14 - Il Ginecologo - Diletta

di
genere
dominazione

Per una migliore comprensione si rimanda al racconto precedente:
13 - Il Ginecologo - Agnese

La paziente che non aveva prenotato era Diletta Tornabuoni, giovane gestante ventisettenne al settimo mese di gravidanza. Donna che non poteva passare inosservata non tanto per la sua gravidanza, ma per la sua fulminante bellezza che, associata alla grazia nel portamento e al suo abbigliamento le conferivano quel tocco di classe che solo poche donne riescono ad esprimere.
Di nobili origini si era laureata in lettere e subito si era sposata con il rampollo di una ricchissima famiglia borghese. Decidere di sposare un uomo più grande di vent’anni non fu scelta facile ma sua madre portò validi argomenti per fugarle ogni dubbio; primo fra tutti quello che si sarebbe unita in matrimonio con l’unico erede di un impero che la famiglia aveva creato nel corso degli anni. Svariate società con migliaia di dipendenti e sedi sparse in tutto il mondo Asia e Sud America comprese.
Lui lo conobbi quando accompagnò Diletta a fare l’ecografia morfologica e in quell’occasione gli rivelai che stavano aspettando un maschietto. La prima impressione che mi fece fu quella di un uomo più interessato agli affari che a godersi la sua splendida consorte e, in seguito, conoscendolo meglio, ne ebbi la conferma.
Una donna come Diletta deve essere amata e ha bisogno di cure e attenzioni particolari. Lei è una fuoriserie e come tutte le fuoriserie
non la si può lasciare in garage ma bisogna guidarla, spingerla al limite, farla derapare, mandarla fuori giri! Non la si può utilizzare solo la domenica per andare a prendere l’aperitivo al bar!
In altre parole non era l’autista adatto per guidare una supercar come lei!
Baciandole con deferenza la mano le chiesi:
-Buonasera signora come mai qui? È successo qualcosa?
-Buonasera dottore volevo parlarle un attimo ma vedo che è impegnato, posso aspettare o devo tornare?
Poi avvicinandosi mi sussurrò se era possibile rimanere da soli durante la visita. Capii subito che non voleva nessuno fra i piedi.
-Vedrò di trovare il tempo anche per lei, però dovrà aspettare che finisca le visite prenotate.
Tornato in ambulatorio continuai il mio lavoro pensando a come rimanere da solo. Mi ricordai che nell’armadio avevo un plico contenente documenti da spedire a mia madre ma non trovavo mai il tempo per farlo.
-Agnese – dissi – sai mica fino a che ora si possono portare i pacchi al corriere per la spedizione?
-L’accettazione chiude alle 19:00 poi oltre quell’ora li accettano ma vengono spediti il giorno seguente.
-Ti dispiacerebbe portare dal corriere quel pacchetto che è dentro l’armadio in modo che parta stasera? Sono le 18:00 qui abbiamo finito e mi è rimasta da visitare soltanto la Signora Tornabuoni. Se esci subito sicuramente ce la fai e puoi tornare a casa un po’ prima.
-Non vuoi che ti aiuti?
-No Agnese ti ringrazio ma non è necessario.
Finite le visite e rimasto da solo la feci entrare facendola accomodare sulla sedia di fronte alla scrivania. Per metterla a suo agio e per starle più vicino non mi accomodai dietro la scrivania ma sedetti sulla seggiola accanto. Ero completamente rapito dal modo in cui accavallava le gambe e stordito dal dolce profumo di mandorle che proveniva dal suo corpo.
Ogni suo gesto, ogni suo sguardo e il modo pacato e sereno che aveva nel parlare non facevano che accrescere il suo fascino. È qualcosa che poche donne possiedono e non c’è palestra, parrucchiere o estetista che possa procurartelo. Anche il semplice camice per le visite indossato da lei si trasforma in un vestito da sera.
Cercai di essere il più gentile possibile offrendole un aperitivo. Mai l’icemaker si rivelò più utile permettendomi di raffreddare in un bicchiere di carta il Bitter Campari che avevo nell’armadio allungato con l’acqua minerale del dispenser in sala d’attesa.
Lodò la mia inventiva e, sorseggiando dal bicchiere incominciò a palesare il motivo della visita.
-Vede Dottore… - la fermai immediatamente dicendole:
-La prego, mi chiami pure Federico, e se permette sarei onorato di chiamarla Diletta!
-Certamente Federico mi piacerebbe moltissimo se potessi averti come amico…
-Non chiedo di meglio -risposi- prendendo la sua mano fra le mie.
-Vedi Federico ho proprio bisogno di un amico con cui parlare. Devi sapere che ho frequentato l’università a Parigi e ho perso di vista le poche amiche che avevo al liceo. Appena tornata in Italia mi sono fidanzata e ho iniziato a frequentare gli amici di mio marito perdendo tutti i contatti con i pochi vecchi amici rimasti. All’inizio questa nuova vita mi ha risucchiato come in un vortice. Serate di gala, ricevimenti per raccogliere fondi, spostamenti in elicottero, autista sempre a tua disposizione per non parlare delle vacanze in barca dove erano più gli uomini di equipaggio che gli ospiti. Io, giovane ragazza, mi ritrovavo circondata da persone cinquantenni con cui avevo poco o nulla da spartire. Mio marito sempre attorniato dagli amici d’infanzia e dalle sue cugine che stanno sempre tra i piedi a chiedergli favori. Dopo qualche anno mi sentivo prigioniera in casa mia. Non posso fare la spesa perché c’è chi la fa per me. Ho provato a cucinare ma non c’è gusto a cucinare per se stessi. Mio marito lo sento tutti i giorni ma è già tanto se riesco a vederlo sei o sette volte in un mese e quando è a casa c’è sempre qualche evento a cui presenziare o l’immancabile cena a casa dei genitori. Capisci che una giovane sposa vorrebbe altro! Vorrei tanto mettermi un paio di jeans per scatenarmi durante un concerto, mangiare pizza e birra con gli amici e pagare alla romana come facevo al liceo, fermarmi a limonare con il moroso sulla panchina del parco aspettando il buio per poter rendere più audaci le carezze. Insomma fare tutto quello che fa una mia coetanea! Sicuramente mi invidiano perché posso entrare in qualsiasi negozio e comprare ciò che voglio senza dover chiedere il prezzo, perché ho a disposizione cuoca, cameriera e autista. Ma non sanno che il rovescio della medaglia è quello di vivere in solitudine in una reggia dorata e ritrovarsi ogni sera dentro un enorme letto vuoto a stringere fra le gambe un cuscino che vorresti che si animasse e ti trattasse senza timori reverenziali possedendoti brutalmente fino al sorgere del sole.
Intanto si era alzata dalla sedia e visibilmente scossa si era girata per cercare di nascondere le lacrime che erano prossime a spuntare.
-Federico non giudicarmi male ma io non ne posso più di questa vita!
Facendomi audace e fregandomene altamente del comportamento deontoligamente corretto le cinsi le spalle abbracciandola da dietro…
Appena percepì il mio abbraccio si rivoltò abbracciandomi appoggiando la guancia sulla mia e piangendo continuò:
-Ho tanta paura che mio marito mi abbia messa incinta per cercare di riempire la mia vita. È convinto che un figlio possa placare la passione che mi divora e che non riesco sedare. Forse ha ragione ma questa gravidanza non fa altro che alimentare il fuoco che arde dentro di me. Non so se è per colpa della tempesta ormonale che sto attraversando ma la voglia di essere posseduta non è mai stata così forte come in questo periodo. E proprio per cercare di placarla che mi è capitato l’incidente che mi ha portato da te.
Abbracciandomi fortemente e sospirando continuò:
-Cerca di capirmi e promettimi che non ti burlerai di me appena ti avrò spiegato tutto.
Stavo già pregustando di farmi una fantastica scopata quando le ultime parole pronunciate frenarono il mio entusiasmo.
Mi spiegò che era da tempo che non aveva rapporti sessuali e sentiva il bisogno di essere penetrata. Aveva pensato di masturbarsi con un oggetto che aveva delle protuberanze in gomma. Nel riporre il fantomatico oggetto si era accorta che si era staccato un gommino dalla superficie e temeva che fosse rimasto in vagina.
A questo punto devo aprire una parentesi su quello che le donne riescono a infilarsi in vagina quando sono in preda all’eccitazione.
Nonostante in rete si possano comprare falli di tutti i tipi e per tutti i buchi continuano a masturbarsi con tutto ciò che in quel momento hanno sotto mano. Ho spiegato alle mie pazienti che se non vogliono masturbarsi con il fallo del Sexy Shop per paura che qualcuno possa trovarlo, basta tenere in frigo una bella zucchina o un grosso cetriolo, ricoprirlo con un bel preservativo e darsi piacere in modo biologico! Invece vengono da me per farsi sfilare pezzi di banana, lampadine a torciglione rotte, frammenti di preservativo etc, etc.
Una volta una signora si era masturbata con una torcia elettrica decisamente grande e a forza di spingerla e girarla il tappo posteriore si era svitato e le era rimasto dentro insieme alla batteria tipo D che, per fortuna, era riuscita a sfilarsi da sola.
Con voce calma e rassicurante mi rivolsi a lei:
-Diletta non devi preoccuparti adesso controllo subito.
Dovete sapere che io adoro il corpo delle giovani mamme specialmente quando non hanno il pancione del nono mese ma hanno quel rigonfiamento dell’addome che accentua la lordosi della colonna lombare valorizzando il sedere. Poi tutte le puerpere in attesa di un figlio maschio diventano ancora più belle. Sarà il miscuglio di ormoni ma la loro pelle diventa di seta e la voglia di fare sesso aumenta con l’aumentare della pancia. Sono ricettive come non mai e basta una carezza per farle uscire di testa. Volevo a tutti i costi vederla nuda e pur avendo un vestito che avrebbe potuto sollevare le rifilai una panzana delle mie.
-Per farti sentire a tuo agio dietro il paravento troverai un camice monouso, spogliati e indossalo così posso visitarti.
Ovviamente il camice era di quelli trasparenti che lasciano intravedere tutto. Non appena terminò di sistemare le gambe sui cosciali mi misi di fianco prendendole la mano. Con l’altra, dopo averle scoperto il pube iniziai a accarezzarle le grandi labbra.
-Mmmmmhhh! Federico… sapessi che effetto che mi fa la tua mano!
Continuavo a massaggiarle il clitoride con il pollice mentre inserivo il medio nella passera…
-Ti preparo un po’ così non ti darà fastidio l’inserimento dello speculum…
-Fai quello che vuoi ma non ti fermare, ti prego…
-Va bene rilassati mentre io continuo.
Le lasciai la mano, mi misi seduto sullo sgabello e alzai i cosciali per mettere meglio in mostra la sua topina. Era meravigliosa, completamente depilata con un triangolino di peli corti e neri sul pube dove terminava il suo ventre rigonfio.
Le sue piccole labbra iniziavano a lucidarsi segno che il massaggio le doveva proprio piacere.
-Federicooooo……ssssssiii!
Quel sospiro mi fece perdere tutti i freni e non riuscii più a controllarmi. Smisi di usare la lingua per proferire parole inutili e l’adoperai per assaggiare gli umori che stavano colando dalla sua vulva.
-Cazzo che meraviglia! Mi ero scordata di quanto fosse bello! Federico ti adoro!
-A tuo marito non piace?
-Smettila di parlare e continua… la mia fica non ha mai avuto il piacere di sentire le sue labbra e lui non sa nemmeno che sapore abbia.
Presi a mordicchiarle il clitoride e a succhiarlo…
-Mmmmmmmmmm…ssssssssiiiiiiiii…
Si agitava come se avesse il prurito… continuavo a tamburellare con il dito sul clitoride mentre con la lingua le leccavo tutto il perineo fino a arrivare al buchetto posteriore.
-Mmmmmmmhhhhh ma sei prorio un porcellino! Cosa mi stai facendo… sssssiiiii!
Nessuna donna riesce a resistere quando sente la lingua penetrarle l’ano, l’indice e il medio scoparle la fica e il pollice utilizzare il grilletto come se fosse il tasto del telegrafo.
-Cazzo… cazzo… cazzissimo… siiiii… siiii… dai… continua… non ti fermare… di più… vengoooo!
La porcellina si era lasciata andare e la sua topa era straripata. Dopo spasmi convulsi si era finalmente lasciata andare in un orgasmo liberatorio.
-Che meraviglia!… Erano anni che non godevo in questo modo! Non so come ringraziarti!
-Vedrai che il modo lo troviamo -dissi- mentre mi toglievo i calzoni della divisa.
Avevo il cazzo duro come il marmo e mi avvicinai per farmelo succhiare. Vedendolo rimase impressionata dalle dimensioni.
-Caspita che sberla, ma è vero? Fammelo toccare! Non ho mai visto un coso così grande sarà che sono anni che vedo solo quello di mio marito!
-Non fare la santarellina, chissà quando eri all’università quanti te ne sarai scopati!
-Sarei bugiarda se ti dicessi di no ma tutti decisamente più piccoli.
-Adesso vedi di recuperare il tempo perso e fammi vedere se ti ricordi come si fa un pompino…
Punta nell’orgoglio imboccò immediatamente il cazzo soffermandosi a leccare la cappella. Faceva fatica a prenderlo tutto e mi guardai bene dallo spingerglielo in gola.
Mentre leccava la cappella, lo stringeva con decisione segandolo con un buon ritmo. La fermai ripensando al motivo per cui era venuta e:
-Diletta fermati perchè voglio scoparti. Dammi solo un secondo per dare una controllata alla tua vagina.
Veloce come un lampo infilai lo speculum senza nemmeno lubrificarlo da quanto era bagnata; all’interno non c’era niente e pensai bene di riempirla con il mio cazzo.
Per chi non ha mai provato devo dire che non c’è cosa più agevole che scopare una donna su un lettino ginecologico. Nonostante fosse super lubrificata, quando il glande divaricò le piccole labbra, ebbe un sussulto che mi bloccò.
-Mamma mia che trave! Ma quanto sei grande! Vedi di non sfasciarmi la fischiotta!
-Tranquilla che non si rompe e poi fra un paio di mesi altro che il mio cazzo dovrà far passare!
-Non me lo ricordare che mi vengono i brividi al solo pensiero!
Intanto favorito dalle sue secrezioni il cazzo avanzava lentamemte…
-Si che bello… scopami ma fai piano che non è più abituata a essere strapazzata!
-Però la tua “fischiotta” è veramente stretta! Da quanto tempo non la fai fischiare come si deve?
-Non prendermi in giro e rendimi felice alla faccia di quel cornuto che non se la merita.
Iniziai a scoparla lentamente evitando di andare a sbattere contro l’utero perché sussultava ogni volta che la colpivo. Poi spronata dalla sua insistenza iniziai a pistonarla sbattendole la cappella contro la cervice. Sibilla è una di quelle donne che quando parte non si ferma più. Mi avvinghiò la schiena con le sue gambe e, nonostante il pancione, mi veniva incontro a ogni spinta. La vagina faceva la bava e i suoi umori avevano bagnato tutto il perineo.
-Siii… siii… forza… continua… di più… non aver paura… distruggimi… ssssiii… ancora!
-Più la pistonavo e più godeva! Era già venuta una seconda volta e continuava a spronarmi!
-Dai… continua… ancora… fammi sentire quanto ti piaccio…
-Sei fantastica non ho mai scopato una fica morbida e stretta come la tua… ti faccio partorire con il cesareo perchè sarebbe un delitto rompere questa topina per farci passare un marmocchio! Te la voglio rompere a forza di colpi di cazzo…
-Si… rompila… sfondami… ma non ti fermare… voglio venire insieme a te!
Accelerai i colpi agitando il bacino meglio di un ballerino portoricano. Uscivo completamente per poi rientrare di botto. La sua fica si mise a rumoreggiare…
-Cazzo mi stai distruggendo la passera… continua che sto per venire… ti prego vieni… vieni con me…
Si agitò convulsamente urlando il suo piacere senza paura di essere sentita… la passera iniziò a contrarsi intorno al cazzo e sentii l’orgasmo montare e… in un attimo le riversai dentro tutti gli spermatozoi che non vedevano l’ora di compiere il loro dovere.
Stando ben attento a non schiacciarle la pancia mi abbandonai su di lei rimanendo con il cazzo a gustarmi le contrazioni della fica.
-Mamma mia quanto ho goduto -disse- mi hai distrutto ma non sono mai stata così felice! Mi sa che siamo venuti insieme… ti prego resta dentro non ti muovere e fammi godere di questi attimi.
E chi aveva intenzione di muoversi, avevo l’uccello al caldo nel suo nido naturale. Strappando il camice iniziai a leccarle i capezzoli palpeggiandole il seno che, come in tutte le gestanti, stava vivendo il suo momento di gloria: gonfio morbido e con i capezzoli appuntiti!
-Mamma mia ma tu sei un vulcano, mi vuoi proprio far morire!
Stava ripartendo un altra volta e riuscivo a sentirlo dalle contrazioni della sua vagina. Fu così che accadde una cosa che da tempo non mi succedeva, sarà per il fatto che era incinta, per la naturalezza con cui l’avevamo fatto o per l’empatia che era scattata fra di noi ma il cazzo stava riprendendo vigore e…
-Tu non sei normale… sbaglio o qualcuno sta cercando di alzare la testa?
-Davanti a una bella donna come te si deve sempre stare sull’attenti…
-Mio Dio tu sei un satiro e ti comunico che non ti libererai facilmente di me…
-Non chiedo di meglio -risposi-.
Senza pensarci due volte ricominciai a scoparla facendo uscire sperma e liquidi vaginali. Il cazzo era tornato durissimo e pensai di provare anche il buchetto posteriore che a prima vista non sembrava vergine. In questi casi si pone il dilemma se chiedere il permesso o comportarsi da sfrontato. Nel primo caso c’è il cinquanta percento di possibilità di andare in bianco nell’altro c’è la certezza di rimediarsi un “vaffanculo”. Visto che non mi dispiaceva di andare a fare un culo optai per il secondo caso e facendo finta di sbagliare buco le infilai la cappella nel culo…
-AHIAAAAA!…CHE CAZZO FAI…SFILALO SUBITO!
Tenendola ferma per le cosce le impedivo di sfilarlo. Lo sfintere aveva fatto passare il glande richiudendosi subito dopo alla base della cappella imprigionandomi il cazzo.
-Fermo… fermo… non ti muovere… mi stai facendo vedere le stelle!
-Suvvia non mi dirai che eri vergine!
-Fermo ti prego non ti muovere sento troppo dolore non fare cazzate, mi hai preso a tradimento.
-Non mi dire che nessuno ti ha fatto il culo perché non ci credo!
-Se mi prometti che non ti muoverai ti faccio una sega lasciando la punta infilata ma per carità non mi inculare perché mi uccideresti e poi ho l’intestino sporco e mi vergognerei per quello che potrebbe succedere! AUUU… AHIII!
-D’accordo non mi muovo ma sappi che a me piace un sacco utilizzare anche l’entrata di servizio!
-AHI!… AHI!… vedrai che la prossima volta ti accontenterò ma non sono pulita e non sono pronta a ricominciare… sono anni ormai che non nessuno entra da quella porta!
Si mise a segarmi il cazzo non senza dolore e devo dire che in tanti anni di porcate un’esperienza simile non mi era mai capitata!
Il cazzo doveva stirarle lo sfintere perchè nonostante fossero già passati diversi minuti la sua espressione era di sofferenza.
-Dove hai imparato a fare le seghe con il cazzo piantato nel sedere?
-Pensi che possa eccitarti sapere chi mi prese per la prima volta?
-Certamente -risposi- così vengo prima e non ti stanchi di segarmi.
-Va bene voglio fidarmi ma tu non fare scherzi come hai fatto prima perchè non ti perdonerei. Successe un estate di tanto temoo fa, trascorrevo le vacanze nella casa al mare di mia nonna insieme ai miei due cugini. I nostri genitori stavano con noi solo il mese di agosto mentre a luglio e a settembre restavamo da soli con la nonna che ci lasciava fare un po’ quello che volevamo.
I miei cugini, gemelli, avevano come me 15 anni ma io, essendo femmina, sembravo più grande. A quell’età si è in piena tempesta ormonale e i nostri discorsi vertevano sempre sul sesso.
-Mamma mia che racconto -dissi- mi sta già tirando il cazzo! Se sono stati loro a insegnarti queste cose sono stati veramente bravi.
-Lo sento, ti si è gonfiata la cappella ma, se vuoi che continui, accontentati della sega e non provare a incularmi.
Avevamo costruito una casetta di legno su grande albero e li sopra, al riparo di occhi indiscreti, leggevamo i fumetti porno. La lettura di quelle storie ci eccitava da matti al punto che decidemmo di spogliarci per vedere come eravamo fatti. Il cazzo di un ragazzino adolescente non è minimamente paragonabile a quello di un uomo ma imparai subito che se lo toccavo raddoppiava di volume e diventava duro. Puoi ben capire le seghe che gli ho fatto su quell’albero. Ero sempre in mezzo a loro a segarli in contemporanea. La prima volta che riuscii a farlo sborrare fu entusiasmante: mio cugino vibrava come se avesse preso la scossa e lo sperma fuoriuscì con una velocità e con una forza tale da finire sulle pareti della casetta. Gli facevo toccare la mia pisellina stando ben attenta a non farmi sverginare.
Ovviamente anche loro giocavano con la fica. Si divertivano a metterci il dito dentro fino a toccare la membrana, indice della mia purezza, stando ben attenti a non romperla.
Dalle seghe, prendendo ispirazione dai fumetti, ben presto passammo ai pompini e per la prima volta ebbi il piacere di sentire la lingua sulla fischiotta.
-Cazzo mi sa che fra un po’ vengo…
-Magari perché mi si sta stancando la mano e mi fa male il culo…
-Ti prego continua il racconto…
-Un giorno decidemmo che avremmo fatto tutto quello che facevano i protagonisti del fumetto. In pratica avevamo deciso di mettere fine alla nostra verginità e iniziare finalmente a scopare. Come si fa tra adolescenti giurammo che avremmo fatto tutto quello che facevano nel fumetto suggellando l’accordo con un patto di sangue. Approfittando di una notte in cui nostra nonna ci lasciò da soli comprammo il fumetto e sul lettone incominciammo a leggerlo. Si trattava di un episodio in cui una banda di balordi rapiva ragazze da avviare alla prostituzione. Dopo averla catturata la fanciulla veniva convinta a obbedire mediante una serie di sculacciate in principio a mani nude poi usando una canna di bambù. I cugini vollero subito imitarli e in un attimo mi ritrovai a pancia sotto sul materasso con le gambe sul pavimento. Mentre uno mi teneva ferma l’altro iniziò a sculacciarmi. All’inizio la cosa fu piacevole ma, quando presi dalla foga, mi calarono gli slip e iniziarono a suonarmele su sedere nudo iniziarono i guai.
Le mani furono presto sostituite dalla racchetta da Ping Pong e non ti dico il dolore che provavo quando utilizzavano la parte zigrinata. Finito di sculacciarmi continuammo con la lettura del fumetto.
Dopo averla abbondantemente sculacciata passarono a esaminarle gli orifizi. La fanciulla era vergine sia davanti che dietro. Il capo pensò bene di sverginarle il sedere e di lasciarle intatta la fica; sicuramente avrebbe trovato qualcuno disposto a pagare un sacco di soldi per deflorarla. La scena mostrava la fanciulla che strillava come un aquila e si agitava freneticamente mentre il capo la sodomizzava rompendole il culo.
Fui presa dal panico ma i gemelli mi obbligarono a rispettare il patto e mi ritrovai ancora una volta a pancia sotto sul materasso. Devo dire che il dolore maggiore l’ebbi quando per lubrificarmi mi inserirono a turno le dita nel culo. Dopo aver ravanato per un bel po’ con le dita tirarono a sorte a chi toccasse incularmi per primo. Erano talmente eccitati che il primo non fece neanche in tempo a infilarlo che era già venuto il secondo facendomi male lo cacciò dentro senza grazia e senza nemmeno farmi abituare iniziò a spingere come un forsennato. Cacciai un urlo fortissimo e dovettero tenermi inchiodata al letto per non farmi muovere. Al secondo urlo anche lui era venuto ma questa volta nel mio culo!
-Mamma mia che imbranati e questa sarebbe la tua prima inculata?
-Si ma dopo quella volta capii che potevo utilizzare il sedere e lasciare intatta la fica per darla a chi se la meritasse. Nei giorni seguenti riprovammo e questa volta prendendo io l’iniziativa non senza dolore portammo a termine la procedura. I giorni seguenti il mio culo fu visitato costantemente due volte al giorno perché dovevo far godere tutti e due.
In compenso non glielo davo se prima non mi leccavano la passera per mezz’ora.
-Hai capito i cuginetti, ti hanno messo tutta l’estate allo spiedo!
-Purtroppo il peggio doveva ancora capitare e una disattenzione mi costò veramente cara. Prenderlo nel culo era diventata una costante e non capivo come tante donne si rifiutassero di farsi sodomizzare. Dopo le prime due disastrose volte, tutto sommato non era una pratica dolorosa, l’importante era rimanere rilassata e spingere in fuori nel momento che entrava e non farlo muovere se prima non mi fossi abituata. Purtroppo avevo conosciuto solo i cazzetti dei miei cugini.
Una sera che mi ero attardata in spiaggia con uno dei due dopo aver pomiciato pensammo bene di entrare in una cabina per farmi inculare. Pensavamo di essere soli, erano le sette di sera e in spiaggia non c’era nessuno. Non ci accorgemmo che il bagnino stava facendo il giro di ricognizione prima di chiudere lo stabilimento. Attirato dai gemiti provenienti dalla nostra cabina si mise a origliare e a spiarci da un buco nel legno. Ci fece continuare e quando capì che stava venendo spalancò la porta della cabina gridando:
-Tana libera tutti! E brava questa porcellina, chi l’avrebbe mai detto che una ragazzina così giovane lo prendesse già nel culo… bene… bene! Continuate pure se volete! Chissà se farà piacere a vostra nonna sapere che razza di nipoti si ritrova!
Mio cugino si era ricomposto mentre io restavo in terra a pecorina con il culo scoperto. Il bagnino lo fulminò con uno sguardo e mimando il gesto di tirargli un ceffone...
-Sparisci brutto porcello e non ti azzardare più a utilizzare questa cabina per inchiappetarti la cuginetta. Adesso veniamo a noi due... stavo cercando di rialzarmi quando mi costrinse a restare com’ero.
-Ti prego lasciami andare non abbiamo fatto niente di male.
-Secondo te non c'è niente di male nel farti fare il culo da tuo cugino?
-Ti scongiuro, mi vergogno lasciami rivestire...
-Dunque vediamo se oltre che rotta dietro sei pure aperta davanti e nel dirlo mi inserì un dito nella pisella. A giudicare da quanto sei bagnata direi proprio che sei una bella troietta... ma un attimo, non mi dire che non ti hanno ancora stappata... quello che sento sembra proprio l'imene.
-Lasciami stare sono vergine, non ho fatto niente di male!
-Dunque la conservavi intatta per il tuo fidanzato mentre con il cuginetto ti facevi spupazzare il sedere... ma brava meriti proprio una bella lezione!
Si sedette sulla seggiola e mi fece distendere sulle sue ginocchia.
-Intanto le prendi così capirai che non si fanno queste porcate in cabina...
SCIAFF, SCIAFF, SCIAFF, SCIAFF
Mi fece il sedere rosso a forza di sculaccioni. Piangendo lo supplicai:
-Smettila per favore mi fai male, basta, non voglio...
Il racconto di quella sculacciata mi fece arrapare e non mi accorsi che involontariamente stavo cercando di sodomizzarla...
-AHIA!... FERMATI, NON ERANO QUESTI I PATTI...
-Scusami ma questo racconto mi sta facendo eccitare!
-Allora vieni e facciamola finita...
-Non sia mai voglio sapere com'è andata a finire ma smettila di segarmi altrimenti vengo prima della fine della storia! Riprendi pure da quando te le stava suonando.
-Mentre mi sculacciava sentivo qualcosa di enorme che mi premeva sulla pancia. Il porco si stava eccitando e da quello che sentivo doveva essere molto più grande di quello dei miei cugini.
Al termine della sculacciata mi mise un dito nel sedere e ridendo disse:
-Hai un buchino ancora molto stretto...sono indeciso se usarlo oppure lasciarti andare e mettere al corrente tua nonna delle porcate che stavate facendo.
-Ti prego non dirle nulla, ti scongiuro...
-A te la scelta, domani ho il giorno libero e voglio proprio andare a fare il bagno alla cala dei gabbiani con il gommone. Ti aspetto alle dieci sul pontile, se non ti vedrò tua nonna saprà quello che avete fatto.
Inutile dire che la sera non riuscimmo a dormire i miei cugini erano propensi a confessare tutto alla nonna per non lasciarmi nelle mani del bagnino ma io rifiutai perché non volevo farmi sputtanare da tutti. La mattina mi recai al pontile con il costume la maglietta le infradito e la borsa del mare con l'asciugamano e le creme solari.
-Sono proprio contento che sei venuta perché mi sarebbe proprio dispiaciuto sputtanare una bella ragazzina come te. Forza sali.
Prendemmo il largo e navigammo fino a raggiungere un piccolo isolotto abitato solo dai gabbiani, giunti sotto costa ancorammo il gommone in un insenatura.
-Eccoci arrivati, qui non ci disturberà nessuno e se vuoi puoi prendere il sole integrale così fai sparire i segni del costume.
Impaurita chiesi:
-Che vuoi che faccia, non farmi male sono ancora vergine...
-Sono molto indeciso se renderti donna o godere del tuo bel sederino che da quello che ho potuto sentire è ancora chiuso.
- Ti prego non mi rovinare ti faccio un pompino ma accontentati di quello!
-No cara mia sono già stato troppo magnanimo facendoti scegliere dove preferisci prenderlo, più di questo non posso fare!
Pensando che ormai dietro l'avevo già preso optai per farmi sodomizzare ma quando vidi che bestia di cazzo avrei dovuto prendere cambiai idea ma il bagnino ridendo e come se fosse un quiz disse:
-No cara bambina! La prima risposta è quella che conta... hai detto culo e culo sarà! Ah, ah, ah...
-Ma mi sventrerai con quella trave che ti ritrovi!
-Non ti preoccupare che non è mai morta nessuna e poi da quello che ho visto dovresti essere abituata.
-Ma quello di mio cugino non arriva nemmeno alla meta del tuo non pensavo che potessero esistere cazzi così grandi!
-Coraggio bambolina che non abbiamo tutto il giorno comincia a toglierti il costume.
Avevo lasciato il reggiseno ma me lo fece togliere per giocare con le tette che stavano su da sole anche senza l'aiuto del reggi. Il suo coso stava diventando ancora più grande e lui si accorse del mio stupore perche strusciandolo fra le tette disse:
-Non ti preoccupare che non morde e visto che ci sei puoi anche assaggiarlo e dirmi se ti piace.
-Non voglio mi fa schifo.
Con decisione mi afferrò per i capelli e mi schiaffeggiò con il cazzo.
-Apri questa boccuccia e inizia a succhiarlo altrimenti ti inculo a secco e ti spacco come una pesca matura.
Pur spalancando la bocca facevo fatica a prenderlo, mi soffocava e spingendo mi procurava conati di vomito.
-Si vede proprio che non ne hai mai preso uno, se non riesci a prenderlo leccalo come se fosse un gelato.
Il cazzo si era ingrossato ancora di più, speravo di farlo venire per risparmiarmi l'inculata ma lo stronzo capì le mie intenzioni e mi fermo.
-Adesso che è duro da culo vediamo di preparare il tuo culetto, mettiti a cavalcioni del tubolare e chinati in avanti.
Non avendo scelta feci come richiesto, ma appena cercai di stendermi sul gommone schizzai come una molla perché la plastica infuocata dal sole mi scottava le tette e la fica.
Che fai bambolina inizi a saltare e non lo ho ancora infilato?
-Stronzo la plastica scotta!
-Allora rinfrescala con l'acqua o stendici sopra l'asciugamano!
Per prendere l'asciugamano rovesciai la borsa sul gommone e caddero le creme solari. Mentre stendevo l'asciugamano il bagnino con soddisfazione esclamò:
-Che fortuna, vedo che te lo sentivi e hai portato il necessario, pensavo di utilizzare l'olio per la miscela ma qui vedo che hai di meglio! Quest'olio solare della Piz Buin invece di intensificare l'abbronzatura oggi faciliterà l'inculata.
Si inginocchiò accanto al tubolare e fece colare un po' di abbronzante nel solco delle chiappe spargendolo per bene con la mano sul buco e sul perineo. Mi massaggiava delicatamente l'ano forzando di tanto in tanto l'orifizio fino a entrare con il dito.
-AUUU!... AAAAI!
Feci per alzarmi ma fu lesto a tenermi incollata al tubolare con l'altra mano.
-Ferma ragazzina che è solo un dito, non mi pare che sia più grande del cazzo di tuo cugino! Ieri non mi sembrava che ti facesse soffrire...incomincia a rilassarti.
Iniziò a incularmi con il dito finché non senti che lo sfintere si era adattato. Il passo seguente fu quello di inserire anche un secondo dito...
-Cazzo mi fai male,… AHIA!
Questa volta alzai il busto ma avendo le dita ficcate nel sedere fu sufficiente tirarle verso l'alto per costringermi a ritornare in posizione.
-AHIA,... AHIA,... PIANO PER FAVORE!
Questa volta lo sfintere ci mise più tempo a dilatarsi e per tutto il tempo non feci altro che lamentarmi. Tutto sommato si stava comportando bene per essere un bastardo. Avrebbe potuto incularmi senza preparazione facendomi urlare dal dolore e probabilmente rompendomi, invece a modo suo, stava facendo del suo meglio per non farmi soffrire. Lo compresi quando prese il deodorante spray che avevo in borsa e lo rivesti con un preservativo poi si mise a cavalcioni sulla mia schiena dandomi le spalle, mise dell'altro olio nel buco e, con decisione, cercò di penetrarmi con la bomboletta!
Non potendomi alzare mi misi a sgambettare all'impazzata come una bimba che viene sculacciata...
-Ahiaaaaa! Auuuuu! Fermati che cazzo fai!
-Buona e spingi come se andassi di corpo, lasciati penetrare non ti contrarre!
Era una parola quando prendevo il cazzetto di mio cugino avevo imparato a rilassarmi ma qui era tutto più complicato. Poi improvvisamente l'ano cedette e la bomboletta riuscì a superare l'anello dello sfintere...
-AHIAAAAAA!... CRIBBIO CHE DOLORE!... AUGHHH!... TOGLILO!
-Buona, calmati, hai sofferto tanto per prenderla e adesso la vuoi sfilare? Adesso la tieni nel sedere mentre mi fai un pompino così ti si allarga il buco.
-Toglil, ti prego, mi fa male!
-Vedrai il dolore passerà non appena l’ano si sarà abituato e potrò incularti senza più facilmente.
Farle scavalcare il tubolare con la bomboletta infilata nel sedere non fu facile. Continuava a piangere rimanendo in piedi a gambe divaricate.
-Mi fa male e ho paura che se mi muovo possa finire dentro.
-Non ti preoccupare adesso lego questa cordicella alla base del preservativo così se dovessi inghiottirlo lo tiriamo fuori.
-Ma basta, toglilo per favore!
Dopo aver assicurato la cordicella al preservativo mi fece stringere le cosce, non senza dolore, e sempre tenendo la bomboletta in mano per paura che potessi sfilarmela mi mise a pecorina. Lui si sedette sul tubolare di fronte a me con il cazzo in mano pronto per farselo succhiare. Il pompino mi distrasse da quel coso che avevo infilato nel sedere ma dalla difficoltà che incontravo per ingoiarlo compresi subito che quel cazzo era molto più largo e lungo della bomboletta che tanto male mi faceva.
Oh povera me e povero il mio culo! Per un attimo pensai che se fosse arrivata un'altra imbarcazione sarei stata salva ma mentre lo spompinavo non vedevo nessun natante all'orizzonte. Dopo cinque minuti decise che era ora di farmi il culo e mi fece piegare sul tubolare con il busto fuori dal gommone e la testa a sfiorare l'acqua.
-Ma e proprio necessario? Non puoi accontentarti di un pompino? Non voglio, ti supplico risparmiami.
-Cosa sono questi ripensamenti se non vuoi ti riporto al molo e tua nonna saprà tutto.
Non c'era verso di farlo desistere. Imprigionò le mie cosce fra le sue e lubrificò il cazzo con l’olio solare.
Mi sfilò la bomboletta e senza nemmeno dar sollievo all’ano cercò subito di centrare il buco.
-NO,… NO,… NON FARLO,… TI PREGO!
Muovevo il sedere per non farglielo trovare!
-Fai la brava e smettila di fare i capricci tanto t’inculo lo stesso anche se ti agiti!
-TI PREGO,… TI SCONGIURO,… È ENORME,… MI SPACCHERAI!
-Smettila di dire stronzate, non sei nemmeno vergine, te l’hanno già aperto i tuoi cugini!
-SI MA LORO CE L’HANNO MOLTO PIÙ PICCOLO!!
-Vorrá dire che finirò di sverginartelo.
-AHIAA!
Lo cappella aveva centrato il buco e incominciava a farsi strada.
-Su che ci siamo…
-AHIAAAAAAAAAAAAAA!... VAFFANCULO BRUTTO STRONZO!... AHIA!
-Buona zoccoletta che è entrata solo la cappella, stai calma e respira lemtamente! Adesso mi fermo un attimo e aspetto che l’ano si dilati dopodiché inizierò a farti il culo!
-AHIA,… AHIA,…ESCI!
Con la spinta ero andata a finire in avanti e per non finire con la testa sott'acqua dovevo inarcare la schiena contraendo i glutei e procurandomi altro dolore. Il bastardo aveva previsto tutto e pur standosene fermo godeva quando inarcavo la schiena.
-Come va? Ti sei abituata?
-FERMO,… FERMATI,…. NON SPINGERE,… NON PUÒ ENTRARE È TROPPO GROSSO!
-Scommettiamo?
-AHI,… AHIAAAAA,… AAUUUU,…ARGHHH,…! ... Ahiaaaa! ...Aauuuu! ... Arghhh! ... Non spingere!
Lo stronzo con un altro colpo di reni l’aveva fatto avanzare e appena smisi di strillare…
-TUMP!
Con un colpo micidiale lo cacciò tutto dentro fino alle palle.
- AAAHHHIIII! ... AAAHHIOOOOO! ... AAAGGGHHH!!!
-PORCA TROIA CHE DOLORE!... AUGGGGGG!
Oltre al culo avevo anche la schiena a pezzi non so per quanto ancora potevo resistere! Per riposarmi ero costretta a mettere la testa sott'acqua.
Mi sembrava di avere un trave nel sedere! Adesso riuscivo a capire perché tante donne non vogliono farsi sodomizzare! Mi ero abituata troppo bene con i cazzetti dei cugini la realtà, invece, era quella che stavo vivendo.
Il bagnino ebbe pietà di me e vedendo che ormai non ce la facevo più:
-Adesso che ti ho infilzata per bene e non puoi più scularti ti faccio mettere comoda. Sempre con il coso infilato mi girò facendomi appoggiare il busto tornando un'altra volta a cavalcioni del tubolare.
Il culo mi faceva vedere i sorci verdi ma almeno la schiena aveva smesso di farmi male.
-Va meglio adesso? Sei pronta per la cavalcata?
Non risposi per non dargli soddisfazione ma come iniziò a sfilarlo ripresi a urlare:
-Nooo, fermo, ti prego non farlo!
Sia se lo sfilava sia che lo spingeva ogni volta che si muoveva mi faceva sempre male.
Cercò di aiutarmi sfilandolo quasi completamente cospargendolo con l’olio per lubrificarlo.
-Adesso scivolerà meglio ma tu puttanella smettila di frignare perché con tuo cugino non mi pare che facessi tutte queste storie, anzi, da quanto era bagnata la tua fichetta, mi è sembrato proprio che ti piacesse!
-Brutto porco il tuo è più del doppio del suo! Mi sta spaccando, mi sta aprendo in due, come cazzo faccio a provare piacere?
-Semplice cerca di rilassarti e premi come se andassi di corpo in modo che lo sfintere si dilati e permetta al cazzo di entrare e uscire senza farti soffrire.
-Dici bene ma è una parola, non potresti toglierlo un attimo per farmi riposare?
-Non ci penso nemmeno, rilassati che tra un po' il dolore diminuisce.
Iniziò a incularmi e quando mi vide un po' più rilassata lo estrasse del tutto per poi ripiantarmelo subito dentro. Lo fece diverse volte e questa fu la cosa più straziante.
Lo vide poggiare mani e piedi sul tubolare per potermelo far entrare fino alle palle e incominciò a galoppare.
- Tump! ... Tump! ... Tump! ... Tump! ...
- Ahi! ... Ahiaaaa! ...Aauuuu! ... Arghhh! ...
- Su stai buona e goditi questa supposta!
Così dicendo inizio a farmi il culo fregandosene del mio dolore.
-Basta, basta, ahiaaaaaa!
Mi stava massacrando e continuava imperterrito a aumentare il ritmo. Il bastardo non accennava a fermarsi. Speravo solo che venisse presto per mettere fine al mio tormento!
- Bam, ... Ahi! ... Bam, ... Ahi! ... Bam, ... Ahi! ... Bam! ... Ahi!
- Pietà! ... Ti prego! ... Basta!
Avevo finito le lacrime e la voce e quando ormai avevo perso pure la speranza uno spruzzo di sperma mi fece capire che le sofferenze erano finite.
-Siiiiiiiiii!... Siiiiii!...Vengo!
Si scaricò in me come un fiume in piena schiacciandomi con il suo peso.
-Non capita tutti i giorni di aprire il culetto a un'adolescente, e se poi è carina come te c'è ancora più gusto.
Dopo tutta la violenza usata questo era il primo complimento che mi faceva.
Liberò il culo da quella presenza ingombrante rimanendo a guardare lo scempio del mio ano.
- Mi sa tanto che la prossima volta tuo cugino ci sguazzerà! Dovrai aspettare che si richiuda se vuoi provare a sentire qualcosa! Guarda tu e più largo di questa pallina da ping pong. Aveva preso una pallina che sballonzolava nel gommone e l'appoggiò sul buco.
-Si è proprio più largo!
Portai di scatto le mani dietro per vedere che stava facendo e non volendo lo colpii sulla mano e...
-Che cazzo hai combinato -disse con aria preoccupata- mi hai fatto cadere la pallina dentro!
-Che stai dicendo?
-Dico che mi hai colpito sulla mano e la pallina e finita nel tuo culo.
Impaurita feci per alzarmi non senza dolore e mettendomi in ginocchio cercavo con un dito di recuperarla.
-Che cazzo hai combinato brutto stronzo!
-Io non ho fatto niente sei tu che te la sei inavvertitamente cacciata dentro!
-E adesso che si fa?
-Spingi e la fai uscire.
Era in preda al panico, il sedere mi stava andando a fuoco e lo sfintere maltrattato non ne voleva sapere di collaborare. Mi ero accucciata sui talloni ma oltre allo sperma non usciva nient'altro. Cercò di tranquillizzarmi dicendo che tutto al più con un clisterino sarei riuscita a espellerla...
-Ma come faccio a farmi un clistere e se poi mia nonna mi vedesse? Non posso tenermi dentro questa pallina.
-Una soluzione ci sarebbe se te la senti sono sicuro che te la faccio espellere in un secondo.
-E come?
-Vedi i clisteri spesso si fanno con la soluzione salina per cercare di richiamare liquidi per osmosi e qui è siamo circondati da soluzione fisiologica.
-Continuo a non capire.
-Cosa c'è di più salino dell'acqua di mare?
-E come pensi di farla entrare dentro non abbiamo il necessario.
-Tu non preoccuparti se vuoi ti risolvo il problema.
-Va bene ma facciamo presto che non mi piace tenermi dentro questa cosa, chissà dove potrà finire!
-Rimettiti a pancia sotto come prima.
Ormai il tubolare aveva conosciuto ogni centimetro della mia pelle e ancora una volta stavo con il culo all'aria questa volta non immaginavo cosa volesse fare. Da un gavone prese una specie di tubo largo circa otto centimetri e lungo circa mezzo metro che sulla sommità aveva un manico e poco al di sotto del manico partiva un tubo di gomma di quelli che si usano per travasare il vino.
-Che diavoleria è mai questa?
-Questa è una pompa di sentina e serve per svuotare il gommone quando si riempie d'acqua. Lasciami fare e tieniti pronta a ricevere il clistere.
Non senza paura mi feci oliare il buco e lentamente mi inserì il tubo di gomma nel retto per circa quindici centimetri.
-Ora stringi lo sfintere più che puoi e fai in modo che il tubo non esca.
Infilò la pompa in acqua e lentamente tirando il manico uno stantuffo risucchiò l'acqua del mare. Non appena fece ritornare lo stantuffo in basso mi sentii riempire l'intestino d'acqua.
-Fai piano che mi sembra di scoppiare!
-Resisti che siamo solo all'inizio.
Ogni volta che abbassava lo stantuffo sentivo l'intestino riempirsi.
-Ma non basterà?
-Se vuoi che esca dobbiamo riempire per bene l'intestino e sperare che il sale faccia effetto per richiamare anche i liquidi interni.
-Ma mi sento scoppiare.
-Mettiti a pancia sopra che lo sopporterai meglio.
Con difficoltà per non far scappare il tubo mi misi a pancia sopra e la situazione migliorò sensibilmente. Avevo il ventre gonfio e gli dissi che non ce la facevo più. Smise di pompare acqua e lentamente mi sfilò il tubo.
-Non ce la faccio devo liberarmi sbrigati.
-Stai calma e lascia che l'acqua faccia effetto.
-Ma me la sto facendo sotto.
-Tranquilla mettiti a pecorina che ti aiuto io.
-Ma che vuoi fare?
-Non ti preoccupare e lasciami fare.
-AHIAAAAAA!
Il bagnino a tradimento mie aveva infilato nel sedere la bomboletta di deodorante.
-Tranquilla adesso che ti ho attappata puoi tornare a pancia sopra.
-Toglimi immediatamente quel coso dal culo.
Mi teneva ferme le mani per evitare che me lo sfilassi.
-Ancora qualche minuto e ti faccio liberare.
Mi agitavo come una biscia e avevo i crampi alla pancia. Appena iniziai a sudare mi fece alzare.
-Su fai dei bei saltelli così l'acqua si rimescola per bene.
-Ti avverto che fra un minuto sparerò la bomboletta sul pagliolo del gommone e ti ritroverai in un mare di merda.
Preoccupato di dover ripulire il gommone mi fece stendere una altra volta di traverso sul tubolare ma questa volta con le gambe a penzoloni nell'acqua. Prese la bomboletta con la mano e con voce ferma disse.
-Sei pronta?
-Se non ti sbrighi a toglierla ti stacco un polpaccio con un morso.
Come se si trattasse di stappare una bottiglia di spumante si mise a contare:
-Tre,... due,...uno,...VIA!
Non appena tolse il tappo uno spruzzo di acqua mista a feci si riversò in acqua descrivendo una semicurva e al secondo spruzzo, come se fosse un arcobaleno, vedemmo schizzare fuori la pallina da pin pong arancione!
-Ma che cazzo hai fatto - disse Diletta- mentre mi teneva fra le mani il cazzo.
-Sono venuto, questa storia ha dell'incredibile, e quando sei arrivata a raccontare l'espulsione della pallina non ho resistito e sono venuto.
-Va bene finisci di venire e poi sfilalo lentamente.

scritto il
2022-01-16
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