Lo spogliatoio

Scritto da , il 2020-12-04, genere trans

Erano passate ormai due settimane da quando lo spogliatoio maschile della palestra della scuola era diventato inagibile a causa dello scoppio di una tubatura, e noi ragazzi eravamo stati obbligati da allora a cambiarci in quello femminile dopo le ragazze.

Quella giornata avevamo appena finito di fare un duro allenamento nella corsa ad ostacoli e, dato che era l'ultima ora, decidemmo di restare a farci una bella doccia rinfrescante, e  anche se questo voleva dire per noi ragazzi aspettare un'eternità fino a che anche l'ultima ragazza avesse finito, non avevamo altra scelta. 

Inoltre, come se la mia permanenza a scuola non fosse già abbastanza prolungata, quel giorno era pure il mio turno di riordinare la palestra (i bidelli non lo facevano  perchè la palestra era distaccata dalla scuola e quindi noi studenti la pulivamo e riordinavamo a turno dopo averla usata); probabilmente sarei rimasto lì per altre 2 ore.

L'unico aspetto positivo di  tutta quella faccenda era la mia compagna di pulizie, Alice. Una ragazza bellissima, alta circa 1,70m occhi marroni e capelli corvini tenuti fino alle spalle. Un fisico atletico, una seconda di seno che avrei voluto palpare dalla prima superiore, ed delle natiche sode e allenate. Un bel nasino aggraziato, una bocca abbastanza carnosa e non troppo grande, e un piccolo neo sulla guancia sinistra che mi faceva letteralmente impazzire.

Devo ammettere che ero innamorato di lei dal primo giorno di liceo, e in questi quattro anni avevo costruito un bel rapporto con lei, ma non mi sarei mai dichiarato né quel giorno né di lì a breve, perchè, benchè non sia malaccio come ragazzo ( alto 1,85m capelli marrone scuro, occhi marroni, fisico allenato quasi atletico) ero da sempre stato un po' introverso e timido. Quel giorno intavolai il discorso con degli argomenti semplici, che riguardavano il tran tran quotidiano, per poi passare ad argomenti sempre più personali. Mi piaceva parlare con lei, aveva una bellissima voce non troppo acuta ma femminile, non saprei come descriverla, anche se posso dirvi che a me bastava sentirla per rallegrarmi la giornata.

Mentre mettevamo via gli ostacoli, non posso nascondere che spesso il mio sguardo si posava sulle sue bellissime forme, in particolare quando girata si piegava a raccogliere qualcosa; e anche il suo abbigliamento non aiutava a frenare l'erezione che mi stava crescendo nei pantaloni; quei suoi bellissimi collant neri sportivi stretti, le risaltavano  ancora di più le natiche quando si muoveva o raccoglieva qualcosa da terra.

Dopo un'ora avevamo finito di sistemare, eravamo rimasti soli in tutta la palestra, persino il prof se ne era andato e ci aveva lasciato le chiavi per chiudere. Io le dissi ad Alice andare a farsi la doccia mentre io l'avrei aspettata fuori, ma lei non volle sentire ragioni e insistette perché io almeno entrassi negli spogliatoi a svestirmi, per esser subito pronto per entrare in doccia, una volta che lei avesse finito (gli spogliatoi e le docce sono in 2 stanze diverse, separate da una parete ed una porta, e in tutto ci sono una decina di docce, disposte su due pareti, ogni doccia è divisa dall'altra da un muro e le docce hanno tutte una porta in plastica).

Quando sentii dell'acqua scorrere entrai negli spogliatoi, e mi cambiai mettendomi un asciugamano attorno alla vita. Avevo ancora il pene eretto per tutto quel tempo passato ad osservare quella bellissima creatura, che ora era li a pochi metri da me nuda e bagnata; non resistetti più. Con la speranza che lei prima di uscire mi avvertisse iniziai a farmi una bella sega.

ma proprio mentre stavo per venire accadde l'inaspettabile... sentii la voce di Alice che mi chiamava, e mi chiedeva di portarle l'asciugamano, che se l'era dimenticato negli spogliatoi. Mi si gelò il sangue, non potevo certo finire, ma sarebbe stato difficile nascondere la mia erezione di 18 cm in quell'asciugamano.

Mi feci coraggio e mi alzai, presi quello che mi aveva chiesto ed aprii la stanza delle docce. Alice mi disse:"sono nell'ultima docci alla tua destra", io allora mi avvicinai, rasentando le porte delle docce con le spalle. Quando mi trovai con le spalle attaccate alla porta prima della doccia di alice allungai il braccio verso destra per porgerle l'asciugamano.

E nuovamente accadde una cosa completamente inaspettata, lei non prese l'asciugamano, ma mi afferrò per il braccio e mi tirò dentro con lei nella doccia.

Tirandomi persi l'equilibrio e le finii addosso, spingendola contro il muro della doccia, la porta della  si chiuse alle mie spalle. le nostre facce erano a pochi centimetri l'una dall'altra, lei era rossa in viso, un rossore che la rendeva ancor più irresistibile, io facevo una faccia sorpresa e rossa, sia per il pudore che per l'eccitazione; mi resi conto solo in quel momento che per non cadere le avevo messo una mano su quel seno bellissimo e su cui l'avevo ancora poggiata.
Staccai la mano, ma lei me la intercettò con la sua e me la rimise sul suo bellissimo e morbido seno; mentre con l'altra mi mise la mano dietro la nuca, le nostre facce e i nostri corpi si avvicinarono e ci baciammo appassionatamente.

Ero al massimo della gioia e stordito dalla felicità e dall'eccitazione del momento quasi non notai che mentre la mia asta si strusciava delicatamente sul suo ventre, qualcos'altro di strano si stava strusciando sul mio interno coscia.

Il bacio durò una decina di secondi, poi mi staccai, per vedere  cosa fosse quella strana sensazione , ma Alice cercò ancora la mie labbra, io la baciai ancora, ma la sensazione di qualcosa di duro e caldo che mi toccava l'interno coscia e che mi sfiorava le palle  mi fece allontanare da lei, dopo un altro lungo bacio, per controllare, e non appena mi fui staccato dal suo volto, notai che Alice non aveva una splendida fichetta, ma bensì un cazzetto duro di circa 13 centimetri eretto.

A quella vista sobbalzai incredulo ed indietreggiai fino ad arrivare con le spalle contro la porta della doccia... non potevo credere... che la ragazza di cui mi era innamorato da inizio liceo... fosse in realtà un trans.
 Non dissi nulla, ma probabilmente lei me lo lesse negli occhi, era molto imbarazzata, e impiegò qualche secondo per dire qualcosa, e quando aprì bocca disse:"io...io non sapevo come dirtelo... ho sempre avuto paura che se l'avessi detto in giro sarei stata esclusa... ma oggi mi sono fatta coraggio e mi sono mostrata a te perchè speravo mi avresti accettato (dicendo questo fa un passo verso di me), sia perchè sei un mio caro amico, sia perchè so che sei aperto mentalmente, dopo tutte le chiacchierate che abbiamo fatto, e sia perchè so che ti piaccio, non credere che non abbia notato tutte quelle occhiate che mi lanciavi (abbassai un po' lo sguardo con il viso rosso per l'imbarazzo); e comunque anche tu mi piaci, sia come persona, che come ragazzo, (dicendo questo mi mise una mano sugli addominali abbastanza allenati); e poi vedo che comunque questa mia rivelazione non ti ha fatto ammosciare anzi (dicendo così mise un dito sulla punta del mio cazzo) vedo che ti sta intrigando dato che il tuo bel cazzone è diventato ancor più duro di prima".

Io ancora una volta non dissi niente, ero imbarazzato, eccitato spiazzato e confuso, effettivamente aveva ragione, i miei sentimenti per lei non erano cambiati, la trovavo comunque affascinante e attraente, nonostante quel piccolo membro maschile, ad essere sinceri ogni tanto mi era passato per la testa provare qualcosa con una trans, ma non pensavo sarebbe mai successo, e non pensavo che quel trans sarebbe stato Alice.

Lei notò questa mia incertezza ma vide anche che il mio corpo era tutt'altro che incerto e mi disse: "dai, lo so che anche a te piacerebbe provare, sciogliti un po', rimarrà il nostro piccolo segreto; e poi so che in fondo sei un ragazzo curioso (dicendo questo mi mise una mano sul culo e me lo palpò)".
Ancora una volta non dissi niente, ma il mio cazzo dava chiaro segno di essere interessato continuando a rimanere eretto. Lei a questo punto mi disse: "va bene, se non lo vuoi ammettere che questo corpo ti piace (indicandosi con il dito), l farò ammettere al tuo corpo, timido stallone che non sei altro" detto questo si inginocchiò e iniziò a farmi una sega con quelle sue mani vellutate, una sega che nessuna mi aveva mai fatto; per non parlare di quando iniziò la pompa, sapeva esattamente i punti precisi in cui stuzzicarmi o leccare, faceva giri della cappella con la lingua, leccava tutta l'asta per intero, mi stimolava, mi succhiava le palle,  se lo infilava tutto in gola con una maestria che non avevo mai visto e sapeva quando aumentare e quando diminuire il ritmo.
Dopo qualche minuto mi ritrovai a gemere del piacere per quello straordinario lavoro di bocca,lei ogni tanto si staccava per riprendere fiato, e alcuni fili di saliva collegavano ancora la mia cappella alla sua boccuccia, cosa che mi faceva arrapare ancora di più,dopo qualche minuto stavo per venire, quando lei si staccò da me, si pulì le labbra con la lingua si alzò in piedi e con faccia compiaciuta mi disse: "visto... non è stato così male, anzi penso ti sia piaciuto"; a quel punto mi feci coraggio e le risposi :" si... si mi è piaciuto... e si... mi piaci ancora... nonostante la tua piccola sorpresa ( lo dissi con un po' di imbarazzo)" non appena alzai lo sguardo vidi il suo viso compiaciuto e sollevato, pieno di felicità; mi si avvicinò e mi baciò, ancora, poi mi disse con voce tremolante: grazie... grazie, era da anni che volevo dirlo a qualcuno, e tu non solo mi hai accettata ti sono pure piaciuta" mi baciò di nuovo. Io le dissi : "si, mi sei piaciuta".

Lei riprese la parola:"bene, ma non credere che sia finita qui, mio caro stallone curioso, infatti abbiamo entrambi molte cose da sperimentare" (sorriso malizioso da parte sua) "ma come prima volta voglio lasciarti sentire a tuo agio, quindi... (si girò, si piegò un po' e si allargò le natiche con le mani, mettendo in risalto quel bel buchetto bagnato che si ritrovava) per favore... trapanami il culo!".

Questa volta non me lo feci ripetere due volte, mi avvicinai, mi inginocchiai ed iniziai a leccarle per bene quel bel culetto che aveva, era già bagnato per la doccia, ed era chiaramente "allenato". dopo un po' di lavoro mi alzai, puntai la mia cappella, la struscia un po' sul suo bel buchino, mentre lo facevo sentivo la sua impazienza e la sua eccitazione, le chiesi: "sei pronta?" e le mi rispose:"ho sempre voluto che lo facessi", e a quel punto iniziai a penetrarle l'ano.
Il mio cazzo entrava piano, mentre le pareti del suo bel culetto me lo avvolgevano, me lo stritolavano calde, io gemevo per il piacere, e anche lei non era da meno.
Quando fui entrato completamente gemette più forte, io le presi i fianchi ed iniziai a a fare avanti e indietro con il bacino, sentendola gemere e godere; lei rese a segarsi.
Dopo poco il suo buchetto si era adattato alla forma del mio cazzo, e riuscivo a fare avanti e indietro molto più velocemente e con passione, gemevamo entrambi all'unisono, e lei mi chiedeva di chiamarla puttanella, e anche se solitamente mi da fastidio insultare le mie compagne a letto acconsentii, e presi a sculacciarla chiamandola puttanella. Le scopavo il culo e lei gemeva, le dicevo: "sei la mia puttanella, senti come godi mentre ti sfondo il culo", lei gemeva e riusciva solo a dire "sì sono la tua puttana", con voce distorta dall'eccitazione e dal piacere.

A questo punto lei prese una delle mie mani che le tenevo sul fianco e se la mise su quel suo cazzetto eretto, inizialmente la ritrassi, ma poi pensai che lei si stava concedendo a me, e che se la volevo accettare la dovevo accettare completamente, quindi seguii le sue volontà, le avvolsi il cazzetto con la mano ed iniziai a segarla, il suo cazzetto a contatto con la mia mano si irrigidì ancor di più, e anche se la mia prima sega non fu nulla di che, lei venne dopo poco.
L'averla fatta venire, anche molto probabilmente fu opera delle stimolazioni da dietro più che per la sega in se, mi riempì di eccitazione, iniziai a montarla con ancor più ardore, finché dopo qualche minuto venni anche io, riempiendole completamente il culo di calda sborra bianca.

Ci sedemmo entrambi a terra stremati e ansimanti, era stato bellissimo. Io le dissi: "Alice.. è stato sensazionale... non ti preoccupare il tuo segreto è al sicuro con me". Lei mi rispose:"sono felice che ti sia piaciuto, ma non credere che sia finita qui, abbiamo  ancora  molte esperienze da fare assieme" (altro  sorriso malizioso da parte sua).

Dopo un po' di riposo ci alzammo, ci lavammo entrambi coccolandoci i corpi a vicenda (non mi stancherò mai di poggiare le mie mani su quelle sue bellissime forme), e poi uscimmo dalle docce, ci vestimmo e decisi di riaccompagnarla a casa sul mio motorino.
Ero felicissimo e incredulo, non riuscivo a realizzare che fosse successo davvero, avevo scopato la mia bellissima Alice, che per giunta era un trans! Passai tutto il viaggio di ritorno a rimuginare su questo e a pensare a quali esperienze mi avrebbe fatto provare quella dolcezza. Riguardo a quest'ultimo pensiero rimasi incuriosito e un po' spaventato da quello che sarebbe potuto succedere, inoltre la mia immaginazione fù anche alimentata dal fatto che Alice, così vicina a me e abbracciata sul retro del mio motorino, si divertì a strusciare la patta dei pantaloni che conteneva il suo cazzetto tornato eretto, sul retro dei miei, come se conoscesse i miei pensieri e volesse stuzzicarmi; ed effettivamente ci riuscì, prima che il viaggio per portarla a casa finisse, avevo nuovamente il cazzo duro.


FINISCE QUI il mio primo racconto erotico in assoluto. Ci tengo a precisare che è un racconto totalmente di fantasia.

Com'è stato? Cosa ne pensate? Su cosa dovrei lavorare per migliorare?

ma soprattuto: VORRESTE LEGGERE UN POSSIBILE SECONDO EPISODIO?

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