Il destino di una coppia - 11

Scritto da , il 2020-02-02, genere dominazione

Verso le 20:00 sarebbe iniziata la diretta in streaming sul canale satellitare che trasmetteva il reality “Il casolare delle zoccole”. Il duro lavoro della signora Franca mi aveva sfiancato e i miei genitali stavano prendendo fuoco, fortunatamente Franca aveva completato il lavoro della giornata perché avrei sofferto terribilmente una eventuale prosecuzione della tortura. Applicai la solita crema lenitiva chiedendomi che cosa sarebbe accaduto nel resto della serata. Intanto recuperammo le energie bruciate bevendo qualcosa, Laura ne approfittò per farsi una doccia mentre la Signora Franca in compagnia di Carlo e Piero andarono in terrazza per prendere una boccata d’aria e godersi gli ultimi raggi di sole prima del tramonto. Giuseppe andò a farsi un pisolino e anch’io andai a distendermi in camera.
Toni invece dovette andare via per altri impegni, ma prima chiese a Giuseppe di poter incontrare Rosy per conoscerla di persona e per capire se poteva usarla per fare soldi. Ovviamente nessun problema per Giuseppe che aveva fissato l’incontro per il giorno dopo.
Così, Carlo e Piero si trattennero a cena insieme a Laura e alla signora Franca. Terminammo di mangiare quando lo show stava per iniziare; tutti fortemente eccitati, avevamo ripreso posto di fronte al grande schermo: Laura sempre nel divano insieme ai due ospiti, Franca nella poltrona vicino a Giuseppe, mentre io ancora sopra la “mia sedia” vicino a Franca che aveva già preparato un vibratore di discrete dimensioni per lavorarmi il culo.
Le cinque donne partecipanti al gioco e tutti gli uomini presenti nel casolare erano stati opportunamente riuniti nella sala più grande per ricevere tutte le direttive del gioco, che una voce fuori campo stava impartendo.
Il gioco era sostanzialmente organizzato nel seguente modo: tutte e cinque le donne dovevano recarsi al secondo piano della casa; ciascuna, contemporaneamente alle altre, sarebbe stata sottoposta ad una prova da superare. Superata la prova nel più breve tempo possibile sarebbero scese al primo piano, dove le attendeva una seconda prova e successivamente al piano terra dove ci sarebbe stata la prova finale. Le prove, piano per piano, erano le stesse per tutte. La concorrente che per prima avesse superato l’ultima prova e fosse uscita dalla casa avrebbe vinto il reality e sarebbe stata eletta la più porca della casa. Il premio in palio? Non si conosceva e tutto sommato non aveva importanza, perché il tutto era finalizzato a soddisfare la perversione dello spettatore.
La prima prova stava per partire; le concorrenti si trovavano al secondo piano ognuna in una camera diversa in compagnia di due uomini: allo scoccare di un segnale acustico dovevano iniziare a masturbarli utilizzando esclusivamente le mani e con l’obbiettivo di farli venire nel più breve tempo possibile. Ad orgasmo completato la porta della camera veniva aperta per farle accedere al piano inferiore dove le attendeva la seconda prova.
Nello schermo erano così apparsi cinque riquadri che mostravano contemporaneamente le cinque donne, riprese ciascuna con diverse telecamere fisse disposte in vari punti di ogni camera, piazzate opportunamente allo scopo di riprendere le immagini sotto tutte le migliori angolazioni. In uno dei riquadri c’era Rosy. Al suono di un cicalino iniziarono a masturbare gli uomini; ognuna con una tecnica diversa: Gina, la favorita per la vittoria finale, utilizzava due mani sullo stesso uccello mulinando cappella e asta contemporaneamente con un moto non troppo veloce ma decisamente molto intenso e senza mai staccare lo sguardo dagli occhi dei due fortunati. Rosy, invece, faceva scorrere una mano su un uccello e una sull’altro, concentrando, di tanto in tanto, l’azione su uno dei due con entrambe le mani. Rosy sembrava completamente presa dalla competizione, sfruttava un linguaggio sporco per comunicare con i due uomini con il chiaro intento di provocarli per incrementare il livello di eccitazione e portarli più rapidamente all’orgasmo. Che porca! Nei nostri anni di vita coniugale, raramente mi era capitato di sentire volgarità uscire dalla sua bocca, invece in quella situazione era stata capace di ripetere la parola “sborra” almeno una decina di volte in pochi minuti.
Le altre tre usavano tutte una mano per uccello massacrandosi bicipiti e avambracci nello sforzo di resistere a quel movimento via via estenuante. La prima a far schizzare un cazzo fu Gina, che subito dopo si concentrò su quello rimasto. Rosy fu la seconda pochi minuti dopo. Quindi fu la volta di Giorgia una delle altre tre ragazze e contemporaneamente di Gina che per prima aveva raggiunto il target, catapultandosi al piano inferiore. Quando anche le altre due avevano scoppiato uno dei due membri, Rosy fece schizzare il secondo, uscì dalla stanza e scese le scale. Nel mentre che le altre tre ragazze si lavoravano l’uccello rimasto, Gina aveva già iniziato da diversi minuti la seconda prova: ancora in una stanza chiusa con due uomini, ma doveva farli venire solo con il culo. Gina era una gran porca, e fatti sdraiare i due ragazzi per terra di modo che i membri fossero adiacenti e allineati si sedette sopra ingoiandoli contemporaneamente nel secondo canale. Poteva bastare solo lo sguardo stampato nel suo volto per avere un orgasmo.
Mentre Rosy raggiungeva la stanza della sua seconda prova, Laura mi aveva piantato un vibratore nel culo e lo aveva regolato a potenza minima, invece Franca, come una vacca in calore, si faceva scopare da Carlo mentre spompinava Piero seduto all’altro capo del divano. La mia cappella era nuovamente gonfia, i testicoli mi bruciavano mentre il vibratore cominciava a fare il suo effetto, accentuato alla vista di Rosy che iniziava a sbattersi uno dei due cazzi con il culo. Invece Giuseppe in completa solitudine si godeva le immagini masturbandosi con una mano.
Intanto le immagini mostravano una Gina eccitata e sorridente:
“Uhm, che cosa sente il mio culo….mi avete riempita di sborra!”
Così dicendo si sfilò i due membri dal sedere e gocciolante si mosse verso la porta e quindi verso il piano terra per la prova finale. Intanto Rosy, colante di sperma dal culo abbandonò un cazzo per sedersi sul secondo. Le tre ragazze erano invece in alto mare e solo dopo diverso tempo una di loro riuscì a scoppiare anche il secondo uccello per iniziare la seconda prova. Mentre Rosy iniziava a lavorarsi anche il secondo uccello, Laura aveva aumentato la velocità di vibrazione:
“Oggi ti voglio prosciugare i coglioni! Guarda quant’è troia la tua Rosy, è sempre più maiala! E chissà che prossimamente non sia lei a incularti…!”
La terza e ultima prova prevedeva che in un tempo limitato di trenta minuti ogni ragazza spompinasse quanti più uccelli possibili per poi raccogliere la sborra in un bicchiere e berne quindi il contenuto.
Gina era inarrestabile, e mentre riempiva il bicchiere della seconda razione di sperma raccolta in bocca, Rosy iniziava a sbocchinare il primo uccello.
La foga con cui Rosy prendeva la cappella in bocca mi stava facendo venire; Laura si accorse della mia aumentata eccitazione e spinse il vibratore più in profondità portando la velocità di vibrazione alla massima potenza. La sensazione che provai fu incredibile, quasi mi sentii mancare mentre schizzavo il mio sperma ovunque, Rosy si faceva riempire la bocca da una seconda venuta mentre Gina aveva svuotato i testicoli di un quarto uomo. Nel frattempo anche le altre tre ragazze erano arrivate al piano terra e iniziavano con il primo pompino. Quando scoccarono i trenta minuti per Gina, la stessa ne aveva svuotati ben 7. Rosy si fermò a 5 e terminò seconda, mentre anche le altre tre zoccole portarono all’orgasmo 5 uomini ma terminarono in coda dopo Rosy. Che troie!!!
In sala, davanti a così tanta perversione, Giuseppe aveva raggiunto l’orgasmo con il lento lavoro della sua mano, Franca aveva scopato Carlo fino alla fine, mentre Laura, dopo essersi divertita con il mio culo, aveva ripreso a cavalcare Piero.
“Lo sapevo che avrebbe vinto quella super-troia di Gina, Rosy è una grande scrofa ma lei è una porca unica!”
Questo il commento di Giuseppe mentre Gina ingoiava il contenuto del suo bicchiere.
Lo spettacolo era terminato ed era quasi mezzanotte. La giornata era stata intensa e Giuseppe si era congedato dagli ospiti andando a dormire. Laura era andata via in compagnia di Piero e Carlo facendo capire che la nottata sarebbe stata ancora lunga e lussuriosa, mentre io rimasi solo con la signora Franca che, vista l’ora, aveva accettato l’invito di Giuseppe a rimanere a dormire da noi. Fu quello il momento cruciale in cui rischiare il tutto per tutto per portare avanti il mio piano e finalmente uscire di scena; lo avevo architettato da settimane e l’unico modo affinché riuscisse era quello di avere un supporto esterno insospettabile: la signora Franca! Dovevo giocare a carte scoperte e sperare nella sua collaborazione: avevo scommesso che lei avrebbe accettato in cambio di una lauta ricompensa, e così fu, accettò! Il suo ruolo nel piano doveva essere molto semplice, ma dovevamo stabilire già da quel momento alcuni dettagli sulle tempistiche. Inoltre si doveva fare in modo che nessuno riuscisse a collegare la nostra fuga con la sua persona. Tuttavia mancava ancora un tassello: Rosy. Non sapevamo esattamente dove sarebbe stata nei giorni successivi, l’unica notizia certa era che il giorno dopo sarebbe rientrata a casa per incontrare Toni, il pappone, ma ignoravamo che cosa sarebbe accaduto dopo il loro incontro e dove sarebbe stata Rosy.
Così concordammo di attendere il dopo domenica. Ci saremmo rivisti lunedì, nel tram all’uscita da lavoro, per definire i dettagli inerenti Rosy e attuare la fuga il martedì pomeriggio. La mattina del martedì avrei operato la transazione di una grossa somma di denaro sui conti correnti fantasma, mi sarei creato un impegno lavorativo fuori sede per il pomeriggio abbandonando quindi l’ufficio per recarmi a piedi in un luogo ben preciso e non molto distante dalla sede di lavoro; li Franca mi avrebbe prelevato con la sua auto. Quindi avremo recuperato Rosy per andare all’aeroporto per un viaggio di sola andata. Destinazione? Sconosciuta, almeno per tutti, Rosy compresa. Solo io dovevo conoscere la destinazione.
Andai a dormire con il cuore che mi batteva a mille! Non riuscivo a credere che tra pochi giorni saremo usciti dal tunnel e avremo cambiato vita. Ma ancora non sapevo che per me e Rosy sarebbe stata una domenica terribile, un’altra giornata di umiliazione in balia di un altro sadico bastardo: Toni.
Continua…
(Per eventuali altri commenti o suggerimenti contattatemi su dukeduke1069@yahoo.com)

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