Ricordi di amori passati. Parte 1. D.

Scritto da , il 2021-06-05, genere etero

Raggiunta la soglia dei 60, direi che è tempo di tirare la somma degli amori passati. Qualche ricordo sfumato, altri più vividi, comunque tutte storie che hanno meritato di essere vissute. Per carità, non sono un certo un "tomber de femme", le mie conquiste si contano, letteralmente, sulla punta delle dita di una mano... Ma andiamo per ordine.
D.
Il primo amore non si scorda mai. Primi anno '90. Lei 18 io 20. Moretta, capelli a caschetto, occhi da cerbiatta, abbastanza alta, corporatura giusta. Tette che allora consideravo perfette (poi mi sono ricreduto): misura "coppa di champagne”. Si, insomma, una seconda scarsa.
Fu un colpo di fulmine.
Per me.
Lei invece si fece desiderare. Un anno di corteggiamento serrato, ma alla fine si arrese. Abbiamo passato insieme 17 anni. Diciassette. Mica male. In tutto questo tempo, D. è passata da vergine a troia. Entrambi giovani, entrambi alle prime esperienze, siamo cresciuti sessuale insieme.
Ricordo con tenerezza i primi tempi da fidanzatini: tutte le sere andavo a prendere D. dai suoi. Facevamo un breve giro con gli amici, poi... ci fermavano nel piccolo parcheggio del campo sportivo vicino a casa di D. e tutte, tutte, tutte le sere, scopavamo come ricci. In Panda, potete immaginare la comodità... Comunque ai tempi, D. non aveva ancora manifestato la sua troiaggine, ne tantomeno io avevo capito come farla manifestare. È vero, si, che si trovava da matti, ma sempre lo stesso cliché, nessuna variante o sorpresa. Classico missionario, dovevo aprire io le "danze", nessuna variazione "in corso d'opera". Dopo due anni di questa solfa che, diciamocelo chiaramente, alla lunga annoia un pelino, ci "fidanziamo in casa", ossia D. mi presenta ufficialmente ai suoi genitori. Questo avvenimento ebbe un risvolto positivo inaspettato. In assenza dei suoi, che essendo appassionati di ballo liscio tutti i fine settimana si assentavano, tra l'altro con orari precisi, ci dette l'accesso al letto. E non al letto della cameretta di D.
No.
Al "lettone" matrimoniale. Finalmente, libera dagli spazi angusti della Panda, D. inizia a lasciarsi andare. Complice anche una certa eccitazione di farlo nel letto "proibito". E poi, si poteva finalmente stare NUDI. Mi piaceva osservare, con tranquillità, il corpo di D. Lei, con fare da gatta, si stendeva sul letto, sorniona, e piano piano, con mosse lente, apriva completamente le gambe restando con la fica all'aria. Spalancata.
Io mi mettevo tra le sue cosce, osservando quella meraviglia.
D. aveva una fica incredibile, bella ed eccitante.
Le grandi labbra era accennate ma turgide e carnose. Le piccole labbra... oh, le piccole labbra... scure, molto più del colore della pelle di D., sporgevano oscenamente in fuori.
Quando D. si metteva carponi o accovacciata, pendevano in fuori in tutta la loro bellezza. Sopra le piccole labbra, il cappuccio del clitoride. Riusciva a coprirlo a fatica. Il clitoride faceva capolino, di un vivo rosa. Sotto le piccole labbra, l'ano.
Scuro. Nero. Increspato, perfettamente circolare. Contornato da pelle scurissima.
Se D. aveva una fica irresistibile, tentatrice, il suo culo era...
Quando D. si eccitava, la fica iniziava a profumare di sandali e muschio. Ti invitava a leccarla. E visto che era "in zona" non trascuravo il culo, ovviamente.
A gambe aperte spesso D. apriva le piccole labbra, che scostate ai lati assomigliavano ad un'eccitante farfalla carnosa e mi diceva: "LECCA". 17 anni di leccate di quel ben di dio, mica male...
Però poi si finiva sempre con il missionario. Che palle...
Il fatto di essere ufficialmente fidanzati, apri a me e D. anche un'altra porta: le vacanze, insieme da SOLI. Come, dove e quando ci pareva.
Considerato che D. era una fanatica dell'abbronzatura, in estate iniziammo a gironzolare mano nella mano, senza amici tra i piedi, per le spiagge della zona.
Estate 1994. Isola d'Elba.
Eravamo in una piccola caletta vicino Punta Le Tombe.
In spiaggia eravamo arrivati abbastanza presto, D. era una lucertola, amava crogiolarsi al sole per tutta la giornata.
Ricordo ancora il colore del costume di D. Verde, reggiseno a fascia, slip con righe bianche. All'epoca D. preferiva costumi che le coprivano un po' il culo. Culo che lei odiava, lo riteneva troppo grande. Si distaccava un po' dalla figura tutto sommato esile di D. ed io lo trovavo eccitante, non solo per quel tesoro "nero" che nascondeva nel solco delle natiche. Era un culo che mi piaceva toccare. Non perdevo un'occasione. E qual giorno, quale occasione migliore poteva esserci se non dare a D. La crema solare? Tra l'altro era un'operazione da dare frequentemente...
Intanto la caletta si stava riempiendo lentamente di persone e stavamo perdendo un po' di privacy... In tarda mattinata arrivó, con una canoa, una coppia. Scendono, stendono i teli a poca distanza da noi e... oplá, la lei si mette nuda a prendere il sole.
Io in quel momento stavo indugiando nello stendere la crema sulla poca parte del culo di D. che il costume lasciava libera. E lí ebbi un'intuizione, che apri a D. nuove strade...
Piano piano, mentre stendevo la crema, infilato quali tutto lo slip di D. nel solco del culo, facendolo diventare una specie di perizoma. Arritolai ancge la parte superiore, per farlo diventare ancora più piccolo.
D. all'inizio protestò, mi disse:"che cazzo stai facendo, coprimi, mi vedono tutti" ma poi il suo lato esibizionista, fino a quel momento nascosto, ebbe il sopravvento. In più, io mi ero accorto che, mentre sistemavo il suo costume, la sua fica era diventata un lago rovente.
Nel pomeriggio, visto che sulla spiaggia stavano aumentando i nudisti, convinsi D. anche ad abbandonare il reggiseno. Da allora, D. non ha più abbandonato il topless. Spingendosi anche oltre, ma questa è un'altra storia






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