Francesca la mia nuova schiava 4

di
genere
dominazione

chi mi vuole contattare può scrivere a padronebastardocontatti@gmail.com

Il dolore dello zenzero nel culo per Francesca era stato enorme. Non aveva mai provato un simile mix di piacere e dolore, anche se, dopo un po’ di tempo, il piacere intenso era svanito, lasciando spazio solo al dolore. Mi confessò che il culo le faceva malissimo.

Mi disse: «Non hai idea di quanto bruciore senta in tutto il corpo. Ma quando mi passerà?»
Le risposi: «Di solito, in mezza giornata passa tutto».

Il giorno dopo, mi mandò un messaggio dicendomi che ormai le era passato e che era stata contattata dallo "sfigato", che le aveva chiesto cosa stesse facendo. Lei gli aveva risposto che stava facendo una passeggiata e che sarebbe passata sotto casa sua. Francesca rimase molto scossa da quella richiesta e mi chiese: «Non credi che si sia montato la testa? Adesso si auto-invita a casa mia!»
Le suggerii di farlo salire e liquidarlo in fretta, cosa che Francesca fece, dopo avergli intimato di non comportarsi più così.

Vedendola contrariata, il ragazzo si scusò, promettendole che non sarebbe più successo e che le avrebbe fatto un regalo per farsi perdonare.

Francesca mi disse: «Mi è piaciuto un sacco ricevere le attenzioni di questo sfigatello. Chissà cosa avrà raccontato agli amici!»
Le risposi: «Vantarsi è tipico degli sfigati. Questo qui, neanche con una Lamborghini scopa!»
Francesca replicò: «È vero, però mi sono eccitata… Posso masturbarmi, padrone?»
Le ordinai: «Sì, ma prima di venire dovrai chiedermi il permesso».
«Va bene, padrone», fu la sua risposta.

Quando fu sull’orlo dell’orgasmo, Francesca mi chiese: «Posso venire?»
«Sì, puoi venire, ma prima dovrai fermarti per tre minuti. Soffre la tua fighetta a trattenersi?»
«Sì, padrone».
«Spesso le ragazze giovani hanno reazioni forti quando vengono dominate», le dissi.
«È il mio caso. Mi piace eseguire ordini, e quando sono eccitata farei qualsiasi cosa», rispose.

«Per tre giorni dovrai restare in castità forzata: niente sesso, niente masturbazione, niente piacere di alcun tipo», le ordinai.
«Va bene, padrone. E con gli sfigati come devo comportarmi?», chiese.
«Mantieni le distanze», le imposi.
«Allora mi faccio fare il regalo e basta», disse.
«Esatto. In facoltà, dovrai presentarti con quella tutina che ti entra così bene nel culetto e lo mette in mostra», aggiunsi.
«Va bene», rispose.

Il giorno dopo, Francesca mi chiamò per raccontarmi cosa le avesse regalato lo sfigato, e la cosa mi fece ridere: un Lego. L’idea che un ragazzo regalasse un Lego a una ragazza era così ridicola che anche Francesca rise, ma mi chiese se poteva interrompere la castità forzata: «La mia fighetta sta soffrendo terribilmente senza essere toccata».
La mia risposta fu ovviamente negativa: «Sono stato clemente, considerando la tua giovane età. Di solito la castità forzata la impongo per dieci giorni».
Lo sguardo di Francesca si fece terrorizzato. Mi confessò che dopo soli due giorni stava già morendo dalla voglia.

Poi mi disse: «Lo sfigato mi ha invitato a uscire. Ti imploro, permettimi di toccarmi, non ce la faccio più! Ho gli umori che mi colano lungo le gambe».
«No», risposi.

Due giorni dopo, andai a trovare Francesca. I tre giorni erano passati, e si stava già ditalinando quando ebbe un orgasmo incredibile, probabilmente per il desiderio represso accumulato durante la castità.

Le legai i piedi al letto, presi una forchetta e per cinque minuti le feci il solletico sotto le piante dei piedi. Poi le feci infilare un pennarello nel culo e le ordinai di leccarlo.

Francesca ebbe un moto di ribellione: «Che schifo! Devo proprio farlo?»
«Sì, devi», risposi.
Con un sospiro, obbedì, leccando il pennarello che era leggermente sporco (evidentemente non si era pulita bene il sederino).

Poi le ordinai di andare in un bar per anziani vestita da troia e di bere un caffè. Io sarei entrato più tardi per osservare la scena.
Purtroppo, a quell’ora c’erano solo galantuomini, e a parte qualche occhiata, non successe nulla. Francesca fu fortunata: a Pamy, una delle mie cagne preferite, un vecchio aveva offerto 50 euro per un pompino nel suo SUV parcheggiato fuori dal bar.

Appena usciti, Francesca notò che lo sfigato le aveva scritto, chiedendole di uscire con lui.
«Devi andare! E mostrargli di nuovo il culo», le dissi.
«No, ti prego, padrone, non farmelo fare!», supplicò.
«Sai che sarai punita severamente se disobbedisci. Non tollero schiave indisciplinate!»
«Va bene, padrone, lo farò… Ma come? Devo piegarmi o alzare la gonna?», disse rassegnata.
«Fai finta di raccogliere qualcosa», le suggerii.

Il giorno dopo, Francesca mi scrisse: «Tra dieci minuti arriva lo sfigato. Ti va bene come sono vestita? Ti prego, non farmi mostrare il culo…»
Ma la mia risposta fu di nuovo negativa.

Mi irritai per i suoi tentativi di ribellione e le ordinai: «Mostragli anche la figa».
Un po’ sconsolata, rispose: «Obbedirò».

Li seguii di nascosto mentre si sedevano su una panchina al parco. Francesca tenne le gambe aperte per una decina di minuti, e lo sfigato, visibilmente arrapato, non smise un secondo di fissarle la figa. Poi la riaccompagnò a casa, e mentre scendeva dalla macchina, Francesca alzò la gonna e gli mostrò il culo. Il povero ragazzo sembrava sul punto di avere un infarto, con la faccia paonazza che fece.

Francesca gli chiese: «Mi trovi bella? Ti piacerebbe vedermi nuda?»
Lo sfigato, rosso come un peperone, balbettò: «Sì», e le sfiorò il culo con un dito, talmente era timido.
Francesca alzò la gonna e glielo mostrò di nuovo.

Ma la cosa più divertente doveva ancora accadere: un anziano aveva assistito alla scena e si mise a ridere, mettendo in imbarazzo entrambi.

Qualche giorno dopo, Francesca mi confessò che era sempre più angosciata perché lo sfigato le aveva detto di avere una cotta per lei e di volersi fidanzare. Non sapendo come rispondere, gli aveva detto che ci avrebbe pensato.

Poi mi rivelò che un’amica l’aveva invitata a una festa in piscina per il suo compleanno, ma si vergognava all’idea di farsi accompagnare dallo sfigato. Tuttavia, le ordinai di farlo, e seppure molto riluttante, obbedì: «Lo faccio solo per te, padrone».

Le imposi di indossare un costume bianco, in modo che, facendo il bagno, tutti avrebbero visto le sue tette e la figa. Inoltre, nei giorni precedenti la festa, avrebbe dovuto restare in castità forzata, per essere ancora più eccitata.

Francesca era preoccupata: «E se vedono che sono bagnata?»
«Certo che lo faranno», risposi.
Cercò di convincermi: «Se vuoi, posso mettere delle mutandine nere, ancora più piccole…»
«No. Costume bianco», ribattei.
«Mi vedranno gli umori!»
«Esatto. E non pensare di fare la furba: ho trovato il modo di farmi invitare alla festa. Ti darò ordini via SMS».

La festa fu bellissima. L’amica di Francesca aveva una villa con una piscina al centro. Le ordinai di spogliarsi, e la cosa la fece vergognare tantissimo: era l’unica in costume, mentre le altre ragazze erano vestite.

L’imbarazzo la eccitò a tal punto che, attraverso il costume bianco, si vedevano chiaramente gli umori. Per questo, decise di fare un bagno.

Quando uscì dall’acqua, un ragazzo la fissò con uno sguardo allupato. Le ordinai via SMS di avvicinarsi, e i due iniziarono a limonare. Lui le toccò il culo e, mentre la baciava, le infilò un dito nella figa.

La scena più divertente fu la gelosia dello sfigato, che cercò inutilmente di attirare l’attenzione di Francesca. Fu uno dei momenti più esilaranti della mia vita: quel poveretto non capiva che lo stavamo solo prendendo in giro.

Quasi tutti provarono con Francesca, che, su mio ordine, si mostrava disponibile per tormentare ancora di più lo sfigato. Poi la festeggiata tagliò la torta, e tutti iniziarono a ballare fino a notte fonda.

http://www.padronebastardo.org
scritto il
2025-07-28
7 3 5
visite
2
voti
valutazione
4
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Francesca la mia nuova schiava 3
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.