Luisella VII.

Scritto da , il 2021-06-04, genere zoofilia

Beh! Lo so che sono carina, e so che ragazzi e alcune ragazze guardano il mio corpo giovane, poi a me piace mostrare le mie delizie di giovane adolescente, mi fa arrapare essere guardata con desiderio negli occhi tanto di donne come di uomini, perciò indosso gonne corte, a volte degli shorts stillati che mostrano la spaccatura del mio sesso, magliette strette per risaltare il mio seno, i top stillati mi piacciono pure per accentuare le mie tette rotonde e toste, mi piace stiracchiarmi o piegarmi quando stanno a guardarmi per mostrarmi meglio al loro sguardo concupiscente, in somma, sono esibizionista.


A scuola sempre ho avuto l’attenzione dei ragazzi e degli insegnanti, rispondevo col mio sorriso vanitoso al loro imbarazzo e alle evidenti erezioni, sentivo il loro fascino per il mio corpo e mi piaceva di esibire quel che non potevano avere, casualmente gli facevo vedere la mia gnocca oppure il mio seno perfetto, avevo dei desideri esibizionisti selvatici in me.


Mio cane è un bellissimo Golden Retriever di razza pura, da cucciolo è stato portato dal veterinario regolarmente, li fanno tutti i controlli, vaccini aggiornati, pulizia dei denti, taglio delle unghie, bagno anti-parassiti, li danno delle medicini varie per tenerlo forte e in salute. Io lo volevo forte e instancabile, proprio come sono io, quindi ero la più interessata di portarlo dal vet, mio patrigno mi regalò questo cane, siamo andati insiemi a prenderlo, era un cucciolotto bellissimo, mi faceva le facce più stupide e mi faceva pisciare dal ridere, lui aveva tre mesi e io quasi dodici anni, mio patrigno voleva che fosse allevato, ma io mi sono opposta, avevo già idea di come allevarlo solo per me.


Mio patrigno mi comprò questo cane per i sensi di colpa, adesso mi spiego, quando compii gli undici anni me è arrivato il primo ciclo, mamma non mi aveva spiegato niente, io sapevo qualcosa imparata a scuola, pero sono stata sorpresa di questo flusso di sangue, me ne andai in bagno e piangevo un po’ impaurita, mio patrigno mi sentì ed è venuto ad aiutarmi, penso fosse la sua intenzione migliore, ma io ingenua gli ho fatto vedere la mia micetta insanguinata e lui ne approfittò, senza sapere mi son trovata col cazzo di mio patrigno facendo di tappo per non far uscire più sangue, disse lui, ma io già non piangevo, godevo come una matta, da allora lui mi scopava regolarmente, di certo non è mai riuscito a fermare il mio flusso, ma lui poi mi spiegò tutto e mi fece imparare altre cose che scoprii mi piacevano assai.


Quando lui se ne andò a lavorare all’estero, mi masturbavo quasi ogni giorno, mi mancava il sesso con mio patrigno, un giorno arrivai da scuola arrapata e frustrata, volevo fare sesso e sono andata nella mia stanza da letto, il mio corpo giovane era pronto e maturo, voleva qualcosa di più eccitante, lì fu che scoprii come allevare il mio cucciolo, la sua lingua è stata la prima cosa che mi fece urlare di gioia e lussuria, mi faceva venire con orgasmi paurosi, rimanevo interdetta senza forze per reagire, dopo mi ci abituai, poi la sua lingua non mi bastava, già avevo giocato col suo cazzo splendido, ma lo trovavo tropo grosso per la mia minuta gnocca, era solo cosa di tempo, il mio culo tondo e piccino, la mia fighetta stretta e rosa, tutto il mio corpo chiedeva un bel cazzone.


Il mio cane gironzolava attorno a me, mi son calata le mutandine e le ho buttate via a calci, alzai la mia gonna per guardarmi la gnocca, avrei voluto avere mio patrigno per giocare, ma ero da sola, solo Fred mi guardava la faccia e la figa, aspettava un mio segnale, sospirai nella solitudine e fantasticavo con un bel cazzo, mentre mi facevo un ditalino, proprio in quel momento Fred si spinse in avanti e mi leccò le cosce, io rabbrividì, la sua lingua un tanto ruvida mi faceva eccitare, aprii un po’ le mie cosce e lui arrivò al centro del piacere e non si staccò più, anch’io no cessavo di urlare … − di più … di più cucciolotto mio … dai, fammi venire –


La sua lingua instancabile non cessava di penetrare la mia gnocca − è la mia fica che vuoi, vero? − gli misi la mia fighetta davanti al suo muso, Fred dimenava la sua coda e mi guardava con quella bella lingua fuori a metà, come rispondendo alle mie domande mi ficcò il naso nell’inguine, sentì il freddo naso contra la mia calda gnocchetta, tutta bagnata, tutta inzuppata, tutta eccitata, tutta vogliosa – ey! È proprio quello che vuoi, eh! … sei un cane cattivo che ne approfitti – la sua faccia goffa mi squadrava, mi faceva tenerezza ma non solo, la mia passerina era un ruscello straripato.


Dopo le leccate Fred cercò di montarmi, ho sentito la sua punta colpire le mie chiappe nella ricerca del mio buchetto, ero nervosa e arrapata, ho alzato il culetto per facilitare l’accesso alla mia vagina, dopo diversi tentativi azzeccò, un dolore intenso, mi spaccava in due, il mio corpo scosso tremava per la forza della penetrazione, mi graffiava le cosce con le sue zampe, ma io ero ormai nel paradiso perché il dolore si era tramutato in piacere, poi vennero gli orgasmi, no so quanti orgasmi ebbi, mi sentivo svenire dal piacere, ero come drogata dalla gioia di avere quel cazzo canino enorme dentro di me.


Fred mi stava scopando con tutte le sue forze, finché non ho sentito qualcosa molto dura spingendo e forzando ulteriormente la mia piccola gnocca, è tornato il dolore, sentivo il suo latte caldo che mi sgorgava nella micetta, mi aveva infilato la palla e continuava a sbattermi dentro il suo cazzone di cane – ey! amore … fai piano … smetti per un po’ … aaarrrggg! … − stava tremando anche con un po’ di paura, quando lui smisi e passò una zampa sopra il mio culo e siamo rimasti allacciati culo con culo, per circa dieci minuti ho avuto un orgasmo dopo l’altro, mi sembrava d’impazzire dalla lussuria, è stato un tempo senza tempo, minuti eterni e meravigliosi, poi con un suono secco “Plop”, la sua palla e la sua minchia scivolò fuori dalla mia gnocca insieme a un litro di sborra calda, lui è venuto subito a pulirmi la fighetta con la sua ruvida lingua, cosa che mi ha fatto venire ancora una volta.


Ero sul letto stordita ma ancora infoiata, non mi aspettavo che fosse così piacevole, il mio maschio se ne stava lì seduto a guardarmi mentre sentivo un piacevole solletichino e una gaiezza mai sentita prima, sentivo anche il prurito dei suoi graffi, ma non c’era più retromarcia, Fred voleva di più, mi toccava con la sua zampa e mi guardava impassibile, mi voleva cavalcare ancora, mi sono rimessa a quattro e lui subito mi rimontò, abbassai il mio bacino e allungai le mie ginocchia, per offrirgli il mio fiore sbocciato, questa volta azzeccò al primo intento, mi fece urlare e capii che non avrei potuto mai più rifiutare il suo bel cazzone, quella sera diventai una cagnetta vera.


Fred mi scopava come al solito in modo animalesco e selvaggio, ma si sentiva così bello che non mi importava, incominciai a godere da subito, mi toccavo il mio clitoride e gridavo dalla pazza lussuria nel sentire tanti orgasmi, ero come frastornata, mi contorcevo nella sua minchia, lui cominciò a mordere i miei capelli per tenermi ferma, ma lo stesso mi scagliava i suoi colpi con tanta forza che mi costava rimanere in posizione, continuavo con una sequenza di orgasmi infinita, il suo nodo aveva colmato la mia gnocca ed eravamo rimasti incastrati, sentivo la temperatura del suo latte che si rovesciava senza sosta nel mio utero, ero piena al completo, avevo convulsioni pazzesche e i miei occhi si perdevano dentro le mie cavità ottiche, con mi mano sentivo palpitare de suoi testicoli che pompavano seme dentro di me, dopo una quindicina di minuti e non so più quanti orgasmi, il suo gonfiore è sceso e il suo cazzo gigante fu espulso dalla mia figa, le mie forze vacillarono e sono caduta sul letto, ho aperto le cosce per permettergli che continuasse a godere la mia vagina e a farmi godere anche a me, alla fine la stanchezza era tale che mi addormentai senza accorgermene e senza pulirmi.


Il giorno dopo mi svegliai e ho visto Fred accanto a me, qualcosa della sua sborra ancora scorreva dalla mia micetta, appena se ne accorse che ero sveglia, cominciò a leccarmi la faccia e io leccai la sua lingua, forse sarà stato un bacio goffo, ma mi piaceva farlo, mi alzai sul letto e ho notato il lenzuolo bagnato dei miei flussi e quelli di Fred, cosa che mi piaceva sentire perché era ricordo dal nostro amore proibito.


Andai in bagno per pulirmi e Fred mi è venuto dietro, mi sedetti nell’inodoro e lui si è seduto davanti a me a guardarmi, pensai fosse per proteggere la sua cagna, cioè io, non gli diedi più importanza, il suo atteggiamento possessivo e presuntuoso mi piaceva.


Dopo i lavori casalinghi ce ne siamo andati a fare una passeggiata, vicino a casa mia stava uscendo una donna di circa cinquanta anni, il suo nome Elvira, lei abitava da sola ed era arrivata nel quartiere meno di una settimana fa, aveva un bel Labrador maschione di nome Sam, è venuto ad annusarmi la figa, ma Fred subito le grugni di brutto, poi a sua volta il mio Fred cercò di annusare la figa di Elvira sopra i jeans e Sam pure fece dei grugniti brutti – questi maschi son tutti uguali … gelosi – disse Elvira sorridendo, ci siamo messe a parlare di tutto e a scambiare dati sui nostri cuccioli, lei mi confidò di essere sola, non si era mai sposata e non aveva altra famiglia che Sam, il quale aveva adottato poco più di un mese per avere compagnia, la passeggiata fu abbastanza gradevole ed Elvira mi chiese di accompagnarla a casa sua, i cani si comportavano bene.


Una volta a casa sua Elvira lasciò libero a Sam, il quale è venuto ad annusare a Fred, mi cucciolotto molto tranquillo lo lasciò fare, poi e venuto ad annusare me e questa volta Fred lo lasciò fare, quindi io lo lasciai libero e si sedettero entrambi davanti a noi che facevamo chiacchere sui cani in genere, poi abbiamo ridacchiato su tante cose e alla fine siamo arrivate al sesso, lei mi diceva che aveva avuto sfortuna nei rapporti con gli uomini e la sua scelta era rimanere da sola, anche se qualche volta sentiva la necessità, e sentiva la mancanza dei rapporti sessuali, io senza contenermi puntai a Sam – eccola lì la soluzione – dissi io, Elvira mi guardò stupefatta e divertita – e tu pensi che due carezze al cane sono meglio di stare con un uomo? … si vede che sei ancora ragazza – disse Elvira, mi chiese se fossi vergine, allora sono stata io a ridere – non sono vergine da un pezzo … e il cane ha delle cose cha a noi donne ci fanno impazzire –


Ho raccontato a lei tutte le cose che finora avevamo fatto io e Fred e in principio lei stentava a credere, ma poi mi ascoltava con molta attenzione, i cani si erano addormentati e noi non cessavamo di fare riferimenti a loro, dopo un po’ lei mi confesso che era eccitata e se la potevo aiutare ad allevare il suo Sam perché da sola si metteva paura – quando vorresti iniziare? – domandai – oggi? – rispose Elvira con un bel sorriso pieno di speranze, abbiamo deciso di farlo, ma io volevo portarmi a Fred a casa mia per non rovinare la prima volta di Elvira.


Dopo de aver lasciato a casa al mio cucciolo irrequieto, sembrava di capire che avrei tornata da Elvira senza di lui, abbaiava e ringhiava sconsolatamente. En casa di Elvira, essa mi aspettava già pronta con una vestaglia … − per incominciare, lo devi abituare a vederti nuda – lei si tolse la vestaglia e una bellissima donna matura uscii da sotto quell’accappatoio, gli dissi di accomodarsi sul divano e chiamare a Sam, il cane è venuto e si avvicinò a me, Elvira aveva un groviglio di peli pubici che coprivano la sua micetta – devi incitarlo … dai qualche colpettino sulla tua pancia o cosce – dissi io e lei chiamò al cane mentre lo faceva, subito Sam se ne andò ad annusare la sua fighetta ed era veramente piccola, lei mi racconto di avere avuto solo due uomini nella sua vita, poi solo con uno di loro aveva mantenuto delle relazioni sessuali e adesso non lo faceva da circa quindici anni, perciò la sua passerina era cosi minuta.


Notavo che Sam aveva difficoltà ad arrivare fino alla sua micetta – allarga le cosce … devi permettergli di arrivare alla tua vagina … − dissi, e lei eseguii – ho un po’ di paura … forse mi vuole mordere e mi farà male – disse Elvira guardandomi preoccupata – non ti morderà … ti vuole leccare perché gli piace il tuo odore di femmina … lui è un maschietto e tu la sua cagna … lasciati andare e godi il tuo cucciolotto – gli dicevo rassicurandola col mio sguardo, lei più rilassata comincio a grattare la testa e le orecchie al cane che spingeva il suo muso tra le sue cosce, finalmente fece contatto col morbido tumulo del suo pube, lei fece un sobbalzo e il suo gemito mi fece la pelle d’oca, sentii un solletico tra le cosce – vieni ragazza … pure tu sei una cucciola che ha bisogno di attenzione … avvicinati … togliti le mutandine − mi disse Elvira, io mi tolsi il mio perizoma e mi son seduta accanto a lei, subito la sua mano si mise ad accarezzare la mia gnocca, c’era una essenza inebriante nell’aria, odore di fighette calde, Elvira con le sue gambe divaricate, aveva permesso a Sam di arrivare a la sua micetta, Sam infilava la sua lunga lingua dentro la sua vagina e gli occhi di lei diventavano bianchi e faceva delle smorfie lussuriose mordendo le sue labbra e inumidendo con la sua lingua la sua bocca, alla fine lei cominciava a godere di suo cucciolotto.


Mi sono messa a cavallo per giocare con le sue tette, lei mise due dita nel mio buchetto, incominciando a scoparmi con essi, ma non ero io chi dovevo godere, cosicché mi alzai giusto nel momento che lei scuoteva la sua testa da lato a lato e spingeva il suo bacino all’insù gemendo quasi a gridi, Sam la stava facendo sborrare come una cagna in calore – aaahhh! … aaahhh! … ssiii! … piccolo di mamma come sei bello – Elvira si contorceva lentamente di piacere con le sue gambe stirate e la sua vulva umida tremante – alzati e mettiti in quattro – lei si alzò e Sam li fu dietro a leccare le sue chiappe e cosce dove sgorgavano i suoi fluidi come un ruscello, poi mise un cuscino e una asciugamani grande per terra e si piegò in avanti fino a rimanere sui ginocchi e le sue mani, Sam non lasciava di leccare la sua figa ed Elvira gemeva con passione.


Il cane gironzolava dietro a lei senza sapere cosa fare, annusava e leccava ma non intentava la monta, allora pressi il suo collare e lo indirizzai sulla sua schiena, Elvira si lamentò dei graffi e le unghie del cane, ma si è mantenuta nella posizione, Sam l’ha montata ma non la scopava, quindi mi abbassai e ho preso il suo cazzo per infilarglielo nella sua gnocca, la donna ha sentito l’enorme pezzo di carne all’ingresso della sua vagina, ha gridato molto quando Sam sentendo il caldo umido della micetta, ha spinto in avanti con molto forza inserendo quasi tutto il suo membro dentro la sua vagina, lei ha incominciato a spostarsi in avanti emettendo gridolini, a un certo punto Sam l’ha presso con forza e la tirata all’indietro mettendogli tutta la minchia dentro il stretto canale vaginale, incluso la sua grossa palla.


Elvira mi guardava con terrore nel suo volto, Sam la stava scopando con tutte le sue energie, io andai davanti a lei e mi ha presso la mano, i suoi gridi tramutarono in gemiti – ooohhh! … non sapevo fosse così bello … aaahhh! … aaahhh! – ora lei aveva abbassato il suo torace e le tette quasi sfioravano il tappetto, si è raddrizzata un po’ per stringere i suoi capezzoli duri, accarezzandoli senza troppa pressione, pizzicandoli e godendo profondamente impalata nella minchia di Sam, le grosse palle del cane picchiavano contro il suo clitoride tumefatto, Elvira aveva i suoi occhi chiusi ed era entrata nella dimensione della lussuria, niente importava più, solo le energiche sensazioni che Sam la faceva godere in continuazione.


Dalla mia posizione riuscivo a vedere la lancia scarlatto immessa nel buchetto di Elvira, sembrava una cosa sottile, ma io sapevo quanto poteva essere grosso il cazzo di un cane, comunque mi rendevo conto che lei stava godendo la penetrazione del suo cucciolo e già non mi preoccupava che potesse sentire del male, da suoi gridi acuti e certi strilli pazzeschi, capii che le stava bene e godendoci il suo cane – oh! cucciolotto mio come fai felice a mammina tua … fottimi … fottimi più forti … dai, fammi felice .. dai, più forti … di più – Elvira sembrava un’altra donna, non aveva più paura e non guardava neanche a me, l’unica cosa che voleva era di essere sbattuta da quel cane e sentire ancora più orgasmi.


All’improvviso lei rimassi ferma per un attimo come se fosse stata colpita da una scossa, Sam si stava rovesciando dentro di lei come se piovese profusamente all’interno della sua intimità, come se fosse un rigagnolo il liquido usciva dalla sua passerina miscelata di fluidi e sborra canina, scorrendo giù sulle cosce, Elvira istintivamente afferrò le zampe di Sam per non farlo uscire dalla sua gnocca traboccante di seme – uuuhhh! quanto è bello … guarda che non ti lascio uscire più cucciolotto mio … hai fatto felice la tua mammina – il corpo di Elvira tremava di tanto in tanto travolta da più orgasmi che la colpivano in successione.


Sam è un cane molto dolce, è rimasto quieto addosso alla sua padroncina che non smetteva di lodare il prodigioso cazzo di suo cane – oh! questo cane mi sembra adesso pure sexy … più bello … d’ora in poi sarà il mio amante unico … voglio dire, il mio unico amante … non ho bisogno più di nessun giocattolo né niente, solo lui mi basterà – Elvira era pure ringiovanita, la sua voce era più sicura di sé, lei non finiva di chiacchierare quasi non rendendosi conto di essere col viso per terra e un cazzone enorme sommerso nella sua calda gnocca, mi sono recata a suo fianco per osservare, giusto in quel momento compariva la palla rossa e biancastra che spuntava dal suo buchetto che ora sembrava di essere più largo.


− uuuhhh! amore che mi spacchi! … aaahhh! … aaarrrggghhh! … − la palla e il cazzo di Sam balzarono fuori dalla sua figa, Sam è venuto a leccare il suo viso ed Elvira volentieri fece uscire a sua volta sua lingua e si mescolò con la lingua del cane, mi è sembrato un bacio di amanti, mi risultava anche naturale che lo facessero, poi Sam si sposto sul suo didietro a leccare il zumo squisito che sgorgava dalla sua micetta, le leccate portarono a Elvira su e sempre più su, finché con spasmi e sussulti ricevette un altro orgasmo delizioso.


− Oh! Luisella … è stato bellissimo, non ho mai provato niente del genere – Elvira s’era alzata e seduta vicino a me sul divano, io ero seduta coi miei talloni insieme e le cosce aperte al massimo, la mia fighetta chiamò la sua attenzione, con due dita mi spalancò le labbra tumefatte e bagnate – com’è bella la tua gnocca figlia mia, ma a quanto pare ha bisogno di qualcosa … non credi? – mentre diceva quello, il suo pollice giocava sulla aguzzata punta del mio clitoride gonfio di voglie di piacere anch’io avevo voglia di rilassarmi dopo quella bellissima scopata di Elvira e suo cane.


Adesso Elvira s’era piazzata tra le mie cosce e mi guardava diretto la mia tana umida e senza peli, le sue mani poggiate sulle mie cosce, allargandomi le gambe – oh! che bella fighetta che hai … come fa il tuo cane a penetrare questo buchetto così piccolo? … di sicuro ti fa male, eh? – mentre parlava avvicinava il suo viso alla mia gnocca, fino a toccarmi le labbra tumefatte con la sua lingua, provocandomi brividi che mi facevano la pelle d’oca, comincia a contorcere il mio bacino e lei diede inizio a una leccata micidiale al mio clitoride, dopo un paio di minuti, ho sborrato nella sua bocca uscendo un paio di schizzi dalla mia fighetta che lei non si lasciò sfuggire.


Intanto Sam che aveva assaggiato la sua prima figa, gironzolava dietro a lei cercando di montarla, Elvira istintivamente abbasso il suo torace e allargò le gambe, il cane aveva il suo cazzone dondolante, rigido e lucente, sembrava molto più grosso, Elvira sentendo la sua lunga lingua all’interno della sua fica, faceva delle smorfie di lussuria – lo vuoi ancora? – ho chiesto mentre accarezzavo il suo bel viso tutto distorto dalla lascivia – sì! … ssiii! … lo voglio – rispose Elvira chiudendo gli occhi mentre accomodava le sue tette sul divano, mi sono chinata per prendere il cazzone di Sam e cominciai a strofinare la sua fessura tutto al lungo, fermandomi a fare piccoli circoli sul suo bottoncino, Elvira gemeva e ruotava il suo culetto, il cane non smetteva di gocciolare il suo seme sulle sue chiappe, ho spostato la punta del cazzo sul buchetto piccolissimo del suo ano – ooohhh! … lì no! … è troppo piccirillo … mi farà del male – disse lei, io lo stesso ho fatto bagnare il suo piccolo orifizio e il cazzo è scivolato dentro per tre o quattro centimetri – ooohhh! … nooo! … non farmi del male! – Elvira diceva quello, ma allo stesso tempo si chinava e allargava le sue chiappe, così l’ho scopata con quasi dieci centimetri di quel cazzo per alcuni minuti – ooohhh! … mi piace ma mi fa male … ti prego smetti … non farmi il culetto … ti prego – Elvira quasi piangeva, le sue unghie conficcate nella stoffa del divano.


Sam aveva assaggiato il suo primo culetto e tenendo la micetta alla giusta altezza e angolazione, puntai il suo membro sullo stretto solco delle sue labbra tumefatte – ooohhh! … ssiii! … lì sì … dammi tutto … mettilo tutto … − infilai la punta di quella minchia e Sam fece il resto, due colpi e approfondò quella nerchia nel profondo di Elvira, lei gemeva, Sam smonto dalla sua cagna e tornò ad annusare e leccare la sua gnocca, metteva la sua lunga lingua tutta quanta dentro quell’orifizio, Elvira si contorceva sentendo quella lingua rettiliana che rettava nel suo interiore qual se fosse un ofide, Sam saltò su di lei e molto abile, centrò la sua micetta rapidamente, poi spinse la sua palla con due colpi magistrali, Elvira aveva nascosto il suo viso sotto la matassa di capelli oscuri, si sentivano solo i gemiti e acuti grida, Sam era incastrato senza possibilità di uscire dalla sua vagina stiracchiata al massimo e la scopava a velocità paurosa, io guardavo il suo cazzo come spariva dentro di lei, un paio di volte ho visto la sua grossa palla comparire nel suo stretto bocchette e poi, quando si e gonfiata tutta quanta, sigillò tutto e non uscì più.


Elvira stava abbottonata un’altra volta, io quasi scoppiavo dalla foga e desiderio di avere un orgasmo, mi facevo un ditalino veloce come se fosse una chitarra, ogni volta più veloce, i brividi mi colpirono e arrivai con forza a sfogarmi, la mia figa era un ruscello, guardavo a Elvira come godeva e io volevo solo andare via a prendermi il cazzo di Fred, toccandomi la figa in continuazione ebbi un altro orgasmo, Elvira gridava, pizzicava i suoi capezzoli, contorceva il suo corpo e diceva le cose che stava sentendo, incoraggiava al suo cane di farlo più forte, metteva le mani sulle sue chiappe, in somma, era come forsennata, impazzita, io sono rimasta lì per circa mezz’ora, lei alzava ogni tanto la sua testa, ma non riusciva a spresare niente intelligibile, la sua voce rauca e gutturale emetteva solo gemiti e grugniti, dopo quel tempo Sam si staccò da lei e prima andò a pulire la sua minchia, poi e venuto a pulire la sua cagna facendola sborrare ancora, un altro orgasmo colpiva a Elvira, dopodiché, rimasse per qualche minuto senza reagire, poggiava i suoi seni sul divano en le braccia cadute nei lati, poi si raddrizzò mettendo in ordine il groviglio di capelli che coprivano il suo viso.


Dopo tutto il casino di questa prima scopata, Elvira non finiva di ringraziarmi e io non vedevo l’ora di andare via a raggiungere il mio cucciolotto, la mia micetta era un vulcano, straripata e tumefatta dal desiderio, avevo bisogno di un cazzo grosso e sapevo chi mi potesse dare ciò che volevo, ci siamo dati un paio di bacetti e scappai di corsa alla mia casa.


Quel figlio di un cane stava addormentato, si alzò quando sentì il suono delle ciotole, misi acqua fresca e un bel po’ di mangime, l’ho fatto annusare le mie dita e abbaiò un paio di volte, poi mentre mi spogliavo ballavo attorno a lui e mi faceva ridere perché smise di mangiare e come un maschio qualsiasi, si lanciò a cercare la mia figa, col suo naso dietro nelle mie natiche, mi indirizzai ballando verso la mia stanzetta da letto … saltai sul mio lettino, mi mise in quattro e lui saltò dietro a me ….

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