L’Agriturismo

Scritto da , il 2011-09-01, genere bisex

Ero andato in quell’agriturismo per riposare e buttare giù gli appunti per un nuovo libro di racconti.
I primi giorni tutto filò liscio L’ambiente era tranquillo ed informale le persone simpatiche poi, il terzo giorno, arrivò una comitiva di studenti e tutto cambiò.
Provai a lamentarmi ma fu tutto inutile. Mi rassegnai all’evidenza cercando di trovare qualche spazio per lavorare tranquillo.
Un pomeriggio notai di sfuggita una bella figliola che si aggirava nel bar quando si avvicinò la figlia della padrona.
“La stavo cercando” mi disse “Avrei bisogno di chiederle una cortesia.”
“Mi dica.” risposi.
“Vede è arrivata mia cugina Manuela e, anche se il suo arrivo era programmato, c’è stato un disguido e non abbiamo più camere disponibili. Ecco volevo chiederle se per un paio di giorni può sistemarsi nella sua camera…”
Rimasi di stucco.
“Ma non sarebbe meglio sistemarla in una camera con una donna?” chiesi un po’ seccato.
“Ecco vede…” continuò imbarazzata “è che Manuela è si una donna… però… non so come dirlo… insomma è e non è proprio una donna… e visto che lei è una persona di vedute aperte… uno scrittore ho pensato che …” Non sapeva come cavarsi d’impaccio.
Capii il suo problema e rassegnato risposi. “Va bene purché sia solo una sistemazione temporanea.”
Se ne andò sollevata. Poco dopo la vidi parlare con la ragazza che avevo notato al bar che, ad un certo punto, si girò verso di me e mi sorrise. Ricambiai il sorriso rallegrandomi del fatto che fosse una persona gradevole.
Più tardi ci incontrammo in giardino.
“Ti ringrazio per la tua disponibilità. I miei zii sono persone simpatiche ma poco organizzate.”
“Non c’è problema” le risposi “Fa piacere avere un po’ di compagnia.”
Da vicino non persi l’occasione di osservarla meglio.
Era bella, ambigua ma di affascinante. Aveva dei tratti maschili, gli zigomi alti e anche il corpo aveva delle spigolosità poco femminili nonostante il seno. Aveva comunque un bellissimo fondo schiena.
Era indubbiamente simpatica, era riuscita ad entrare subito in confidenza e si era creato fra noi un certo feeling.
Durante il pomeriggio ci incrociammo più volte e mi ritrovai a pensare come poteva essere un rapporto sessuale con lei.
Scartai però l’idea, non è il mio genere. Non ho nulla contro i rapporti omosessuali, mia moglie è bisex e non me lo ha mai nascosto ma io preferisco fare sesso con le donne.
Vivere con una moglie bisex non è stato facile all’inizio ma lei è stata così brava da smussare le mie gelosie, mettendomi sempre al corrente delle sue storie, che ora considero il fatto che abbia delle amiche intime una cosa del tutto normale.
Ovviamente io ho avuto mano libera per qualche scappatella e Laura non ha avuto nulla da ridire.
L’unica cosa sulla quale nessuno dei due transige è che il nostro rapporto venga prima di tutto.
La sera in camera ero un po’ in imbarazzo ma Manuela fu così naturale e spontanea che mi sentii presto a mio agio.
“Sono stanchissima” disse infilandosi a letto “Il viaggio è stato tremendo.”
Le augurai la buona notte e mi addormentai.
Quando mi svegliai al mattino trovai la colazione in camera.
Manuela era già vestita e mi tenne compagnia.
“Che progetti hai per oggi?” mi chiese.
“A parte stare alla larga dal casino nessuno.”
“Ti va di fare una piccola gita in un posto isolato e fuori mano.”
“Perché no! È lontano.”
“Un po’ ma ne vale la pena. Vestiti comodo partiamo fra un’ora.”
Un’ora dopo ci mettemmo in cammino. Era una bella giornata e la camminata fu assolutamente piacevole.
Arrivammo ad una collinetta ai cui piedi c’era una cava abbandonata dove si era formato un laghetto artificiale.
“Ti piace?” mi chiese Manuela.
“Bello.” risposi. “È profonda l’acqua?”
“Abbastanza da farci il bagno. Ti va?”
“Che siamo venuti a fare se no?” conclusi io.
Sistemammo un telo su una roccia piatta e iniziammo a spogliarci.
Manuela si denudò per prima e potei vederla per prima volta. Era completamente depilata e il suo pene mi fece un certo effetto. Era comunque molto bella.
Una volta nudi entrammo nell’acqua che era alta un paio di metri.
Sguazzammo un po’ poi però dovemmo uscire perché la temperatura dell’acqua era bassissima.
Ci sdraiammo infreddoliti al sole e fu del tutto normale stringerci nel tentativo di scaldarci.
Stretti uno all’altro mi accorsi ad un certo punto che Manuela mi stava carezzando il petto ed in particolare i capezzoli.
“È il freddo che te li ha fatti venire così duri?” mi chiese divertita.
“Non solo il freddo.” le risposi.
Incoraggiata dalla mia affermazione cominciò a titillarli con la lingua mordendoli di tanto in tanto poi scese lentamente verso la pancia.
Immaginai cosa sarebbe successo e decisi di non pormi alcun problema, mi lasciai guidare dalle mie sensazioni che erano fino a quel momento piacevoli.
La sentii ingoiare il mio uccello in piena erezione. Lo succhiò come nessuna aveva fatto prima. Al momento dell’orgasmo cercai di avvertirla ma lei intensificò il movimento ed in breve le scaricai in bocca tutto il mio seme.
Tornò ad abbracciarmi.
“Non serve chiederti se ti è piaciuto?” mi sussurrò.
“No! Sei un tesoro.” le risposi.
Dopo un po’ ci rivestimmo e tornammo al villaggio.
Sembrava non fosse successo niente parlammo del più e del meno ma qualcosa in me era cambiato non so dire cosa ma lo percepivo nettamente.
Una volta al villaggio ognuno si dedicò alle proprie attività, Manuela fece un salto a casa degli zii e io, dopo averci pensato un po’ su decisi di telefonare a mia moglie.
Se c’era una persona che poteva capirmi e consigliarmi sul da farsi era lei.
Dopo i soliti convenevoli le raccontai l’accaduto e le confessai le mie perplessità.
“Capisco cosa provi.” mi disse lei “è normale. Però se lui/lei ti piace, e mi sembra di capire che ti piaccia visto che gli sei venuto in bocca, non farti sciocchi problemi. Fai quello che il corpo ti suggerisce. Se ti senti eccitato vicino a lei comportati di conseguenza. Vedrai che non ti pentirai.”
“Hai ragione. Il tuo è il consiglio migliore come sempre. Sono proprio fortunato ad avere una moglie come te.”
“Divertiti e fammi sapere. Un bacio.”
La sera cenammo insieme e una volta finito la invitai a fare due passi.
Ci dirigemmo dietro un boschetto e appena arrivati l’attirai a me e cominciai a baciarla con passione. Eravamo partiti entrambi ma fummo disturbati da qualcuno che si aggirava nei dintorni.
“Andiamo in camera nostra.” mi suggerì.
Una volta chiusa la porta ci gettammo uno nelle braccia dell’altro ed in breve la tensione salì alle stelle.
“Vuoi venirmi in bocca?” mi chiese.
“No!” le risposi. “Voglio venirti dentro.”
“Che bello. Non sai quanto mi fai felice.”
Eravamo entrambi nudi e ognuno premeva il suo uccello sulla pancia dell’altro, lei si girò e si appoggiò al muro poi guardandomi negli occhi mi disse.
“Dai scopami…”
Appoggiai la punta dell’uccello sul suo buchetto che lentamente si aprì e con una leggera spinta le scivolai dentro.
Ero talmente eccitato che dovetti fermarmi un attimo per riprendere fiato.
Poi iniziai a spingere incitato da lei che abilmente assecondava i miei movimenti.
Non durò molto mentre le schizzavo dentro il mio seme la senti sussultare in preda all’orgasmo.
Ci accasciammo sfiniti.
“Ho sempre sognato un rapporto così.” mi confessò
“È stato molto bello” confermai.
“Libidine allo stato puro.”
“Sì è vero. Non l’avrei mai creduto.”
“È la prima volta…”
“Sì. Non avevo mai preso in considerazione che…”
“Sei stato molto bravo a disfarti dei tuoi pregiudizi.”
Eravamo sul mio letto , il comodino lo divideva dal suo.
“Che dici se togliamo il comodino e uniamo i letti.” proposi.
Per tutta risposta mi baciò.
Unimmo i letti e ci addormentammo abbracciati.
Alle prime luci dell’alba mi svegliai, Manuela era già sveglia, ci scambiammo un bacio mentre la sua mano mi accarezzava l’uccello. Allungai la mia e per la prima volta mi trovai a stringere un cazzo diverso dal mio.
Trovai la cosa piacevole. Manuela mi fece sdraiare sulla schiena e montata su di me si fece scivolare il mio uccello dentro.
Cominciò a muoversi lentamente finché una grossa goccia bianca le spunto dall’uccello teso seguita da lunghi fiotti di sperma che mi bagnarono la pancia.
Sfinita dal piacere si accasciò su di me. La sua mano impugnò il mio bastone e in breve il mio seme si unì al suo.
Ci riaddormentammo abbracciati.
Nonostante avessimo fatto sesso tre volte il giorno successivo ero arrapatissimo. Non perdevo occasione di accarezzare Manuela che ovviamente era eccitata quanto me.
A metà mattina, appena il servizio in camera aveva finito il suo turno, tornammo in camera nostra e iniziammo a spogliaci a vicenda.
Mentre Manuela mi succhiava l’uccello sentii il desiderio di succhiare il suo glielo dissi e lei me lo porse felice.
Inginocchiato davanti ad un membro maschile ebbi un attimo di esitazione, feci un respiro profondo e me lo cacciai in bocca. All’inizio provai una stana sensazione che finì ben presto per piacermi.
Lo leccai e succhiai con golosità ed a un certo punto sentii Manuela sussurrarmi “Tesoro sto venendo…” non smisi per questo anzi raddoppiai i miei sforzi e ben presto mi riempì la bocca.
“Sei un tesoro…” mi attirò a se mi baciò a lungo poi mi fece sdraiare sul letto e scese lei fra le mie gambe.
Dopo averlo succhiato con dolcezza la sua lingua si spostò sul mio buchetto. Era una sensazione fantastica, la lingua fu presta seguita dal suo dito che lentamente si insinuava dentro di me.
Intanto la sua bocca aveva ripreso a succhiarmi l’uccello e i due movimenti mi portarono ad un orgasmo violentissimo.
“Credevo di morire.” Mi disse quando ci fummo ripresi.
“In che senso?”
“Non credevo che un uomo potesse schizzare tanto sperma in maniera così violenta. “
“Tutta colpa del tuo ditino.” le risposi baciandola.
“Sei un tesoro. Non mai conosciuto una persona più aperta e disponibile di te. C’è un limite alla tua disponibilità? C’è qualcosa che assolutamente non faresti?”
“Con te non credo che mi porrei limiti. Mi piaci tu e il tuo corpo voglio possederlo in tutti i modi.”
“Ma questo è amore…” rispose lei divertita.
“Chiamalo un po’ come vuoi.”
Nel pomeriggio in veranda parlammo un po’ delle nostre vite. Le raccontai di mia moglie del nostro rapporto.
“Mi sento un po’ gelosa” disse lei ad un certo punto. “Anche se non ne ho nessun diritto.”
“Mi piacerebbe che tu la conoscessi.” le risposi. “Per il tipo di rapporto che c’è fra noi non voglio nasconderle niente. Poi io ci tengo a te vorrei che il nostro rapporto non finisse qui e Laura non è affatto gelosa. “
“Vedremo. Da come lo dici sembra troppo bello.” Le sorrisi.
Passammo giorni dedicati al sesso e una notte persi la mia verginità.
Detto così fa un po’ ridere ma quella sera eravamo infoiati Manuela in particolare era una belva.
Ad un certo punto mi mise a pancia in giù e mi salì sopra baciandomi il collo e le spalle poi scese lungo la schiena e iniziò ad infilarmi la lingua nel culo.
“Ti voglio.” esclamò ad un certo punto “Voglio venirti dentro e riempirti con tutto lo sperma che ho.”
“Sbrigati allora” le risposi “Non farmi aspettare.”
Puntò l’uccello fra le mie natiche, d’istinto le strinsi ma con un po’ di concentrazione riuscii a dilatarle quel tanto che bastò a far entrare la punta, poi bastò una piccola spinta e me lo sentii tutto dentro.
Ci agitammo come furie, sentivo l’orgasmo salirmi dal basso ventre fino al cervello.
Quando la sentii venire mi svuotai anch’io di tutto lo sperma che avevo accumulato nei testicoli.
Dopo un rapporto così furioso e selvaggio caddi in uno stato di piacevole torpore. Manuela mi coccolò e quando mi ripresi non potei fare a meno di confessarle la mia soddisfazione.
“Forse ci stiamo spingendo troppo oltre.” commentò.
“In che senso?” e chiesi.
“Nel senso che non è più una storia di sesso e passione, sta diventando qualcosa di più e, so per esperienza che ci saranno complicazioni.”
“Sì è vero che il rapporto si è trasformato in qualcosa di più e capisco le tue preoccupazioni però come ti ho detto non vorrei che tutto finisse qui.”
“Tu hai una moglie e non voglio che a causa mia…”
“No sei fuori strada. Mia moglie capirà sicuramente e ti ho già spiegato come funziona il nostro rapporto…”
“Vorrei crederti. Sarebbe troppo bello…”
“A questo punto non resta che farvi conoscere.”
“No ti prego…Sarei in serio imbarazzo e mi troverei in difficoltà…”
“Devi fidarti di me.” le dissi “Non farei niente che ti potesse mettere in difficoltà credimi.”
La vacanza volse al termine per far si che la nostra storia continuasse decisi di far conoscere Manuela a mia moglie.
Così un pomeriggio le telefonai e le raccontai quello che era accaduto. Le dissi anche che volevo che lei e Manuela si conoscessero, fu lei propormi di venire a riprendermi approfittando dell’occasione.
Ne parlai con Manuela e dopo parecchie insistenze finì per convincersi.
Capivo le sue paure, confrontarsi con una donna per di più mia moglie non doveva essere facile ma conoscevo Laura e la sua sensibilità.
Venne il giorno dei saluti, Laura arrivò verso le undici ci abbracciamo e dopo un po’ le presentai Manuela. Ci fu un po’ di tensione all’inizio ma Laura riuscì ad allentarla.
Senza forzare troppo si mostrò amichevole e ben presto si istaurò un clima di fiducia.
Prima di salutarci Laura invitò Manuela a passare qualche giorno nella nostra casa al mare.
“È un posto molto tranquillo e sarei veramente felice se venissi a trovarci.”
Manuela non si sbilanciò disse che ci avrebbe pensato.
Tornati a casa ci concedemmo un bagno rilassante e immersi nella vasca facemmo il punto della situazione.
“Non nego di aver provato un pizzico di gelosia.” esordì Laura. “però non posso certo biasimarti è molto bella.”
“Sì infatti. La cosa è iniziata come una storia di sesso ma mi dispiacerebbe interromperla.”
“Tieniti in contatto. In fondo non facile trovare un uomo che ha una moglie così condiscendente.” aggiunse lei.
“Hai ragione” la baciai a lungo.
“A proposito tu che hai fatto in questi giorni.”
Scoppiò a ridere.”Ho circuito la commessa di un centro commerciale e me la sono portata a letto era molto carina ma un po’ noiosa.”
La sua vicinanza cominciò a fare il suo effetto. “Che ne dici se andiamo a letto e facciamo l’amore.” le proposi.
“Dico che è un’ottima idea.”
Scopare con Laura era come tornare a casa.
“Tesoro” esclamò ad un certo punto “Vorrei tanto che me lo mettessi nel culo…”
L’accontentai volentieri.
Esausti ci accasciammo sul letto. “Sei migliorato parecchio…” disse scherzando.
“Ho fatto molta pratica…”
“Puoi dirmi una cosa…”
“Cosa?”
“L’hai preso anche tu nel culo?”
“Sì. Certo. Ti sembra strano?”
“No. Ma mi avresti deluso se non l’avessi fatto.”
Con Manuela ci sentimmo per telefono confessandoci la reciproca voglia di rivederci.
Quando le rinnovai l’invito si mostrò ancora perplessa.
Due giorni dopo partimmo per la Sicilia, dove si trova la nostra casa al mare.
È un posto molto bello fuori dal paese, la casa è sul mare protetta ai lati da alte scogliere, è una piccola cala, sarebbe l’ideale per l’approdo delle barche se non avesse degli scogli affioranti sparsi lungo l’apertura. All’inizio sembrava un handicap ma col tempo si è rivelato un grosso vantaggio perchè impedisce l’afflusso di barche e gommoni che sono costretti a girare a largo.
Non sapevo come convincere Manuela a raggiungerci e così Laura una sera si fece dare il suo numero e la chiamò.
Non so cosa le disse fatto sta che il giorno dopo andammo all’aeroporto a prenderla.
Ero felice e quando scese dalla scaletta dell’aereo le andai incontro.
“Sono felice che tu sia qui.” le dissi.
“Tua moglie sa essere molto convincente.” mi sussurrò all’orecchio.
Laura ci guardava sorridendo poi abbracciò Manuela e ci dirigemmo alla macchina.
Una volta arrivati Laura mostrò a Manuela la casa.
“Non è molto grande come vedi… puoi sistemare le tue cose in questa stanza per ora…in spiaggia di solito non usiamo il costume… ma tu fai come credi… bene ora credo che vogliate salutarvi come si deve” aggiunse con un sorriso “io vado in spiaggia a prendere il sole” si spogliò e uscì in spiaggia.
Abbracciai Manuela che però era ancora un po’ confusa.
La tenni fra le mie braccia poi la spinsi dolcemente in camera da letto.
Le ci volle un po’ prima di sciogliersi ma alla fine la passione ebbe il sopravvento e finimmo per succhiarcelo a vicenda.
“Abbi un po’ di pazienza” mi disse poi. “sono ancora un po’ in difficoltà.”
“Prenditi tutto il tempo che vuoi” le risposi abbracciandola.
Raggiungemmo Laura in spiaggia e ci sdraiammo al sole.
Verso mezzogiorno Laura ci comunicò che non aveva voglia di cucinare e ci propose di andare in paese.
“Così io e Manuela potremo fare un po’ di shopping.”
“Lo sapevo…” sbuffai.
Fu un bel pomeriggio anche se ad un certo punto mi stufai e lasciai le donne da sole.
“Vado al bar in piazza. Quando avete finito mi trovate lì.”
Arrivarono dopo due ore cariche di pacchetti. Notai con piacere che si tenevano sotto braccio.
È incredibile l’effetto che lo shopping ha sulle donne, Laura e Manuela sembravano amiche per la pelle.
Cenammo sulla spiaggia e dopo ci sedemmo sul dondolo. La serata era bellissima ed io ero in paradiso con Laura e Manuela al mio fianco.
I discorsi piano piano erano scivolati sul sesso. Niente di molto spinto, Laura spiegò a Manuela cosa le piaceva delle donne e Manuela tesseva le lodi sulle mie qualità.
Finii per baciarle, prima una e poi l’altra.
“Non mi dispiacerebbe affatto se Laura ci facesse compagnia questa notte.” sussurrò Manuela.
“Sarebbe bellissimo” aggiunsi io.
“Sarebbe bellissimo anche per me.” concluse Laura alzandosi e precedendoci in camera da letto.
Ci abbracciammo, Laura esplorò il corpo di Manuela prima con le mani e poi con la bocca.
Sapevo cosa la incuriosiva. Mi avvicinai a Manuela e iniziai a succhiarla poi lei succhiò me.
Laura era in estasi. Mi sdraiai sul letto e allargando le gambe invitai Manuela a penetrarmi.
Non le detti il tempo di venire, la feci scivolare fuori e, rovesciatola sul letto, la penetrai a mia volta.
Guardai Laura negli occhi, erano lucidi e appannati.
Mi sfilai da Manuela e le sussurrai all’orecchio “Prendiamola insieme” .
Attirai Laura a me e, sdraiatomi sul letto la feci salire sopra. Se lo fece scivolare dentro senza difficoltà.
L’attirai verso di me mentre con le mani le dividevo le natiche. Manuela era pronta dietro di lei e con un colpo deciso la penetrò.
La sentii irrigidirsi di colpo, strabuzzò gli occhi poi con un tono di voce rauca cominciò ad incitarci fino a che non cominciammo a schizzale dentro tutto il nostro sperma.
Cadde sfinita fra le mie braccia.
Quando si riprese si passò una mano fra le gambe. “Mi avete riempita” sussurrò con un filo di voce.



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