Una chiavata pazzesca al fiume

Scritto da , il 2020-11-02, genere gay

Non mi piace tanto prendere il sole, ma un amico mi aveva suggerito un posticino lungo il fiume dove si potevano fare piacevoli incontri, ne avevo sentito parlare ma non ci ero mai andato. All'inizio ero titubante, poi mi dissi, perchè no, al più al più rimango lì a leggere qualcosa tanto non avrei saputo come passare il pomeriggio non avendo niente in programma. Arrivai in un punto un po' isolato, stesi l'accappatoio, mi sdraiai in attesa per vedere cosa poteva succedere, nel frattempo mi misi a leggere qualcosa. Passo' piu' di un'ora senza che nessuno si intravedesse, tanto che stavo quasi per andare via. D'un tratto cominciai a sentire dei passi sulla ghiaia, che mi convinsero a rimanere ancora un po' per seguire l'evolversi della situazione. Dopo qualche minuto dal boschetto che costeggiave il fiume, una figura alta e slanciata fece capolino e si accomodò a una decina di metri da me. Senza dare l'impressione di essere particolarmente interessato, lo guardai e confesso, mi piacque da subito, un bel maschio abbronzato, non giovanissimo ma con un fisico invidiabile e l'occhio mi cadde fin da subito sul costume che presentava un notevole rigonfiamento sulla parte davanti, tanto che il mio cazzo cominciava ad avere qualche sussulto. Non sono certo di primo pelo,
il mio buchino ne ha viste di cotte e di crude, ma quel maschio mi eccitava tremendamente, tanto che mi dovetti girare con la schiena all'insù per non dare troppo nell'occhio. Però nessuno dei due prendeva l'iniziativa, dopo un po' mi dissi, cavolo non posso lasciarmi scappare un bocconcino così.
Mentre stavo fantasticando su come attirarlo in trappola, capii subito che non c'era bisogno perchè fu lui a prendere l'iniziativa. Sentii una mano che mi ispezionava le chiappe e poi due che me le aprivano lasciando solo il solco coperto dal perizoma interdentale che portavo, poi neanche più quello, solo un'umidità nel buco che mi stava leccando con avidità infilandoci la lingua il più profondo possibile, sputacchiando ogni tanto per lubrificarmi lo sfintere. Apprezzai molto devo dire la sua iniziativa e lo lasciai fare volentiri, sentivo la mia patata sempre più umida e bagnata e desideravo qualcosa di più grosso che gli facesse visita. Mi girai, e subito dopo eravamo lì avvinghiati sull'accappatoio con le lingue uno nella bocca dell'altro senza ormai inibizione e li rimanemmo per buoni dieci minuti, che passarono velocemente. Poi, deciso a vedere cosa c'era sotto gli slip, che nel frattempo si era ingrossato notevolmente, glieli calai, e non rimasi davvero deluso, un uccellone di notevoli proporzioni si presentò ai miei occhi, senza esitazione glielo presi subito in bocca, non senza difficoltà, date le proporzioni dell'enorme cappella. Lo succhiai a lungo
leccandogli tutto attorno il glande e soffermandomi più volte sull'uretra mentre un mio dito era tutto infilato nel suo buco, lo sentivo gemere di piacere, ma desideravo godere anch'io, mi misi alla pecora come una troia e con le mani mi allargai le chiappe perchè potesse apprezzare il mio buco spanato. Cosa che fece quasi subito, con dolcezza a dire il vero, iniziò a penetrarmi piano piano, mi fece apprezzare centimetro per centimetro il suo grosso grimaldello portandomi in una nuova dimensione di estasi. Inserito tutto il potenziale fino alle grosse palle, iniziò a pomparmi aumentando piano piano l'intensità. Furono momenti meravigliosi, tenne duro per parecchio tempo chiavandomi in tutte le posizioni, pecora, smorza, missionario, ero totalmente il suo schiavo sessuale. Ma come tutte le cose belle tutto questo era destinato a finire, ma non senza l'ultimo atto. Appena tolto il cazzone dal mio culo me lo rimise in bocca e ricominciai a succhiarlo con lui che mi spingeva la testa verso il suo bacino facendomelo entrare fino in gola, poi dopo un po' di questo giuoco esplose in una colata calda di deliziosa e cremosa sborra che mi inondò la bocca e mi uscì lungo le guance, non potendola trattenere tutta, cercai di recuperarne il più possibile di quella delizia. Anche lui però volle la sua parte, non appena finito il lavoro su di me pretese che ricambiassi il favore, non aveva finito di svuotarsi che mi prese il cazzo in bocca e me lo lavorò per bene dalla cappella alle palle, in breve divento ben duro e voglioso di esplorare la sua caverna. Per far questo gli aprii le chiappe e inizia a leccargli lo sfintere a lungo non mancando di lubrificarglielo per bene, sentivo i suoi sussulti di volutta' mentre facevo questo. Quando tutto fu pronto iniziai a penetrarlo, il suo buchino era più stretto del mio, tanto che pur cercando di fare tutto piano piano, qualche gemito di dolore gli scappò, ma in poco tempo si trasformarono in gemiti di piacere. Lo cavalcai a lungo con grande piacere per entrambi finchè riuscii a uscire in tempo solo per fargli un'enorme sborrata in bocca, lui come me in precedenza cercò di recuperare più liquido seminale che poteva, ingurgitandolo con grande soddisfazione. Ancora infoiati ci baciammo passandoci la mia sborra calda di bocca in bocca. Alla fine ci stendemmo uno accanto all'altro svuotati ma felici. Ci salutammo alla fine promettendoci di rivederci. Io tornai più volte sul luogo del misfatto, feci anche qualche altra esperienza, ma lui non lo rividi. E' passato un po' di tempo, ma ogni tanto penso ancora a quella fantastica chiavata.

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