06 - Violentata dagli zingari
di
Ivofosco
genere
dominazione
Mi chiamo Alessia, ho trent' anni, vivo a Roma e come lavoro faccio l'estetista. Voglio raccontarvi la brutta storia che mi capitò qualche anno fa quando appena finite le superiori be nell’attesak di capire cosa fare nella vita, bighellonavo tutto il giornou senza decidere se continuare a studiare o andare a lavorare. Fumavo erba ma dato che i soldi per comprarla erano pochi, adoperavo la mia bellezza per averla gratis circuendo il mio spacciatore. Il poveretto aveva perso la testa per me ma, da vera stronza, non mi concedevo. Non gliel’avevo ancora data, e ogni giorno dovevo difenderla dai suoi assalti.
Oltre a grandi pomiciate gli facevo delle interminabili seghe facendolo venire con la mano.
Non ero vergine, la festa me l'aveva fatta un bolognese di 25 anni in campeggio a Milano Marittima ma a lui avevo fatto credere di essere ancora intatta per non dargliela. Non mi piaceva e stavo con lui solo per motivi di convenienza. I suoi amici mi avevano soprannominato " la profumiera" perchè gliela facevo solo annusare. Mario, questo era il nome dello spacciatore, era riuscito a ottenere da me solo un pompino quando il mio debito era diventato enorme e stava per mollarmi.
Una mattina mentre eravamo in macchina a fumarci una canna, vidi che era veramente preoccupato per via del fatto che gli avevano rubato una busta di fumo che doveva ancora pagare agli zingari che in zona gestivano lo spaccio e la prostituzione. Sapeva che non avrebbero creduto alla storia del furto e che, in ogni caso, avrebbero preteso di essere pagati. Aveva paura di andare da loro per spiegare la situazione e mi chiese di accompagnarlo sperando che con me accanto non lo avrebbero strapazzato. Non potendo rifiutare lo accompagnai stando ben attenta a non indossare abiti provocanti; scarpe da ginnastica, leggins neri con sopra una camicia di jeans di mio fratello talmente larga e lunga da nascondere alla perfezione tette e culo e per finire legai i capelli per non esibire la mia folta chioma bionda. Il campo Rom si trovava sotto un ponte dell'autostrada. Scendemmo dalla macchina e, guardati con sospetto, ci dirigemmo verso una grande roulotte priva di ruote appoggiata su blocchi di tufo. Varcata la soglia capii subito che per me si sarebbe messa male.
- Ciao Mario come stai? Chi è ‘sta puttanella che te sei portato dietro?
Mario da vero codardo non replicò all'offesa; balbettando raccontò la storia del furto e come intendesse risarcirli. Nella roulotte c’era anche la madre dei due fratelli, una donna di mezz’età con l'aria da mignotta navigata. Dopo averlo preso a schiaffi, quello che doveva essere il capo, afferrandolo per i capelli gli sputò in faccia dicendo:
- "A brutto fjio de 'na mignotta! Che pensi de venì qua a cojonacce co' ste stronzate! A me delle fregnacce che racconti non me ne frega n'cazzo. Te do tempo 'na settimana e poi, se non me porti i soldi, te vengo a cercà e te strappo tutte le unghie delle mani! Hai capito bene"?
- Si,... si,... balbetto Mario, non ti preoccupare pagherò tutto come sempre.
- Bene mo levete da li coijoni che me voglio spupazzà sta bella bambolina che c’hai portato come acconto su quello che ci devi!
Con un calcio in culo Mario fu cacciato fuori dalla roulotte. Quello stronzo cercò di spiegare che non c'entravo niente e che mi dovevano lasciar stare ma appena l'altro fratello minacciandolo con la pistola gli fece capire di sparire, scappò via come una lepre.
- Guardate, dissi impaurita, non so niente di tutta questa storia, sono un’amica di Mario e l’ho solo accompagnato.
- Mi sa tanto, amica di Mario, che adesso vieni qua e ci fai un bel pompino!
Impaurita da quelle parole, cercai di scappare ma la megera mi fece lo sgambetto facendomi cadere.
- Dove vai troia, se mio figlio dice di succhiare cazzo tu succhi cazzo.
Urlando cercai di divincolarmi ma un violento manrovescio mi fece desistere. Uno dei due che chiamerò il biondo tirò fuori il cazzo e me lo mise davanti alla faccia.
- Forza ragazzina datti da fare, apri la bocca e inizia a ciucciare. Tremando dalla paura iniziai il pompino, l'uccello puzzava di piscio da far vomitare. Capii subito che non voleva un pompino ma voleva scoparmi la bocca. Non riuscivo a respirare, quello stronzo mi bloccava la testa per spingermelo in gola facendomi vomitare bava e succhi gastrici che uscendo all'improvviso finivano sul cazzo e sulla faccia. Il bastardo lo tirò fuori un attimo ma solo per darmi una sberla:
- Fai attenzione ai denti, se mi graffi te li faccio saltare!
In vita mia non avevo mai ricevuto uno sberla così forte, la guancia mi bruciava. Continuò a scoparmi la bocca incurante delle lacrime e dei lamenti fino a quando…
- Ssiii... daiiii... vengo! Sborroooo... aaaaaahhhh!
Una fucilata di sperma mi riempì la bocca. Stavo per sputare quando la megera, che aveva assistito divertita, disse:
- Puttana vedi di non sputare, hai già sporcato abbastanzan, manda giù o ti frusto la fica con le ortiche!
Il sapore dello sperma non mi è mai piaciuto, di solito sputo, ma controvoglia fui costretta a inghiottire.
Intanto l'altro fratello con i capelli mori si era spogliato mostrando un cazzo enorme con una cappella mostruosa talmente larga che sembrava quella di un fungo porcino!
- Su fai la brava e mostraci cosa nascondi sotto questi stracci! Facci vedere come sei fatta!
Cercai di sgattaiolare ma quella stronza della madre m’immobilizzò. I due dopo avermi tolte le scarpe, mi sfilarono i leggins lasciandomi con l'unico indumento che non pensavo venisse visto: il perizoma.
-’Anvedi che mutande da troja che c'ha ‘sta ragazzina!
- Ragazze italiane tutte troie - disse la megera - non puttane come noi che la diamo per soldi!
- Su coraggio,... non fare la smorfiosa,... facci vedere la passera.
Mi stesero sul tavolo per potermi scopare e, mentre mi dibattevo come un'anguilla, la vecchia mi teneva ferme le braccia.
Mi avevano immobilizzata e nonostante cercassi d’impedirlo, mi tolsero mutande e reggiseno.
- Ehi!... Guardate un po' che meraviglia! E' un sacco di tempo che non ne vedevo una così, fra tante fiche depilate o nere questa troietta ha la topina bionda curata e cotonata come se l'avesse appena pettinata! Chissà per chi l'avrà preparata!
Mentre uno mi palpava le tette, l’altro cercava di aprirmi le gambe che, con la forza della disperazione, cercavo di tenere chiuse.
- Scalpita... scalpita pure cavallina... adesso vedrai che bel servizietto ti facciamo!
Sentii una mano insinuarsi con prepotenza tra le cosce, accarezzandomi il sesso; provai a tirare indietro il bacino per sottrarmi a quel contatto ma non ci riuscii.
- Forza bellezza non ti ribellare,... da brava apri queste cosce!
La mano continuava a massaggiare la vagina e lo sfregamento sul clitoride iniziava a produrre i suoi effetti; ero a disagio perché non volevo dare l’impressione di essere una delle tante zoccolette sempre pronte a farsi scopare.
Il cazzo che stavo per prendere, oltre a essere enorme, era anche duro come l’acciaio, sicuramente mi avrebbe sbrindellato la topina che, oltre a essere entrata in attività da poco, non era nemmeno abituata a quelle dimensioni.
Il moro era riuscito a aprirmi le cosce mettendocisi in mezzo; ero terrorizzata. Se l’era scappellato tirando indietro la pelle del prepuzio e godeva nel vedere la paura disegnata sul mio volto alla vista di quel glande gigantesco. Iniziò a strusciare l’enorme cappella sulla patata allargando le piccole labbra a ogni passaggio; ero tesa come una corda di violino aspettando da un momento all’altro la stoccata decisiva con la quale mi avrebbe penetrata.
-La senti la cappella? È di tuo gradimento o pensi che sia troppo grande per la tua fichetta? Mi sa tanto che l’aprirà come una pesca matura!
Finito lo sfregamento la posizionò al centro della fessura iniziando a spingere. Sentivo che quel mostro aveva bisogno di spazio per entrare e premendo lo stava creando. Quell’enorme testa di cazzo la stava dilatando facendomi vedere le stelle. Inutilmente provai a stringere le gambe indietreggiando con il bacino per cercare di non farlo entrare, ma fu tutto inutile. Continuava a spingere, spingeva sempre con maggior forza e non potei fare a meno di strillare quando la cappella riuscì a entrare; piangevo e strillavo mentre quella trave mi dilatava.
- Stai ferma, hai la passera talmente stretta che devo forzare per entrare.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
- Noo! Non voglio! Bastardo... bastardo, non voglio! Maledetto, siete dei figli di puttana. Mi rompi, mi fa male! Ahia!
Piangevo a dirotto. Quando ritenne di avermi penetrata a sufficienza iniziò a scoparmi.
- Basta! Basta! Mi uccidi! Mi fa male!
- Cazzo se sei stretta, rilassati e la lasciala aprire e vedrai che tra poco, passato il dolore, inizierai a prenderci gusto. Sono sicuro che ti farò zampillare come una fontana! Di la verità che un cazzo così grande non lo hai mai preso, senti come riempie bene la fica! Ti assicuro che di queste dimensioni se ne trovano pochi e sono anche dolorosi da prendere ma vedrai che fra qualche strillo riuscirai a prenderlo tutto.
Aveva ragione, non pensavo che esistessero cazzi così grossi e il suo mi stava massacrando; la sentivo piena, non era il fodero adatto per quelle dimensioni. Il cazzo che mi aveva sverginata mi aveva fatto meno male.
Oltre a dilatarla, era talmente lungo che a ogni spinta sbatteva contro l’utero facendomi sobbalzare. Quello che mi faceva maggiormente incazzare, oltre al dolore, era la sensazione di impotenza che provavo mentre ero costretta a prenderlo con la forza.
Speravo che il tormento finisse presto ma purtroppo non fu così. Come si accorgeva che stava per raggiungere l'orgasmo si fermava un attimo tenendolo dentro. A volte lo sfilava completamente per ritardare l'orgasmo; il bastardo faceva di tutto per prolungare la scopata. Per fortuna, durante una pompata furibonda, non riuscì a controllarsi riempiendomi di sborra senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze. Mi aveva lasciato con la patata completamente spalancata, mi sembrava di avere un forno in mezzo alle gambe. Per un attimo mi illusi che era tutto finito e mi avrebbero lasciata andare ma il biondino che aveva goduto con la bocca era di nuovo a cazzo dritto e voleva scopare; prese il posto del fratello e, sollevandomi le gambe fino a farmi poggiare i piedi sulle sue spalle, iniziò a accarezzarmi la fica con la cappella. Questo sfregamento fece si che lo sperma lasciato dal fratello uscisse fuori sporcandogli il pisello:
- Mamma che schifo! Non voglio mettere il cazzo qui dentro!
Quella stronza della madre fu svelta a suggerire il rimedio:
- Se non vuoi sporcare cazzo, usa l’altro buco!
Oddio mi voleva inculare! Dietro ero vergine, non sopportavo neanche le supposte, mi avrebbe sfondata.
Urlando mi divincolai scendendo dal tavolo nella speranza di fuggire ma fui subito bloccata. Ingaggiai una vera e propria lotta per cercare di salvare il culo.
Quella zingara di merda che aveva suggerito di sodomizzarmi trovò anche la soluzione:
- Buoni figli questo posto troppo piccolo! Non adatto per farle il culo! Portare nella stalla.
Il moro che mi aveva appena scopato mi prese in spalla e uscì dalla roulotte.
- Zingari di merda! - urlai - non potete farmi questo.
Cercando di liberarmi prendevo a pugni la schiena e il sedere dello zingaro. Ero coricata sulla sua spalla vestita solo con la camicia che, stando a testa in giù, a malapena copriva il sedere. Attraversando il piazzale incrociammo un altro zingaro che vedendo la scena si mise a ridere.
- Salve cugino, questa bella zoccoletta da dove è spuntata?
- E' un regalo di un amico che mi deve dei soldi.
- Non gli dia retta, per favore mi aiuti perché mi stanno violentando! Uno mi ha costretta a prenderlo in bocca e, non contento, me lo ha cacciato in gola facendomi vomitare anche l’anima. Quando è venuto ho dovuto pure ingoiare per non morire soffocata.
L’altro mi ha sfasciato la micetta per la brutalità con cui mi ha scopata e per le dimensioni asinine del suo uccello.
Non contenti adesso vogliono farmi il culo,… mi aiuti, per favore,… li non l’ho mai preso, ho paura,… non voglio!
- Come scalpita però, posso darle un’occhiata?
- Cerro accomodati pure ma stai attento, è andata in crisi come ha capito che le avremmo fatto il culo.
Il cugino, avvicinandosi, mi sollevò i capelli per vedermi in faccia:
- Bel visino, occhi bellissimi e che boccuccia, chissà che pompino da favola ti avrà fatto!
- Non ti voglio deludere ma con la bocca non sa fare un cazzo. Deve migliorare, è ancora acerba e non ha esperienza.
Capii che dal cugino non avrei ricevuto nessun aiuto anzi, quello stronzo mi stava accarezzando le cosce e alzando la camicia mise ben in mostra fica e culo.
Come se fossi un animale, mi palpò il sedere toccando la fica poi, non contento, inserì un dito dentro facendomi sobbalzare.
- Ehi,... ma è piena di sperma!
- Non hai sentito che ha detto la ragazza? - disse il moro - ho appena finito di scoparla,... la fica sarà per forza piena di sborra.
Il bastardo del cugino con l'indice bagnato di sperma volle saggiare anche l'altro buco. Divaricando le chiappe con una mano con l’altra, senza nessuna grazia, infilò un dito nel sedere facendomi urlare.
- Ahiaaaa! Che cazzo fai brutto maiale! Toglilo immediatamente! Stronzo bastardo!
Cercavo di sottrarmi a quella profanazione ma il porco continuava a spingere. Sebbene mi agitassi come una serpe non riuscivo a sfilarlo. Il risultato fu di ritrovarmelo infilato nel retto fino alle nocche.
-Mmmmmhhhh,… - disse il bastardo - la ragazza non mente, ha il buco chiuso, è incredibile ma è ancora vergine di culo! L’ano è così stretto che è bastato infilarci un dito per farla strillare. Ci credo che è in preda al panico, è spaventata! La volete sodomizzare e, come tutte le vergini, ha il terrore della deflorazione.
- Ahia mi fai male, toglilo!
- Fai silenzio e risparmia il fiato per strillare quando al posto del dito ti c’infileranno il cazzo!
La prima inculata non è mai piacevole, c’è poco da godere e tanto da soffrire poi, una volta che ti sarai abituata al cazzo in culo, inizierai anche a godere.
Sfilò il dito dal sedere e mettendomelo davanti alla bocca disse:
- Bambolina non credo che quella boccuccia non sia capace di fare pompini! Chissà quel bruto cosa ti avrà fatto! Fai la brava, succhia questo dito come se fosse un cazzo e dimostra a mio cugino che si sbaglia!
- Sei matto! Lo hai appena sfilato dal culo e sarà anche sporc...
Non mi fece nemmeno finire la frase, tirandomi per i capelli mi cacciò il dito in bocca facendomelo arrivare in gola. Una volta dentro, con l'altra mano, mi torse il capezzolo facendomi urlare.
-Se quando lo tiro fuori non è pulito, te lo stritolo!
Piangendo leccai il dito cercando di non pensare a dove era stato infilato. Solo allora il bastardo allentò la stretta sul capezzolo.
- Dove la state portando?
- Caro cugino hai centrato il problema, questa ragazza fa la schizzinosa e non si fa sodomizzare per paura del dolore. Dato che finora nessuno è stato capace di inchiappettarla, e con le buone non lo vuole prendere, la stiamo portando nella stalla per farle il servizio. Si agita peggio di una cavalla selvaggia con la differenza che la puledrina scalcia per non farsi sellare, lei per non prenderlo in culo. Capisci bene che per farle accettare la sodomia la zoccoletta va domata. Chi le ha fatto la festa è stato un coglione perchè l’ha deflorata davanti ma non di dietro.
- Bravo, è inaccettabile che alla sua età abbia ancora il sederino chiuso!
- Si, anche se non era sua intenzione, è arrivato il momento di sverginarla così, una volta rotta in culo, non avrà più scuse per prenderlo!
Non è la prima e non sarà l’ultima a rifiutare la sodomia e per farle capire che il culo deve essere sempre disponibile dovremo educarla facendole lo stesso trattamento con cui svezziamo il culetto alle giovani e inesperte ragazze prima di farle prostituire.
Purtroppo con le vergini è sempre la stessa storia: oltre a farglielo entrare nel culo bisogna farglielo entrare nella testa che il sedere deve essere sempre messo a disposizione.
- Ben detto cugino e chi meglio di te può insegnarglielo? Sono sicuro che, quando avrai finito la lezione, questa zoccoletta tra le chiappe non avrà più il virginale buchetto da signorina ma un bel buco largo e spanato da signora navigata.
- Ragazza mia non potevi scegliere posto migliore per fartelo aprire, mio cugino è un vero esperto e davanti a un culo vergine non si tira mai indietro. Adora sfondare i culetti vergini e con il cazzo largo, lungo e duro che si ritrova, non avrà nessuna difficoltà a sverginarlo. In più, da vero bastardo, non si farà impietosire dalle tue grida quando lo supplicherai di smettere. Questo giorno rimarrà per sempre nella tua mente e ricordandolo ti ritroverai a stringere le chiappe.
Ascolta, la prima volta è sempre molto dolorosa, quindi, se vuoi toglierti il dente senza soffrire più del necessario non ostacolarlo, sfogati strillando ma non stringere, sforzati di spingere come se andassi di corpo.
La cosa più dolorosa è far entrare la cappella perché lo sfintere si deve dilatare al massimo. Una volta dentro però non pensare che sia finita perché durante l’inculata esce e rientra di continuo facendoti vedere le stelle. L’unica cosa che puoi fare è tenere l’ano rilassato augurandoti che finisca il prima possibile.
- Parole al vento caro cugino, le vergini come sentono la cappella premere sul buco stringono lo sfintere illudendosi di evitare la sodomizzazione. Vedrai che anche lei non farà eccezione tanto più che da quella parte è più chiusa di un’ostrica.
Piangevo a dirotto! Non avevano il diritto di farmi questo. Mi consideravano come una vacca da portare al toro.
Dopo aver attraversato il piazzale entrammo in un locale al centro del quale stava una sella fissata su un cavalletto.
Cercavo disperatamente di liberarmi dalla loro presa scalciando e divincolandomi con tutta la forza. Aiutati dalla madre cercavano in tutti i modi di farmici salire.
Capii subito che quella sella altro non era che il patibolo sul quale il mio culo sarebbe stato giustiziato. - Stai buona e sali sulla sella che sicuramente avrai già capito a cosa serve: noi la chiamiamo l’inculatoio perché serve per sverginare il culetto a chi, come te, ce l’ha ancora chiuso.
Non immagini nemmeno quante troiette sono state deflorate qui sopra,… deve essere magica perchè sali vergine e scendi rotta in culo.
Una volta in sella mi obbligarono a piegare il busto in avanti e, dopo aver legato polsi e caviglie alle quattro gambe del cavalletto, per non farmi svincolare fissarono il culo in posizione schiacciandomi la pancia sul cavalletto con una robusta cinghia. Ormai non avevo scampo…
- Ecco fatto, ora sei pronta per prendere il primo cazzo nel sedere!
Non potevo muovermi, con le cosce divaricate e il culo a papera i miei buchi erano a loro completa disposizione. Ormai niente e nessuno poteva salvarmi dall’inculata.
Nel frattempo lo stronzo continuava a palparmi il sedere.
- Hai proprio un gran bel culo, sono proprio impaziente d’infilare il mio cazzo in mezzo a queste chiappette sode e spaccarle a metà come una mela.
Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo ma non avrei mai immaginato che per farlo mi avrebbero violentata.
Non potevo accettare che mi facessero la festa in questo modo; era intollerabile che contro la mia volontà uno zingaro di merda fosse il primo a incularmi. Toccava a me scegliere modi e tempi e soprattutto chi mi avrebbe sodomizzata. L’ano non avrebbe resistito alla penetrazione di quel cazzo asinino che sicuramente l’avrebbe rotto facendomi sanguinare.
La megera che li aveva aiutati a bloccarmi mi aprì le mele mettendo in mostra il buco da profanare; l'ano era di un colorito nocciola e dal forellino puntiforme partivano dei raggi che lo facevano somigliare a una stella.
La vecchia lo unse con del grasso che spalmò prima all’esterno e poi, facendo pressione, anche all'interno inserendo il dito dentro.
- Ahiaaa! Che cazzo fai brutta stronza!
- Ringraziami invece di strillare, hai l'ano stretto e tenace, non è per niente elastico di quelli che non cedono facilmente; sarà difficile da rompere!
Che stronza, i figli si apprestavano a farmi la festa e lei si preoccupava per loro.
Oltre al dolore dovevo sopportare la vergogna di farmi profanare dalle dita di quella zingara.
Ero terrorizzata per quello che si accingevano a farmi! Era stato doloroso prenderlo davanti e sapere che stavano per infilarmelo dietro mi faceva rabbrividire.
Scoppiai a piangere implorando di risparmiarmi ma fu tutto inutile. Mentre singhiozzavo sentivo il biondo strusciare la cappella nel solco delle mele.
- Coraggio dolcezza non prenderla così, prima o poi tocca a tutte!
C’è sempre una prima volta. Lo devi accettare, prima succede e meglio è. All’inizio fa male ma poi passa, credimi. La cosa incredibile è che finora nessuno si sia preso la briga di inchiappettarti: il tuo ragazzo deve essere proprio un coglione se non ti ha mai inculata. Vorrà dire che ci penserò io a inaugurarlo.
- No… li no ti prego…mi farai malissimo…no, non voglio,… non lo fare!
- Lo so che non vuoi e che hai paura ma lo devi prendere e lo farò pure volentieri perché non c’è niente di più gustoso che aprire un culetto vergine, soprattutto se la troietta non vuole: a te farà male ma a me piacerà da morire.
-No,… fatemi tutto ma non quello,… no ho paura,… perché a me,… cosa ho fatto di male!
- Le tue lacrime non mi commuovono, questo bellissimo culetto deve essere assolutamente sverginato che tu lo voglia o no bisogna aprirlo per renderlo praticabile. Vedrai faremo presto, sarà cosa di pochi minuti, quattro spinte, un po’ di strilli e da vergine diventi rotta in culo. Certo sarà doloroso e può capitare che durante la deflorazione l’ano si spacchi ma ti assicuro che non è mai morta nessuna, tuttalpiù sanguinerai un po’.
Adesso però rimani calma e rilassati perché se t’innervosisci ti farò ancora più male ma se collabori vedrai che la cosa non sarà poi tanto terribile.
Il bastardo, allargate le chiappe, sputò sul buco centrandolo in pieno e, utilizzando anche lo sperma fuoriuscito dalla fica, lo lubrificò ulteriormente infilando le dita dentro. Ci siamo pensai fra me e, nel momento in cui si accingeva a incularmi, il fratello mi costrinse a prenderlo in bocca.
- Da brava prendi il ciuccio e succhia così con la bocca tappata le urla si sentono meno ma stai attenta a non mordere altrimenti ti sfregio! Finiscila di lamentarti non vedi che ti stiamo trattando con tutti i riguardi! Ti abbiamo lubrificato l’ano e sarai sverginata dal cazzo più piccolo.
- Allora sei pronta?
- NO,... NO,... NEL CULO NO!...
- Vi prego ho tanta paura, dietro non l’ho mai preso,... il buco è stretto,... non voglio!
- Si,... Si,... nel culo si,... proprio perché non l’hai mai fatto è ora di prenderlo!
- Noooooo,… noo,… ti prego no,… dietro no,…il buco è troppo piccolo, non potrà mai entrare!
- Ti sbagli zoccoletta, vedrai come lo farò entrare!
- Nooo!... Nooooo,... per favore non farlo,... ti scongiuro desisti, mi ucciderai con quel coso!... Mi spaccherà, mi farai malissimo,… è troppo grande!
- Prima di venire deflorate dite tutte così ma vedrai come lo prenderai tutto, voi verginelle non avete la minima idea di quanto l’ano possa dilatarsi e poi bisogna che inizi a usarlo, quindi finiscila di lagnarti e smetti di fare i capricci.
Fregandosene delle mie preghiere sento il cazzo fra le chiappe, l’appoggia, lo strofina, con una mano tiene salda l’asta mentre con l’altra cerca il buco,… lo trova e l’appunta.
Con la cappella centrata sul buco la paura divenne terrore. Terrore di quello che mi stava facendo e del dolore che avrei provato.
Non volevo essere sodomizzata. Il contatto del glande contro il forellino mi fece contrarre tutti i muscoli.
Presagendo il pericolo iniziai a gridare come un‘ossessa:
- NOO!… NON VOGLIO!… TI PREGO NON FARLO HO PAURA!
- Stai tranquilla,… faccio piano…
Ma ormai era troppo tardi, iniziò a spingere cercando di farlo entrare, il piccolo pertugio strettissimo e contratto dalla paura cominciò a introflettersi sotto la spinta potente e costante.
Alcune amiche mi avevano avvertito che la prima volta fa un male boia anche se fatto con molta cautela. Adesso che lo stavo provando ebbi la conferma che non esageravano affatto: il dolore era veramente atroce.
Mi irrigidii ulteriormente contraendo lo sfintere. Il glande premeva per forzarlo, strinsi i pugni e le chiappe opponendomi con tutte le forze alla penetrazione.
- AHIAAAAA!… AHIAA CHE MALE!… AIOOOO!… FERMATI!… NO!… NO!… NON VOGLIO!… AHIOO!
- Lasciami fare, non t’irrigidire e preparati perché il mio cazzo nel culetto ti farà molto male, oltre a essere vergine il tuo buco è piccolo e anche molto stretto,… quando lo infilerò ti sembrerà di morire.
Aveva ragione, far entrare quell’enorme verga nel buchetto per nulla preparato e per di più restio a farsi penetrare non era facile. Iniziai a piangere e a urlare maledicendolo, il dolore era insopportabile, ero al limite dello svenimento.
- È inutile che stringi, tanto, anche se ti opponi, il culo te lo apro lo stesso e se resisti sarà solo più doloroso. Stai sicura che tornerai a casa col culo rotto, perciò non t’innervosire e rassegnati. Non essere tesa, sforzati di aprirlo più che puoi e vedrai che faremo presto,… strilla quanto vuoi ma lasciati sverginare.
Sentivo il glande forzare sulla rosetta e per impedirlo stringevo le chiappe più che potevo.
-NOO!… TI PREGO,…. MI FAI MALE!
- Lo so che ti sto facendo male, la prima inculata è sempre molto dolorosa ma necessaria e inevitabile; stai calma e respira profondamente.
- NO!… NOOO!… NON FARLO! AHAH!
- Dammi retta, cerca di collaborare se vuoi soffrire di meno. Prendi un bel respiro, trattieni il fiato e spingi come se dovessi fare la cacca.
- FERMO,… BASTA,… AHIAA!
-Forza puttanella che sta entrando,… coraggio,… respira profondamente,… uno,… due,…
Spingeva maledettamente ma quel capoccione non entrava. Lo sfintere, sebbene dilatato al massimo, non riusciva a farlo passare. Il bastardo però, da vero esperto, approfittando del momento in cui mi rilassai per prendere fiato, con un colpo forte e deciso riuscì a far entrare la cappella vincendo l’ostacolo dello sfintere esterno!
- … e tre,… STACK!
- AHHUGHH!... CHE MALEEE!… FERMO,… MI SPACCA! - urlai sentendomi aprire in due-.
- Ecco fatto!
Il dolore era veramente atroce mi sentivo squartata, sembrava che mi stesse impalando.
In quel momento capii perché si usa l’espressione “spaccare il culo”.
Per un attimo restai senza fiato per l’effetto del dolore lacerante. Un momento dopo cominciai a strillare.
- TOGLILO!… TOGLILOOO!... È TROPPO GROSSO!… AHIAAAA CHE DOLOREE!
- SCREEK!
- AHIAAAAAA!… NOOO!… NOOOO!… NON SPINGERE!
Un altro colpo e la testa superò anche l’ostacolo dello sfintere interno entrando completamente nel retto. L’ano, dopo averla fatta passare, si richiuse subito dietro la cappella imprigionandola in una morsa ferrea.
- AHIIAAAA!... ESCI,… ESCI,… FA MALE!… NON VOGLIOO!
-Buona,… stai calma!
-È entrato?
-La cappella si, ma il resto deve ancora entrare!
-Ti prego fermati,… non spingere oltre,.. fa troppo male!
Il bastardo, dopo avermi infilzata, rivolgendosi alla madre disse:
- “A ma' c’avevi ragione,... il culetto de ‘sta verginella è veramente stretto,... me lo sta’ a strozzà!
- AHIAAAAA!... PIANOOO!… MI SPACCHI IN DUE!
Non avendo esperienza ero terrorizzata perché sentivo che continuava a entrare.
Stringevo le chiappe più forte che potevo per non farlo avanzare.
- TI PREGO,… BASTA,... SMETTILA DI SPINGERE!… FERMATI!
- Schhh! Che strilli! Non t’irrigidire, apri il culo e stringi i denti!
- BASTAAAA… BASTAAAA… SVENGOOO … MI FAI MALE!
- Rilassati,… non fare resistenza e spingi per farlo entrare!
- NON RIESCO A RILASSARMI,… NON RIESCO A SPINGERE!
- Fai un po’ come ti pare, più stringi e più farà male, tanto entrerò lo stesso anche se non collabori!
-NO!… NOOOO!… NON VOGLIOOO!… AHIAAA!
Mi divincolavo come potevo forzando le cinghie che mi tenevano bloccata.
- Calmati, non farti prendere dal panico che non fai altro che peggiorare la situazione, tanto non puoi fare niente; è la tua verginità che se ne sta andando ed è normale che faccia male; fattene una ragione e rassegnati. Piuttosto cerca di collaborare perché abbiamo appena iniziato.
Dopo ogni spinta allargava le chiappe per far riapparire l’ano che spariva nel retto insieme al cazzo.
- Se continui a stringere sarò costretto a entrare di forza e per te saranno dolori!
- AHIOO!… TI PREGO FERMATI,… È TUTTO DENTRO?
- Meno della metà, dammi retta spingi,… spingi come fai quando sei in bagno,… dilata questo buco!
-AHIA!… AHIAAAA!… FAI PIANO!… MI SQUARTI!… TI PREGO ESCI…!
-Se lo tiro fuori è peggio perché dovrei ricominciare tutto da capo.
-TI PREGO BASTA!… NON ME LO METTERE TUTTO DENTRO!
- Resisti perché deve entrare tutto nel budello. Se ti rilassi renderai la cosa più facile.
-NON CE LA FACCIO PIÙ! BASTA! BASTA!
Era un vero supplizio, oltre al dolore il bruciore tremendo mi dava la sensazione che mi stesse penetrando con un ferro rovente.
Intanto, implacabilmente, e con colpi decisi, il cazzo continuava a avanzare.
- Forza, apri bene il culo,… STUMP!
- AHIAA!
- Fai un profondo respiro e premi,… ZAK!
- AAAGGGHHH!…
- Rimani morbida,… SCREEK!… Non ti contrarre,… PANGH!
- AAARGH,… BRUCIAA!… È TUTTO DENTRO?
- Coraggio non senti che forza?… STOCK! Allarga queste chiappette e non stringere l’ano!
- BASTAA!... BASTAAAA!... TI PREGO FAI PIANO!… MI FA TROPPO MALE!
Vista di profilo sembravo una porchetta allo spiedo: con un bastone che entrava dal culo e usciva dalla bocca procurandomi conati di vomito.
-BASTA COSÌ,…TI PREGO FERMATI,… NON ANDARE OLTRE!
- Ma lo capisci che deve entrare tutto?
- BAM!… AIOOHH!
Mi dispiace ma sono costretto a forzare, quando il buchino è stretto non cè altro da fare.
Quei colpi rompevano, allargavano, forzavano, stava entrando di prepotenza.
Mi sembrava che fosse tutto dentro, invece dopo ogni spinta lo sentivo avanzare, facendomi piangere e strillare. Era un dolore lancinante, il peggiore che avessi mai provato.
Gridai che li avrei denunciati, ma imperterriti continuavano nella loro violenza facendosi beffe delle mie minacce. I cazzi entravano simultaneamente in gola e nel sedere con movimenti sincronizzati. Stanco di quella lunga penetrazione, all'improvviso dette due poderosi colpi di reni:
-BAAM!… BAAM!
Che fecero sprofondare completamente il cazzo nel sedere.
-AHIAAAAAA!… AUUGHHH!!… AAAAAHHHH!
Le mie erano vere e proprie urla da agonizzante!
- Ecco fatto puttanella! Hai visto? Eri convinta che non sarebbe mai entrato, invece hai fatto la fine della zucchina finendo col culo ripieno di ciccia.
Con le palle spiaccicate sulla fica non facevo altro che piangere e singhiozzare mentre i due stronzi si burlavano di me.
-Oh, povera piccola, è stata così terribile la deflorazione? Piangi per il dolore al culetto o perché l'umiliazione di essere stata sverginata contro la tua volontà ti ha ferita nell'orgoglio? Mi sa tanto che sono lacrime di dolore,... non deve essere stata una passeggiata prendere 20 centimetri di cazzo nel sedere!
Piangevo a dirotto, quella trave infilata nel sedere mi stava spaccando. Pur stando fermo lo sentivo pulsare e ogni pulsazione mi faceva soffrire perché sentivo che aumentava di diametro.
Fregandosene della mia sofferenza iniziò lentamente a sfilarlo stando attento a lasciare dentro la cappella.
Era tremendo, indietreggiando la cappella rivoltava l’ano come un calzino e avanzando lo faceva scomparire nuovamente nel retto. Le cinghie con cui ero legata impedivano ogni movimento e nonostante mi sforzassi non riuscivo a sottrarmi a quel supplizio, neanche nella peggiore previsione avevo immaginato che sarebbe stato cosi doloroso.
-AHIAA!... AAUUUU!... NON SPINGERE COSÌ!… MI SFONDI,… ESCI!!!
- Allora puttanella che ne pensi,… fa male il cazzo nel culo o incomincia a piacerti?
- NOO,… NON MI PIACE,… TI PREGO TOGLILO, FA TROPPO MALE!!!
-Fattelo piacere perché adesso inizia la giostra, preparati perchè sarà dolorosa ma necessaria per aprirtelo per ben bene; rimani calma e continua a spingere per dilatarlo.
- AHH!... MAMMA,… PIANOO!… AHIO!… CAZZO MI SBUDELLI!
Ignorando le mie urla iniziò a stantuffarmi, in principio lentamente, poi sempre più velocemente divertendosi anche a sculacciarmi.
-BAMM!… BAMM!… BAMM!
AHI!… AHI!… AHAHAH!
Iniziò ha sbattermi furiosamente! La violenza con cui mi sodomizzava mi mandava nel panico. Le fitte di dolore partendo dall’ano si propagavano in tutto il corpo fino all’estremità. Quella mazza infuocata mi stava procurando il dolore più grande della mia vita. Aprivo e chiudevo spasmodicamente le mani per cercare di sfogare la rabbia e il dolore. Colpo su colpo mi stava lacerando facendomi piangere e urlare! Quando capiva che stava per sborrare, rallentava o si fermava, per poi riprendere a incularmi ancora più forte.
- NOO,… FAI PIANO,… NON RESISTO,… STO ANDANDO A FUOCO,… CHE MALE,… BRUCIA,… BRUCIA,… BRUCIAAAAA!
- Ci credo che brucia, continui a stringere e il cazzo fa attrito!
- NOO!… BASTAAA!... MI STAI MASSACRANDO!… MI SPACCHI!
- Grida pure, fammi sentire il tuo dolore, sapessi come sono eccitanti le urla di una vergine sodomizzata. Nulla è più bello di una femmina che si agita e strilla sotto le spinte del cazzo nel culo. E’ la più bella tortura sadomaso inventata dalla natura…
Se strilli tanto vuol dire che ancora non basta. Le giovani puledre quando ne hanno abbastanza della frusta smettono di scalciare e si fanno sellare. Tu invece continui a resistere, probabilmente il mio cazzo non è la frusta giusta per il tuo culo…
Invece quella cazzo di frusta mi stava martoriando,… ogni colpo che m’infliggeva mi faceva urlare!
Iniziò a incularmi brutalmente con spinte violente e regolari; indietreggiava lentamente per poi rinfilarlo di colpo con affondi veloci e dolorosi.
Ogni tanto usciva completamente e aspettava che l’ano si chiudesse prima di rimetterlo dentro. Mi dava delle cappellate talmente forti e violente che riusciva a farlo entrare tutto con un colpo solo.
-AHIAAAA!… MI SPACCHI!!!,… TI PREGO LASCIALO DENTRO, NON LO SFILARE!
- Troietta non senti che l’ano è stretto e il cazzo fa ancora fatica a entrare? Te lo devo rompere.
Lo stappa e attappa mi faceva morire di dolore.
- BASTA CAZZO,… MI FA MALE,… Mi FA MALEl,… MI FA MALEEEE!!
- Su zoccoletta resisti,… fai la brava e fatti inculare,… urla pure se vuoi ma fatti sfondare. Vedrai alla fine come tel’avrò allargato, sei fortunata perchè se t’avesse inculata prima lui ti avrebbe rovinata, invece adesso che il buco è stato sverginato lo sopporterai meglio.
Purtroppo per provare piacere dalla sodomia devi prima imparare a prenderlo senza dolore e senza creare problemi a chi lo sta usando e, per prenderlo senza dolore, devi imparare a dilatare l’ano per farlo scivolare senza attrito.
- FERMATI,… MI UCCIDI,… SMETTILA DI ENTRARE E USCIRE!
- Taci zoccoletta, che ne sai di come si svergina un culo?
- AHIAAAAA!… tump... AHIA!!!... tump... AHIOOOO!!!
- Vedrai come cacherai bene dopo questo servizietto!
Urlavo così forte che una zingara richiamata dalle grida entrò dicendo:
- Ma che cazzo sta succedendo? Chi state scannando?
- Tranquilla è tutto a posto - rispose il moro - stiamo facendo la festa a questa zoccoletta!
- Ma che cazzo urla,… ha svegliato mio figlio che si era appena addormentato!
- La bimba fa i capricci per prendere la supposta -rispose-.
- Tutti questi strilli per un’inculata?
- Non ci crederai ma la zoccoletta da questa parte era ancora intatta e strilla perché le sto facendo il tagliando.
- Adesso capisco perché urla tanto, la stai sverginando.
- Si, e come se non bastasse questa zoccoletta ha il culetto veramente stretto.
- Allora vedi di essere meno brutale visto che è il primo che prende.
- Proprio per questo l’ho sverginata io che ho il cazzo più piccolo!
- Perché anche lui la vuole inchiappettare?
- Si, le sto allargando il buco proprio per questo.
- Siete due stronzi non mi sembra che sia una delle novelline della nostra scuderia da svezzare. Perché volete sfondarle il culo se non è destinata alla monta?
Ormai lo sfizio di sverginarla ve lo siete tolto facendole il tagliando,… è proprio necessario farle anche il rodaggio?
- Lo facciamo perché il fidanzato ha tentato di fregarci e a noi questa cosa non piace. Quando tornerà da lui a chiappe aperte e col culo spaccato gli passerà la voglia di fare il furbo.
Poi rivolgendosi a me:
- Ragazza mia, non so in che casino ti sei messa, ma se lui ha deciso di farti il culo per te si mette male. Se il cazzo che hai nel sedere ti fa strillare in questo modo, perderai la voce quando il palo che stai succhiando prenderà il suo posto. Credo sia inutile cercare di far riaddormentare mio figlio perché si sveglierebbe di nuovo. Purtroppo, ci sono passata anch'io sotto questo stallone e nonostante dietro fossi completamente aperta da un pezzo, quando mi ha inculata mi ha fatto strillare come un aquila, perciò posso solo immaginare quanto urlerai per farlo entrare nel culetto appena sverginato!
In ogni modo se avete proprio deciso di farle il servizio completo, sbrigatevi perché vi ricordo che abbiamo altre cose da fare.
- No! Fermali ti prego! Non farmi inculare da lui, mi romperebbe! Aiutami ti prego!
- Gioia è inutile che continui a pregare perché se ti hanno fatta salire su questa sella non hai scampo; ti spaccheranno il culo. Cerca di rilassare lo sfintere così la supposta scivolerà meglio e soffrirai di meno!
- No,… nooo,… ahiaaa,… non voglio,… non mi piace, mi fa male! BASTA!!!! SMETTETELA!!
- Su non insistere - disse il moro che stavo spompinando - se non le piace esci e lasciala a me, tanto quello che dovevi fare l’hai fatto. Si sa che la prima volta non è mai piacevole e, a giudicare da quanto strilla, sembra proprio che non le piaccia.
I due si scambiarono di posto e il biondo, che era appena uscito dal culo, cercò di infilarmelo in bocca. Cercai invano d’impedirlo ma un paio di schiaffi furono sufficienti a farmi aprire la bocca e poi, per costringermi a inghiottirlo completamente, iniziò a sculacciarmi:
-Adesso tocca a te fratello, più di questo non potevo fare, l’ho sverginata ma la ragazza ha il culo che resiste. Se riesci a incularla senza mandarla all’ospedale sono sicuro che l’ano finirà di resistere e la troietta si ritroverà con il buco completamente spanato.
Mentre diceva queste cose, il fratello si masturbava strusciando il cazzo nel solco anale.
-No,… noo,… ti prego, farò tutto quello che vuoi, ma ti scongiuro non farlo,… mi fa ancora male!
- Proprio per questo lo faccio, con il buco ancora aperto sarà più facile infilarci il mio.
Tenendomi le chiappe divaricate posizionò la cappella contro l’ano.
- Sei pronta? Adesso si comincia; lui sverginandoti ha spezzato il tuo orgoglio, io invece spezzerò il tuo sfintere.
- No,... non farlo! È troppo grande,… mi rovinerai con quel coso!
- Sicuro, ma non me ne frega un cazzo. Mi piace spaccare i culetti stretti. Mi piace sentire la donna che piange e si dimena coi muscoli contratti per le fitte. Sentire che il dolore le impedisce di rilassare lo sfintere soffrendo di più.
Era tremendamente vero, nonostante me l’avesse sverginato, quell’enorme cappella non riusciva a entrare,… mi sembrava di ricominciare tutto da capo. Il dolore m’impediva di rilassare lo sfintere e soffrivo più di prima.
-YAAAAGGGH!… CHE MALEE!… FA MALEEE!… FERMATI!
L’ano cercava di aprirsi ma era troppo grosso, avevo la sensazione che mi stessero impalando su un paracarro!
- Smettila,… non stringere le chiappe e sforzati come se dovessi far uscire uno stronzo gigante!
- Vaffanculo,… non ci riesco,… fa un male cane! Bruciaaaaa!
Poi spinse di colpo con forza e il glande riuscì a entrare.
- AHIAAA!... BASTARDO, FIGLIO DI PUTTANA!
- Mi fai male! Aahiaaaa, toglilo, non voglio, ahiaaa che dolore, mamma aiutooo, non spingere, fermati per favore,… mi spacchi!
Cercavo di spingermi in avanti per cercare di sfilarlo ma mi prese per le spalle tirandomi indietro.
- Ti prego abbi pietà,… ritirati,… ti supplico sto morendo di dolore!
Istintivamente piegavo le dita dei piedi aprendo e chiudendo nervosamente le mani cercando così di scaricare la tensione.
- Buona che il peggio è passato, il problema era far entrare la cappella, adesso che è dentro respira profondamente e stai calma.
-AHIOOO!... AHIOOO!... esci per favore, ti prego, mi spacchi!
Urlavo sentendomi spaccare in due da quella nerchia mostruosa
- MI SBUDELLAAAA!
Indifferente al dolore e alle suppliche, dopo avermi infilzata, rimase immobile a farselo massaggiare dalle contrazioni dello sfintere che, contraendosi spasmodicamente, cercava di spezzarlo come se fosse un enorme stronzo da espellere.
- Che goduria,… è incredibile quanto ancora stringa l’ano!
-NO,… NOOO,… TI PREGO,… MI BRUCIA IL CULOOO!
- Dai, fatti coraggio e lascia entrare la supposta!
Percepivo dolorosamente le pulsazioni della cappella che, gonfiandosi dilatava le pareti dell’ano. Dopo aver aspettato che lo sfintere smettesse di contrarsi incominciò a avanzare. Con movimenti di va e vieni lo spingeva dentro facendolo avanzare di qualche centimetro a ogni spinta. Piangevo e urlavo in preda al dolore. Mi stava dilatando molto di più di prima.
-AHIA!… AHAHAH!… MI STAI SBUDELLANDO!
Stanco di sentirmi lamentare lo sfilò rapidamente lasciandomi con il culo dolorante.
- FLOOOP!
-AHIAAA!
Non credevo che anche sfilandolo mi avrebbe fatto male.
- Smettila di frignare e rassegnati! Non mi puoi privare del piacere di incularti! Devi capire che puoi godere anche in questo modo; è solo questione di tempo. Se ti fossi decisa prima non staresti a questo punto: ti devi abituare, stai rilassata e non stringere l’ano!
Sentii allargarmi di nuovo le natiche e compiaciuto disse:
- Dai che si sta allargando.
Prendendo bene la mira, lo rimise dentro con una tale violenza e rapidità che in un attimo sentii le palle a contatto con la fica!
- AHIAAAA!… PORCA TROIAAAAAAA!… ZINGARO DI MERDA!
Chiesi,... implorai pietà,… lo pregai di smettere,... che mi sentivo morire.
Si divertiva a tirarlo fuori per poi rificcarlo dentro velocemente. Questo andirivieni stava consumando tutto il lubrificante irritando l’emorroidi che bruciavano da morire. Avevo il terrore che si rompessero mettendosi a sanguinare. Il dolore era terribile, mi sentivo lacerata.
- MI FA MALE,... MI SPACCA,... BASTAAA!
- Ti brucia il sederino, vero piccola? - Chiese divertita la megera!
Neanche mi avesse letto nel pensiero: bruciava eccome! Era come se avessi un tizzone rovente nel sedere. Le ripetute e impietose penetrazioni mi facevano morire dal dolore e non c'era verso di farlo fermare. In più dovevo sopportare anche l'odore pungente e il sapore acre del cazzo appena sfilato dal culo che toccando le tonsille mi provocava conati di vomito.
La vecchia zingara andò a prendere un oliatore e fece fermare il figlio.
- Fermati un attimo, ritirati lasciando dentro solo la cappella, hai il cazzo asciutto e se continui con questo ritmo fra un po’ la farai sanguinare e non ho nessuna voglia di ripulire la sella dal sangue di questa troietta.
Si preoccupava più per la sella che per il mio povero sfintere. Si mise a oliarlo mentre m’inculava.
Aiutato dall'olio il cazzo non incontrò più ostacoli; sembrava lo stantuffo di una locomotiva. Sentivo il retto compresso quando lo infilava e mi sentivo svuotare quando lo tirava fuori. Il dolore comunque non accennava a diminuire e continuavo a piangere e a singhiozzare. Quel dentro e fuori mi gonfiava d’aria l’intestino e iniziai a scureggiare ogni volta che lo sfilava.
- AHIA! FERMATI UN ATTIMO,… DAGLI IL TEMPO DI DILATARSI,… TI PREGO,... FA MALISSIMO!
- Non te la prendere ragazzina - disse il moro - è normale che faccia male! Non posso fermarmi altrimenti lo sfintere riesce a adattarsi alle dimensioni del cazzo e io non devo dargli il tempo di dilatarsi se voglio romperlo.
Fattene una ragione e cerca di vedere il lato positivo. Lo sfintere è un muscolo circolare le cui fibre scivolando tra loro si distendono e permettono all’ano di aprirsi per consentire agli stronzi di uscire e ai cazzi di entrare. Però, per far passare un cazzo come il mio, sono costrette a stirarsi talmente tanto che alla fine si strappano. Una volta lacerate lo sfintere sfasciato non avrà più la forza di stringere come prima. Così la prossima volta che ti inculeranno lo sfintere rotto avrà meno forza per stringere e il cazzo entrerá più facilmente.
Questo è il momento più doloroso perché la cappella passando velocemente e in continuazione attraverso l’ano costringe lo sfintere a stirarsi rapidamente a ogni passaggio e alla fine il muscolo cede e si strappa.
Questo servizietto ti sarà utile in futuro ma per adesso non puoi fare altro che soffrire e maledirmi perché oltre al dolore per la rottura del culo devi sopportare anche l’attrito della cappella che infiammando e gonfiando le emorroidi sono responsabili del bruciore che senti.
Ti assicuro che ogni volta che ne svergino uno è sempre un dramma; nessuna riesce a farselo deflorare senza gridare. Tu sei fortunata perchè siamo arrivati alla fine e hai sanguinato pochissimo. Continua pure a strillare ma ricordati quello che ti è stato detto: con il cazzo infilato nel sedere se stringi non fai altro che peggiorare la situazione! Quando ti fanno il culo è il cazzo che comanda! È inutile opporsi,... una volta dentro più ti agiti e peggio è, devi solo rassegnarti e accettare la sodomia; è per questo che quando prendi una fregatura si dice che hai preso un'inculata!
Comunque, se la cosa ti può consolare, sappi che prendere la mia nerchia nel sedere fa strillare anche le puttane navigate.
Le sue parole mi fecero incazzare ancora di più, aveva ragione, soffrivo le pene dell’inferno e non potevo fare niente.
Ero costretta a sopportare quella mazza che, incurante delle grida, mi massacrava facendomi provare l’atroce sensazione di essere invasa, riempita, dilatata. La dolorosa violenza scuoteva tutte le mie fibre: mugolavo e bofonchiavo grugniti incomprensibili, annebbiata dalla brutale e violenta sodomia.
Prese a trapanarmi con una rapidità inaudita aumentando progressivamente la velocità di penetrazione, sembrava un martello pneumatico. Si capiva che era un vero esperto, chissà quante ne aveva già sverginate in questo modo! Con un movimento veloce, violento e senza tregua lo ficcava tutto dentro per poi sfilarlo. Lasciava che il buco si restringesse e poi di nuovo dentro variando solo il ritmo e l’intensità della spinta. Andò avanti con questo ritmo per un tempo difficile da quantificare, minuti e minuti a ripetere lo stesso movimento: dentro fino in profondità poi fuori. All’inizio, quando usciva, l’ano aveva la forza di richiudersi, poi, col tempo, lo sfintere smise di reagire e il cazzo iniziò a viaggiare avanti e indietro sempre con minore diffIcoltà fino a scorrere liberamente senza ostacoli.
- AHIAAA,… BASTA,... FERMATI,… BASTAAA!
- Finiscila di ribellarti! Allarga il culo e lasciati andare, vedrai che è molto meglio e ti piacerà!
- Ti prego smettila di fare così,… abbi pietà non sfilarlo, lascialo dentro,… ogni volta che rientra mi lacera,… fa maleee!
Imperterrito continuava a farmi il culo fregandosene del mio dolore! Dentro-fuori-dentro-fuori…
- AHIAA!… BRUCIA,… FAI PIANO,… SMETTILAA!!
Mi pistonava velocemente continuando a riempirmi d’aria l’intestino.
Una volta sbagliando buco lo schiaffò nella fica facendomi urlare.
- Però,… avevi proprio il culetto stretto e resistente - disse - ce n’è voluto per romperlo,… stringi i denti che ci siamo!
Ormai il muscolo aveva ceduto e il buco era diventato una caverna.
- Quando avrò finito avrai l’ano completamente spanato! Il prossimo lo troverà talmente largo e accogliente che gli sembrerà di infilarlo in un guanto!
Avevo smesso di urlare, piangevo e singhiozzavo rassegnata a quella tortura; la potenza con cui mi sodomizzava faceva si che le labbra vaginali si aprissero e chiudessero al ritmo dell’inculata facendo spernacchiare la patata e ridere la vecchia:
-Senti come je canta la fica a ‘sta puttanella! Daje giù, spigni forte!
- Adesso si che entra bene! Scorre senza intoppi liscio come l’olio!
- BASTA!… non ne posso più,… BRUCIA DA MORIRE,… sbrigati a venire,… MI FA MALEEE!
- Adesso che hai il culo rotto e l’ano bello largo non soffrirai più per prenderlo. Potrai iniziare a darlo via senza problemi.
Pregavo perché il tormento finisse presto, il culo mi stava andando a fuoco ma lui continuava imperterrito a pistonarmi.
Improvvisamente, senza nemmeno fare un gemito, venne. Una fucilata di sperma partì dal suo cannone che si mise a sparare a raffica riempiendomi il retto. Ne fece talmente tanta da darmi la sensazione che stesse pisciando.
Grazie a Dio era finita, non vedevo l’ora che lo sfilasse ma quel coso continuava a sputare rimanendo duro.
Trovai un po' di sollievo solamente quando, ammosciandosi smise di fare pressione.
- Ti prego, adesso che sei venuto, per favore esci - sussurrai -.
Il sedere bruciava e avevo lo stimolo di fare la cacca.
Il bastardo con la stessa violenza con cui era entrato lo sfilò. Me l'aveva spaccato con quella maledetta proboscide; il buco era rimasto spalancato, provavo a chiuderlo ma, lo sfintere non rispondeva. Sembrava fosse paralizzato e i miei sforzi per cercare di stringerlo producevano soltanto dolore. Era talmente largo da farmi sentire l’aria fresca entrare dentro.
La vista di quella monta brutale doveva aver eccitato non poco il fratello perché subito dopo sborró riempiendomi la bocca.
Questa volta fui lesta a sputare ma feci male perché la megera, incazzata, mi frustò sulle chiappe affibbiandomi l'ultima sferzata proprio nel mezzo colpendomi in pieno fica e l'ano:
-AHIA!…AHIA!…AHIAAAAA! -urlai sotto i colpi della frusta-.
Ero sfinita. Sentivo dolore da tutte le parti. La fica e il culo mi bruciavano. Ero immobile, spossata, bloccata su quella sella che chissà quante volte era stata utilizzata per queste porcate.
Ero distrutta, non avevo nemmeno la forza di alzare la testa, mentre sputavo bava e saliva, dalla caverna che avevo in mezzo alle chiappe, lo sperma stava fuoriuscendo scolando sulle cosce.
-Ecco fatto - disse uno dei due bastardi - anche questa puledrina è stata domata e ora che è rotta in culo non avrà più problemi a prenderlo. Mi dispiace solo che non faccia parte della nostra scuderia perchè una puttanella giovane e con un culetto come il suo renderebbe un sacco di soldi; farebbero la fila per inchiappettarla.
Queste parole mi convinsero che quella non era una stalla bensì un luogo dove le ragazze, attirate da ogni dove con la promessa di un lavoro, venivano brutalizzate. Dopo averle private della libertà e ripetutamente stuprate erano costrette a prostituirsi.
Chissà quante sventurate prima di me avevano pianto e urlato su questa sella!
Non l’adoperavano per cavalcare perché sia nella stalla che nel campo non avevo visto nessun cavallo e poi la panca con le cinghie su cui era fissata sembrava fatta apposta per immobilizzare le ragazze da violentare. Per colpa di quello stronzo mi ero proprio cacciata in un bel guaio.
La megera, che aveva suggerito lo stupro, volle controllare l'operato dei figli. Divaricando le natiche infilò nel culo un paio di dita che entrarono senza trovare resistenza. Mi ero accorta che erano entrate dal dolore provocato dallo sfregamento dei polpastrelli contro le emorroidi infiammate. Soddisfatta di come me lo avevano conciato si rivolse al figlio:
- Bravo figliolo, hai fatto proprio un bel lavoro, guarda che buco spalancato che ha,… gliel’hai proprio spaccato! L’ano ha tutte le grinze spianate ed è talmente arrossato e tumefatto che sembra quello dei macachi allo zoo! Purtroppo la mucosa si è tagliata in più punti, sicuramente nei prossimi giorni sanguinerà ancora, specialmente quando andrà di corpo, in compenso lo sfintere non farà più resistenza! Il prossimo non dovrà faticare per farle il culo, basterà un po’ di saliva o di succo di fica per incularla senza sforzo.
A conferma di ciò m’infilò un cetriolo nel sedere costatando che entrava e usciva senza problemi.
Sfilato il cetriolo iniziò a sculacciarmi rimproverandomi:
- Possibile che alla tua età eri ancora vergine di culo? Vergognati,... che aspettavi a farti inculare di diventare vecchia? Le ragazzine Sinti iniziano a usarlo prima ancora della fica e sono proprio i fratelli o i cugini a romperglielo per fare esperienza. A quattordici anni hanno tutte il culo aperto. Mia madre mi fece sodomizzare che ero ancora una fanciulla. Ricordo che non era trascorso nemmeno un anno dalla mia prima mestruazione quando disse che ormai ero diventata una signorina e dovevo iniziare a prendere il cazzo. Da brava puttana si fece pagare un sacco di soldi da un nobile sempre in cerca di ragazzine da sodomizzare e, quando ne trovava una vergine, non badava a spese pur di avere il privilegio di deflorarla. Fu proprio lei a tenermi ferma sul letto mentre il conte, non senza difficoltà, cercava di sodomizzarmi. Tra le urla e i pianti ricordo ancora le sue parole:
- Coraggio cucciola calmati e lascialo fare, purtroppo il primo cazzo lo prenderai nel sedere dove fa più male ma non potevo certo rifiutare una simile offerta quindi sarai sverginata prima di culo che di fica. Fattene una ragione, puoi piangere e strillare quanto ti pare ma non puoi evitarlo perché il conte ha pagato un sacco di soldi per aprirti il culo, quindi rassegnati e lasciati sodomizzare.
Lo so, fa male e stai soffrendo, farselo sverginare è tanto doloroso ma anche necessario, ci siamo passate tutte, anche io ho sofferto e mi sono fatta il mio bel pianto al primo anale!
Adesso però stai ferma e non stringere perchè è entrata solo la punta. Rilassati e non pensare al dolore che stai provando ma alla fortuna che ci è capitata: il tuo culetto ci farà guadagnare un sacco di soldi perché il conte tornerà a goderselo fino a quando non ne troverà uno più stretto.
Guaivo come una cagnetta ferita, strillando e sgambettando mi dibattevo come una furia nella speranza di sfilarmelo. Non avevo nessuna voglia di starmene buona buona a farmi inculare.
-Stai giù,… stai giù - ripeteva mamma mentre mi allargava le natiche per aiutare il conte - non fare resistenza, apri il culetto e lascialo entrare! Una brava puttanella deve prenderlo in culo senza fare tante storie.
-NO,… NO,… NON VOGLIO,… FA MALE,... MI SPACCA!
Apri l’ano,… non lo stringere! Non ostacolarlo,… devi premere per dilatarlo!… Finiscila di tirare calci!
- Non si preoccupi - disse il conte - si sta comportando proprio come speravo, il gusto di aprire un culetto vergine è proprio questo! Adoro deflorare le ragazzine perché si ribellano e fanno di tutto per non farsi inculare senza immaginare che più strillano e si dimenano e più mi fanno godere!
-SIETE DUE STRONZI!,… AHIAAAA!!
-Dammi retta rimettiti in posizione; culo in aria, faccia sul materasso e premi come se dovessi fare la cacca!
-NO,... NO,... LASCIATEMI,... LASCIATEMI,... NON VOGLIOOO!
- Però,... che temperamento ribelle ha questa ragazzina,... fa le bizze e sgroppa come una puledra che viene sellata per la prima volta, come lei non ne vuol sapere di farsi cavalcare!
-FA MALE,… FA MALISSIMO,… VI PREGO,… BASTA!
-Coraggio non fare così,… anche se riesci a farlo uscire lo rimette dentro e non fai altro che prolungare l’agonia: rassegnati mordi il lenzuolo e lasciati inculare.
- È ENORME!… MI RIEMPIE!… LO SENTO NELLO STOMACO!
- Lo so, è perché ti sta rompendo il culetto, una volta che te l’avrà sverginato il prossimo ti farà meno male.
Il conte godeva nel vedermi soffrire, agitandomi come un'anguilla qualche volta riuscivo a sfilarlo ma lui, come se fosse un dottore al capezzale dell’ammalata:
-La verginità del sedere - disse il conte- è una malattia che affligge tutte le ragazzine e per guarire c’è solo una terapia. La medicina va somministrata per via rettale. Quindi lascia entrare la supposta e falla agire, non cercare di sputarla ma tienila dentro e sopporta; la prima è quella più dolorosa. Vedrai che in pochi minuti farà effetto e sciogliendosi metterà fine alle tue sofferenze. Nei prossimi giorni tornerò per continuare la terapia e non vedo l’ora di riaprire queste chiappette per infilartene un altra! Ahh,... ahhh!
-AHIAAA,… BASTA,… BRUCIAAA,... VI PREGO!!
- Shhhh… zitta e prendi la medicina - mormorò sorridendo il conte!
- MA MI FA MALEEE!
- È normale che faccia male, ti sto sverginando!
Ti fa male perché continui a stringere - disse mamma - tieni il sedere in alto e quando entra non fare la gobba ma spingi il culo in fuori e premi come se andassi di corpo. Questo è solo il primo di una lunga serie di cazzi che dovrai prendere e non ho intenzione di stare qui a tenerti ferma ogni volta che vorranno sodomizzarti.
Quindi sei avvertita, se continui a disubbidire e non ti rassegni te le darò di santa ragione. Vediamo se, dopo che ti avrò fatto il culo a strisce, capirai che una brava mignotta deve sempre accontentare il cliente anche quando vuole il culo.
Sono sicura che la prossima volta, pur di non riprenderle, non dovrò stare qui tenerti ferma. Ti farai trovare senza mutande sdraiata sul letto come ti ho insegnato e non appena sentirai la cappella del conte spingere la faciliterai allargando le chiappe con le mani e premendo per dilatare l’ano: strillerai ancora ma con un po’ di vaselina basteranno un paio di spinte per fartelo prendere.
Intanto la cappella continuava a forzare il buco facendomi piangere sia per il dolore che per l’oltraggio che stavo subendo.
Purtroppo continuai a ribellarmi per tutto il tempo e mamma dette subito seguito alle minacce; non appena il conte finì di violentarmi non mi fece nemmeno andare in bagno a liberarmi e, con l’aiuto di zia che mi teneva ferma, inizio a picchiarmi con la cinta di cuoio. Mi fece il culo a strisce e sotto la gragnola di cinghiate non fui più in grado di trattanere lo sperma che iniziò a uscire colando sulle cosce.
Quella brutale sodomia mi costrinse a camminare a gambe larghe per giorni.
Avevo il sedere rosso per le cinghiate ma quello che mi faceva più male era il buco del culo; l’ano era gonfio e bruciava da morire ero costretta a usare un salvagente per stare seduta. Qualche giorno dopo vidi il conte tornare e ebbi un tuffo al cuore. Confesso che me la feci sotto dalla paura e dovetti correre in bagno a cambiarmi le mutande. Fortunatamente mamma disse che avevo il culo fuori uso e non poteva sodomizzarmi. Il Conte però non si dette per vinto e adoprando argomenti molto convincenti convinse mamma a farmi sverginare anche davanti e lei, senza nemmeno chiedermelo, mi comunicò che oggi mi avrebbe deflorato anche la fica. In preda al terrore uscii dal bagno cercando di scappare ma sulla porta di casa andai a sbattere contro la zia che stava entrando proprio in quel momento.
- Dove scappi ragazzina?
Mamma le ordinò di bloccarmi e di portarmi in camera. Una volta dentro la vidi intenta a contare una mazzetta di banconote mentre il conte si era già spogliato e si stava masturbando.
- Aiutami a spogliarla e a tenerla ferma, oggi il conte finisce di farle la festa e le rompe il velo - disse mamma -.
Scoppiai a piangere pensando a ciò che stava per capitarmi. Fra le lacrime mi spogliarono adagiandomi sul letto.
-Non piangere, tra poco non sarai più una signorina - disse zia -.
Con gli occhi pieni di pianto vedevo mamma che lo spompinava. Il pensiero di deflorarmi e il pompino gli stavano procurando un erezione imponente. A questo punto le due troie si posero ai lati del letto tenendomi le gambe divaricate e piegate sulle cosce come se fossi una ranocchia pronta a saltare. Memore delle cinghiate prese per essermi ribellata durante la sodomizzazione non feci resistenza limitandomi a piangere e singhiozzare.
- Non voglio, non voglio, perchè lo fate siete cattive.
- Smettila di piangere dovrai pure iniziare una buona volta! Non si è mai vista una puttana vergine. Comportati bene e vedrai che in un attimo ti sarai tolta anche questo impiccio.
Con le gambe in posizione ginecologica il conte iniziò a strusciare il cazzo sulla fica. Con i muscoli in tensione, aspettavo il momento in cui l’avrebbe affondato e la paura iniziò a farmi tremare. Chiusi gli occhi aspettando il colpo ma invece sentii solo la sua voce:
- Fermi tutti, voglio essere sicuro di quello che ho pagato così caro.
S’inginocchio divaricandomi le piccole labbra con le dita.
- AHIA!
Andiamo bene - disse zia - se inizi a strillare ora…
Il conte divaricando le piccole labbra si accertava della mia integrità e arrivato all’imene ne saggiò la consistenza forzandolo con il dito.
- AHIA! Che cazzo fa!
- Siete state oneste, la fanciulla è illibata e con la membrana chiusa. Purtroppo per lei l’imene non ha il foro centrale ma tanti piccoli forellini.
Non capivo cosa volesse dire, so solo che la zia mi lasciò la gamba per andare in cucina. Quando tornò aveva in mano un asciugamano bianco e un bicchiere pieno d’olio. Piegò l’asciugamano e me lo mise sotto al sedere. Poi intinse il dito nell’olio e con quello iniziò a toccarmi il clitoride massaggiandolo delicatamente. La sensazione era estremamente piacevole. L’avevo fatto più volte da sola ma il tocco di una mano estranea rendeva la cosa assai più gradevole.
Continuava a intingere il dito nell’olio e a ungermi la passera. Appena iniziai a sospirare iniziò a leccarmela facendomi venire i brividi. Mamma intanto aveva ripreso a spompinarlo per non fargli perdere l'erezione. Quando si accorse che mi stavo bagnando smise di leccarmela e riprese il suo posto accanto a mia madre. Mi divaricarono le gambe portando le cosce verso il petto facendomi assumere di nuovo la posizione della ranocchia. Il conte spinse il cazzo durissimo e unto d’olio nella passera forzando le piccole labbra e fermandosi appena il capoccione, trovando l’ostacolo dell’imene, mi fece sussultare. Nello stesso momento mamma e zia portando con decisione le ginocchia ai lati del seno mi costrinsero a alzare il bacino permettendo al cazzo di lacerarmi l’imene.
-AHIOOOOO!… AUGHH!... CAZZO CHE MALE!
Ero stata trafitta! Il conte con un ghigno dí soddisfazione si fermò a godersi il gusto della deflorazione.
- AHIAAAAAAAAA! … FERMO!… AHIAA!… AAAAHHH!
-È fatta -disse zia- la passera è stata stappata e adesso la fica può iniziare a respirare e a farci guadagnare.
Mi dibattevo per cercare di sfilare lo spiedo che mi aveva infilzata e il conte a questo punto iniziò a muoversi avanti e indietro facendomi nuovamente strillare.
- Piano,… ahi,… ahi,… basta vi prego!
A quel punto intervenne la zia che con l’esperienza della puttana navigata fermò il conte:
- Esca un attimo e facciamole riprendere fiato.
A malincuore uscì dalla vagina lasciandola aperta e sanguinante.
La zia, con una spugna, mi ripulì dal sangue passandola delicatamente sulle piccole labbra e in mezzo alle chiappe. Vedendo la preoccupazione sul volto di mamma la rassicurò immediatamente:
- Non preoccuparti che non è niente. Questo tipo d’imene è quello che non si rompe al centro ma si strappa sui lati e fa sanguinare. Su cento ragazze solo 5 ce l’hanno così ma non succede niente. Con un fazzoletto di cotone tamponò il sangue che continuava a uscire inserendolo tutto dentro.
Mamma nel frattempo aveva provveduto a ripulire il cazzo del conte con la lingua.
Adesso possiamo continuare - disse zia - quello che c’era da rompere è stato rotto e visto che ormai la fica è stata aperta e ha smesso di sanguinare la scopi a pecorina così la ragazza sarà più rilassata. Con le ginocchia sul pavimento mi fecero poggiare il busto sul materasso. Il conte sfilando il fazzoletto dalla fica completamente macchiato di sangue, disse:
- Questo non lo lavate, tenetelo per ricordo! AH! AH!
Scoppiarono tutti a ridere tranne me che sentivo quel mostro in mezzo alle chiappe.
Quando lo rimise dentro mi fece nuovamente male ma stavolta il dolore fu meno forte. Iniziò a scoparmi con irruenza dandomi delle botte tremende ma dopo i primi minuti, in cui il dolore era sempre presente, iniziai a sentire un calore pervadermi tutta e le pareti della fica iniziarono a bagnarsi. Prenderlo davanti era molto diverso. Iniziavo a provare piacere e il conte se ne accorse.
- Buon sangue non mente! La ragazzina ha la stoffa della troia d’altronde con una madre e una zia come voi non poteva venire diversamente. Continuava a stantuffarmi con metodo e dopo un po’ raggiunsi per la prima volta l’orgasmo con una scopata….
-Sssiiiiiiiii, siiiiiii, cosiiiiiiiiiií, più veloce!
Venni come una fontana sporcando di rosa tutte le cosce.
Il conte continuò a pistonarmi per una buona mezz’ora facendomi venire altre due volte. Purtroppo con il passare del tempo l’attrito si fece sentire e la scopata ricominciò a farmi male.
-Basta, la prego, mi sta facendo male,… non mi piace più,… brucia, si fermi!
- Con quello che ho pagato ti può anche andare a fuoco! Se vuoi il metodo per farmi venire subito ci sarebbe.
Non capivo cosa intendesse dire ma mamma, che aveva capito perfettamente, disse:
- Non se ne parla nemmeno ha visto come l'ha conciato? - disse mamma-.
- Lo vedo, ma come sapete, io adoro quell’entrata…
Stavo iniziando a capire cosa voleva ma fortunatamente mamma lo prevenne:
- Niente da fare il culo è off-limits!
- E se vi dicessi che vi pago il doppio di quanto vi ho già dato per sverginarle la fica?
A mia madre e mia zia brillarono gli occhi e questa volta fu la zia interpretando anche il volere della sorella che disse:
- Per quella cifra può anche metterglielo nelle orecchie.
Sentivo il cazzo ingrossarsi sempre di più e mamma e zia si rimisero in ginocchio ai lati del letto.
- Mamma che volete farmi? Chiesi impaurita.
- Niente di speciale tesoro, niente che tu non abbia già fatto!
- Capii che si erano messi d’accordo per farmi nuovamente sodomizzare dal fatto che appena il conte me lo tolse dalla fica mamma e zia si precipitarono a immobilizzarmi sul materasso impedendomi ogni movimento.
-NOOOOOO!… NOOO!… FERMI!
-Quello che vuoi tu non ci interessa, non ti agitare e cerca di collaborare questa volta.
- NOO,… NON VOGLIO,… MI FA ANCORA MALE!!
-Proprio per questo te lo faccio - rispose il conte.
Mentre zia mi teneva le natiche allargate, il conte fece un paio di passaggi in fica giusto per raggiungere la massima erezione e quando fu pronto se lo unse con l'olio e me lo infilò brutalmente nel culo con un affondo micidiale.
- AHAHAH,… AHIAAAA!
Non sto a dirti quanto strillai e quanto mi fece male. Scalciavo come una cavalla imbizzarrita e se non fossero state in due a tenermi ferma, questa volta sarei anche riuscita a disarcionarlo. Il conte godeva nel vedermi soffrire e la violenza con cui mi inculava fu tale da farmi sanguinare. La vista del sangue lo lasciò indifferente perché continuò a martellarmi facendomi strillare come un aquila. Doveva aver preso una dose massiccia di Viagra perché stette mezz’ora a sodomizzarmi prima di sborrare.
– BASTA… BASTA, MALEDETTO… non ce la faccio più!!… esci ti prego, mi stai uccidendo!!… –
Le due stronze non avevano il coraggio di parlare, per soldi mi avevano venduta a quel sadico.
- BRUCIAA!,… BRUCIAAA!,… BASTA,… DIGLI DI SMETTERE!!
Mamma ebbe un attimo di pietà:
-Dai che è quasi finita, sopporta ancora un po’.
- VAFFANCULO,… BRUTTA STRONZA,… MIGNOTTA!
Con violenza entrava e usciva in continuazione senza preoccuparsi minimamente di quanto mi facesse male o del sangue che stavo perdendo. Quando finalmente sentii lo sperma nell’intestino capii che il calvario era finito. Il sangue uscito dall’ano, oltre a sporcarmi le cosce era colato anche sul pavimento. Era stato terribile, peggio della prima volta.
Mentre continuavo a piangere in preda al dolore sentii la zia dire sottovoce a mia madre:
- Mi dispiace per lei ma è meglio così, tanto prima o poi sarebbe successo, ormai qui dietro è completamente aperta, il conte gliel'ha prorio sfasciato, quello stronzo poteva essere meno violento e evitare di spaccarglielo facendola soffrire in questo modo ma con quello che ha pagato… come dargli torto? Non ti preoccupare tua figlia è forte e robusta e saprà superare anche questo trauma. Tra una paio di settimane sarà tornato a posto e visto che ormai è stata sverginata da tutte le parti potrà iniziare a lavorare.
Ci volle una settimana per riprendermi da quella violenta inculata. Per tutto il tempo fui costretta a camminare a gambe larghe e a mangiare alimenti semiliquidi per evitare traumi nella defecazione. Ci sono voluti 15 giorni di ghiaccio, impacchi e pomate per far rientrare le emorroidi che avevano trasformato l’inviolato buchino in un carciofo spampanato.
La megera finì di raccontare l’inizio della sua vita da mignotta e il fatto di confidarsi con una estranea che aveva appena subito la stessa violenza mi dette l’impressione che per lei, il rivivere quei momenti dolorosi, fosse un modo per cercare di scacciare i fantasmi del passato.
Mio Dio dov’ero capitata, cosa potevo aspettarmi da simili bestie.
Durante il racconto la zingara non aveva mai smesso di sculacciarmi così come la madre doveva aver fatto con lei dopo che il conte le aveva rotto il culo:
- SCIAFF,…Ahia! SCIAFF,…Ahia!
Senza smettere continuò a raccontare:
-Mio figlio da ragazzo si è inculato tutte le cugine e sicuramente ha fatto il culo anche a sua sorella, poi crescendo ha aperto il sedere anche alle nipoti. Invece tu sei arrivata a quest’età ancora vergine!
- SCIAFF,… Ahia!
Non appena la stronza terminò di sculacciarmi, i due bastardi dopo avermi slegata mi misero in una tinozza piena di acqua fresca. Il contatto con l'acqua mi dette un immediato refrigerio. Incominciai a sciacquarmi, mentre ero intenta a pulirmi sentii l'intestino borbottare e avvertii l'impellente bisogno di evacuare. Tutta l'aria che mi avevano pompato nelle viscere pensò bene di uscire con una lunga scoreggia provocando una lunga serie di bolle nell’acqua. Avendo perso il controllo dello sfintere insieme all'aria vidi uscire anche sperma e feci. A quel punto, considerato che il mio orgoglio era andato a farsi friggere, mi lasciai andare scaricandomi completamente. La megera portò insieme ai vestiti un altro catino con nuova acqua fresca una saponetta e un asciugamano. Mentre continuavo a pulirmi, i due fratelli dissero:
- Fai sapere al tuo amico che se fra sette giorni non paga è meglio che scappi in Patagonia. Quanto a te se solo provi a denunciarci sappi che dovunque ti nasconderai ti troveremo e, dopo che ci saremo sollazzati con il tuo corpo ti daremo in pasto ai maiali.
Invece quando avrai smaltita la rabbia per la violenza subita, se per caso volessi ripetere l’esperienza, sappi che il mio cazzo è sempre disponibile a darti una bella ripassata.
Con il culo aperto, completamente slabbrato e dolorante cercare di rivestirmi fu un’impresa; dovetti farlo restando in piedi perché il dolore non mi permetteva di stare seduta. Sbagliai anche a rimettermi il perizoma perché la sottile striscia di stoffa andava a strusciare proprio nel punto dove ero stata brutalizzata. Avevo lo stimolo di fare la cacca e ogni volta che alzavo i talloni per camminare la contrazione dei glutei faceva aumentare il dolore. Piangendo avanzavo lentamente a gambe larghe strusciando i piedi: sembravo una paperella! Con il trucco sfatto e il viso rosso pieno di lacrime, giunsi all'ingresso del campo proprio nel momento in cui un ragazzo stava entrando con il motorino. Vedendomi camminare malamente si fermò e, quando gli passai accanto, sorridendo chiese cosa mi fosse capitato.
- Mi hanno violentata!
- Capirai che novità qui dentro, tu piuttosto perché sei qui? Che sei venuta a fare? Per caso sei una delle nuove?
- Siete degli schifosi bastardi!
- Questo è poco ma sicuro e da come cammini direi che ti hanno fatto la festa, sicuramente devi averli fatti incazzare se ti hanno ridotto in questo stato!
- Te l'ho detto sono stata violentata e stuprata nel peggiore dei modi!
- Eeeeehhhh non farla tanto lunga per qualche cazzo che avrai preso!
- Che ne sai tu, mi hanno sodomizzata e non l’avevo mai fatto!
- Incredibile,... veramente non l’avevi mai preso in culo?
- Si perchè è una cosa sporca, dolorosa e contronatura.
- Ora capisco perché cammini male, ti hanno aperto il sederino e se a sverginartelo è stato mio cugino, con quella mazza che si ritova, te l’avrà sicuramente spaccato.
- Mi fa male,... brucia da morire,... mi sembra di averlo ancora dentro!
- Non te la prendere e smettila di piangere sapevi benissimo che prima o poi sarebbe successo, c’è sempre una prima volta per tutto!
- Si però io non volevo! Quei bastardi mi hanno costretta, ho lottato per evitarlo ma non c'è stato niente da fare, aiutati dalla madre mi hanno legata su una sella e con forza e senza pietà, mi hanno sodomizzata facendomi strillare e piangere dal dolore!
- Guarda il lato positivo, hai sofferto, hai pianto ma adesso è tutto finito e finalmente ti sei tolta il dente.
- È stato tremendo, la testa del capoccione era talmente larga che per farla entrare quello stronzo dava delle botte tremende che mi facevano urlare. Credevo di morire ma lui, imperterrito, ha continuato fino a quando non è riuscito a infilarlo tutto. Il peggio però doveva ancora venire perché l’altro stronzo aspettava solo che il fratello l’aprisse per infilarci la sua mazza da baseball.
Non so come ci sia riuscito, so solo che per farla entrare mi ha fatto strillare come un aquila! Mi ha sodomizzata con cattiveria entrando e uscendo in continuazione con violenza. Me l’ha completamente slabbrato, adesso ho una caverna al posto dell’ano e ho tantavpaura che non si richiuderà più!
Tranquilla è tutto a posto, tra qualche giorno, quando il culo avrà smesso di bruciare, tornerai a camminare normalmente, in fondo è come avere un paio di scarpe strette che non puoi utilizzare perché ti fanno male, le porti dal calzolaio, te le mette in forma e una volta slargate le puoi calzare senza problemi. Il tuo culo era stretto e non l’usavi per paura del dolore, lui con il suo batacchione te l’ha messo in forma e adesso che te l’ha allargato puoi iniziare a usarlo. Stai sicura che la prossima supposta entrerà senza problemi.
- Se la cosa può consolarti sappi che la prima volta è sempre molto dolorosa ed è normale piangere e soffrire! Avresti dovuto sentire come strillava e quanto piangeva mia cugina quando glielo abbiamo sverginato! Pensa che il servizio glielo abbiamo fatto io e suo fratello. Lui la teneva ferma mentre io la inculavo! Non le abbiamo nemmeno dato il tempo di riprendersi che ci siamo scambiati le parti. C’è da dire però che lei aveva 13 anni e noi 16!
Tu che cazzo aspettavi a prenderlo, dovevi proprio venire qui a fartelo sverginare? Col senno del poi hai fatto bene perché ti sei fatta fare il servizio da uno specialista. Sapessi quanti culi ha rotto, tu non sei che l’ultima della serie.
Se le ragazze che cadono nelle sue grinfie immaginassero che il futuro gli prospetta una vita da mignotta scapperebbero a gambe levate. Invece le gambe sono costrette ad aprirle per prendere il suo cazzone. Come una medicina glielo somministra più volte al giorno prima e dopo i pasti per via orale ma, soprattutto, per via rettale. È talmente bravo che anche i magnaccia della zona si rivolgono a lui per iniziare al mestiere più antico del mondo le sprovvedute ragazze tratte in inganno da fantomatiche offerte di lavoro.
Il suo compito è quello di trasformarle in ubbidienti troiette pronte a prostituirsi.
Le aspiranti puttanelle devono essere in grado di soddisfare qualsiasi richiesta del cliente senza ribellarsi, anche se pretende un rapporto anale. Il periodo di apprendistato prevede un training molto doloroso durante il quale l’inesperta ragazza diventerà una vera mignotta. Non pensando di fare questa fine, oltre a non essere abituate, non sono nemmeno propense a farsi sodomizzare.
Qui interviene lui che è un vero esperto per svezzare i culi ribelli e renderli penetrabili.
Se la ragazza è ancora vergine di culo, dopo averla deflorata, glielo allarga sottoponendola e estenuanti sedute sull’inculatoio sul quale sicuramente ti avrà fatto salire.
È li che la ragazza viene sottomessa. Il culo, vergine o ribelle che sia, viene svezzato a colpi di cazzo duri e potenti. La neo troietta deve piegarsi all’impeto del cazzo che le squarcia l’ano. Deve imparare a assecondare il ritmo dell’inculata venendo incontro con il bacino senza sottrarsi al maglio che la strazia.
Su quella sella crollano di colpo tutti i sogni e le illusioni e l’ingenua ragazza realizza che l’unico lavoro che le si prospetta sarà quello della mignotta. Per non soffrire deve imparare alla svelta a rilassare lo sfintere per allargare il buco. Per abituarle ai cazzi extra-large le costringe ore e ore sull’inculatoio dove le impala come se fosse un bagnino che pianta l’ombrellone! Lo mette e toglie in continuazione muovendolo sia in orizzontale che in verticale e stando sempre attento a cambiare ritmo per cercare di allargarlo il più possibile.
Dopo giorni di questo trattamento, distrutta e soggiogata, la zoccoletta capitola e accetta la sodomizzazione. Una volta sottomessa non serve più legarla sulla sella; ha capito che deve prenderlo senza ribellarsi. L’addestramento continua con sodomizzazioni improvvise, nei momenti più impensabili e persino davanti a altre persone. Può capitare che durante il pranzo o la cena la prescelta deve alzarsi dalla sedia e piegarsi a 90 sulla tavola. Se non lo fa spontaneamente obbliga le altre puttanelle a tenerla ferma e dopo averla smutandata la sodomizza senza vaselina infilandoglielo di colpo con una cappellata violentissima. Non sto a dirti quanto umiliante e doloroso sia prenderlo in questo modo. ll training termina solo quando la zoccoletta riesce a prenderlo in culo anche stando in piedi su tacchi altissimi.
Resa docile e con il culetto educato la riconsegna al pappone che non vede l’ora di metterla alla monta sicuro che non creerà problemi.
Come vedi ha una vera passione per il culo, specialmente per quelli stretti o vergini come il tuo.
Se escludiamo sua madre si è inculato tutte le donne del campo compresa sua sorella.
Però, visto che non sei una puttana da spedire sul marciapiede, devi averli fatti incazzare di brutto se non si sono accontentati di scoparti ma hanno fatto anche a te il buco da mignotta.
- Purtroppo uno stronzo di un amico aveva un debito con loro e mi ha portato qui senza avvertirmi dei rischi che correvo, probabilmente lo ha fatto apposta per evitare di farsi picchiare!
- In questo caso, visto che non te la sei cercata, cerca di vedere il lato positivo: sicuramente se a sverginartelo fosse stato un cazzo normale avresti sofferto di meno ma saresti rimasta con l’ano semichiuso che ti avrebbe sempre dato fastidio, invece adesso che sei bella larga di culo non avrai più paura di prenderlo nel sedere.
Come arrivi a casa ungilo con una pomata e usa la borsa del ghiaccio. Quando esci metti l’assorbente perché camminando la mucosa lacerata può sanguinare. Purtroppo per te con le emorroidi gonfie e infiammate, specialmente i primi giorni, quando andrai di corpo ti sembrerà di cacare una palla di fuoco.
Ti darei un passaggio con il motorino ma mi sa che per tutta la settimana ti conviene prendere l'autobus perché avrai difficoltà a sederti e tanto più a poggiare le chiappe sul sellino.
A proposito, visto che ormai il culo te l’hanno rotto, incomincia a usarlo! Sono sicuro che il tuo ragazzo non vede l'ora di inchiappettarti! Fallo contento e comportati come se non l’avessi mai fatto, continua a fare la smorfiosa, digli che hai paura di sentire dolore e accetta di farlo solo se ti promette di mettere dentro solo la punta e di sfilarla se dovesse fare troppo male.
Il resto verrà da solo, agita mani e piedi e strilla al momento giusto e penserà di essere stato il primo! Se poi aspiri all’Oscar puoi sempre farti uscire un bel paio di lacrimoni quando te lo spingerà dentro fino alle palle. Stai sicura che non riceverai la statuetta ma un bel regalo te lo farà di sicuro quando, dicendogli che ti ha fatto male e ti ha fatto soffrire, crederà di avertelo sverginato!
Adesso ti saluto e benvenuta fra le rotte in culo!
Oltre a grandi pomiciate gli facevo delle interminabili seghe facendolo venire con la mano.
Non ero vergine, la festa me l'aveva fatta un bolognese di 25 anni in campeggio a Milano Marittima ma a lui avevo fatto credere di essere ancora intatta per non dargliela. Non mi piaceva e stavo con lui solo per motivi di convenienza. I suoi amici mi avevano soprannominato " la profumiera" perchè gliela facevo solo annusare. Mario, questo era il nome dello spacciatore, era riuscito a ottenere da me solo un pompino quando il mio debito era diventato enorme e stava per mollarmi.
Una mattina mentre eravamo in macchina a fumarci una canna, vidi che era veramente preoccupato per via del fatto che gli avevano rubato una busta di fumo che doveva ancora pagare agli zingari che in zona gestivano lo spaccio e la prostituzione. Sapeva che non avrebbero creduto alla storia del furto e che, in ogni caso, avrebbero preteso di essere pagati. Aveva paura di andare da loro per spiegare la situazione e mi chiese di accompagnarlo sperando che con me accanto non lo avrebbero strapazzato. Non potendo rifiutare lo accompagnai stando ben attenta a non indossare abiti provocanti; scarpe da ginnastica, leggins neri con sopra una camicia di jeans di mio fratello talmente larga e lunga da nascondere alla perfezione tette e culo e per finire legai i capelli per non esibire la mia folta chioma bionda. Il campo Rom si trovava sotto un ponte dell'autostrada. Scendemmo dalla macchina e, guardati con sospetto, ci dirigemmo verso una grande roulotte priva di ruote appoggiata su blocchi di tufo. Varcata la soglia capii subito che per me si sarebbe messa male.
- Ciao Mario come stai? Chi è ‘sta puttanella che te sei portato dietro?
Mario da vero codardo non replicò all'offesa; balbettando raccontò la storia del furto e come intendesse risarcirli. Nella roulotte c’era anche la madre dei due fratelli, una donna di mezz’età con l'aria da mignotta navigata. Dopo averlo preso a schiaffi, quello che doveva essere il capo, afferrandolo per i capelli gli sputò in faccia dicendo:
- "A brutto fjio de 'na mignotta! Che pensi de venì qua a cojonacce co' ste stronzate! A me delle fregnacce che racconti non me ne frega n'cazzo. Te do tempo 'na settimana e poi, se non me porti i soldi, te vengo a cercà e te strappo tutte le unghie delle mani! Hai capito bene"?
- Si,... si,... balbetto Mario, non ti preoccupare pagherò tutto come sempre.
- Bene mo levete da li coijoni che me voglio spupazzà sta bella bambolina che c’hai portato come acconto su quello che ci devi!
Con un calcio in culo Mario fu cacciato fuori dalla roulotte. Quello stronzo cercò di spiegare che non c'entravo niente e che mi dovevano lasciar stare ma appena l'altro fratello minacciandolo con la pistola gli fece capire di sparire, scappò via come una lepre.
- Guardate, dissi impaurita, non so niente di tutta questa storia, sono un’amica di Mario e l’ho solo accompagnato.
- Mi sa tanto, amica di Mario, che adesso vieni qua e ci fai un bel pompino!
Impaurita da quelle parole, cercai di scappare ma la megera mi fece lo sgambetto facendomi cadere.
- Dove vai troia, se mio figlio dice di succhiare cazzo tu succhi cazzo.
Urlando cercai di divincolarmi ma un violento manrovescio mi fece desistere. Uno dei due che chiamerò il biondo tirò fuori il cazzo e me lo mise davanti alla faccia.
- Forza ragazzina datti da fare, apri la bocca e inizia a ciucciare. Tremando dalla paura iniziai il pompino, l'uccello puzzava di piscio da far vomitare. Capii subito che non voleva un pompino ma voleva scoparmi la bocca. Non riuscivo a respirare, quello stronzo mi bloccava la testa per spingermelo in gola facendomi vomitare bava e succhi gastrici che uscendo all'improvviso finivano sul cazzo e sulla faccia. Il bastardo lo tirò fuori un attimo ma solo per darmi una sberla:
- Fai attenzione ai denti, se mi graffi te li faccio saltare!
In vita mia non avevo mai ricevuto uno sberla così forte, la guancia mi bruciava. Continuò a scoparmi la bocca incurante delle lacrime e dei lamenti fino a quando…
- Ssiii... daiiii... vengo! Sborroooo... aaaaaahhhh!
Una fucilata di sperma mi riempì la bocca. Stavo per sputare quando la megera, che aveva assistito divertita, disse:
- Puttana vedi di non sputare, hai già sporcato abbastanzan, manda giù o ti frusto la fica con le ortiche!
Il sapore dello sperma non mi è mai piaciuto, di solito sputo, ma controvoglia fui costretta a inghiottire.
Intanto l'altro fratello con i capelli mori si era spogliato mostrando un cazzo enorme con una cappella mostruosa talmente larga che sembrava quella di un fungo porcino!
- Su fai la brava e mostraci cosa nascondi sotto questi stracci! Facci vedere come sei fatta!
Cercai di sgattaiolare ma quella stronza della madre m’immobilizzò. I due dopo avermi tolte le scarpe, mi sfilarono i leggins lasciandomi con l'unico indumento che non pensavo venisse visto: il perizoma.
-’Anvedi che mutande da troja che c'ha ‘sta ragazzina!
- Ragazze italiane tutte troie - disse la megera - non puttane come noi che la diamo per soldi!
- Su coraggio,... non fare la smorfiosa,... facci vedere la passera.
Mi stesero sul tavolo per potermi scopare e, mentre mi dibattevo come un'anguilla, la vecchia mi teneva ferme le braccia.
Mi avevano immobilizzata e nonostante cercassi d’impedirlo, mi tolsero mutande e reggiseno.
- Ehi!... Guardate un po' che meraviglia! E' un sacco di tempo che non ne vedevo una così, fra tante fiche depilate o nere questa troietta ha la topina bionda curata e cotonata come se l'avesse appena pettinata! Chissà per chi l'avrà preparata!
Mentre uno mi palpava le tette, l’altro cercava di aprirmi le gambe che, con la forza della disperazione, cercavo di tenere chiuse.
- Scalpita... scalpita pure cavallina... adesso vedrai che bel servizietto ti facciamo!
Sentii una mano insinuarsi con prepotenza tra le cosce, accarezzandomi il sesso; provai a tirare indietro il bacino per sottrarmi a quel contatto ma non ci riuscii.
- Forza bellezza non ti ribellare,... da brava apri queste cosce!
La mano continuava a massaggiare la vagina e lo sfregamento sul clitoride iniziava a produrre i suoi effetti; ero a disagio perché non volevo dare l’impressione di essere una delle tante zoccolette sempre pronte a farsi scopare.
Il cazzo che stavo per prendere, oltre a essere enorme, era anche duro come l’acciaio, sicuramente mi avrebbe sbrindellato la topina che, oltre a essere entrata in attività da poco, non era nemmeno abituata a quelle dimensioni.
Il moro era riuscito a aprirmi le cosce mettendocisi in mezzo; ero terrorizzata. Se l’era scappellato tirando indietro la pelle del prepuzio e godeva nel vedere la paura disegnata sul mio volto alla vista di quel glande gigantesco. Iniziò a strusciare l’enorme cappella sulla patata allargando le piccole labbra a ogni passaggio; ero tesa come una corda di violino aspettando da un momento all’altro la stoccata decisiva con la quale mi avrebbe penetrata.
-La senti la cappella? È di tuo gradimento o pensi che sia troppo grande per la tua fichetta? Mi sa tanto che l’aprirà come una pesca matura!
Finito lo sfregamento la posizionò al centro della fessura iniziando a spingere. Sentivo che quel mostro aveva bisogno di spazio per entrare e premendo lo stava creando. Quell’enorme testa di cazzo la stava dilatando facendomi vedere le stelle. Inutilmente provai a stringere le gambe indietreggiando con il bacino per cercare di non farlo entrare, ma fu tutto inutile. Continuava a spingere, spingeva sempre con maggior forza e non potei fare a meno di strillare quando la cappella riuscì a entrare; piangevo e strillavo mentre quella trave mi dilatava.
- Stai ferma, hai la passera talmente stretta che devo forzare per entrare.
Urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
- Noo! Non voglio! Bastardo... bastardo, non voglio! Maledetto, siete dei figli di puttana. Mi rompi, mi fa male! Ahia!
Piangevo a dirotto. Quando ritenne di avermi penetrata a sufficienza iniziò a scoparmi.
- Basta! Basta! Mi uccidi! Mi fa male!
- Cazzo se sei stretta, rilassati e la lasciala aprire e vedrai che tra poco, passato il dolore, inizierai a prenderci gusto. Sono sicuro che ti farò zampillare come una fontana! Di la verità che un cazzo così grande non lo hai mai preso, senti come riempie bene la fica! Ti assicuro che di queste dimensioni se ne trovano pochi e sono anche dolorosi da prendere ma vedrai che fra qualche strillo riuscirai a prenderlo tutto.
Aveva ragione, non pensavo che esistessero cazzi così grossi e il suo mi stava massacrando; la sentivo piena, non era il fodero adatto per quelle dimensioni. Il cazzo che mi aveva sverginata mi aveva fatto meno male.
Oltre a dilatarla, era talmente lungo che a ogni spinta sbatteva contro l’utero facendomi sobbalzare. Quello che mi faceva maggiormente incazzare, oltre al dolore, era la sensazione di impotenza che provavo mentre ero costretta a prenderlo con la forza.
Speravo che il tormento finisse presto ma purtroppo non fu così. Come si accorgeva che stava per raggiungere l'orgasmo si fermava un attimo tenendolo dentro. A volte lo sfilava completamente per ritardare l'orgasmo; il bastardo faceva di tutto per prolungare la scopata. Per fortuna, durante una pompata furibonda, non riuscì a controllarsi riempiendomi di sborra senza nemmeno preoccuparsi delle conseguenze. Mi aveva lasciato con la patata completamente spalancata, mi sembrava di avere un forno in mezzo alle gambe. Per un attimo mi illusi che era tutto finito e mi avrebbero lasciata andare ma il biondino che aveva goduto con la bocca era di nuovo a cazzo dritto e voleva scopare; prese il posto del fratello e, sollevandomi le gambe fino a farmi poggiare i piedi sulle sue spalle, iniziò a accarezzarmi la fica con la cappella. Questo sfregamento fece si che lo sperma lasciato dal fratello uscisse fuori sporcandogli il pisello:
- Mamma che schifo! Non voglio mettere il cazzo qui dentro!
Quella stronza della madre fu svelta a suggerire il rimedio:
- Se non vuoi sporcare cazzo, usa l’altro buco!
Oddio mi voleva inculare! Dietro ero vergine, non sopportavo neanche le supposte, mi avrebbe sfondata.
Urlando mi divincolai scendendo dal tavolo nella speranza di fuggire ma fui subito bloccata. Ingaggiai una vera e propria lotta per cercare di salvare il culo.
Quella zingara di merda che aveva suggerito di sodomizzarmi trovò anche la soluzione:
- Buoni figli questo posto troppo piccolo! Non adatto per farle il culo! Portare nella stalla.
Il moro che mi aveva appena scopato mi prese in spalla e uscì dalla roulotte.
- Zingari di merda! - urlai - non potete farmi questo.
Cercando di liberarmi prendevo a pugni la schiena e il sedere dello zingaro. Ero coricata sulla sua spalla vestita solo con la camicia che, stando a testa in giù, a malapena copriva il sedere. Attraversando il piazzale incrociammo un altro zingaro che vedendo la scena si mise a ridere.
- Salve cugino, questa bella zoccoletta da dove è spuntata?
- E' un regalo di un amico che mi deve dei soldi.
- Non gli dia retta, per favore mi aiuti perché mi stanno violentando! Uno mi ha costretta a prenderlo in bocca e, non contento, me lo ha cacciato in gola facendomi vomitare anche l’anima. Quando è venuto ho dovuto pure ingoiare per non morire soffocata.
L’altro mi ha sfasciato la micetta per la brutalità con cui mi ha scopata e per le dimensioni asinine del suo uccello.
Non contenti adesso vogliono farmi il culo,… mi aiuti, per favore,… li non l’ho mai preso, ho paura,… non voglio!
- Come scalpita però, posso darle un’occhiata?
- Cerro accomodati pure ma stai attento, è andata in crisi come ha capito che le avremmo fatto il culo.
Il cugino, avvicinandosi, mi sollevò i capelli per vedermi in faccia:
- Bel visino, occhi bellissimi e che boccuccia, chissà che pompino da favola ti avrà fatto!
- Non ti voglio deludere ma con la bocca non sa fare un cazzo. Deve migliorare, è ancora acerba e non ha esperienza.
Capii che dal cugino non avrei ricevuto nessun aiuto anzi, quello stronzo mi stava accarezzando le cosce e alzando la camicia mise ben in mostra fica e culo.
Come se fossi un animale, mi palpò il sedere toccando la fica poi, non contento, inserì un dito dentro facendomi sobbalzare.
- Ehi,... ma è piena di sperma!
- Non hai sentito che ha detto la ragazza? - disse il moro - ho appena finito di scoparla,... la fica sarà per forza piena di sborra.
Il bastardo del cugino con l'indice bagnato di sperma volle saggiare anche l'altro buco. Divaricando le chiappe con una mano con l’altra, senza nessuna grazia, infilò un dito nel sedere facendomi urlare.
- Ahiaaaa! Che cazzo fai brutto maiale! Toglilo immediatamente! Stronzo bastardo!
Cercavo di sottrarmi a quella profanazione ma il porco continuava a spingere. Sebbene mi agitassi come una serpe non riuscivo a sfilarlo. Il risultato fu di ritrovarmelo infilato nel retto fino alle nocche.
-Mmmmmhhhh,… - disse il bastardo - la ragazza non mente, ha il buco chiuso, è incredibile ma è ancora vergine di culo! L’ano è così stretto che è bastato infilarci un dito per farla strillare. Ci credo che è in preda al panico, è spaventata! La volete sodomizzare e, come tutte le vergini, ha il terrore della deflorazione.
- Ahia mi fai male, toglilo!
- Fai silenzio e risparmia il fiato per strillare quando al posto del dito ti c’infileranno il cazzo!
La prima inculata non è mai piacevole, c’è poco da godere e tanto da soffrire poi, una volta che ti sarai abituata al cazzo in culo, inizierai anche a godere.
Sfilò il dito dal sedere e mettendomelo davanti alla bocca disse:
- Bambolina non credo che quella boccuccia non sia capace di fare pompini! Chissà quel bruto cosa ti avrà fatto! Fai la brava, succhia questo dito come se fosse un cazzo e dimostra a mio cugino che si sbaglia!
- Sei matto! Lo hai appena sfilato dal culo e sarà anche sporc...
Non mi fece nemmeno finire la frase, tirandomi per i capelli mi cacciò il dito in bocca facendomelo arrivare in gola. Una volta dentro, con l'altra mano, mi torse il capezzolo facendomi urlare.
-Se quando lo tiro fuori non è pulito, te lo stritolo!
Piangendo leccai il dito cercando di non pensare a dove era stato infilato. Solo allora il bastardo allentò la stretta sul capezzolo.
- Dove la state portando?
- Caro cugino hai centrato il problema, questa ragazza fa la schizzinosa e non si fa sodomizzare per paura del dolore. Dato che finora nessuno è stato capace di inchiappettarla, e con le buone non lo vuole prendere, la stiamo portando nella stalla per farle il servizio. Si agita peggio di una cavalla selvaggia con la differenza che la puledrina scalcia per non farsi sellare, lei per non prenderlo in culo. Capisci bene che per farle accettare la sodomia la zoccoletta va domata. Chi le ha fatto la festa è stato un coglione perchè l’ha deflorata davanti ma non di dietro.
- Bravo, è inaccettabile che alla sua età abbia ancora il sederino chiuso!
- Si, anche se non era sua intenzione, è arrivato il momento di sverginarla così, una volta rotta in culo, non avrà più scuse per prenderlo!
Non è la prima e non sarà l’ultima a rifiutare la sodomia e per farle capire che il culo deve essere sempre disponibile dovremo educarla facendole lo stesso trattamento con cui svezziamo il culetto alle giovani e inesperte ragazze prima di farle prostituire.
Purtroppo con le vergini è sempre la stessa storia: oltre a farglielo entrare nel culo bisogna farglielo entrare nella testa che il sedere deve essere sempre messo a disposizione.
- Ben detto cugino e chi meglio di te può insegnarglielo? Sono sicuro che, quando avrai finito la lezione, questa zoccoletta tra le chiappe non avrà più il virginale buchetto da signorina ma un bel buco largo e spanato da signora navigata.
- Ragazza mia non potevi scegliere posto migliore per fartelo aprire, mio cugino è un vero esperto e davanti a un culo vergine non si tira mai indietro. Adora sfondare i culetti vergini e con il cazzo largo, lungo e duro che si ritrova, non avrà nessuna difficoltà a sverginarlo. In più, da vero bastardo, non si farà impietosire dalle tue grida quando lo supplicherai di smettere. Questo giorno rimarrà per sempre nella tua mente e ricordandolo ti ritroverai a stringere le chiappe.
Ascolta, la prima volta è sempre molto dolorosa, quindi, se vuoi toglierti il dente senza soffrire più del necessario non ostacolarlo, sfogati strillando ma non stringere, sforzati di spingere come se andassi di corpo.
La cosa più dolorosa è far entrare la cappella perché lo sfintere si deve dilatare al massimo. Una volta dentro però non pensare che sia finita perché durante l’inculata esce e rientra di continuo facendoti vedere le stelle. L’unica cosa che puoi fare è tenere l’ano rilassato augurandoti che finisca il prima possibile.
- Parole al vento caro cugino, le vergini come sentono la cappella premere sul buco stringono lo sfintere illudendosi di evitare la sodomizzazione. Vedrai che anche lei non farà eccezione tanto più che da quella parte è più chiusa di un’ostrica.
Piangevo a dirotto! Non avevano il diritto di farmi questo. Mi consideravano come una vacca da portare al toro.
Dopo aver attraversato il piazzale entrammo in un locale al centro del quale stava una sella fissata su un cavalletto.
Cercavo disperatamente di liberarmi dalla loro presa scalciando e divincolandomi con tutta la forza. Aiutati dalla madre cercavano in tutti i modi di farmici salire.
Capii subito che quella sella altro non era che il patibolo sul quale il mio culo sarebbe stato giustiziato. - Stai buona e sali sulla sella che sicuramente avrai già capito a cosa serve: noi la chiamiamo l’inculatoio perché serve per sverginare il culetto a chi, come te, ce l’ha ancora chiuso.
Non immagini nemmeno quante troiette sono state deflorate qui sopra,… deve essere magica perchè sali vergine e scendi rotta in culo.
Una volta in sella mi obbligarono a piegare il busto in avanti e, dopo aver legato polsi e caviglie alle quattro gambe del cavalletto, per non farmi svincolare fissarono il culo in posizione schiacciandomi la pancia sul cavalletto con una robusta cinghia. Ormai non avevo scampo…
- Ecco fatto, ora sei pronta per prendere il primo cazzo nel sedere!
Non potevo muovermi, con le cosce divaricate e il culo a papera i miei buchi erano a loro completa disposizione. Ormai niente e nessuno poteva salvarmi dall’inculata.
Nel frattempo lo stronzo continuava a palparmi il sedere.
- Hai proprio un gran bel culo, sono proprio impaziente d’infilare il mio cazzo in mezzo a queste chiappette sode e spaccarle a metà come una mela.
Ero consapevole che prima o poi sarebbe successo ma non avrei mai immaginato che per farlo mi avrebbero violentata.
Non potevo accettare che mi facessero la festa in questo modo; era intollerabile che contro la mia volontà uno zingaro di merda fosse il primo a incularmi. Toccava a me scegliere modi e tempi e soprattutto chi mi avrebbe sodomizzata. L’ano non avrebbe resistito alla penetrazione di quel cazzo asinino che sicuramente l’avrebbe rotto facendomi sanguinare.
La megera che li aveva aiutati a bloccarmi mi aprì le mele mettendo in mostra il buco da profanare; l'ano era di un colorito nocciola e dal forellino puntiforme partivano dei raggi che lo facevano somigliare a una stella.
La vecchia lo unse con del grasso che spalmò prima all’esterno e poi, facendo pressione, anche all'interno inserendo il dito dentro.
- Ahiaaa! Che cazzo fai brutta stronza!
- Ringraziami invece di strillare, hai l'ano stretto e tenace, non è per niente elastico di quelli che non cedono facilmente; sarà difficile da rompere!
Che stronza, i figli si apprestavano a farmi la festa e lei si preoccupava per loro.
Oltre al dolore dovevo sopportare la vergogna di farmi profanare dalle dita di quella zingara.
Ero terrorizzata per quello che si accingevano a farmi! Era stato doloroso prenderlo davanti e sapere che stavano per infilarmelo dietro mi faceva rabbrividire.
Scoppiai a piangere implorando di risparmiarmi ma fu tutto inutile. Mentre singhiozzavo sentivo il biondo strusciare la cappella nel solco delle mele.
- Coraggio dolcezza non prenderla così, prima o poi tocca a tutte!
C’è sempre una prima volta. Lo devi accettare, prima succede e meglio è. All’inizio fa male ma poi passa, credimi. La cosa incredibile è che finora nessuno si sia preso la briga di inchiappettarti: il tuo ragazzo deve essere proprio un coglione se non ti ha mai inculata. Vorrà dire che ci penserò io a inaugurarlo.
- No… li no ti prego…mi farai malissimo…no, non voglio,… non lo fare!
- Lo so che non vuoi e che hai paura ma lo devi prendere e lo farò pure volentieri perché non c’è niente di più gustoso che aprire un culetto vergine, soprattutto se la troietta non vuole: a te farà male ma a me piacerà da morire.
-No,… fatemi tutto ma non quello,… no ho paura,… perché a me,… cosa ho fatto di male!
- Le tue lacrime non mi commuovono, questo bellissimo culetto deve essere assolutamente sverginato che tu lo voglia o no bisogna aprirlo per renderlo praticabile. Vedrai faremo presto, sarà cosa di pochi minuti, quattro spinte, un po’ di strilli e da vergine diventi rotta in culo. Certo sarà doloroso e può capitare che durante la deflorazione l’ano si spacchi ma ti assicuro che non è mai morta nessuna, tuttalpiù sanguinerai un po’.
Adesso però rimani calma e rilassati perché se t’innervosisci ti farò ancora più male ma se collabori vedrai che la cosa non sarà poi tanto terribile.
Il bastardo, allargate le chiappe, sputò sul buco centrandolo in pieno e, utilizzando anche lo sperma fuoriuscito dalla fica, lo lubrificò ulteriormente infilando le dita dentro. Ci siamo pensai fra me e, nel momento in cui si accingeva a incularmi, il fratello mi costrinse a prenderlo in bocca.
- Da brava prendi il ciuccio e succhia così con la bocca tappata le urla si sentono meno ma stai attenta a non mordere altrimenti ti sfregio! Finiscila di lamentarti non vedi che ti stiamo trattando con tutti i riguardi! Ti abbiamo lubrificato l’ano e sarai sverginata dal cazzo più piccolo.
- Allora sei pronta?
- NO,... NO,... NEL CULO NO!...
- Vi prego ho tanta paura, dietro non l’ho mai preso,... il buco è stretto,... non voglio!
- Si,... Si,... nel culo si,... proprio perché non l’hai mai fatto è ora di prenderlo!
- Noooooo,… noo,… ti prego no,… dietro no,…il buco è troppo piccolo, non potrà mai entrare!
- Ti sbagli zoccoletta, vedrai come lo farò entrare!
- Nooo!... Nooooo,... per favore non farlo,... ti scongiuro desisti, mi ucciderai con quel coso!... Mi spaccherà, mi farai malissimo,… è troppo grande!
- Prima di venire deflorate dite tutte così ma vedrai come lo prenderai tutto, voi verginelle non avete la minima idea di quanto l’ano possa dilatarsi e poi bisogna che inizi a usarlo, quindi finiscila di lagnarti e smetti di fare i capricci.
Fregandosene delle mie preghiere sento il cazzo fra le chiappe, l’appoggia, lo strofina, con una mano tiene salda l’asta mentre con l’altra cerca il buco,… lo trova e l’appunta.
Con la cappella centrata sul buco la paura divenne terrore. Terrore di quello che mi stava facendo e del dolore che avrei provato.
Non volevo essere sodomizzata. Il contatto del glande contro il forellino mi fece contrarre tutti i muscoli.
Presagendo il pericolo iniziai a gridare come un‘ossessa:
- NOO!… NON VOGLIO!… TI PREGO NON FARLO HO PAURA!
- Stai tranquilla,… faccio piano…
Ma ormai era troppo tardi, iniziò a spingere cercando di farlo entrare, il piccolo pertugio strettissimo e contratto dalla paura cominciò a introflettersi sotto la spinta potente e costante.
Alcune amiche mi avevano avvertito che la prima volta fa un male boia anche se fatto con molta cautela. Adesso che lo stavo provando ebbi la conferma che non esageravano affatto: il dolore era veramente atroce.
Mi irrigidii ulteriormente contraendo lo sfintere. Il glande premeva per forzarlo, strinsi i pugni e le chiappe opponendomi con tutte le forze alla penetrazione.
- AHIAAAAA!… AHIAA CHE MALE!… AIOOOO!… FERMATI!… NO!… NO!… NON VOGLIO!… AHIOO!
- Lasciami fare, non t’irrigidire e preparati perché il mio cazzo nel culetto ti farà molto male, oltre a essere vergine il tuo buco è piccolo e anche molto stretto,… quando lo infilerò ti sembrerà di morire.
Aveva ragione, far entrare quell’enorme verga nel buchetto per nulla preparato e per di più restio a farsi penetrare non era facile. Iniziai a piangere e a urlare maledicendolo, il dolore era insopportabile, ero al limite dello svenimento.
- È inutile che stringi, tanto, anche se ti opponi, il culo te lo apro lo stesso e se resisti sarà solo più doloroso. Stai sicura che tornerai a casa col culo rotto, perciò non t’innervosire e rassegnati. Non essere tesa, sforzati di aprirlo più che puoi e vedrai che faremo presto,… strilla quanto vuoi ma lasciati sverginare.
Sentivo il glande forzare sulla rosetta e per impedirlo stringevo le chiappe più che potevo.
-NOO!… TI PREGO,…. MI FAI MALE!
- Lo so che ti sto facendo male, la prima inculata è sempre molto dolorosa ma necessaria e inevitabile; stai calma e respira profondamente.
- NO!… NOOO!… NON FARLO! AHAH!
- Dammi retta, cerca di collaborare se vuoi soffrire di meno. Prendi un bel respiro, trattieni il fiato e spingi come se dovessi fare la cacca.
- FERMO,… BASTA,… AHIAA!
-Forza puttanella che sta entrando,… coraggio,… respira profondamente,… uno,… due,…
Spingeva maledettamente ma quel capoccione non entrava. Lo sfintere, sebbene dilatato al massimo, non riusciva a farlo passare. Il bastardo però, da vero esperto, approfittando del momento in cui mi rilassai per prendere fiato, con un colpo forte e deciso riuscì a far entrare la cappella vincendo l’ostacolo dello sfintere esterno!
- … e tre,… STACK!
- AHHUGHH!... CHE MALEEE!… FERMO,… MI SPACCA! - urlai sentendomi aprire in due-.
- Ecco fatto!
Il dolore era veramente atroce mi sentivo squartata, sembrava che mi stesse impalando.
In quel momento capii perché si usa l’espressione “spaccare il culo”.
Per un attimo restai senza fiato per l’effetto del dolore lacerante. Un momento dopo cominciai a strillare.
- TOGLILO!… TOGLILOOO!... È TROPPO GROSSO!… AHIAAAA CHE DOLOREE!
- SCREEK!
- AHIAAAAAA!… NOOO!… NOOOO!… NON SPINGERE!
Un altro colpo e la testa superò anche l’ostacolo dello sfintere interno entrando completamente nel retto. L’ano, dopo averla fatta passare, si richiuse subito dietro la cappella imprigionandola in una morsa ferrea.
- AHIIAAAA!... ESCI,… ESCI,… FA MALE!… NON VOGLIOO!
-Buona,… stai calma!
-È entrato?
-La cappella si, ma il resto deve ancora entrare!
-Ti prego fermati,… non spingere oltre,.. fa troppo male!
Il bastardo, dopo avermi infilzata, rivolgendosi alla madre disse:
- “A ma' c’avevi ragione,... il culetto de ‘sta verginella è veramente stretto,... me lo sta’ a strozzà!
- AHIAAAAA!... PIANOOO!… MI SPACCHI IN DUE!
Non avendo esperienza ero terrorizzata perché sentivo che continuava a entrare.
Stringevo le chiappe più forte che potevo per non farlo avanzare.
- TI PREGO,… BASTA,... SMETTILA DI SPINGERE!… FERMATI!
- Schhh! Che strilli! Non t’irrigidire, apri il culo e stringi i denti!
- BASTAAAA… BASTAAAA… SVENGOOO … MI FAI MALE!
- Rilassati,… non fare resistenza e spingi per farlo entrare!
- NON RIESCO A RILASSARMI,… NON RIESCO A SPINGERE!
- Fai un po’ come ti pare, più stringi e più farà male, tanto entrerò lo stesso anche se non collabori!
-NO!… NOOOO!… NON VOGLIOOO!… AHIAAA!
Mi divincolavo come potevo forzando le cinghie che mi tenevano bloccata.
- Calmati, non farti prendere dal panico che non fai altro che peggiorare la situazione, tanto non puoi fare niente; è la tua verginità che se ne sta andando ed è normale che faccia male; fattene una ragione e rassegnati. Piuttosto cerca di collaborare perché abbiamo appena iniziato.
Dopo ogni spinta allargava le chiappe per far riapparire l’ano che spariva nel retto insieme al cazzo.
- Se continui a stringere sarò costretto a entrare di forza e per te saranno dolori!
- AHIOO!… TI PREGO FERMATI,… È TUTTO DENTRO?
- Meno della metà, dammi retta spingi,… spingi come fai quando sei in bagno,… dilata questo buco!
-AHIA!… AHIAAAA!… FAI PIANO!… MI SQUARTI!… TI PREGO ESCI…!
-Se lo tiro fuori è peggio perché dovrei ricominciare tutto da capo.
-TI PREGO BASTA!… NON ME LO METTERE TUTTO DENTRO!
- Resisti perché deve entrare tutto nel budello. Se ti rilassi renderai la cosa più facile.
-NON CE LA FACCIO PIÙ! BASTA! BASTA!
Era un vero supplizio, oltre al dolore il bruciore tremendo mi dava la sensazione che mi stesse penetrando con un ferro rovente.
Intanto, implacabilmente, e con colpi decisi, il cazzo continuava a avanzare.
- Forza, apri bene il culo,… STUMP!
- AHIAA!
- Fai un profondo respiro e premi,… ZAK!
- AAAGGGHHH!…
- Rimani morbida,… SCREEK!… Non ti contrarre,… PANGH!
- AAARGH,… BRUCIAA!… È TUTTO DENTRO?
- Coraggio non senti che forza?… STOCK! Allarga queste chiappette e non stringere l’ano!
- BASTAA!... BASTAAAA!... TI PREGO FAI PIANO!… MI FA TROPPO MALE!
Vista di profilo sembravo una porchetta allo spiedo: con un bastone che entrava dal culo e usciva dalla bocca procurandomi conati di vomito.
-BASTA COSÌ,…TI PREGO FERMATI,… NON ANDARE OLTRE!
- Ma lo capisci che deve entrare tutto?
- BAM!… AIOOHH!
Mi dispiace ma sono costretto a forzare, quando il buchino è stretto non cè altro da fare.
Quei colpi rompevano, allargavano, forzavano, stava entrando di prepotenza.
Mi sembrava che fosse tutto dentro, invece dopo ogni spinta lo sentivo avanzare, facendomi piangere e strillare. Era un dolore lancinante, il peggiore che avessi mai provato.
Gridai che li avrei denunciati, ma imperterriti continuavano nella loro violenza facendosi beffe delle mie minacce. I cazzi entravano simultaneamente in gola e nel sedere con movimenti sincronizzati. Stanco di quella lunga penetrazione, all'improvviso dette due poderosi colpi di reni:
-BAAM!… BAAM!
Che fecero sprofondare completamente il cazzo nel sedere.
-AHIAAAAAA!… AUUGHHH!!… AAAAAHHHH!
Le mie erano vere e proprie urla da agonizzante!
- Ecco fatto puttanella! Hai visto? Eri convinta che non sarebbe mai entrato, invece hai fatto la fine della zucchina finendo col culo ripieno di ciccia.
Con le palle spiaccicate sulla fica non facevo altro che piangere e singhiozzare mentre i due stronzi si burlavano di me.
-Oh, povera piccola, è stata così terribile la deflorazione? Piangi per il dolore al culetto o perché l'umiliazione di essere stata sverginata contro la tua volontà ti ha ferita nell'orgoglio? Mi sa tanto che sono lacrime di dolore,... non deve essere stata una passeggiata prendere 20 centimetri di cazzo nel sedere!
Piangevo a dirotto, quella trave infilata nel sedere mi stava spaccando. Pur stando fermo lo sentivo pulsare e ogni pulsazione mi faceva soffrire perché sentivo che aumentava di diametro.
Fregandosene della mia sofferenza iniziò lentamente a sfilarlo stando attento a lasciare dentro la cappella.
Era tremendo, indietreggiando la cappella rivoltava l’ano come un calzino e avanzando lo faceva scomparire nuovamente nel retto. Le cinghie con cui ero legata impedivano ogni movimento e nonostante mi sforzassi non riuscivo a sottrarmi a quel supplizio, neanche nella peggiore previsione avevo immaginato che sarebbe stato cosi doloroso.
-AHIAA!... AAUUUU!... NON SPINGERE COSÌ!… MI SFONDI,… ESCI!!!
- Allora puttanella che ne pensi,… fa male il cazzo nel culo o incomincia a piacerti?
- NOO,… NON MI PIACE,… TI PREGO TOGLILO, FA TROPPO MALE!!!
-Fattelo piacere perché adesso inizia la giostra, preparati perchè sarà dolorosa ma necessaria per aprirtelo per ben bene; rimani calma e continua a spingere per dilatarlo.
- AHH!... MAMMA,… PIANOO!… AHIO!… CAZZO MI SBUDELLI!
Ignorando le mie urla iniziò a stantuffarmi, in principio lentamente, poi sempre più velocemente divertendosi anche a sculacciarmi.
-BAMM!… BAMM!… BAMM!
AHI!… AHI!… AHAHAH!
Iniziò ha sbattermi furiosamente! La violenza con cui mi sodomizzava mi mandava nel panico. Le fitte di dolore partendo dall’ano si propagavano in tutto il corpo fino all’estremità. Quella mazza infuocata mi stava procurando il dolore più grande della mia vita. Aprivo e chiudevo spasmodicamente le mani per cercare di sfogare la rabbia e il dolore. Colpo su colpo mi stava lacerando facendomi piangere e urlare! Quando capiva che stava per sborrare, rallentava o si fermava, per poi riprendere a incularmi ancora più forte.
- NOO,… FAI PIANO,… NON RESISTO,… STO ANDANDO A FUOCO,… CHE MALE,… BRUCIA,… BRUCIA,… BRUCIAAAAA!
- Ci credo che brucia, continui a stringere e il cazzo fa attrito!
- NOO!… BASTAAA!... MI STAI MASSACRANDO!… MI SPACCHI!
- Grida pure, fammi sentire il tuo dolore, sapessi come sono eccitanti le urla di una vergine sodomizzata. Nulla è più bello di una femmina che si agita e strilla sotto le spinte del cazzo nel culo. E’ la più bella tortura sadomaso inventata dalla natura…
Se strilli tanto vuol dire che ancora non basta. Le giovani puledre quando ne hanno abbastanza della frusta smettono di scalciare e si fanno sellare. Tu invece continui a resistere, probabilmente il mio cazzo non è la frusta giusta per il tuo culo…
Invece quella cazzo di frusta mi stava martoriando,… ogni colpo che m’infliggeva mi faceva urlare!
Iniziò a incularmi brutalmente con spinte violente e regolari; indietreggiava lentamente per poi rinfilarlo di colpo con affondi veloci e dolorosi.
Ogni tanto usciva completamente e aspettava che l’ano si chiudesse prima di rimetterlo dentro. Mi dava delle cappellate talmente forti e violente che riusciva a farlo entrare tutto con un colpo solo.
-AHIAAAA!… MI SPACCHI!!!,… TI PREGO LASCIALO DENTRO, NON LO SFILARE!
- Troietta non senti che l’ano è stretto e il cazzo fa ancora fatica a entrare? Te lo devo rompere.
Lo stappa e attappa mi faceva morire di dolore.
- BASTA CAZZO,… MI FA MALE,… Mi FA MALEl,… MI FA MALEEEE!!
- Su zoccoletta resisti,… fai la brava e fatti inculare,… urla pure se vuoi ma fatti sfondare. Vedrai alla fine come tel’avrò allargato, sei fortunata perchè se t’avesse inculata prima lui ti avrebbe rovinata, invece adesso che il buco è stato sverginato lo sopporterai meglio.
Purtroppo per provare piacere dalla sodomia devi prima imparare a prenderlo senza dolore e senza creare problemi a chi lo sta usando e, per prenderlo senza dolore, devi imparare a dilatare l’ano per farlo scivolare senza attrito.
- FERMATI,… MI UCCIDI,… SMETTILA DI ENTRARE E USCIRE!
- Taci zoccoletta, che ne sai di come si svergina un culo?
- AHIAAAAA!… tump... AHIA!!!... tump... AHIOOOO!!!
- Vedrai come cacherai bene dopo questo servizietto!
Urlavo così forte che una zingara richiamata dalle grida entrò dicendo:
- Ma che cazzo sta succedendo? Chi state scannando?
- Tranquilla è tutto a posto - rispose il moro - stiamo facendo la festa a questa zoccoletta!
- Ma che cazzo urla,… ha svegliato mio figlio che si era appena addormentato!
- La bimba fa i capricci per prendere la supposta -rispose-.
- Tutti questi strilli per un’inculata?
- Non ci crederai ma la zoccoletta da questa parte era ancora intatta e strilla perché le sto facendo il tagliando.
- Adesso capisco perché urla tanto, la stai sverginando.
- Si, e come se non bastasse questa zoccoletta ha il culetto veramente stretto.
- Allora vedi di essere meno brutale visto che è il primo che prende.
- Proprio per questo l’ho sverginata io che ho il cazzo più piccolo!
- Perché anche lui la vuole inchiappettare?
- Si, le sto allargando il buco proprio per questo.
- Siete due stronzi non mi sembra che sia una delle novelline della nostra scuderia da svezzare. Perché volete sfondarle il culo se non è destinata alla monta?
Ormai lo sfizio di sverginarla ve lo siete tolto facendole il tagliando,… è proprio necessario farle anche il rodaggio?
- Lo facciamo perché il fidanzato ha tentato di fregarci e a noi questa cosa non piace. Quando tornerà da lui a chiappe aperte e col culo spaccato gli passerà la voglia di fare il furbo.
Poi rivolgendosi a me:
- Ragazza mia, non so in che casino ti sei messa, ma se lui ha deciso di farti il culo per te si mette male. Se il cazzo che hai nel sedere ti fa strillare in questo modo, perderai la voce quando il palo che stai succhiando prenderà il suo posto. Credo sia inutile cercare di far riaddormentare mio figlio perché si sveglierebbe di nuovo. Purtroppo, ci sono passata anch'io sotto questo stallone e nonostante dietro fossi completamente aperta da un pezzo, quando mi ha inculata mi ha fatto strillare come un aquila, perciò posso solo immaginare quanto urlerai per farlo entrare nel culetto appena sverginato!
In ogni modo se avete proprio deciso di farle il servizio completo, sbrigatevi perché vi ricordo che abbiamo altre cose da fare.
- No! Fermali ti prego! Non farmi inculare da lui, mi romperebbe! Aiutami ti prego!
- Gioia è inutile che continui a pregare perché se ti hanno fatta salire su questa sella non hai scampo; ti spaccheranno il culo. Cerca di rilassare lo sfintere così la supposta scivolerà meglio e soffrirai di meno!
- No,… nooo,… ahiaaa,… non voglio,… non mi piace, mi fa male! BASTA!!!! SMETTETELA!!
- Su non insistere - disse il moro che stavo spompinando - se non le piace esci e lasciala a me, tanto quello che dovevi fare l’hai fatto. Si sa che la prima volta non è mai piacevole e, a giudicare da quanto strilla, sembra proprio che non le piaccia.
I due si scambiarono di posto e il biondo, che era appena uscito dal culo, cercò di infilarmelo in bocca. Cercai invano d’impedirlo ma un paio di schiaffi furono sufficienti a farmi aprire la bocca e poi, per costringermi a inghiottirlo completamente, iniziò a sculacciarmi:
-Adesso tocca a te fratello, più di questo non potevo fare, l’ho sverginata ma la ragazza ha il culo che resiste. Se riesci a incularla senza mandarla all’ospedale sono sicuro che l’ano finirà di resistere e la troietta si ritroverà con il buco completamente spanato.
Mentre diceva queste cose, il fratello si masturbava strusciando il cazzo nel solco anale.
-No,… noo,… ti prego, farò tutto quello che vuoi, ma ti scongiuro non farlo,… mi fa ancora male!
- Proprio per questo lo faccio, con il buco ancora aperto sarà più facile infilarci il mio.
Tenendomi le chiappe divaricate posizionò la cappella contro l’ano.
- Sei pronta? Adesso si comincia; lui sverginandoti ha spezzato il tuo orgoglio, io invece spezzerò il tuo sfintere.
- No,... non farlo! È troppo grande,… mi rovinerai con quel coso!
- Sicuro, ma non me ne frega un cazzo. Mi piace spaccare i culetti stretti. Mi piace sentire la donna che piange e si dimena coi muscoli contratti per le fitte. Sentire che il dolore le impedisce di rilassare lo sfintere soffrendo di più.
Era tremendamente vero, nonostante me l’avesse sverginato, quell’enorme cappella non riusciva a entrare,… mi sembrava di ricominciare tutto da capo. Il dolore m’impediva di rilassare lo sfintere e soffrivo più di prima.
-YAAAAGGGH!… CHE MALEE!… FA MALEEE!… FERMATI!
L’ano cercava di aprirsi ma era troppo grosso, avevo la sensazione che mi stessero impalando su un paracarro!
- Smettila,… non stringere le chiappe e sforzati come se dovessi far uscire uno stronzo gigante!
- Vaffanculo,… non ci riesco,… fa un male cane! Bruciaaaaa!
Poi spinse di colpo con forza e il glande riuscì a entrare.
- AHIAAA!... BASTARDO, FIGLIO DI PUTTANA!
- Mi fai male! Aahiaaaa, toglilo, non voglio, ahiaaa che dolore, mamma aiutooo, non spingere, fermati per favore,… mi spacchi!
Cercavo di spingermi in avanti per cercare di sfilarlo ma mi prese per le spalle tirandomi indietro.
- Ti prego abbi pietà,… ritirati,… ti supplico sto morendo di dolore!
Istintivamente piegavo le dita dei piedi aprendo e chiudendo nervosamente le mani cercando così di scaricare la tensione.
- Buona che il peggio è passato, il problema era far entrare la cappella, adesso che è dentro respira profondamente e stai calma.
-AHIOOO!... AHIOOO!... esci per favore, ti prego, mi spacchi!
Urlavo sentendomi spaccare in due da quella nerchia mostruosa
- MI SBUDELLAAAA!
Indifferente al dolore e alle suppliche, dopo avermi infilzata, rimase immobile a farselo massaggiare dalle contrazioni dello sfintere che, contraendosi spasmodicamente, cercava di spezzarlo come se fosse un enorme stronzo da espellere.
- Che goduria,… è incredibile quanto ancora stringa l’ano!
-NO,… NOOO,… TI PREGO,… MI BRUCIA IL CULOOO!
- Dai, fatti coraggio e lascia entrare la supposta!
Percepivo dolorosamente le pulsazioni della cappella che, gonfiandosi dilatava le pareti dell’ano. Dopo aver aspettato che lo sfintere smettesse di contrarsi incominciò a avanzare. Con movimenti di va e vieni lo spingeva dentro facendolo avanzare di qualche centimetro a ogni spinta. Piangevo e urlavo in preda al dolore. Mi stava dilatando molto di più di prima.
-AHIA!… AHAHAH!… MI STAI SBUDELLANDO!
Stanco di sentirmi lamentare lo sfilò rapidamente lasciandomi con il culo dolorante.
- FLOOOP!
-AHIAAA!
Non credevo che anche sfilandolo mi avrebbe fatto male.
- Smettila di frignare e rassegnati! Non mi puoi privare del piacere di incularti! Devi capire che puoi godere anche in questo modo; è solo questione di tempo. Se ti fossi decisa prima non staresti a questo punto: ti devi abituare, stai rilassata e non stringere l’ano!
Sentii allargarmi di nuovo le natiche e compiaciuto disse:
- Dai che si sta allargando.
Prendendo bene la mira, lo rimise dentro con una tale violenza e rapidità che in un attimo sentii le palle a contatto con la fica!
- AHIAAAA!… PORCA TROIAAAAAAA!… ZINGARO DI MERDA!
Chiesi,... implorai pietà,… lo pregai di smettere,... che mi sentivo morire.
Si divertiva a tirarlo fuori per poi rificcarlo dentro velocemente. Questo andirivieni stava consumando tutto il lubrificante irritando l’emorroidi che bruciavano da morire. Avevo il terrore che si rompessero mettendosi a sanguinare. Il dolore era terribile, mi sentivo lacerata.
- MI FA MALE,... MI SPACCA,... BASTAAA!
- Ti brucia il sederino, vero piccola? - Chiese divertita la megera!
Neanche mi avesse letto nel pensiero: bruciava eccome! Era come se avessi un tizzone rovente nel sedere. Le ripetute e impietose penetrazioni mi facevano morire dal dolore e non c'era verso di farlo fermare. In più dovevo sopportare anche l'odore pungente e il sapore acre del cazzo appena sfilato dal culo che toccando le tonsille mi provocava conati di vomito.
La vecchia zingara andò a prendere un oliatore e fece fermare il figlio.
- Fermati un attimo, ritirati lasciando dentro solo la cappella, hai il cazzo asciutto e se continui con questo ritmo fra un po’ la farai sanguinare e non ho nessuna voglia di ripulire la sella dal sangue di questa troietta.
Si preoccupava più per la sella che per il mio povero sfintere. Si mise a oliarlo mentre m’inculava.
Aiutato dall'olio il cazzo non incontrò più ostacoli; sembrava lo stantuffo di una locomotiva. Sentivo il retto compresso quando lo infilava e mi sentivo svuotare quando lo tirava fuori. Il dolore comunque non accennava a diminuire e continuavo a piangere e a singhiozzare. Quel dentro e fuori mi gonfiava d’aria l’intestino e iniziai a scureggiare ogni volta che lo sfilava.
- AHIA! FERMATI UN ATTIMO,… DAGLI IL TEMPO DI DILATARSI,… TI PREGO,... FA MALISSIMO!
- Non te la prendere ragazzina - disse il moro - è normale che faccia male! Non posso fermarmi altrimenti lo sfintere riesce a adattarsi alle dimensioni del cazzo e io non devo dargli il tempo di dilatarsi se voglio romperlo.
Fattene una ragione e cerca di vedere il lato positivo. Lo sfintere è un muscolo circolare le cui fibre scivolando tra loro si distendono e permettono all’ano di aprirsi per consentire agli stronzi di uscire e ai cazzi di entrare. Però, per far passare un cazzo come il mio, sono costrette a stirarsi talmente tanto che alla fine si strappano. Una volta lacerate lo sfintere sfasciato non avrà più la forza di stringere come prima. Così la prossima volta che ti inculeranno lo sfintere rotto avrà meno forza per stringere e il cazzo entrerá più facilmente.
Questo è il momento più doloroso perché la cappella passando velocemente e in continuazione attraverso l’ano costringe lo sfintere a stirarsi rapidamente a ogni passaggio e alla fine il muscolo cede e si strappa.
Questo servizietto ti sarà utile in futuro ma per adesso non puoi fare altro che soffrire e maledirmi perché oltre al dolore per la rottura del culo devi sopportare anche l’attrito della cappella che infiammando e gonfiando le emorroidi sono responsabili del bruciore che senti.
Ti assicuro che ogni volta che ne svergino uno è sempre un dramma; nessuna riesce a farselo deflorare senza gridare. Tu sei fortunata perchè siamo arrivati alla fine e hai sanguinato pochissimo. Continua pure a strillare ma ricordati quello che ti è stato detto: con il cazzo infilato nel sedere se stringi non fai altro che peggiorare la situazione! Quando ti fanno il culo è il cazzo che comanda! È inutile opporsi,... una volta dentro più ti agiti e peggio è, devi solo rassegnarti e accettare la sodomia; è per questo che quando prendi una fregatura si dice che hai preso un'inculata!
Comunque, se la cosa ti può consolare, sappi che prendere la mia nerchia nel sedere fa strillare anche le puttane navigate.
Le sue parole mi fecero incazzare ancora di più, aveva ragione, soffrivo le pene dell’inferno e non potevo fare niente.
Ero costretta a sopportare quella mazza che, incurante delle grida, mi massacrava facendomi provare l’atroce sensazione di essere invasa, riempita, dilatata. La dolorosa violenza scuoteva tutte le mie fibre: mugolavo e bofonchiavo grugniti incomprensibili, annebbiata dalla brutale e violenta sodomia.
Prese a trapanarmi con una rapidità inaudita aumentando progressivamente la velocità di penetrazione, sembrava un martello pneumatico. Si capiva che era un vero esperto, chissà quante ne aveva già sverginate in questo modo! Con un movimento veloce, violento e senza tregua lo ficcava tutto dentro per poi sfilarlo. Lasciava che il buco si restringesse e poi di nuovo dentro variando solo il ritmo e l’intensità della spinta. Andò avanti con questo ritmo per un tempo difficile da quantificare, minuti e minuti a ripetere lo stesso movimento: dentro fino in profondità poi fuori. All’inizio, quando usciva, l’ano aveva la forza di richiudersi, poi, col tempo, lo sfintere smise di reagire e il cazzo iniziò a viaggiare avanti e indietro sempre con minore diffIcoltà fino a scorrere liberamente senza ostacoli.
- AHIAAA,… BASTA,... FERMATI,… BASTAAA!
- Finiscila di ribellarti! Allarga il culo e lasciati andare, vedrai che è molto meglio e ti piacerà!
- Ti prego smettila di fare così,… abbi pietà non sfilarlo, lascialo dentro,… ogni volta che rientra mi lacera,… fa maleee!
Imperterrito continuava a farmi il culo fregandosene del mio dolore! Dentro-fuori-dentro-fuori…
- AHIAA!… BRUCIA,… FAI PIANO,… SMETTILAA!!
Mi pistonava velocemente continuando a riempirmi d’aria l’intestino.
Una volta sbagliando buco lo schiaffò nella fica facendomi urlare.
- Però,… avevi proprio il culetto stretto e resistente - disse - ce n’è voluto per romperlo,… stringi i denti che ci siamo!
Ormai il muscolo aveva ceduto e il buco era diventato una caverna.
- Quando avrò finito avrai l’ano completamente spanato! Il prossimo lo troverà talmente largo e accogliente che gli sembrerà di infilarlo in un guanto!
Avevo smesso di urlare, piangevo e singhiozzavo rassegnata a quella tortura; la potenza con cui mi sodomizzava faceva si che le labbra vaginali si aprissero e chiudessero al ritmo dell’inculata facendo spernacchiare la patata e ridere la vecchia:
-Senti come je canta la fica a ‘sta puttanella! Daje giù, spigni forte!
- Adesso si che entra bene! Scorre senza intoppi liscio come l’olio!
- BASTA!… non ne posso più,… BRUCIA DA MORIRE,… sbrigati a venire,… MI FA MALEEE!
- Adesso che hai il culo rotto e l’ano bello largo non soffrirai più per prenderlo. Potrai iniziare a darlo via senza problemi.
Pregavo perché il tormento finisse presto, il culo mi stava andando a fuoco ma lui continuava imperterrito a pistonarmi.
Improvvisamente, senza nemmeno fare un gemito, venne. Una fucilata di sperma partì dal suo cannone che si mise a sparare a raffica riempiendomi il retto. Ne fece talmente tanta da darmi la sensazione che stesse pisciando.
Grazie a Dio era finita, non vedevo l’ora che lo sfilasse ma quel coso continuava a sputare rimanendo duro.
Trovai un po' di sollievo solamente quando, ammosciandosi smise di fare pressione.
- Ti prego, adesso che sei venuto, per favore esci - sussurrai -.
Il sedere bruciava e avevo lo stimolo di fare la cacca.
Il bastardo con la stessa violenza con cui era entrato lo sfilò. Me l'aveva spaccato con quella maledetta proboscide; il buco era rimasto spalancato, provavo a chiuderlo ma, lo sfintere non rispondeva. Sembrava fosse paralizzato e i miei sforzi per cercare di stringerlo producevano soltanto dolore. Era talmente largo da farmi sentire l’aria fresca entrare dentro.
La vista di quella monta brutale doveva aver eccitato non poco il fratello perché subito dopo sborró riempiendomi la bocca.
Questa volta fui lesta a sputare ma feci male perché la megera, incazzata, mi frustò sulle chiappe affibbiandomi l'ultima sferzata proprio nel mezzo colpendomi in pieno fica e l'ano:
-AHIA!…AHIA!…AHIAAAAA! -urlai sotto i colpi della frusta-.
Ero sfinita. Sentivo dolore da tutte le parti. La fica e il culo mi bruciavano. Ero immobile, spossata, bloccata su quella sella che chissà quante volte era stata utilizzata per queste porcate.
Ero distrutta, non avevo nemmeno la forza di alzare la testa, mentre sputavo bava e saliva, dalla caverna che avevo in mezzo alle chiappe, lo sperma stava fuoriuscendo scolando sulle cosce.
-Ecco fatto - disse uno dei due bastardi - anche questa puledrina è stata domata e ora che è rotta in culo non avrà più problemi a prenderlo. Mi dispiace solo che non faccia parte della nostra scuderia perchè una puttanella giovane e con un culetto come il suo renderebbe un sacco di soldi; farebbero la fila per inchiappettarla.
Queste parole mi convinsero che quella non era una stalla bensì un luogo dove le ragazze, attirate da ogni dove con la promessa di un lavoro, venivano brutalizzate. Dopo averle private della libertà e ripetutamente stuprate erano costrette a prostituirsi.
Chissà quante sventurate prima di me avevano pianto e urlato su questa sella!
Non l’adoperavano per cavalcare perché sia nella stalla che nel campo non avevo visto nessun cavallo e poi la panca con le cinghie su cui era fissata sembrava fatta apposta per immobilizzare le ragazze da violentare. Per colpa di quello stronzo mi ero proprio cacciata in un bel guaio.
La megera, che aveva suggerito lo stupro, volle controllare l'operato dei figli. Divaricando le natiche infilò nel culo un paio di dita che entrarono senza trovare resistenza. Mi ero accorta che erano entrate dal dolore provocato dallo sfregamento dei polpastrelli contro le emorroidi infiammate. Soddisfatta di come me lo avevano conciato si rivolse al figlio:
- Bravo figliolo, hai fatto proprio un bel lavoro, guarda che buco spalancato che ha,… gliel’hai proprio spaccato! L’ano ha tutte le grinze spianate ed è talmente arrossato e tumefatto che sembra quello dei macachi allo zoo! Purtroppo la mucosa si è tagliata in più punti, sicuramente nei prossimi giorni sanguinerà ancora, specialmente quando andrà di corpo, in compenso lo sfintere non farà più resistenza! Il prossimo non dovrà faticare per farle il culo, basterà un po’ di saliva o di succo di fica per incularla senza sforzo.
A conferma di ciò m’infilò un cetriolo nel sedere costatando che entrava e usciva senza problemi.
Sfilato il cetriolo iniziò a sculacciarmi rimproverandomi:
- Possibile che alla tua età eri ancora vergine di culo? Vergognati,... che aspettavi a farti inculare di diventare vecchia? Le ragazzine Sinti iniziano a usarlo prima ancora della fica e sono proprio i fratelli o i cugini a romperglielo per fare esperienza. A quattordici anni hanno tutte il culo aperto. Mia madre mi fece sodomizzare che ero ancora una fanciulla. Ricordo che non era trascorso nemmeno un anno dalla mia prima mestruazione quando disse che ormai ero diventata una signorina e dovevo iniziare a prendere il cazzo. Da brava puttana si fece pagare un sacco di soldi da un nobile sempre in cerca di ragazzine da sodomizzare e, quando ne trovava una vergine, non badava a spese pur di avere il privilegio di deflorarla. Fu proprio lei a tenermi ferma sul letto mentre il conte, non senza difficoltà, cercava di sodomizzarmi. Tra le urla e i pianti ricordo ancora le sue parole:
- Coraggio cucciola calmati e lascialo fare, purtroppo il primo cazzo lo prenderai nel sedere dove fa più male ma non potevo certo rifiutare una simile offerta quindi sarai sverginata prima di culo che di fica. Fattene una ragione, puoi piangere e strillare quanto ti pare ma non puoi evitarlo perché il conte ha pagato un sacco di soldi per aprirti il culo, quindi rassegnati e lasciati sodomizzare.
Lo so, fa male e stai soffrendo, farselo sverginare è tanto doloroso ma anche necessario, ci siamo passate tutte, anche io ho sofferto e mi sono fatta il mio bel pianto al primo anale!
Adesso però stai ferma e non stringere perchè è entrata solo la punta. Rilassati e non pensare al dolore che stai provando ma alla fortuna che ci è capitata: il tuo culetto ci farà guadagnare un sacco di soldi perché il conte tornerà a goderselo fino a quando non ne troverà uno più stretto.
Guaivo come una cagnetta ferita, strillando e sgambettando mi dibattevo come una furia nella speranza di sfilarmelo. Non avevo nessuna voglia di starmene buona buona a farmi inculare.
-Stai giù,… stai giù - ripeteva mamma mentre mi allargava le natiche per aiutare il conte - non fare resistenza, apri il culetto e lascialo entrare! Una brava puttanella deve prenderlo in culo senza fare tante storie.
-NO,… NO,… NON VOGLIO,… FA MALE,... MI SPACCA!
Apri l’ano,… non lo stringere! Non ostacolarlo,… devi premere per dilatarlo!… Finiscila di tirare calci!
- Non si preoccupi - disse il conte - si sta comportando proprio come speravo, il gusto di aprire un culetto vergine è proprio questo! Adoro deflorare le ragazzine perché si ribellano e fanno di tutto per non farsi inculare senza immaginare che più strillano e si dimenano e più mi fanno godere!
-SIETE DUE STRONZI!,… AHIAAAA!!
-Dammi retta rimettiti in posizione; culo in aria, faccia sul materasso e premi come se dovessi fare la cacca!
-NO,... NO,... LASCIATEMI,... LASCIATEMI,... NON VOGLIOOO!
- Però,... che temperamento ribelle ha questa ragazzina,... fa le bizze e sgroppa come una puledra che viene sellata per la prima volta, come lei non ne vuol sapere di farsi cavalcare!
-FA MALE,… FA MALISSIMO,… VI PREGO,… BASTA!
-Coraggio non fare così,… anche se riesci a farlo uscire lo rimette dentro e non fai altro che prolungare l’agonia: rassegnati mordi il lenzuolo e lasciati inculare.
- È ENORME!… MI RIEMPIE!… LO SENTO NELLO STOMACO!
- Lo so, è perché ti sta rompendo il culetto, una volta che te l’avrà sverginato il prossimo ti farà meno male.
Il conte godeva nel vedermi soffrire, agitandomi come un'anguilla qualche volta riuscivo a sfilarlo ma lui, come se fosse un dottore al capezzale dell’ammalata:
-La verginità del sedere - disse il conte- è una malattia che affligge tutte le ragazzine e per guarire c’è solo una terapia. La medicina va somministrata per via rettale. Quindi lascia entrare la supposta e falla agire, non cercare di sputarla ma tienila dentro e sopporta; la prima è quella più dolorosa. Vedrai che in pochi minuti farà effetto e sciogliendosi metterà fine alle tue sofferenze. Nei prossimi giorni tornerò per continuare la terapia e non vedo l’ora di riaprire queste chiappette per infilartene un altra! Ahh,... ahhh!
-AHIAAA,… BASTA,… BRUCIAAA,... VI PREGO!!
- Shhhh… zitta e prendi la medicina - mormorò sorridendo il conte!
- MA MI FA MALEEE!
- È normale che faccia male, ti sto sverginando!
Ti fa male perché continui a stringere - disse mamma - tieni il sedere in alto e quando entra non fare la gobba ma spingi il culo in fuori e premi come se andassi di corpo. Questo è solo il primo di una lunga serie di cazzi che dovrai prendere e non ho intenzione di stare qui a tenerti ferma ogni volta che vorranno sodomizzarti.
Quindi sei avvertita, se continui a disubbidire e non ti rassegni te le darò di santa ragione. Vediamo se, dopo che ti avrò fatto il culo a strisce, capirai che una brava mignotta deve sempre accontentare il cliente anche quando vuole il culo.
Sono sicura che la prossima volta, pur di non riprenderle, non dovrò stare qui tenerti ferma. Ti farai trovare senza mutande sdraiata sul letto come ti ho insegnato e non appena sentirai la cappella del conte spingere la faciliterai allargando le chiappe con le mani e premendo per dilatare l’ano: strillerai ancora ma con un po’ di vaselina basteranno un paio di spinte per fartelo prendere.
Intanto la cappella continuava a forzare il buco facendomi piangere sia per il dolore che per l’oltraggio che stavo subendo.
Purtroppo continuai a ribellarmi per tutto il tempo e mamma dette subito seguito alle minacce; non appena il conte finì di violentarmi non mi fece nemmeno andare in bagno a liberarmi e, con l’aiuto di zia che mi teneva ferma, inizio a picchiarmi con la cinta di cuoio. Mi fece il culo a strisce e sotto la gragnola di cinghiate non fui più in grado di trattanere lo sperma che iniziò a uscire colando sulle cosce.
Quella brutale sodomia mi costrinse a camminare a gambe larghe per giorni.
Avevo il sedere rosso per le cinghiate ma quello che mi faceva più male era il buco del culo; l’ano era gonfio e bruciava da morire ero costretta a usare un salvagente per stare seduta. Qualche giorno dopo vidi il conte tornare e ebbi un tuffo al cuore. Confesso che me la feci sotto dalla paura e dovetti correre in bagno a cambiarmi le mutande. Fortunatamente mamma disse che avevo il culo fuori uso e non poteva sodomizzarmi. Il Conte però non si dette per vinto e adoprando argomenti molto convincenti convinse mamma a farmi sverginare anche davanti e lei, senza nemmeno chiedermelo, mi comunicò che oggi mi avrebbe deflorato anche la fica. In preda al terrore uscii dal bagno cercando di scappare ma sulla porta di casa andai a sbattere contro la zia che stava entrando proprio in quel momento.
- Dove scappi ragazzina?
Mamma le ordinò di bloccarmi e di portarmi in camera. Una volta dentro la vidi intenta a contare una mazzetta di banconote mentre il conte si era già spogliato e si stava masturbando.
- Aiutami a spogliarla e a tenerla ferma, oggi il conte finisce di farle la festa e le rompe il velo - disse mamma -.
Scoppiai a piangere pensando a ciò che stava per capitarmi. Fra le lacrime mi spogliarono adagiandomi sul letto.
-Non piangere, tra poco non sarai più una signorina - disse zia -.
Con gli occhi pieni di pianto vedevo mamma che lo spompinava. Il pensiero di deflorarmi e il pompino gli stavano procurando un erezione imponente. A questo punto le due troie si posero ai lati del letto tenendomi le gambe divaricate e piegate sulle cosce come se fossi una ranocchia pronta a saltare. Memore delle cinghiate prese per essermi ribellata durante la sodomizzazione non feci resistenza limitandomi a piangere e singhiozzare.
- Non voglio, non voglio, perchè lo fate siete cattive.
- Smettila di piangere dovrai pure iniziare una buona volta! Non si è mai vista una puttana vergine. Comportati bene e vedrai che in un attimo ti sarai tolta anche questo impiccio.
Con le gambe in posizione ginecologica il conte iniziò a strusciare il cazzo sulla fica. Con i muscoli in tensione, aspettavo il momento in cui l’avrebbe affondato e la paura iniziò a farmi tremare. Chiusi gli occhi aspettando il colpo ma invece sentii solo la sua voce:
- Fermi tutti, voglio essere sicuro di quello che ho pagato così caro.
S’inginocchio divaricandomi le piccole labbra con le dita.
- AHIA!
Andiamo bene - disse zia - se inizi a strillare ora…
Il conte divaricando le piccole labbra si accertava della mia integrità e arrivato all’imene ne saggiò la consistenza forzandolo con il dito.
- AHIA! Che cazzo fa!
- Siete state oneste, la fanciulla è illibata e con la membrana chiusa. Purtroppo per lei l’imene non ha il foro centrale ma tanti piccoli forellini.
Non capivo cosa volesse dire, so solo che la zia mi lasciò la gamba per andare in cucina. Quando tornò aveva in mano un asciugamano bianco e un bicchiere pieno d’olio. Piegò l’asciugamano e me lo mise sotto al sedere. Poi intinse il dito nell’olio e con quello iniziò a toccarmi il clitoride massaggiandolo delicatamente. La sensazione era estremamente piacevole. L’avevo fatto più volte da sola ma il tocco di una mano estranea rendeva la cosa assai più gradevole.
Continuava a intingere il dito nell’olio e a ungermi la passera. Appena iniziai a sospirare iniziò a leccarmela facendomi venire i brividi. Mamma intanto aveva ripreso a spompinarlo per non fargli perdere l'erezione. Quando si accorse che mi stavo bagnando smise di leccarmela e riprese il suo posto accanto a mia madre. Mi divaricarono le gambe portando le cosce verso il petto facendomi assumere di nuovo la posizione della ranocchia. Il conte spinse il cazzo durissimo e unto d’olio nella passera forzando le piccole labbra e fermandosi appena il capoccione, trovando l’ostacolo dell’imene, mi fece sussultare. Nello stesso momento mamma e zia portando con decisione le ginocchia ai lati del seno mi costrinsero a alzare il bacino permettendo al cazzo di lacerarmi l’imene.
-AHIOOOOO!… AUGHH!... CAZZO CHE MALE!
Ero stata trafitta! Il conte con un ghigno dí soddisfazione si fermò a godersi il gusto della deflorazione.
- AHIAAAAAAAAA! … FERMO!… AHIAA!… AAAAHHH!
-È fatta -disse zia- la passera è stata stappata e adesso la fica può iniziare a respirare e a farci guadagnare.
Mi dibattevo per cercare di sfilare lo spiedo che mi aveva infilzata e il conte a questo punto iniziò a muoversi avanti e indietro facendomi nuovamente strillare.
- Piano,… ahi,… ahi,… basta vi prego!
A quel punto intervenne la zia che con l’esperienza della puttana navigata fermò il conte:
- Esca un attimo e facciamole riprendere fiato.
A malincuore uscì dalla vagina lasciandola aperta e sanguinante.
La zia, con una spugna, mi ripulì dal sangue passandola delicatamente sulle piccole labbra e in mezzo alle chiappe. Vedendo la preoccupazione sul volto di mamma la rassicurò immediatamente:
- Non preoccuparti che non è niente. Questo tipo d’imene è quello che non si rompe al centro ma si strappa sui lati e fa sanguinare. Su cento ragazze solo 5 ce l’hanno così ma non succede niente. Con un fazzoletto di cotone tamponò il sangue che continuava a uscire inserendolo tutto dentro.
Mamma nel frattempo aveva provveduto a ripulire il cazzo del conte con la lingua.
Adesso possiamo continuare - disse zia - quello che c’era da rompere è stato rotto e visto che ormai la fica è stata aperta e ha smesso di sanguinare la scopi a pecorina così la ragazza sarà più rilassata. Con le ginocchia sul pavimento mi fecero poggiare il busto sul materasso. Il conte sfilando il fazzoletto dalla fica completamente macchiato di sangue, disse:
- Questo non lo lavate, tenetelo per ricordo! AH! AH!
Scoppiarono tutti a ridere tranne me che sentivo quel mostro in mezzo alle chiappe.
Quando lo rimise dentro mi fece nuovamente male ma stavolta il dolore fu meno forte. Iniziò a scoparmi con irruenza dandomi delle botte tremende ma dopo i primi minuti, in cui il dolore era sempre presente, iniziai a sentire un calore pervadermi tutta e le pareti della fica iniziarono a bagnarsi. Prenderlo davanti era molto diverso. Iniziavo a provare piacere e il conte se ne accorse.
- Buon sangue non mente! La ragazzina ha la stoffa della troia d’altronde con una madre e una zia come voi non poteva venire diversamente. Continuava a stantuffarmi con metodo e dopo un po’ raggiunsi per la prima volta l’orgasmo con una scopata….
-Sssiiiiiiiii, siiiiiii, cosiiiiiiiiiií, più veloce!
Venni come una fontana sporcando di rosa tutte le cosce.
Il conte continuò a pistonarmi per una buona mezz’ora facendomi venire altre due volte. Purtroppo con il passare del tempo l’attrito si fece sentire e la scopata ricominciò a farmi male.
-Basta, la prego, mi sta facendo male,… non mi piace più,… brucia, si fermi!
- Con quello che ho pagato ti può anche andare a fuoco! Se vuoi il metodo per farmi venire subito ci sarebbe.
Non capivo cosa intendesse dire ma mamma, che aveva capito perfettamente, disse:
- Non se ne parla nemmeno ha visto come l'ha conciato? - disse mamma-.
- Lo vedo, ma come sapete, io adoro quell’entrata…
Stavo iniziando a capire cosa voleva ma fortunatamente mamma lo prevenne:
- Niente da fare il culo è off-limits!
- E se vi dicessi che vi pago il doppio di quanto vi ho già dato per sverginarle la fica?
A mia madre e mia zia brillarono gli occhi e questa volta fu la zia interpretando anche il volere della sorella che disse:
- Per quella cifra può anche metterglielo nelle orecchie.
Sentivo il cazzo ingrossarsi sempre di più e mamma e zia si rimisero in ginocchio ai lati del letto.
- Mamma che volete farmi? Chiesi impaurita.
- Niente di speciale tesoro, niente che tu non abbia già fatto!
- Capii che si erano messi d’accordo per farmi nuovamente sodomizzare dal fatto che appena il conte me lo tolse dalla fica mamma e zia si precipitarono a immobilizzarmi sul materasso impedendomi ogni movimento.
-NOOOOOO!… NOOO!… FERMI!
-Quello che vuoi tu non ci interessa, non ti agitare e cerca di collaborare questa volta.
- NOO,… NON VOGLIO,… MI FA ANCORA MALE!!
-Proprio per questo te lo faccio - rispose il conte.
Mentre zia mi teneva le natiche allargate, il conte fece un paio di passaggi in fica giusto per raggiungere la massima erezione e quando fu pronto se lo unse con l'olio e me lo infilò brutalmente nel culo con un affondo micidiale.
- AHAHAH,… AHIAAAA!
Non sto a dirti quanto strillai e quanto mi fece male. Scalciavo come una cavalla imbizzarrita e se non fossero state in due a tenermi ferma, questa volta sarei anche riuscita a disarcionarlo. Il conte godeva nel vedermi soffrire e la violenza con cui mi inculava fu tale da farmi sanguinare. La vista del sangue lo lasciò indifferente perché continuò a martellarmi facendomi strillare come un aquila. Doveva aver preso una dose massiccia di Viagra perché stette mezz’ora a sodomizzarmi prima di sborrare.
– BASTA… BASTA, MALEDETTO… non ce la faccio più!!… esci ti prego, mi stai uccidendo!!… –
Le due stronze non avevano il coraggio di parlare, per soldi mi avevano venduta a quel sadico.
- BRUCIAA!,… BRUCIAAA!,… BASTA,… DIGLI DI SMETTERE!!
Mamma ebbe un attimo di pietà:
-Dai che è quasi finita, sopporta ancora un po’.
- VAFFANCULO,… BRUTTA STRONZA,… MIGNOTTA!
Con violenza entrava e usciva in continuazione senza preoccuparsi minimamente di quanto mi facesse male o del sangue che stavo perdendo. Quando finalmente sentii lo sperma nell’intestino capii che il calvario era finito. Il sangue uscito dall’ano, oltre a sporcarmi le cosce era colato anche sul pavimento. Era stato terribile, peggio della prima volta.
Mentre continuavo a piangere in preda al dolore sentii la zia dire sottovoce a mia madre:
- Mi dispiace per lei ma è meglio così, tanto prima o poi sarebbe successo, ormai qui dietro è completamente aperta, il conte gliel'ha prorio sfasciato, quello stronzo poteva essere meno violento e evitare di spaccarglielo facendola soffrire in questo modo ma con quello che ha pagato… come dargli torto? Non ti preoccupare tua figlia è forte e robusta e saprà superare anche questo trauma. Tra una paio di settimane sarà tornato a posto e visto che ormai è stata sverginata da tutte le parti potrà iniziare a lavorare.
Ci volle una settimana per riprendermi da quella violenta inculata. Per tutto il tempo fui costretta a camminare a gambe larghe e a mangiare alimenti semiliquidi per evitare traumi nella defecazione. Ci sono voluti 15 giorni di ghiaccio, impacchi e pomate per far rientrare le emorroidi che avevano trasformato l’inviolato buchino in un carciofo spampanato.
La megera finì di raccontare l’inizio della sua vita da mignotta e il fatto di confidarsi con una estranea che aveva appena subito la stessa violenza mi dette l’impressione che per lei, il rivivere quei momenti dolorosi, fosse un modo per cercare di scacciare i fantasmi del passato.
Mio Dio dov’ero capitata, cosa potevo aspettarmi da simili bestie.
Durante il racconto la zingara non aveva mai smesso di sculacciarmi così come la madre doveva aver fatto con lei dopo che il conte le aveva rotto il culo:
- SCIAFF,…Ahia! SCIAFF,…Ahia!
Senza smettere continuò a raccontare:
-Mio figlio da ragazzo si è inculato tutte le cugine e sicuramente ha fatto il culo anche a sua sorella, poi crescendo ha aperto il sedere anche alle nipoti. Invece tu sei arrivata a quest’età ancora vergine!
- SCIAFF,… Ahia!
Non appena la stronza terminò di sculacciarmi, i due bastardi dopo avermi slegata mi misero in una tinozza piena di acqua fresca. Il contatto con l'acqua mi dette un immediato refrigerio. Incominciai a sciacquarmi, mentre ero intenta a pulirmi sentii l'intestino borbottare e avvertii l'impellente bisogno di evacuare. Tutta l'aria che mi avevano pompato nelle viscere pensò bene di uscire con una lunga scoreggia provocando una lunga serie di bolle nell’acqua. Avendo perso il controllo dello sfintere insieme all'aria vidi uscire anche sperma e feci. A quel punto, considerato che il mio orgoglio era andato a farsi friggere, mi lasciai andare scaricandomi completamente. La megera portò insieme ai vestiti un altro catino con nuova acqua fresca una saponetta e un asciugamano. Mentre continuavo a pulirmi, i due fratelli dissero:
- Fai sapere al tuo amico che se fra sette giorni non paga è meglio che scappi in Patagonia. Quanto a te se solo provi a denunciarci sappi che dovunque ti nasconderai ti troveremo e, dopo che ci saremo sollazzati con il tuo corpo ti daremo in pasto ai maiali.
Invece quando avrai smaltita la rabbia per la violenza subita, se per caso volessi ripetere l’esperienza, sappi che il mio cazzo è sempre disponibile a darti una bella ripassata.
Con il culo aperto, completamente slabbrato e dolorante cercare di rivestirmi fu un’impresa; dovetti farlo restando in piedi perché il dolore non mi permetteva di stare seduta. Sbagliai anche a rimettermi il perizoma perché la sottile striscia di stoffa andava a strusciare proprio nel punto dove ero stata brutalizzata. Avevo lo stimolo di fare la cacca e ogni volta che alzavo i talloni per camminare la contrazione dei glutei faceva aumentare il dolore. Piangendo avanzavo lentamente a gambe larghe strusciando i piedi: sembravo una paperella! Con il trucco sfatto e il viso rosso pieno di lacrime, giunsi all'ingresso del campo proprio nel momento in cui un ragazzo stava entrando con il motorino. Vedendomi camminare malamente si fermò e, quando gli passai accanto, sorridendo chiese cosa mi fosse capitato.
- Mi hanno violentata!
- Capirai che novità qui dentro, tu piuttosto perché sei qui? Che sei venuta a fare? Per caso sei una delle nuove?
- Siete degli schifosi bastardi!
- Questo è poco ma sicuro e da come cammini direi che ti hanno fatto la festa, sicuramente devi averli fatti incazzare se ti hanno ridotto in questo stato!
- Te l'ho detto sono stata violentata e stuprata nel peggiore dei modi!
- Eeeeehhhh non farla tanto lunga per qualche cazzo che avrai preso!
- Che ne sai tu, mi hanno sodomizzata e non l’avevo mai fatto!
- Incredibile,... veramente non l’avevi mai preso in culo?
- Si perchè è una cosa sporca, dolorosa e contronatura.
- Ora capisco perché cammini male, ti hanno aperto il sederino e se a sverginartelo è stato mio cugino, con quella mazza che si ritova, te l’avrà sicuramente spaccato.
- Mi fa male,... brucia da morire,... mi sembra di averlo ancora dentro!
- Non te la prendere e smettila di piangere sapevi benissimo che prima o poi sarebbe successo, c’è sempre una prima volta per tutto!
- Si però io non volevo! Quei bastardi mi hanno costretta, ho lottato per evitarlo ma non c'è stato niente da fare, aiutati dalla madre mi hanno legata su una sella e con forza e senza pietà, mi hanno sodomizzata facendomi strillare e piangere dal dolore!
- Guarda il lato positivo, hai sofferto, hai pianto ma adesso è tutto finito e finalmente ti sei tolta il dente.
- È stato tremendo, la testa del capoccione era talmente larga che per farla entrare quello stronzo dava delle botte tremende che mi facevano urlare. Credevo di morire ma lui, imperterrito, ha continuato fino a quando non è riuscito a infilarlo tutto. Il peggio però doveva ancora venire perché l’altro stronzo aspettava solo che il fratello l’aprisse per infilarci la sua mazza da baseball.
Non so come ci sia riuscito, so solo che per farla entrare mi ha fatto strillare come un aquila! Mi ha sodomizzata con cattiveria entrando e uscendo in continuazione con violenza. Me l’ha completamente slabbrato, adesso ho una caverna al posto dell’ano e ho tantavpaura che non si richiuderà più!
Tranquilla è tutto a posto, tra qualche giorno, quando il culo avrà smesso di bruciare, tornerai a camminare normalmente, in fondo è come avere un paio di scarpe strette che non puoi utilizzare perché ti fanno male, le porti dal calzolaio, te le mette in forma e una volta slargate le puoi calzare senza problemi. Il tuo culo era stretto e non l’usavi per paura del dolore, lui con il suo batacchione te l’ha messo in forma e adesso che te l’ha allargato puoi iniziare a usarlo. Stai sicura che la prossima supposta entrerà senza problemi.
- Se la cosa può consolarti sappi che la prima volta è sempre molto dolorosa ed è normale piangere e soffrire! Avresti dovuto sentire come strillava e quanto piangeva mia cugina quando glielo abbiamo sverginato! Pensa che il servizio glielo abbiamo fatto io e suo fratello. Lui la teneva ferma mentre io la inculavo! Non le abbiamo nemmeno dato il tempo di riprendersi che ci siamo scambiati le parti. C’è da dire però che lei aveva 13 anni e noi 16!
Tu che cazzo aspettavi a prenderlo, dovevi proprio venire qui a fartelo sverginare? Col senno del poi hai fatto bene perché ti sei fatta fare il servizio da uno specialista. Sapessi quanti culi ha rotto, tu non sei che l’ultima della serie.
Se le ragazze che cadono nelle sue grinfie immaginassero che il futuro gli prospetta una vita da mignotta scapperebbero a gambe levate. Invece le gambe sono costrette ad aprirle per prendere il suo cazzone. Come una medicina glielo somministra più volte al giorno prima e dopo i pasti per via orale ma, soprattutto, per via rettale. È talmente bravo che anche i magnaccia della zona si rivolgono a lui per iniziare al mestiere più antico del mondo le sprovvedute ragazze tratte in inganno da fantomatiche offerte di lavoro.
Il suo compito è quello di trasformarle in ubbidienti troiette pronte a prostituirsi.
Le aspiranti puttanelle devono essere in grado di soddisfare qualsiasi richiesta del cliente senza ribellarsi, anche se pretende un rapporto anale. Il periodo di apprendistato prevede un training molto doloroso durante il quale l’inesperta ragazza diventerà una vera mignotta. Non pensando di fare questa fine, oltre a non essere abituate, non sono nemmeno propense a farsi sodomizzare.
Qui interviene lui che è un vero esperto per svezzare i culi ribelli e renderli penetrabili.
Se la ragazza è ancora vergine di culo, dopo averla deflorata, glielo allarga sottoponendola e estenuanti sedute sull’inculatoio sul quale sicuramente ti avrà fatto salire.
È li che la ragazza viene sottomessa. Il culo, vergine o ribelle che sia, viene svezzato a colpi di cazzo duri e potenti. La neo troietta deve piegarsi all’impeto del cazzo che le squarcia l’ano. Deve imparare a assecondare il ritmo dell’inculata venendo incontro con il bacino senza sottrarsi al maglio che la strazia.
Su quella sella crollano di colpo tutti i sogni e le illusioni e l’ingenua ragazza realizza che l’unico lavoro che le si prospetta sarà quello della mignotta. Per non soffrire deve imparare alla svelta a rilassare lo sfintere per allargare il buco. Per abituarle ai cazzi extra-large le costringe ore e ore sull’inculatoio dove le impala come se fosse un bagnino che pianta l’ombrellone! Lo mette e toglie in continuazione muovendolo sia in orizzontale che in verticale e stando sempre attento a cambiare ritmo per cercare di allargarlo il più possibile.
Dopo giorni di questo trattamento, distrutta e soggiogata, la zoccoletta capitola e accetta la sodomizzazione. Una volta sottomessa non serve più legarla sulla sella; ha capito che deve prenderlo senza ribellarsi. L’addestramento continua con sodomizzazioni improvvise, nei momenti più impensabili e persino davanti a altre persone. Può capitare che durante il pranzo o la cena la prescelta deve alzarsi dalla sedia e piegarsi a 90 sulla tavola. Se non lo fa spontaneamente obbliga le altre puttanelle a tenerla ferma e dopo averla smutandata la sodomizza senza vaselina infilandoglielo di colpo con una cappellata violentissima. Non sto a dirti quanto umiliante e doloroso sia prenderlo in questo modo. ll training termina solo quando la zoccoletta riesce a prenderlo in culo anche stando in piedi su tacchi altissimi.
Resa docile e con il culetto educato la riconsegna al pappone che non vede l’ora di metterla alla monta sicuro che non creerà problemi.
Come vedi ha una vera passione per il culo, specialmente per quelli stretti o vergini come il tuo.
Se escludiamo sua madre si è inculato tutte le donne del campo compresa sua sorella.
Però, visto che non sei una puttana da spedire sul marciapiede, devi averli fatti incazzare di brutto se non si sono accontentati di scoparti ma hanno fatto anche a te il buco da mignotta.
- Purtroppo uno stronzo di un amico aveva un debito con loro e mi ha portato qui senza avvertirmi dei rischi che correvo, probabilmente lo ha fatto apposta per evitare di farsi picchiare!
- In questo caso, visto che non te la sei cercata, cerca di vedere il lato positivo: sicuramente se a sverginartelo fosse stato un cazzo normale avresti sofferto di meno ma saresti rimasta con l’ano semichiuso che ti avrebbe sempre dato fastidio, invece adesso che sei bella larga di culo non avrai più paura di prenderlo nel sedere.
Come arrivi a casa ungilo con una pomata e usa la borsa del ghiaccio. Quando esci metti l’assorbente perché camminando la mucosa lacerata può sanguinare. Purtroppo per te con le emorroidi gonfie e infiammate, specialmente i primi giorni, quando andrai di corpo ti sembrerà di cacare una palla di fuoco.
Ti darei un passaggio con il motorino ma mi sa che per tutta la settimana ti conviene prendere l'autobus perché avrai difficoltà a sederti e tanto più a poggiare le chiappe sul sellino.
A proposito, visto che ormai il culo te l’hanno rotto, incomincia a usarlo! Sono sicuro che il tuo ragazzo non vede l'ora di inchiappettarti! Fallo contento e comportati come se non l’avessi mai fatto, continua a fare la smorfiosa, digli che hai paura di sentire dolore e accetta di farlo solo se ti promette di mettere dentro solo la punta e di sfilarla se dovesse fare troppo male.
Il resto verrà da solo, agita mani e piedi e strilla al momento giusto e penserà di essere stato il primo! Se poi aspiri all’Oscar puoi sempre farti uscire un bel paio di lacrimoni quando te lo spingerà dentro fino alle palle. Stai sicura che non riceverai la statuetta ma un bel regalo te lo farà di sicuro quando, dicendogli che ti ha fatto male e ti ha fatto soffrire, crederà di avertelo sverginato!
Adesso ti saluto e benvenuta fra le rotte in culo!
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