III capitolo – Punita, soddisfatta ma pur sempre schiava

Scritto da , il 2020-10-22, genere dominazione

L'uomo accorgendosi che il picchetto a cui era fissata la catena, si stava staccando, esclamò alla ragazza redarguendola: "NON CI PROVARE!!!" e con forza le frusto il braccio destro.

La ragazza si impietrì, il corpo iniziò a tremare dalla paura e dal dolore mentre dal suo viso colavano lacrime di disperazione. L'uomo dopo aver atteso una decina di secondi e aver quindi constatato l'obbedienza della giovane, si alzò dicendo: "Brava! Potevi continuare e tentare di scappare ma non l'hai fatto. Ti sei meritata lo zuccherino."

Prima di uscire dalla stanza, prese un martello e fissò i picchetti che la tenevano legata, al pavimento. Poi svanì dalla stanza. La ragazza continuò a piangere per il bruciore delle ferite mentre il suo corpo iniziò a rilassarsi dalla tensione di cui era stata ostaggio. Poco dopo i passi risuonarono nella stanza, si accucciò affianco al corpo che riportava i segni delle frustate e adagiò sulle ferite dei cubetti di ghiaccio. La ragazza sobbalzò, mugugnando stremata pensando ad un’ennesima tortura.

"Stai tranquilla è solo ghiaccio, ti farà bene alle ferite" la ragazza si calmò sentendo che il refrigerio stava anestetizzando il bruciore. L'uomo vedendola finalmente rilassata, prese affianco al materasso, tra gli attrezzi, un “Rabbit” (vibratore di forma fallica con una seconda estremità per la stimolazione del clitoride), lo cosparse di lubrificante e avvicinandosi ai suoi fianchi le disse: "Ecco a te lo zuccherino meritato". Adagiò il vibratore sulla sua vulva socchiusa e grazie alla lubrificazione scivolò dentro in men che non si dica, la ragazza non aspettandosi quel piacere improvviso si lasciò andare con il suo primo gemito. L'uomo vedendo che la fighettina della giovane ragazza, accolse il vibratore con piacere, lo azionò adagiando l’estremità superiore sul suo clitoride.

La ragazza finalmente poté sciogliersi in un piacere davvero intenso, mai provato fino ad ora. Quel vibratore le stimolava al 100% il suo sesso e dopo la sofferenza patita, quello che stava provando era indescrivibile. Gemeva, il suo corpo si inarcava cercando di avere la stimolazione maggiore e l'uomo una volta assicurato il vibratore nella giusta posizione, si sdraiò affianco a lei iniziando a baciare e a leccare i suoi seni.

Alla ragazza il disgusto che provava per quell'uomo, in quel momento, era posto in secondo piano, le galoppava in testa la fantasia sessuale che quel vibratore le provocava e si immaginò tutt’altra scena nella sua mente. Dopo qualche minuto, iniziò a gemere sempre più forte, i suoi muscoli vaginali iniziarono a contrarsi e si sentì come in cima ad una montagna russa. L'uomo accorgendosi della situazione, iniziò a muoverle il vibratore nella vagina e poco dopo la ragazza si lasciò andare in un orgasmo travolgente. Iniziò a tremare percossa da moltissime contrazioni muscolari, il respiro affannoso e irregolare era perennemente seguito da gemiti profondi di piacere e l'uomo poté vedere sgorgare dalla sua fighettina gocce continue di umori.

L'uomo vedendo la scena, eccitatissimo, le strappò lo scotch dalla bocca, le tolse la ball gag che riempiva la sua bocca e prima che potesse fare qualsiasi cosa le infilò il cazzo in bocca.

"Ora che sei venuta, succhiamelo troia e fammi godere!" la ragazza ancora stordita e con in mente quello che era appena successo, obbedì e lo iniziò a succhiare. La sua lingua ad ogni pompata si arrotolava sulla cappella gonfia di quel cazzo che le riempiva completamente la bocca e l'uomo si lasciò andare subito a gemiti di piacere.
Dopo qualche pompata perfetta della ragazza, l'uomo era in prossimità della sua massima eccitazione, le afferrò la nuca e iniziò a darle il ritmo buttandoglielo fino in gola. La ragazza resisté continuando a succhiarglielo senza sosta e dopo 6 pompate, sentì il cazzo pulsare nella sua bocca, capì che stava per venire così cercò di staccarsi ma le forti mani dell'uomo la costrinsero a tenersi il cazzo in bocca e in men che non si dica i getti di sperma caldo le invasero la gola e tutta la bocca, soffocandola.

L'uomo gemeva a gran voce, mentre la ragazza in difficoltà cercò di prendere fiato con il naso tenendo ancora in bocca il seme caldo del suo rapitore. "Deglutisci il seme del tuo padrone! Troia! Manda giù" la ragazza non degluttì. L’uomo diede una sberla alla ragazza che, con disgusto, inghiotti lo sperma caldo dell'uomo e scoppiò a piangere. “Non piangere puttana e puliscilo per bene” la ragazza con le lacrime che scivolavano sulle sue guance, ripulì il cazzo dell’uomo obbedientemente.

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