Camera con vista (Capitolo 1)

Scritto da , il 2012-03-13, genere gay

Quando mi sono spostato a lavorare in città ero dannatamente povero, anche se vi lavoravo, non potevo permettermi di viverci, sfruttarne i lati divertenti dopo il lavoro (cene, teatri, cinema ecc...) e mi sentivo estremamente depresso. Allora ogni sabato mattina per tre mesi, ho passato i miei fine settimana alla ricerca di un appartamento. Ho visitato quinti piani senza ascensore, con vasche da bagno in cucina, appartamenti senza armadi, cucine in un armadio... ed ogni domenica sera ritornavo a casa mia più depresso.
Poi, una domenica, uscendo da un supermercato ho visto un uomo (sui quarant’anni) che stava affiggendo un biglietto alla tabella degli avvisi. Mi sono avvicinato e l’ho letto, diceva:
Appartamento in coabitazione offresi a maschio non fumatore. Camera da letto luminosa in un appartamento di 3 camere da letto. Bagno privato, cucina comune e soggiorno. Affitto tutto compreso € 200 al mese.
L'indirizzo era di una via molto vicina. Io non avevo più considerato la possibilità di dividere un appartamento da quando mi ero laureato 4 anni prima. Sembrava troppo bello per essere vero, una casa dove volevo per quello che potevo permettermi. Prima ancora di finire il ragionamento avevo strappato il biglietto (per non permettere a nessun altro di vederlo) e stavo correndo dietro all’uomo. Quando l’ho raggiunto si è voltato e ha cominciato a squadrarmi dalla testa ai piedi, osservando attentamente i miei capelli biondi e lunghi, i miei occhi verdi, il mio corpo muscoloso ed è sembrato gli piacesse quello che vedeva.
Dieci minuti più tardi eravamo seduti al bar e chiacchieravamo come vecchi amici. Si chiamava Davide e, anche se era il proprietario dell'appartamento, non ci viveva, anche se doveva intervenire a riparare le cose che si rompevano. C'erano altri due ragazzi che ci vivevano, il terzo se n’era andato quando aveva trovato il suo amore. Ha estratto due fotografie dal portafoglio e le ha fatte scivolare davanti a me, le ho girate una alla volta e ho emesso un gemito.
Quei ragazzi erano troppo eccezionali, coi capelli rossi (sono sempre stati una mia grande debolezza), muscolosi, di circa 19 anni(io allora ne avevo 25), sdraiati con nonchalance su un letto, completamente nudi e con un’erezione di pietra! A parte il fatto che uno aveva un tatuaggio di un uccello sul pettorale destro e l’altro una pantera sul pettorale sinistro, i ragazzi erano identici. Il mio cazzo si è messo sull’attenti, perché‚ come tutti i gay, avevo una predilezione per i gemelli e, soprattutto, io sono un guardone inveterato. Mi piace guardare i bei ragazzi, soli, in gruppo... in qualunque maniera.
"Cazzo, Davide, come mai hai queste fotografie?" ho chiesto contorcendomi per diminuire la pressione del cazzo duro contro le mutande. Vedendo il mio disagio ha sorriso e ha detto "Vedrai." Ghignando ho detto "Oh, sono esibizionisti, huh? " Enigmaticamente ha ripreso i ritratti, scuotendo leggermente la testa e chiedendomi "Così, vuoi la stanza?"
Tre giorni più tardi ho fatto trasloco della mia roba senza neppure vedere prima l’appartamento (OK, non è stata la mossa più intelligente che potessi fare, ma avevo fiducia in Davide, e ho avuto ragione!). Ho abbandonato il vecchio appartamento rinunciando anche all’anticipo di un mese già versato per evitare che qualcun altro mi rubasse la nuova sistemazione. Come sono arrivato davanti alla casa con il camioncino che avevo affittato, sono usciti tutti e tre, Davide, Gianni e Giorgio (i gemelli), per aiutarmi a scaricare (senza nessun doppio senso). I gemelli erano ancora meglio dal vivo che in fotografia, anche se completamente vestiti, e anche Davide era piuttosto sexy, nonostante non fosse più un giovincello.
L'appartamento era favoloso! La porta d’ingresso immetteva in un grande soggiorno da cui si passava alla cucina, alla sala da pranzo ed ad un atrio. Poi c’erano le tre camere da letto (la mia aveva un bagno privato ed uno spogliatoio) ed un bagno comune. La camera da letto di Gianni confinava col mio spogliatoio e quella di Giorgio col mio bagno. Mi hanno detto che, siccome erano gemelli (ho finto di non averlo notato), si dividendo il bagno comune. Chi ero io per oppormi?
Due ore più tardi, la mia roba era al suo posto e mi sembrava di vivere lì da mesi. Anche se erano solo le 18 ero esaurito dal lavoro fatto e ho detto ai ragazzi che avevo bisogno di riposarmi. Mi hanno detto che stavano uscendo per cenare e poi sarebbero andati a vedere un film, ci saremmo rivisti la mattina seguente. Dopo che se ne sono andati, mi sono spogliato, ho fatto una rapida doccia e mi sono sdraiato sul letto. Prima che la mia testa avesse toccato il cuscino, ero già addormentato ed ho dormito sino alle 2 del mattino.
Quando mi sono svegliato avevo un po’ freddo, cosi mi sono diretto allo spogliatoio per cercare qualche cosa da mettermi addosso. Non so perché non ho acceso la luce e quando mi sono chinato per prendere una maglietta ho visto all’estremità dello spogliatoio, fra le mie camicie, un cerchio di luce del diametro di non più di un centimetro. Mi sono avvicinato, ho spostato le camicie che nascondevano il buco e vi ho appoggiato un occhio. Quella che si è presentata è stata la visione completa della stanza di Gianni, il suo letto proprio di fronte a me. Gianni era sdraiato sul letto, nudo, si accarezzava il cazzo duro con una mano e si spingeva un dildo nel culo con l'altra. Ho compreso che quella era la stessa visuale presentata nella fotografia di Gianni che mi aveva fatto vedere Davide, il vecchio porco aveva fotografato Gianni nudo attraverso quel buco!
Colpito dalla vista di quel piacevole rosso che si stava masturbando, il mio cazzo si è rizzato. L’ho afferrato e ho cominciato ad accarezzarlo al ritmo delle carezze di Gianni. Quando la sua mano massaggiava il liquido pre seminale sulla sua cappella, io facevo altrettanto; quando portava con forza il pugno alla base dell’asta, anch’io lo facevo, era come se Gianni mi stesse menando il cazzo. In breve sono stato vicino al momento di venire e mi sono reso conto che non avevo niente in cui sborrare. Dolorosamente mi sono allontanato dalla vista di Gianni che si lavorava davanti e dietro, sapendo che d’allora in poi avrei potuto godere di quello e di tante altre viste nel segreto del mio spogliatoio.
Mi sono diretto verso il bagno e quando ho raggiunto l’interruttore ho visto un altro cerchio di luce, questa volta nel muro sopra la toeletta. La mattina seguente mi sarei accorto che dalla mia parte del muro sembrava ci fossero piastrelle art decò che nascondevano il buco. Ho guardato attraverso quel buco e ho visto praticamente lo stesso spettacolo dello spogliatoio, un bel rosso che si stava inculando con un dildo mentre si masturbava, l’unica differenza era che questo rosso aveva una pantera sul torace, non un uccello. Nuovamente ho riconosciuto la carta da parati ed il copriletto come quelli della foto di Giorgio che Davide mi aveva mostrato. Io ero in paradiso, non solo avevo un bellissimo appartamento, avevo anche la miglior vista del quartiere, doppia, di cui godere nel segreto del mio spogliatoio e del mio bagno. Non avrei più lasciato quella casa!
Mi sono messo a gambe divaricate sul water, ho alzato il coperchio e ho cominciai a farmi una sega al ritmo di quella di Giorgio. Appesa ad un gancio vicino a me c’era una spazzola da doccia col manico liscio da anni di uso. L’ho presa dalla parte delle setole e ho spinto il manico nel mio buco in attesa. Ho cominciato a fottermi profondamente col manico della spazzola, accordandomi al ritmo che Giorgio dava al dildo nel suo buco del culo.
Guardare prima Gianni ed ora Giorgio era troppo e prima che potessi rendermene conto ero oltre il punto di non ritorno. Ho puntato il cazzo verso il centro della tazza, ho spinto profondamente il manico della spazzola nel mio culo, fino a colpirmi la prostata, e ho cominciato a sparare fiotto dopo fiotto di sborra. Non mi ricordavo dell'ultima volta che ero venuto con tale forza. Giuro che ero in grado di sentire "splasc" ogni volta che uno spruzzo colpiva l’acqua. Quando gli spasmi sono diminuiti, ho tirato fuori il manico dal culo e sono crollato sopra la tazza faccia contro il muro. Mentre la mia testa rimaneva contro la piastrella, ho sentito un lamento smorzato e ho avvicinato l’occhio al buco. Il corpo di Giorgio era teso e sparava scarica dopo scarica di sperma bianco in aria che poi atterrava sul suo torace e sugli addominali.
Sono tornato a letto con la testa che turbinava pensando a quanto avrei potuto vedere ogni notte. I miei sogni quella notte sono stati chiaramente erotici. Quando mi sono svegliato la mattina seguente, mi sono accorto che ero venuto ancora, la mia prima polluzione notturna dalla fine del liceo. Dopo aver fatto la doccia ed essermi vestito sono andato in cucina. C'erano Gianni e Giorgio, in mutande, che si stavano facendo il caffè. Non ho detto niente e ho continuato a ripetermi che ero veramente fortunato, non solo erano incredibilmente sexy, risultavano essere i più bei ragazzi che avessi mai incontrato. Abbiamo chiacchierato e ho scoperto che ambedue avevano un amico. Le regole base dell’appartamento erano semplici; i vestiti erano opzionali e qualunque cosa uno volesse fare nella privacy della sua stanza andava bene. Era possibile qualsiasi numero di ospiti purché fosse possibile chiudere la porta. Siccome io avevo un bagno privato, non c'erano problemi sul dove i miei ospiti avrebbero potuto fare la doccia, ecc...
Se ne sono andati prima di me quella mattina ed io ho avuto la possibilità di andare nelle loro stanze e vedere i buchi dalla loro parte del muro. Nelle stanze i buchi si nascondevano perfettamente col disegno della carta da parati, così era impossibile vederli a meno di non sapere cosa si stava cercando. Mi sono chiesto se Gianni e Giorgio lo sapevano. Io mi sarei guardato bene dal rivelarglielo!
Ho passato il resto di quel giorno ad esplorare l’appartamento, poi il quartiere per vedere dove stavano il supermercato, la banca, il cinema e tutto il resto. C'era una palestra all'angolo del nostro edificio ed mi sono iscritto. Il mio primo allenamento ha confermato quello che avevo sempre sospettato, le palestre della città erano il meglio per cuccare. Me ne sono andato con quattro numeri di telefono, un ragazzo meglio dell’altro, ma nessuno meglio dei miei coinquilini. Alle sei meno un quarto sono ritornato a casa, ho messo la chiave nella serratura e sono entrato in soggiorno. C'erano Gianni e Giorgio, nudi, che si stavano accarezzando con forza i cazzi mentre guardando un video porno.
Accarezzando lo spazio libero sul divano tra loro, Gianni ha detto: "Vieni, l’acqua è splendida". Per non sembrare un bacchettone mi sono spogliato, mi sono lasciato cadere tra di loro e ho cominciato a masturbarmi; ho visto subito che ce l’avevano più corto del mio, ma più grosso.
L'altra differenza era che io ero circonciso mentre loro erano intonsi. Senza toccare l'uno il cazzo dell’altro, ma strofinandoci ed urtando gambe e cosce, dopo dieci minuti stavamo sparandoci i nostri carichi l’uno addosso all’altro. Mentre ci stavamo avviando verso le nostre stanze, si sono rivolti verso di me e mi hanno detto: "Benvenuto nell'appartamento." Sono entrato nella mia stanza pensando a quanto mi avevano fatto sentire benvenuto.

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