusa se te lo butto in faccia così"

Lei rimase muta.

"È da ieri che non faccio che pensare a te" mi sentii in colpa. Cosa avevo fatto! Mi ero fatta dominare dai miei istinti.

"Scusami" mi rimisi la scarpa "ti accompagno all'uscita"

Mi alzai e anche Clara si alzò, sempre muta ma le scivolò la borsetta a terra, spargendo sul pavimento tutte sue cose.

"Ci penso io" mi chinai subito tentando di mettere una toppa al casino che avevo fatto. Clara si risedette di scatto.
Io finii di raccogliere le sue cose e gli porsi la borsetta ma lei teneva le mani sul basso ventre.

"Clara, non stai bene?"

"Si si" mi rispose "ti sei scordata di metterti le mutande..."

Che stupida! Mi ero chinata mettendole davanti la mia figa e il mio culo.

"Scusami ancora io..."

"Basta scusarsi" disse "vieni qui"

Il sangue mi ribollì nelle vene.
Mi avvicinai piano e lei mi fece segno di abbassarmi. Mi inginocchiai e lei tolse le mani: ora si che si vedeva il pacco! Mi sembrava veramente grosso e si allungava sopra la coscia sinistra verso il fianco, chissà come trattenuto dalle mutande.
Volevo vederlo, e volevo toccarlo.
Scostai lentamente il vestito e lei mi fece fare.
Delle piccolissime mutande di pizzo nero tentavano goffamente di coprire un pene enorme. I grossi testicoli debordavano dai lati e il pene era trattenuto per miracolo dall'elastico.
Lo liberai e quel cazzo gigante si erse verso di me: lo guardai stupita, stretto nella mia mano e poi guardai Clara che ora ridacchiava della mia espressione di sorpresa.

"È... È enorme" mi sfuggì detto.

Clara prese la mia mano che reggeva il suo pene e la fece scorrere scoprendo la grossa e paonazza cappella.

"Ora però non stare a guardare" esclamò.

Non esitai a prenderlo in bocca. Lo leccai dalle palle fino alla cima, lo spinsi in gola e lo masturbai con entrambe le mani.
Non mi sembrava reale, ero così bagnata che i miei liquidi mi colavano lungo le cosce.
Clara se lo stava godendo, si era sfilata il vestito ed aveva tirato fuori la sua quinta di seno. Da qui potevo vedere ciò che rimaneva delle cicatrici.
Un seno finto fatto ad opera d'arte!

"Fammi un po' rivedere quella fichetta depilata" mi disse ad un certo punto. Io sorrisi ma a quel punto avevo paura che un cazzo simile mi facesse male.

"Clara non so se ce la faccio... È troppo grosso"

"Farò piano" disse.

Mi alzai e mi tolsi il vestito gettandolo via. Si alzò anche Clara e mi spinse sul divano, poi mi salí sopra al contrario rispetto a me.
Affondò la faccia tra le mie cosce e cominciò a leccarmi la figa, poi mi spinse il suo culo in faccia e le sue palle mi riempirono la bocca.
Le succhiai con forza mentre sentivo il cazzo tra le mie tette e la sua lingua nella figa.
Mi liberò e potei tornare a respirare bene ma non era finita. Clara scese dal divano e mi rigiró a forza mettendomi a pecora.

"Piano Cl..." non feci in tempo a finire che sentì quel cazzo gigante divaricarmi la figa. Faceva male ma era anche bellissimo. Entrava a fatica e per ora solo pochi centimetri.
Clara spinse e io urlai di piacere. Ora quella mazza entrava e usciva da me con forza e io godevo come una maiala.
Anche Clara aveva cominciato a gemere e dava sempre più forza ai colpi.
D'un tratto mi prese all'altezza della vita e mi trascino verso il suo torso. Lei si sdraiò di schiena e io cominciai a scorrere lungo il suo palo.

"Mettimi un dito nel culo" ansimai e lei lo bagnò con la saliva e lo infilò.
Cominciai a salire e scendere ancora più velocemente.

"Non durerò ancora a lungo" mi disse Clara ansimando e gemendo con fatica.

Io estrassi il suo cazzo dalla vagina e me lo misi in bocca cominciando a masturbarlo vigorosamente.

"Piano, piano" provò a dire lei ma io le schiacciai la figa in faccia e cominciai a strusciarla.

Sentì quel cazzone irrigidirsi e tremare poi una quantità enorme di sperma mi riempí completamente le guance e la gola. Tolsi il cazzo di bocca e con diversi sorsi ingoiai tutto.
Lei tremava dal piacere e io ero completamente sudata.

Le liberai il viso e cominciai a baciarla stringendole le tette.

"Ti lascio 10 minuti" le dissi "poi voglio che mi infili quel cazzo enorme nel culo"

Clara sorrise mezza stordita

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