Le temps détruit tout.

Scritto da , il 2020-06-18, genere prime esperienze

Certo che mi manchi, amore mio. Ciò che più riconosco è come, ora più che mai, quello che ho nascosto.
Certe sere da morire. Faccio fatica persino a respirare. Come se ti necessitassi.
Il nostro amore delicato è come le falene. Danzano nella notte, e poi si distruggono loro stesse.
Quante cose. Se fossi, avrei dovuto, avessi potuto...
Tutto mi ricorda te. I marciapiedi, i bambini con i gelati, il caos suburbano... facce. Tutte dello stesso colore, tono, intensità.
Mille volti tra la folla. Vuoti.
Cerco occhi che assomiglino ai tuoi. Mani. Espressioni.
Tutto inutile.
Non è giusto, amore mio. Noi non dobbiamo esistere. Non possiamo.
Tante voci tutte uguali. Gente che ride, si diverte, vive. Amore mio, io brucio dentro.
Ti aspetto come aspetto l'alba dalla finestra per poter chiudere occhio. In un tentativo vano.
Tutto è sbagliato. Io ho sbagliato tutto con te. Mi hai illusa, amata, spogliata. Mi hai messo a nudo; io e tutte le mie paure. I regalini di questa mia fottuta sensibilità.
Eppure mi manchi.
Nonostante tutto, io ti voglio ancora bene. E te ne vorrò sempre. Incondizionatamente.
"La ragazzina più stronza del mondo", che ti avrebbe dato anche l'anima.
Non avrei dovuto lasciarti le chiavi. Mi hai privata. Resa come una di quelle farfalle; così belle e così fragili. Così finte. Hanno solo poche ore di vita. E quando piove?
Lo sai che tempesta mi scateni. Sei tu che facevi piovere. Lo fai ancora.
E quando mi sale la rabbia... ho voglia di vomitarti tutto. E spiattellartelo in faccia.
Eppure sono sicura che, se avessi davanti la tua espressione, lo farei con dispiacere.
Brutto parlarsi male.
Brutto giocare al gioco del silenzio.
Siamo di nuovo due estranei. Tu con la tua vita, io con la mia.
Quante volte mi hai chiesto di farmi dipingere. Scusa se non ho mai accettato.
Quanti rimorsi. Turbe. Sensi di colpa.
Quel che è fatto è fatto.
Si è rotto qualcosa, amore mio. Forse tutto.
E quando un bicchiere cade si può aggiustare. Ma che bicchiere è un bicchiere incollato con lo scotch?
E così ti immagino ad andartene in giro per la città, sempre con quella tua aria dannata, con quella tua camminata lugubre e la sigaretta di lato che brucia, con la cenere pronta a cadere. Triste.
Non sono riuscita a consolarti. Muoio al pensiero di averti dato dispiacere. Di averti deluso.
Così ora te ne stai solo, e passi le giornate a leggere quei tuoi libri. A riporre un po' di affetto nei tuoi animali domestici.
E ti immagino rannicchiato, scaldato dal sole estivo, a dormire come un bambino.
E mi si lacera il cuore. Amore mio.
Noi non possiamo esistere... non dobbiamo.
Mesi fa ti ho detto che se amare era un peccato allora volevo essere una peccatrice. Ma ora capisco molte cose...
non possiamo. Non posso.
Se solo non avessi giocato... eppure sostieni di non averlo mai fatto. E quasi io voglio crederti. Mi fa bene farlo.
Io quasi stento a riconoscermi. Ho perso l'orientamento.
Mi sto buttando giù.
Mi sto lasciando andare.
Persone che mi reggono i fazzoletti ce ne sono. Mi spronano ad andare avanti.
I ricordi non si possono cancellare, ma possono nascerne di nuovi. E persino migliori.
Così mi ripetono in questi giorni pesanti. Pieni di malinconia.
Sai, forse pecco di presunzione, ma non ha peso ciò di cui parlano. Non se mi incasini ancora i minuti, le ore.
Mi sto lasciando andare e sento che non saresti felice di ciò. Dove è finita la tua babygirl?
Con quello sguardo triste? Con quelle occhiaie? Con quegli occhi socchiusi e gonfi per il pianto?
Sto fumando tanto, amore mio. Ne spengo una e ne accendo un'altra. Lo so che non saresti contento di questo.
Lo so che non saresti contento di sapere che ogni fottuto giorno cerco modi per estraniarmi dalla realtà ed alleviare un po' questo mio dolore.
Farsi è peggio; prima non pensi, poi lo fai il doppio. E se prende la botta brutta, lo sai com'è.
Certe mattine mi alzo, mi maledico almeno prima un miliardo di volte, e non ho voglia di vedere nessuno.
C'è solo tanta confusione.
Costante bisogno di equilibrio. Lo hai rotto, amore mio.
Mi alzo e tutto mi sembra insulso. Mi arrabbio con questa banalità monotona.
Mi arrabbio di noi. Per noi. Per tutto.
Foto di merda. Bigliettini. Corse del treno. Accendini rotti.
Ecco tutto ciò che mi rimane di te.
Cerco il tuo odore che riconoscerei fra tutti.
Giusto il dolore. Giusto il tempo.
Mi leccherò le ferite e sorriderò una volta di più, non senza prima aver pianto di meno.


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