Una settimana a Lipari

Scritto da , il 2021-05-11, genere trio

A una cena di compleanno conosco Sabrina, è una bella ragazza, molto divertente, approfitto dello stesso vizio del fumo per poter passare tempo con lei. Fumiamo in giardino mentre gli altri invitati continuano a ingozzarsi e bere come se non ci fosse un domani. Tra una sigaretta e l’altra, gli chiedo il numero di telefono, me lo da, gli dico che nei prossimi giorni potremmo organizzarci per un aperitivo. Ci sentiamo nel weekend, ci vediamo, serata piacevolissima e durante la lunghissima chiacchierata mi dice che sta ristrutturando la sua casa estiva e che la settimana prossima ci doveva andare per vedere come procedevano i lavori. Si fa tardi, ci alziamo e l’accompagno verso la sua macchina, un minuto prima di salutarci “Ti va di venire con me a Lipari? Dai, a maggio il tempo è bellissimo, ci sono pochissime persone e l’isola è davvero bellissima senza i soliti turisti”. Non me lo faccio ripetere e gli dico subito di si, lei mi piace e credo che la cosa sia reciproca.
Nei giorni seguenti, organizziamo tutto, una settimana a Lipari.
Arriva il giovedì della partenza, partiamo presto e raggiungiamo nel pomeriggio il traghetto che ci porterà sull’isola. Giunti sull’isola, ci dirigiamo verso casa, leggermente in collina, piuttosto lontana dal mare, mentre tiriamo giù i bagagli guardo il panorama, è da mozzare il fiato, si vedono le altre isole, ero molto contento di essere lì, perché non c’ero mai stato alle isole Eolie ma soprattutto per la compagnia, il viaggio era stato lungo ma divertentissimo.
La casa è enorme, tutta bianca, sono più edifici uniti e noi ci dirigiamo verso la parte più lontana dal cancello di ingresso. La casa è arredata molto bene, in pieno stile marinaro, ci sistemiamo e usciamo subito per andare a fare la spesa al supermercato e un aperitivo in un bar nel centro del paese. Aveva ragione, c’erano pochissime persone e questa cosa mi piaceva moltissimo. Torniamo a casa, ci mettiamo a cucinare, apriamo una bottiglia e tra i fornelli e sistemare la tavola, cominciamo a farci qualche carezza, qualche bacio. La cena scorre via benissimo come le bottiglie di vino, fumiamo una sigaretta sul terrazzino fuori dalla cucina, rimaniamo a guardare il panorama per un po' ma la stanchezza comincia a farsi sentire, andiamo in camera, lei va a cambiarsi in bagno, torna con una lunga maglietta blu mostrano delle gambe bellissime, io come lei, una tshirt e nell’imbarazzo generale, ci mettiamo a letto, ci abbracciamo, ci scambiamo qualche bacio ma è chiaro che siamo a pezzi e ci mettiamo a dormire.
Il risveglio non è dei migliori. Sono le 06.00 del mattino e un rumore assordante ci sveglia, erano gli operai, che con un trapano ci stavano sfondando i timpani. Sabrina si veste in fretta e maledicendo gli operai, esce di casa e li raggiunge. La sento chiacchierare ma non riesco a capire cosa sta dicendo. Torna dopo un quarto d’ora. “La colpa è mia, gli avevo detto che sarei arrivata il venerdì, non hanno visto la macchina e hanno cominciato a lavorare”. Si rimette a letto e chiacchieriamo un po' sui lavori che stanno effettuando, in pratica un terzo della casa, quella dove stavamo noi, era la parte privata, gli altri due edifici erano dedicati a un b/b con 6 camere totali. Intorno alle 9.00 decidiamo di uscire, andiamo al solito bar, facciamo colazione con la tipica granita e poi facciamo una lunga passeggiata per il centro, facendomi vedere degli scorci bellissimi. Compriamo del pesce direttamente dalla barca di pescatori appena rientrati dalla notte passata in mare. Torniamo a casa e mentre io comincio subito a organizzare tutto per il pranzo, lei scompare e torna dopo qualche minuto, si è cambiata, indossa la solita maglietta blu della sera e un paio di sandali… “C’è caldo, pranziamo sul terrazzo, cambiati”. Vado in camera e anche io mi metto comodo, la raggiungo ma prima mi fermo, la guardo mentre pulisce il pesce, ha davvero delle belle gambe, bianchissime, piuttosto toniche, quasi muscolose e penso a come sarebbe bello, andargli a dare una pacca sul culo e baciarla ma forse era meglio posticipare, ancora non si era creata la situazione giusta. Pranziamo sul terrazzo all’ombra di una tettoia di canne, stiamo lì parecchio, anche dopo aver finito il buon pesce, continuiamo a bere del vino e a fumare.
“Che ti va di fare? Vuoi uscire? Vuoi fare una passeggiata? O… “ Intervengo io “ O… ? “ e lei con sguardo malizioso “Possiamo pure rimanere un po' a casa, possiamo riposare un po' e uscire nel tardo pomeriggio” Dico che è una buona idea e andiamo in camera e stanchi dalla sveglia, ci addormentiamo. Ci svegliamo intorno alle 16.30, Sabrina convinta che io dormissi, si alza piano, va in bagno. Io mi alzo, apro le persiane e mi rimetto a letto, la luce del pomeriggio è bellissima.
“Ah sei sveglio? Hai fatto bene ad aprire le persiane, così ci svegliamo” Rimane in piedi a sistemare dei vestiti in una cassettiera, si piega e io la guardo interessatissimo quando… “Stai sbirciando?” Scoppio a ridere e gli dico di si, che in effetti speravo avesse qualcosa da sistemare nel cassetto più basso, Sabrina si mette a ridere e si piega sulle ginocchia invece di piegarsi “Hai visto? Ho sistemato anche l’ultimo cassetto” E ride. “Si ma io speravo ti piegassi, così potevo sbirciare meglio” ma incalza Sabrina “Perchè non me lo dici chiaramente cosa vuoi?” E me lo dice con una voce sexy da morire. “Si volevo sbirciare meglio, già l’ho fatto mentre cucinavi, ho visto che hai delle bellissime gambe e volevo vedere di più” Rimanendo in silenzio ma con uno sguardo malizioso, prende il bordo della maglietta, lo alza piano, finché non se la sfila completamente.
E’ in mutandine e reggiseno, non ha solo le gambe toniche, sfoggia un fisico piuttosto allenato. Si mette davanti a letto, in piedi, proprio di fronte a me. “Ti basta o vuoi vedere meglio?” Io che comincio a eccitarmi sul serio “No ti prego, continua, continua…non ti fermare” Sabrina, porta le mani dietro la schiena e sgancia il reggiseno, lo toglie, ha delle belle tette e piano piano si sfila le mutandine, è nuda e devo ammettere che è ancora più bella di come avevo immaginato. Tolgo il lenzuolo e si capisce chiaramente che ho il cazzo duro “Eh tu? Rimani vestito?” mi tolgo tutto, lo faccio velocemente, Sabrina viene dal mio lato, si siede sul letto, le faccio spazio, si sdraia, ci baciamo, dopo qualche minuto, si sposta più in basso, con le dita gioca con il cazzo e lentamente si sposta ancora più giù, lo prende in bocca, lo lecca tutto, poi lo riprende in bocca, continua a succhiare lentamente, io mi tiro un pochino su, sono quasi seduto sul letto e mi godo il pompino. Sabrina smette bruscamente di succhiare, si alza viene a cavalcioni verso di me, alza una gamba, si strofina sul cazzo, lo fa per qualche per qualche minuto, poi aiutandosi con la mano lo mette dentro e comincia a scoparmi piano, con una mano si tocca le tette e con l’altra si appoggia a me, io le tengo i fianchi, l’aiuto nel movimento, le tocco le tette, gli metto un dito in bocca che lei succhia con impeto finché appoggia le mani alla testiera del letto, una testiera di ferro battuto antico, che comincia a cigolare per il movimento ma Sabrina comincia a scoparmi forte e forte comincia anche a gridare, va avanti per un paio di minuti quando con una voce eccitatissima mi dice che sta per venire, gli dico che anche io sto per venire, ha solo il tempo di dirmi “Vienimi dentro, prendo la pillola” che ricomincia a urlare più forte di prima e pochi secondi dopo veniamo nello stesso momento, sento le contrazioni della sua fica e mi abbandono completamente al piacere. Lei si sdraia su di me, chiedendomi di rimanere fermo, vuole godersi ancora gli ultimi istanti. Si alza, va in bagno. Io invece prendo le sigarette, l’accendo, la vedo tornare, vado anche io in bagno e torno da lei a letto. Fumiamo in silenzio. E’ stato bello. Sabrina ha una bella faccia soddisfatta. “Mi sono divertita, prometti bene” E ride. Continuiamo a fumare. Usciamo. Solito aperitivo nel solito bar del centro e poi una pizza nel locale accanto. Torniamo a casa verso le 23, prendiamo una bottiglia di vino e ci mettiamo sul terrazzo e poi completamente sbronzi andiamo a letto a dormire. Ci svegliamo verso le 08.00 e poco dopo lei esce con il capo cantiere, deve andare al municipio per delle autorizzazioni. Io con calma esco alle 09.00 e poco prima di partire, mi ferma uno degli operai, mi chiede se andassi in paese. Gli dico di si e sale in macchina. Durante il tragitto, Stefanos, mi dice che è cipriota, ha 20 anni e che da circa un anno vive sull’isola, ha raggiunto uno zio che vive qui da diversi anni e lo aiuta nei lavori, gli chiedo se ha voglia di fare colazione con me visto che aveva finito il suo lavoro. Mi dice di si. Cambio bar e mi rendo conto subito di aver fatto un errore, quello che sceglieva Sabrina in effetti era molto meglio. Stefanos mi parla dell’isola, della bellissima accoglienza che ha ricevuto qui sull’isola, sulla gentilezza delle persone e non faccio fatica a credergli in quei giorni tutte le persone che ho incontrato sono state gentilissime. Stefanos mi chiede se io fossi il fidanzato di Sabrina o come la chiamava lui, “la signora” e io gli dico che ci siamo conosciuti da poco ma che ci troviamo molto bene quando siamo insieme. Mi dice che io sono fortunato perché “la signora” è sempre gentile, buona e che è molto bella. Mi metto a ridere perché “bella” l’ha detto piano, quasi per non offendermi se fa un complimento alla “mia fidanzata”, gli dico di stare tranquillo anzi gli chiedo se gli piace e lui timidamente mi dice di si, gli dico di rilassarsi e di parlare tranquillamente. Mi conferma che gli piace e che qualche volta l’ha guardata mentre prendeva il sole sul terrazzo, in bikini ma che non ha avuto mai il coraggio di avvicinarsi o di parlargli di qualcosa che non fosse inerente ai lavori di ristrutturazione. Dopo qualche minuto, Stefanos che ormai si era rilassato e parlava liberamente mi dice che ieri, nel pomeriggio, “ci ha sentiti” e io col sorriso gli chiedo cosa avesse sentito e lui candidamente mi dice di avere sentito “la signora” e ridendo si ferma e rimane zitto. Gli dico di non imbarazzarsi e che non c’è nulla di male, che con me può stare tranquillo, che non mi sono arrabbiato anzi continuo a chiedergli cosa ha sentito, mi dice che l’ha sentita gridare mentre faceva sesso. Gli chiedo se ci ha anche visti. Mi dice di no. Gli dico se gli è piaciuto. E ridendo mi dice di si ma di stare zitto e non dirlo alla “signora” perché si vergognava. Gli chiedo se è la prima volta che sente Sabrina fare sesso e mi dice di si. Lui al massimo l’aveva vista in bikini ma mai niente di più. Accompagno Stefanos a casa e vado all’appuntamento con Sabrina. L’aspetto al solito bar, dove comincio a bere, dopo circa mezz’ora arriva la “signora”.
“Mi aspetti da tanto?” Io “No Signora, da circa 20 minuti” incuriosita dal mio “signora” gli dico che ho passato la mattinata con Stefanos e che lui non la chiama per nome ma appunto “signora”. Sabrina comincia ad alcolizzarsi con me, fuma e mi racconta il buon esito con le autorizzazioni dei lavori, aveva sistemato tutto e che da quel momento poteva ritenersi completamente in vacanza. Per pranzo ci preparano dei panini e dopo facciamo un lunghissimo giro dell’isola. Ci fermiamo alle Cave di pomice, stiamo un po' lì a guardare il panorama e poi decidiamo di tornare a casa. Lungo la strada Sabrina incontra una coppia di suoi amici, venuti sull’isola per il weekend e organizza una cena a casa sua. Andiamo a casa, qualche sigaretta sul terrazzo con un po' di vino poi la doccia, gli amici di Sabrina stanno per arrivare. Verso le 19,30 arriva la coppia, devo ammettere che non sono molto simpatici ma mi adeguo e faccio finta di essere interessato alle loro stronzate su dei litigi con dei loro vicini di casa. Sabrina lo capisce che mi sto annoiando e me lo dice pure in quei rarissimi momenti in cui siamo soli ma pazienza, ci rifaremo. La coppia nonostante fosse passata l’una non intendeva andare via ma per fortuna, il tipo comincia ad accusare la stanchezza ma soprattutto l’alcol, chiede alla compagna di tornare a casa. Vanno via. Noi quasi ubriachi stramazziamo a letto.
Mi sveglio, sono le 10. Sabrina dorme pesantemente. Mi alzo, preparo il caffè, guardo fuori, è una bellissima giornata. Una voce sfatta dal sonno e dall’alcol “Mi porti il caffè? Sabrina si era svegliata e aveva sentito il profumo di caffè, glielo porto. La trovo seduta, tutta contenta che gli portassi il caffè a letto, apro le persiane e il suo viso mostra i segni della guerra alcolica della notte prima, fa ridere, ha i riflessi lenti, non parla, sorseggia il caffè, si accede una sigaretta e dopo qualche boccata riprende coscienza “Ma quanto abbiamo bevuto ieri sera? Eravamo 4 ubriachi, chissà che sono riusciti ad arrivare a casa, quando sono usciti da qui barcollavano” Gli manda un messaggio. Erano svegli da un pezzo ed erano andati al supermercato. Tranquillizzata dalle condizioni dei suoi amici. Mi propone di mangiare qualcosa. Ci facciamo dei panini e durante la preparazione, non mi sono fatto sfuggire l’occasione di accarezzarla, di darle qualche bacio. Siamo sul terrazzo, Sabrina tiene il panino in mano e guarda nel vuoto, è ancora chiaramente devastata dalla sera precedente “Sai che stavo pensando? Io ieri mi sono divertita!” E ridendo si gira verso di me “Dai rifacciamolo”. E io, ora lo posso dire, ancora rincoglionito dalla sbronza “Eh andiamo al supermercato, abbiamo poche bottiglie”. Sabrina scoppia a ridere, ride di gusto e per fortuna non mi guarda come un cretino ma con un bel sorriso divertito “Intendevo il sesso”. In quel momento capisco di aver fatto una figura di merda e “Scusami, l’alcol” Finisco di parlare, mi alzo, le prendo la mano, andiamo in camera, appena entrati le si spoglia “Non mi hai detto se ti piaccio” e io “Si, sei bellissima e hai un corpo bellissimo” Mi avvicino la bacio, l’accarezzo, le metto una mano tra le cosce che lei prontamente apre per farsi toccare meglio, l’appoggio al muro e continuo a baciarla e a toccarla “Per favore, vai giù, leccala” Appoggia la schiena al muro e divarica le cosce, io mi metto in ginocchio e gliela lecco per bene, lei chiude gli occhi, con una mano mi accarezza la testa e con l’altra si accarezza le tette, continuo e lei continua a godersela, gli piace tantissimo, ogni tanto mi da degli ordini “Mettimi due dita dentro”, “Leccami anche il culo”, “Più veloce più veloce” che io eseguo prontamente. Mi allontana la testa con le mani… “Mettimelo dentro”, mi alzo, la giro “Piegati”, Sabrina si appoggia alla cassettiera, divarica bene le gambe, gli strofino la cappella tra le cosce, sulla fica, lei quasi mi prega di metterglielo dentro, l’accontento e tenendola bene per i fianchi la comincio a montare, piano, lo sento che lei vuole accelerare e me lo dice pure ma io ho voglia di “tormentarla” e continuo ad andare piano “Sei un bastardo, lo so, sei un bastardo, dai spingi bastardo, spingi, fammi godere” quella frase ma soprattutto con quella voce mi aveva fatto impazzire e comincio a sbatterla forte, a darle degli schiaffi sul culo e vedo che lei apprezza, lo sento… urla, urla come una matta, non avevo mai sentito una donna urlare così, mi fa impazzire e ancora una volta veniamo insieme, rimaniamo qualche secondo fermi… mi sposto, lei si tira su… mi guarda, mi bacia e “Tu mi piaci, sei gentile ma sei anche un gran bastardo” ride e va in bagno, torna dopo qualche minuto… il viso sorridente “Dai dammi una sigaretta” Siamo seduti sul letto. “Che bello, vorrei vivere sempre su quest’isola, mangiare, bere e scopare così, mi sento libera” Io “Mi piace quando godi, mi fai impazzire, urli come una matta e mi piace da morire questa cosa” “Lo so ma quando mi piace tanto, lo faccio spontaneamente, certo in città non posso, ti immagini i vicini?” Intervengo io con “Anche qui puoi essere sentita” e Sabrina “Ma che dici, qui, in mezzo al nulla, a maggio?” Io “guarda che Stefanos, mi raccomando non gli dire niente che te l’ho detto, mi ha detto che lo scorso pomeriggio ci ha sentiti, vedi che era imbarazzatissimo e che mi ha pregato di non dire niente alla “signora”. Sabrina si mettere a ridere “Mio Dio che figura di merda e che ti ha detto oltre a questo?” Io “No no niente solo questo, in realtà non me lo voleva nemmeno dire ma si parlava dei lavori, che aveva fatto tardi e che ci aveva sentito da giù” Sabrina “Stefanos è un bravo ragazzo, sempre gentile, no non ce l’ho con lui, stava lavorando, è molto scrupoloso a volte lavora più ore di quelle che mi dice infatti io lo pago bene per questo motivo, è un bravo operaio ma soprattutto onesto” Io “Lo credo anche io, infatti mi ha detto che sei bellissima soprattutto quando ti vede in bikini prendere il sole” Sabrina scoppia a ridere “Ah e io che credevo che manco mi degnasse di uno sguardo” Io “Perché ci hai fatto un pensierino?” Sabrina “No, un pensierino no, Stefanos è bello, sempre gentile ma lo vedo sempre per i lavori della casa, con lo zio ma qualche volta è passato a casa per avere delle informazioni ma subito andava via nonostante io lo invitassi a fermarsi a fare una pausa” In poche parole avevo capito che Sabrina ci aveva fatto molto più che un pensierino ma non aveva il coraggio di dirmelo, lo avevo capito tra le righe che lei avrebbe voluto avere almeno una possibilità di fare conversazione con Stefanos e poi chissà “Scusa ma perché non glielo dici che ti piace?” Sabrina ride “Ma che dici? E poi non abbiamo mai parlato” Io “Chiamalo, così vi conoscete, io oggi c’ho parlato tutta la mattinata e mi sembra un ragazzo in gamba” Sabrina “Avevo ragione sei un bastardo, ecco perché mi piaci” e scoppia a ridere. “Dai chiamalo, invitalo a cena”.
Sabrina, prende il telefono e scrive un messaggio a Stefanos e gli dice se fosse possibile di passare da casa sua per dargli delle correzioni sui lavori. Stefanos risponde immediatamente. Arriva alle 19.00. Stefanos con il suo scooter si presenta in perfetto orario. Sabrina gli mostra i lavori da fare lunedì e poi rimaniamo giù nel cortile a chiacchierare, finché Sabrina “Stefanos, noi stiamo bevendo del vino e poi mangiamo qualcosa, se non hai impegni, perché non rimani?” Stefanos piuttosto imbarazzato borbotta “Non so Signora, non vorrei disturbare” ma Sabrina “Stefanos, io sono Sabrina, non mi chiamare Signora, mi fa piacere se rimani, ci mettiamo sul terrazzo al fresco” Stefanos accetta. C’è il vino, la pasta e i racconti di Stefanos, su Cipro, sulla sua famiglia. La serata è fresca e c’è una leggera brezza che ci fa pensare di trasferirci nel salotto. Stefanos prende la poltrona e io Sabrina siamo sul divano. Continuiamo a bere e ad ascoltare i racconti di Stefanos. “Stefanos, a Cipro hai o avevi una fidanzata?” Stefanos dice di no, gli piaceva tanto una ragazza ma non era corrisposto ed è stato il principale motivo per cui ha deciso di provare questa esperienza qui con lo zio. Sabrina “Ah mi dispiace ma vedrai che ti rifarai, ora arriva l’estate e chissà quante ragazze conoscerai” Stefanos “Ah si, lo spero, spero di trovare una bella ragazza” Sabrina “Di sicuro la troverai, sei un bel ragazzo” Stefanos “Grazie Sabrina, lo spero magari una bella come te” Era una frase normalissima ma detta in quel momento, in quel preciso secondo sapeva di altro “Ah si? Bella come me? Ah quindi io sono bella?” Stefanos “Certo che sei bella, sei molto bella” Sabrina “E perché non me lo hai mai detto prima?” Stefanos “Eh perché fino a poco fa eri la “Signora” per cui lavoravo e poi lo zio mi avrebbe rimproverato, non vorrebbe che io ti infastidissi” E qui Sabrina si rivela “Eh ma ora non c’è lo zio” Stefanos visibilmente imbarazzato “Si sei bella, te lo volevo dire già l’anno scorso, ti ho vista che prendevi il sole, qui sul terrazzo, ti ho guardato tanto mentre lavoravo ma non avevo il coraggio di dirtelo” Sabrina “Ah mi guardavi in bikini? E ti piaceva quello che vedevi?” e Sabrina comincia a ridere compiaciuta dell’interesse di Stefanos “Si mi piaceva guardarti” Sabrina “Eh… continua…” Stefanos sempre più imbarazzato mi guarda e io per rassicurarlo “Stefanos, puoi dire quello che vuoi” “Si Sabrina, ti guardavo e poi ti pensavo ma c’è il suo fidanzato e basta” Sabrina si mette a ridere “Stefanos, io e il mio fidanzato siamo curiosi, mi pensavi a casa? Ti toccavi pensando a me?” Stefanos si lascia andare e comincia a raccontare che quei pomeriggi passati a lavorare a casa di Sabrina erano un tormento, che lavorava eccitato e che appena poteva si girava a guardarla, sperando che lei si muovesse, per poterla guardare meglio, che quando si metteva a pancia in giù lui impazziva e si eccitava tantissimo e che poi una volta che arrivava a casa, si masturbava. Una volta finito il discorso, era come se si fosse tolto un peso, quella sua confessione lo aveva liberato. “Sei un bel ragazzo Stefanos, potevi dirmelo che ti piacevo, poi magari ci saremmo conosciuti meglio, magari avremmo fatto un giro con lo scooter, dove mi avresti portato?” Stefanos “Al belvedere Quattrocchi” Sabrina, contenta della destinazione “Ah si è bello quel posto, romantico e poi pensi che ci saremmo baciati?” Ecco qui la situazione si era fatta chiaramente calda, io cominciavo a eccitarmi, Sabrina era sicuramente eccitata dalla piega che stava prendendo la serata, aspettavamo Stefanos che “Magari, dopo aver parlato, magari se pure io ti piacevo” Sabrina “Te l’ho già detto un paio di volte, sei un bel ragazzo”, Stefanos sorride “Eh allora si, ci saremmo baciati” e subito guarda me imbarazzato ma mi trova molto divertito e capisce che può osare “Sei bella Sabrina, te lo dovevo dire anche l’anno scorso” Sabrina, sorride, contenta della confessione, contenta di essere apprezzata anche da Stefanos mi guarda ammiccante e io “Stefanos, la vuoi vedere Sabrina di nuovo in bikini? Sabrina ride e Stefanos immediatamente dice di si. “La vuoi vedere ora, subito?” Stefanos guarda Sabrina “Si, mi piacerebbe guardarti di nuovo come l’estate scorsa”. Sabrina si alza, si mette al centro del tappeto e comincia lentamente a sbottonarsi i jeans, fino a toglierli completamente, mostrando un perizoma nero, la stronza di sicuro si era preparata prima, sperava che la serata finisse così, Stefanos a fatica nasconde la sua eccitazione che ormai è perfino visibile, il pacco gonfio sotto il pantalone della tuta non passava inosservato. Sabrina toglie anche la maglia, ha i capezzoli duri. “Stefanos, ora cosa vuoi che faccia?” Stefanos “Mi piacerebbe guardarti tutta nuda” Sabrina esegue, sempre lentamente, sempre guardando la sua preda. Sta ferma davanti a Stefanos. “Dimmi Stefanos, sei contento, cosa vuoi ora?” Stefanos “Posso toccarti?” Sabrina gli si avvicina e lo invita a farsi toccare, lui rimane seduto nella sua poltrona, le tocca i fianchi, le cosce, le tette e poi piano piano allunga le mani per toccargli il culo ma Sabrina lo agevola, si gira, se lo fa toccare per bene e poi come una stronza si piega in avanti e “Ti piace?” Stefanos completamente impazzito “Si” “Dai fai il bravo, lecca tutto” Stefanos mette tutto il viso tra le chiappe di Sabrina e lecca, lecca come un matto e Sabrina gradisce tantissimo, io nel frattempo mi tolgo il jeans, mi tolgo anche il boxer e comincio a smanettarmi il cazzo bello duro. Sabrina “Stefanos, guardalo, ha tirato fuori il cazzo, e tu? Non vuoi farmelo vedere? Dai tiralo fuori” Sabrina si sposta e guarda il ragazzo togliersi il pantalone, il boxer e infine il suo bel cazzo duro. Sabrina si inginocchia e comincia a leccare il cazzo, glielo succhia bene perché vedo Stefanos eccitatissimo, io continuo a smanettarmi. Glielo succhia ancora per un po', poi dal tavolino accanto alla poltrona prende un preservativo, gli dice di indossarlo, lui rimane seduto e Sabrina a cavalcioni gli monta su e lo scopa prima piano e poi più forte, lui la tocca un po' ovunque, gli tiene i fianchi, gli tocca le tette, gliele bacia, gliele succhia, la bacia ma Sabrina cambia velocità e comincia a scopare più forte, gli piace ma sul più bello, Stefanos, cede e gode mentre Sabrina continua a scoparlo “Bravo Stefanos, bravo… mi hai fatto godere ma io ho ancora bisogno di cazzo” Sabrina non si era resa conto che io mi ero alzato perche volevo metterglielo in bocca mentre scopava il ragazzo ma era finito tutto prima che arrivassi al mio obiettivo, prendo Sabrina da dietro, lei si sente subito spostare sul divano, si mette in ginocchio e si tiene dalla spalliera “Dai Sabrina, volevi ancora cazzo, eccolo” e spingo con tutta la forza che ho, la sbatto forte e Sabrina comincia a urlare, le do degli schiaffi sul culo, che fanno tanto rumore che Stefanos apprezza, infatti mi incita a dargliene ancora, gli dico di alzarsi e darglieli pure lui e così mentre io sbatto Sabrina, Stefanos le riempe il culo di schiaffi, è accanto a me e sta impazzendo tra le urla di Sabrina e i suoi schiaffi, nel giro di pochi secondo io e Sabrina godiamo a poca distanza l’uno dall’altra. Appena finito Sabrina si gira e mi dice “Qui, in questa isola, io mi sento libera”. E va via, va in bagno, torna dopo pochi minuti, vestita e ci ritrova vestiti anche noi, con un bicchiere di vino e le sigarette accese. “Date del vino anche a me e anche una sigaretta” e si lascia cadere sul divano. La serata finisce così, dopo qualche altro bicchiere e un paio di sigarette, Stefanos va via. I giorni successivi, scorrono troppo veloci, dormivamo, mangiavamo, bevevamo in continuazione e facevamo sesso in continuazione. Stefanos salvo pochi minuti non lo abbiamo più visto, ci siamo salutati velocemente un pomeriggio che uscivamo da casa. Finita la vacanza siamo tornati in città. A casa. E solo pochi giorni dopo ho capito cosa voleva dire Sabrina, quell’isola aveva rapito anche me.

Questo racconto di è stato letto 5 1 9 9 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.