Diario di un usuraio 3

Scritto da , il 2020-12-20, genere dominazione

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Durante uno dei miei soliti stazionamenti nelle sale d’aspetto delle banche notai un particolare. Una cliente molto avvenente usciva dalla stanza del direttore ed entrambi si fermarono sull’uscio per concordare un nuovo appuntamento.
La bella signora diede la mano al direttore, con questi la fissò in modo intenso. Alla signora sicuramente non sfuggì il significato di quel placcaggio e abbassò lo sguardo.
Colsi l’occasione e avvicinandomi al direttore commentai” Ma che bela donna”.
Una volta chiusa la porta commentai “Beato lei che ha a disposizione clienti così belle e disponibili”.
“Magari si lamentò il direttore certe cose posso solo sognarle.”
“Non ci credo neanche se vedo” proseguii io
“Di cosa aveva bisogno la bella signora?” insistetti.
Mi fece cenno di accomodarmi e incominciò a spiegarmi la situazione. Il marito aveva un’officina meccanica aperta da poco, ed aveva investito i quattro soldi che aveva nell’acquistare un grande locale e assumere diversi operai, ma non aveva valutato che ormai le macchine vengono diagnosticate solo con apparecchiature elettroniche, pur essendo molto bravo aveva quindi fallito con la clientela e si trovava con i soldi finiti, gli operai licenziati e non poteva più acquistare le apparecchiature non avendo più credito con le banche.
“il locale vale un sacco di soldi oggi, ed ha già pagato una bella fetta del mutuo, ma io ho le mani legate.”
“Io no, anzi nella situazione che ha il poveraccio è necessario che si concentri sul lavoro a far divertire la moglie ci penseremo noi che ne dice?”
“io cosa dovrei fare?” disse il direttore eccitato dall’idea di scoparsi quella bella fighetta.
“Mandala da me, ci penso io.” Dissi.
Eravamo diventati soci e il capitale da dividerci era quella che avremmo trasformato in una cagna.
Il direttore mi annotò il nome della signora che il giorno dopo mi telefonò.
Marika come le avevo insegnato, la fece venire alle 18 del giorno dopo un orario in cui sarebbe venuta sicuramente da sola. Aveva sui ventotto anni, vestita in modo castigato con uno sguardo molto triste che le era stato tolto dalla vicenda che ka assillava evidentemente.
Dopo la spiegazione della situazione dissi “ A te serve un santo non un finanziere, lascialo perdere sei una bella ragazza, con il corpo che ti ritrovi ti basta poco per trovare un riccone che ti riempia di soldi.”
“No, mai ho sposato mio marito per amore.”
“Io devo aiutarlo, per lui sarei disposta a qualsiasi cosa.”
Stetti in silenzio per qualche minuto poi dissi. “Attenta a quel che dici, ti ho già detto che sei bella se vuoi sistemo la tua situazione in un attimo.”
“Lo so, ma non posso fargli questo, mi serve un po’ di tempo per pensarci.”
Ormai l’avevo in pugno, ma era un bocconcino da gustare a fuoco lento.
“Al direttore piaci tantissimo e se sei disponibile ad andarci a letto ti approva quel che vuoi.”
“Glielo dica pure disse lei.”
“No, non è così semplice, non rischio che tu ora di si e poi torni a fare la verginella facendomi rompere un amicizia a cui tengo molto, prima vieni a letto con me e quando avrò constatato che sei una troia allora ti porterò da lui.”
“Certo quando vuoi.” Disse lei
“Non ci pensare neanche a darmi del tu, non sono mica quel cornuto di tuo marito.”
“Mi scusi disse lei.”
“Ho sete e la tua disponibilità va festeggiata.” Vai dalla mia segretaria e fatti dare una bottiglia di Champagne.
Dopo qualche minuto, tornò col vassoio e col vino.
“Tirati su la gonna e fammi vedere.”
Lei la tirò su nervosamente.
“Non voglio che usi i collant, quando metto le mani tra le gambe di una femmina voglio sentire la carne. Ce l’hai i soldi per le autoreggenti, tacchi a spillo e perizoma?”
“No, disse.”
“Domani sera verrai qui e poi andremmo a casa mia, passeremo la notte insieme.
“Eccoti dei soldi, vedi come è facile guadagnare per una cagna?”
La sera successiva puntualmente arrivò: Marika la fece accomodare in sala d’aspetto.
“E ‘venuta la signora di ieri” disse
“Come è vestita?” dissi
“Ha una gonna con uno spacco con uno spacco davanti e le autoreggenti.”
“Falla venir.” Dissi
Marika disse “Vieni”
Ormai non era più una cliente, ma solo una delle mie puttane e la grazie e la cortesia non erano più necessarie.
“Quando mi incontri devi venire subito a baciarmi, chiunque ci sia. D’accordo?”
“Si, disse lei. Le piaccio così?”
Sollevo un lembo della gonna per mettere in mostra il perizoma
che aveva sotto.
“Un'altra cosa non mi piace il tuo nome, troppo da santa da oggi in poi ti chiamerei Consuelo un nome da vera puttana.”
La presi per mano e andammo via, era la prima volta che saliva su una Ferrari e le piaceva moltissimo, la faceva sentire una donna di successo.
“Mi dica visto che devo fare la puttana vorrei imparare pe lo meno a fare quella di lusso!”
“Giusto, se ti faccio fare la puttana da strada faccio poco soldi per cui impara a fare la troia e portarmi dei bei soldoni.”
“Quindi non pensa solo a farmi andare col direttore?”
“No, sei un bel pezzo di figa, devi pagare il mutuo e il cornuto col suo lavoro non ce la farà mai….”

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