La gita al lago

Scritto da , il 2011-09-14, genere incesti

Ci siamo trasferiti da circa sei mesi in questa sperduta località a causa del lavoro di mia madre che fa la geologa per conto di un ente pubblico.
Il posto non sarebbe male se non fosse per il caldo e per la lontananza da qualsiasi centro abitato decente.
Le cose vanno un po' meglio da quando abbiamo installato l'antenna satellitare ma nell'insieme sia io che mia sorella Carla ci annoiamo terribilmente.
Fortuna che Carla è con me altrimenti sarei già al manicomio, io e Carla siamo gemelli perciò la nostra intesa è completa.
Come ho già detto mia madre è una geologa ed è tutto il giorno in giro per il suo lavoro, se non fosse che cura pochissimo il suo aspetto non sarebbe per niente male ma, a lei interessa poco l'apparenza fisica e, visto anche il posto isolato, se ne va in giro in calzoncini e maglietta di alcune taglie più del necessario, per il resto una persona comprensiva e poco rompipalle e, quando è dell'umore giusto, anche parecchio simpatica.
"Ancora un po' di tempo in questo posto è siamo pronti per andare in convento" mi disse Carla un pomeriggio che eravamo più scaglionati del solito.
"Fra un po' ci scorderemo pure come si fa a scopare" gli risposi.
"Quello sarà difficile. Ti pesa tanto l'astinenza?"
"Perchè a te no?"
"Mi arrangio da sola. Come te, ti sento sai la sera quando te lo meni. Ma quante te ne fai? Non lo sai che si diventa ciechi".
"Sfotti pure ma se continua così dovremo metterci tutti gli occhali" scoppiammo a ridere.
"Anche la mamma?"
"Tirerà anche a lei no? A meno che non abbia trovato qualche villico nelle sue escursioni dovrà pure sfogarsi in qualche modo. Sai che ti dico che tutti questi discorsi mi hanno stimolato una certa curiosità, vado a cercare qualcosa di eccitante in televisione".
"Perchè sei riuscito a captare qualche canale spinto? E non mi dici niente. Ma sai che sei proprio uno stronzo".
Gli risposi con un sorrisetto ammiccante "Lo facevo per la tua vista. Non ti aspettare niente di travolgente ma qualcosina si trova".
"Dai allora che aspetti"
Iniziai ad armeggiare con il telecomando alla ricerca di una canale francese che trasmetteva film porno di qualità non eccelsa ma, visto che era gratis, ci si poteva contentare.
All'improvviso apparve sul video una bocca che succhiava un cazzo enorme.
"Questo è il canale" dissi a mia sorella.
"C'ero arrivata anche da sola" rispose lei in tono sarcastico.
Le immagini continuarono a scorrere con una certa monotonia, ogni tanto c'era qualche scena arrapante che io e Carla commentavamo con interesse.
"Hai un bel bozzo fra i pantaloni" mi fece Carla alla fine del film.
"Beh il film ha fatto il suo effetto. Tu invece sei rimasta fredda e impassibile, vero?"
Capii dal suo sorrisetto che non era così.
"Io ho voglia di menarmelo" gli dissi tirandomi fuori l'uccello
"Ehi fratellino ti è cresciuto parecchio dall'ultima volta che te l'ho visto" il suo tono era fra l'eccitato e il divertito.
"È passato qualche anno, Scommetto che anche la tua micetta è cambiata parecchio" le risposi per stuzzicarla.
"La vuoi vedere?" si sfilò pantaloncini e mutandine insieme, mettendo in mostra la sua passera completamente coperta di peli biondi. Mi avvicinai e le accarezzai il culetto.
"Caspita sorellina è proprio una bella micetta, niente da dire".
Eravamo su di giri e Carla, che dei due era quella con più sale in zucca, disse "Facciamo alla svelta, prima che torni mamma o che succeda qualcosa di irreparabile".
Ci sedemmo sul suo letto e iniziammo a masturbarci ognuno per conto proprio ma guardandoci negli occhi, cosa che aumentò molto la nostra eccitazione e ci portò in fretta all'orgasmo.
"Mmh... ci voleva proprio" sospirò Carla asciugandosi lo sperma che gli avevo schizzato fra le gambe "Sarà meglio rivestirsi che mamma sarà di ritorno fra un po'"
Infatti dopo meno di mezz'ora la mamma fece ritorno.
"Tutto bene ragazzi? Faccio una doccia e preparo la cena. Vi siete annoiati tanto?".
"Insomma..." rispondemmo con tono vago.
Durante la cena chiacchierammo del più e del meno poi mia madre ci augurò la buona notte e si ritirò in camera sua dicendo che era stanchissima.
Noi restammo ancora un po' alzati a guardare la televisione poi andammo anche noi a dormire.
Nel passare davanti la camera di mia madre sentimmo dei mugolii, Carla ed io ci guardammo negli occhi e ci scappò da ridere, poi, cercando di non fare rumore, uscimmo fuori in giardino e raggiunta la finestra della camera di mia madre che era semiaperta per il caldo, ci mettemmo a spiare.
La lampada sul comodino era accesa e, pur essendo una luce soffusa, era sufficiente per farci godere lo spettacolo.
La mamma era completamente nuda e, senza quegli stracci addosso, era veramente una bella donna, con una mano si stava strizzando il seno mentre con l'altra si strofinava in mezzo alle gambe divaricate e, visto che la finestra era situata ai piedi del letto, vedevamo distintamente la sua figa spalancata.
Ad un certo punto poggiò i talloni sul letto, strinse le gambe e si inarcò soffocando a stento un gemito profondo, poi si accasciò soddisfatta.
Noi ce ne tornammo in casa in silenzio come eravamo usciti e ci ritirammo nelle nostre camere senza dire una parola.
Non so Carla ma io dovetti farmi una sega per riuscire a dormire.
Fui svegliato nel mezzo della notte da Carla che si era infilata nel mio letto "Non riesco a dormire" mi disse a bassa voce "La scena di questa sera mi ha completamente scombussolata".
Allungai la mano per accarezzarle la schiena e mi resi conto che era nuda.
"Che intenzioni hai?" le chiesi. Ero abbastanza sconcertato.
"Voglio fare sesso con un uomo, altrimenti impazzisco, lo so che anche tu ne hai voglia non mentire".
"Certo che ne ho voglia ma siamo fratelli ci hai pensato alle conseguenze".
"Chi se frega... ti darò il mio culetto, non dirmi che la cosa non ti eccita?"
Mi eccitava eccome, la sua mano intanto si era impossessata del mio uccello e lo stava massaggiando con vera maestria.
Allontanai il lenzuolo e iniziai a carezzarle i seni.
"Sei proprio sicura..." non riuscii a terminare la frase, la sua bocca si impadronì del mio uccello e tutte le mie perplessità svanirono.
Era proprio brava. Le ricambiai il favore, la sua figa aveva un buon sapore.
"Aspetta un attimo" si alzò per andare in camera sua e tornò subito dopo con un tubetto di crema che mi porse dicendo "Ungimelo bene" poi si mise in ginocchio appoggiando la testa sul cuscino.
Iniziai a spalmarle la crema intorno al buchetto poi, presane una bella quantità, le infilai un dito dentro, si irrigidì per un attimo poi le pareti del suo sfintere cedettero dolcemente.
"Dai sbrigati se no comincio ad urlare".
Mi misi dietro di lei e iniziai a spingere piano, non incontrai nessuna resistenza, in un attimo le fui dentro fino ai coglioni.
Il suo sfintere iniziò a contrarsi massaggiandomi l'uccello e procurandomi fitte intense di piacere.
"Dai inizia a spingere" sussurrò Carla "vuoi far fare tutto a me".
Cominciai a darci dentro con forza, il letto cigolava ma non ci facemmo caso, Carla si mordeva la mano per non urlare, quando esplosi dentro il suo intestino le contrazioni del suo sfintere si fecero intermittenti e Carla si accasciò sul letto.
"Ok fratellino, questo si che è sesso"
"Si niente a che vedere con le solite seghe".
"Vedere la mamma menarsela in quel modo mi ha fatto uscire proprio di testa"
"Anche a me, me lo sono dovuto menare per riuscire a prendere sonno"
"Anch'io mi sono masturbata, ma invece di calmarmi mi sono eccitata ancora di più"
"Me ne sono accorto"
"Dobbiamo farcela"
"Chi?"
"Come chi. Mamma. Non dirmi che non ci inzupperesti il biscotto"
"Ma... è nostra madre... Carla sei tremenda... e poi è una donna. Non dirmi che vai anche con le donne?"
"Con le donne ci vado qualche volta... e il fatto che sia nostra madre, dopo la scena di questa sera non me ne frega niente, anzi... Dai e poi non abbiamo niente da fare... Ci terrà occupati, vedrai ci divertiremo"
"Si, ma come vuoi fare? Non possiamo mica saltarle addosso".
"Lascia fare a me. Inventerò qualcosa"
Ci lasciammo con quel progetto non ben definito ma, conoscendo Carla, sapevo che in qualche modo avrebbe escogitato qualcosa.
Il giorno successivo passò senza novità, ripensavo a quanto successo la notte precedente e ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che fossero accadute tante cose tutte insieme.
Il progetto di Carla, poi mi sembrava pazzesco e se non l'avessi conosciuta così bene avrei pensato ad una spacconata detta tanto per dire, invece Carla era la caparbietà fatta persona e quando si metteva in testa una cosa non c'era verso di farla desistere.
Non riuscivo ad immaginare cosa sarebbe stata capace di inventare per raggiungere il suo scopo ma, ero sicuro che non avrebbe lasciato nulla d'intentato.
Nel pomeriggio, durante le ore più calde, Carla mi chiese di rimettere il canale del giorno precedente ed io non ebbi difficoltà ad accontentarla, trasmettevano un filmaccio soft infarcito di spezzoni porno che non c'entravano niente con la trama ma, penso che nessuno ci avrebbe fatto caso.
Alcuni spezzoni erano piuttosto eccitanti e alla fine mi ritrovai con un erezione che spuntava dai boxer, mi girai verso mia sorella che mi sorrideva divertita.
Senza dire una parola si avvicinò e inginocchiatasi fra le mie gambe iniziò a succhiarmi l'uccello e ben presto mi portò ad uno stato di eccitazione tale che non riuscii a trattenermi e le schizzai in gola tutto il mio piacere.
Soddisfatta del risultato raggiunto si alzò e si diresse in camera sua pregandomi di non cambiare canale.
"Sta per tornare mamma" le ricordai.
"Appunto, lascia lì, voglio che lo veda"
"Sicura di non fare una cazzata"
"Tranquillo fratellino, fidati di me"
Dopo circa un decina di minuti sentimmo il fuoristrada di mamma che si fermava davanti casa.
Il cuore mi balzò in gola e trattenni il respiro sentendola entrare.
"Quell'affare mi sembra di conoscerlo" disse alludendo ad un cazzo che in primo piano si tuffava nella bocca dell'attrice di turno. Respirai, era di buon umore. "Non se ne vedono molti da queste parti" aggiunse.
"Già" fece eco Carla "sono merce rara".
"Credo che siamo stati isolati per troppo tempo" disse mia madre come parlando fra se e se "Comunque coraggio ancora un ultimo sforzo e fra qualche settimana torneremo al mondo civile. Ora però spegni quel televisore non mi sembra il caso di gettare benzina sul fuoco".
La cena fu molto animata Carla si comportò in maniera molto seduttiva e quando mia madre ci disse che aveva scoperto un laghetto seminascosto fra le colline Carla si mostrò così entusiasta che in breve tempo la convinse a prendersi un giorno di riposo e ad organizzare una gita al lago. "Non domani però" concluse mamma "andremo dopodomani. Dovremo alzarci presto perchè dobbiamo fare un bel pezzo a piedi e, con il sole a picco non è consigliabile" poi aggiunse "Voi domani preparerete gli zaini con viveri e bevande, naturalmente non c'è anima viva nel raggio di parecchi chilometri".
"Naturalmente" facemmo eco in coro.
A Carla brillavano gli occhi e non fu difficile per me capire cosa aveva in mente.
Il giorno stabilito partimmo di buon'ora, praticamente una levataccia, dopo un'ora di macchina ci fermammo in una radura, lasciammo la macchina e dopo esserci incollati gli zaini ci inoltrammo per un sentiero che ben presto si trasformò in una distesa di sassi, ci inerpicammo su per una collina e dopo un'altra ora sbucammo in un'avvallamento al centro del quale si stendeva una bella distesa d'acqua.
"Eccoci arrivati" fece mia madre "Poggiamo gli zaini in quel tratto erboso laggiù" ci indicò un punto vicino all'acqua.
" È veramente bellissimo mamma" disse Carla quando riprese fiato, ed effettivamente lo era.
Le colline intorno al lago erano di roccia viva con sfumature di colore che andavano dal rosso al lilla e l'unico punto pianeggiante era dove ci trovavamo noi.
Posammo gli zaini dove ci aveva indicato mia madre e dopo esserci dissetati stendemmo i plaid e ci sedemmo per riposarci.
"Si può fare il bagno?" chiesi, il caldo cominciava a farsi sentire.
"Per cosa saremmo venuti allora?" disse mia madre.
"Sì dai, tutti dentro" fece Carla e iniziò a spogliarsi e in un attimo fu nuda subito seguita da me. Mamma ci guardò perplessa ma poi si spogliò anche lei e ci raggiunse in acqua.
Il laghetto era profondo abbastanza e l'acqua piacevolmente fredda, iniziammo a schizzarci e a giocare, facemmo un bel bagno che ci tolse tutta la stanchezza accumulata durante la scarpinata.
Quando uscimmo dall'acqua sia Carla che mamma avevano i capezzoli turgidi per via del freddo, quelli di mamma erano uno spettacolo, aveva due seni pieni con le aureole grande e i capezzoli che confronto a quelli di Carla erano enormi. Si accorse che il mio sguardo era calamitato dai suoi seni ma non gli dette molta importanza.
Ci sdraiammo sui plaid, nudi al sole ad asciugarci, mamma era in mezzo a noi.
Dopo qualche minuto Carla cominciò a strofinarsi a mamma.
"Che belle pere che hai, niente a che vedere con le mie"
"Ma che dici "rispose mamma" non sai cosa darei per essere magra come te"
"Macchè agli uomini piacciono grosse come le tue. Vero?" disse rivolta a me
"Certo sono molto arrapanti" intervenni io.
Carla inizio a palpare un seno e il capezzolo adesso non era turgido per il freddo.
"Ragazzi..." mamma protestò debolmente "così non vale"
"Sono così sode che viene voglia di coccolarle" il tono della voce di Carla era diventata suadente e intanto era passata a carezzare anche l'altro seno.
Io intanto con il cazzo ormai in erezione mi avvicinai ancora di più e iniziai a carezzare la pancia di mamma che alzato lo sguardo vide il mio uccello e cercò di gettare acqua sul fuoco.
"Ragazzi capisco che l'astinenza forzata alla vostra età pesa ma..."
"Perchè a te non pesa?" le sussurrò Carla stringendole un capezzolo e facendole sfuggire un gemito di piacere.
"Si... tanto" rispose e capii che non si sarebbe più tirata indietro.
Scesi con la mano fra le sue gambe, la sua figa era bagnata e pulsante, trovai il clitoride che era grosso come il suo capezzolo e lo stimolai con decisione.
Carla dopo averle succhiato il capezzolo le infilò la lingua in bocca mentre io affondai la faccia in mezzo alle gambe di mamma che stinse le cosce e afferratimi i capelli con una mano sembrava volesse infilarsi la mia testa dentro.
Fui spostato da Carla che mi sostituì, allora mi spostai e avvicinai l'uccello al viso di mamma che senza esitazione lo ingoiò succhiandolo con passione.
Poi Carla si sdraiò supina e attirò a sè la mamma portandole la testa fra le sue gambe.
Vedere il suo culo così esposto per poco non mi fece venire, mi avvicinai ed iniziai a leccarle il buchetto cosa che le fece aprire le gambe per facilitarmi il compito.
Non resistevo più, appoggiai l'uccello allo sfintere e aiutato da lei la penetrai velocemente iniziando a menare colpi come un forsennato.
Quando vidi le gambe di Carla stringersi intorno alla testa di mamma capii che stava venendo e questo mi fece scoppiare l'uccello, schizzai un fiume di sborra dentro quel culo stupendo mentre la mamma inarcava la schiena ormai in preda ad un orgasmo liberatorio.
Ci accasciammo sui plaid ansanti. Mamma fu la prima a parlare "Non dovremmo fare queste cose" ma non era affatto convinta "anche se vista la situazione..."
"A me è piaciuto moltissimo" intervenni io.
"A me ha fatto toccare il cielo con un dito" aggiunse Carla.
La mamma ci guardò negli occhi e poi disse "Anche a me è piaciuto da morire. In fondo non abbiamo fatto del male a nessuno, no?"
"Anzi..." ci abbracciammo e io e Carla ci scambiammo un lungo bacio.
"Voi due non me la contate giusta" scoppiammo a ridere.
"Facciamo un altro bagno che fra un po' è ora di tornare"
Dopo il bagno, mentre ci asciugavamo abbracciai la mamma e gli chiesi "Lo faremo ancora vero?"
"Ma certo porcellini miei. A voi non si può negare niente"

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