Donatella cap.13 - Possedere il culo di madre e figlia

di
genere
feticismo

La scopata in casa mia era stata in qualche modo rigenerante per la nostra vita di coppia di amanti in segreto. Farlo in un nuovo ambiente, nonostante per me non lo fosse poi molto, contribuì a rinnovare in qualche modo il rapporto ed a renderlo meno monotono. La chiacchierata alla fine della nostra giornata di sesso sul nostro rapporto e di quanto era accaduto con sua figlia era stata allo stesso tempo utile.
Io ero totalmente soddisfatto del mio rapporto con Donatella. Non avrei interrotto questo rapporto per niente al mondo, ma non posso nascondere che quelle volte in cui si era aggiunta a noi Gabriella, avevo praticamente raggiunto l'apoteosi.
Quando qualche giorno dopo all'incontro in casa mia avevo casualmente incrociato Gabriella per le scale, mi ero fermato per chiederle come stesse.
“Bene Franco e tu?”.
“Benissimo, grazie”.
Poi spiazzandomi, aggiunse a bassa voce strizzandomi l'occhio:”Ho saputo che sabato siete andati alla grande!”.
Lì per lì non seppi che dire, poi decisi di stare al gioco.
“Sì, vero. Gran giornata. Tu invece, come va?”.
“Ultimamente fiacca ed un po’ annoiata. Quasi quasi mi riunisco a voi. Ti andrebbe?”.
Aveva gettato l'amo ed io sapevo che avrei abboccato immediatamente.
“A me va bene, ma è meglio che parli con tua madre”.
Sembrava strano far quel discorso nell'androne di casa, eppure lo stavamo facendo veramente. Io e la figlia della mia amante ci stavamo accordando per una giornata di sesso incestuoso ed estremamente feticista a tre.
“Non penso che, dopo il nostro ultimo incontro, si tirerà indietro”, mi disse lei sorridendo. Ed era vero. Lo sapevamo entrambi che Donatella, pur cercando di evitare quella situazione, non si sarebbe sottratta ad un incontro simile. Sotto sotto quel ménage a trois la eccitava e Gabriella sapeva come farla eccitare e come soddisfare le sue voglie.
“Organizza allora”, le dissi “scegli tu il posto e quando”.
“Visto che a casa tua non si può, temo finiremo da noi oppure in albergo. Oppure penso ad una alternativa”.
“Ok”, le dissi.
Poi ci salutammo.
Il giorno successivo mi incontrai con Donatella e non dissi nulla su quell'incontro e lei nemmeno. Mi chiesi come fosse avvenuta la conversazione tra madre e figlia in cui la prima racconta alla seconda il suo sabato pomeriggio con l'amante, ma decisi di non chiedere nulla per non svelare l'incontro con Gabriella.
In ogni caso fu Gabriella stessa ad organizzare il nostro incontro per il mercoledì successivo. Chiese alla madre di prendersi un giorno di vacanza dal lavoro per dedicarsi allo shopping al mattino, ad un pranzo a tre con me e ad un pomeriggio di sano sesso. Quando ce lo propose io e Donatella ci confrontammo per qualche attimo al telefono, ma poi accettammo immediatamente. Per puro scrupolo finsi un po’ di scetticismo, ma poi mi lasciai coinvolgere.
La ragazza aveva scelto un centro commerciale lontano dalla città ed anche il ristorante, dove fingemmo di incontrarci casualmente, era decisamente lontano dalle nostre abitazioni. Entrando nella sala da pranzo, scortato da un cameriere che mi stava accompagnando al tavolo che avevo prenotato, le vidi subito. Mi fermai per salutarle, fingendo un incontro casuale e loro mi chiesero di aggiungermi a loro, invito che accettai immediatamente.
Erano entrambe super fighe. Gabriella indossava un cortissimo smanicato in tweed con i bottoni frontali sotto al quale aveva optato per una camicetta bianca. Calze color carne e decolleté neri altissimi (che mi fecero eccitare immediatamente) completavano il suo outfit. La madre invece indossava un vestito lungo nero con uno spacco ampio ma non vistoso, leggermente scollato, sotto al quale indossava (come scoprii dopo) dei collant color carne e nient’altro, insieme a delle ballerine nere. Anche la figlia non aveva alcun intimo sotto al collant e questi aspetti mi vennero comunicati nel corso del pranzo.
Io sarei corso immediatamente in albergo per scopare, ma non volli mostrare fretta. Quindi pranzammo con tranquillità e, nonostante qualche piedino qua e là, non ci lasciammo andare troppo. Parlammo un po’ di tutto, persino della mia passione per le donne che urinavano.
Erano bellissime ed il coinvolgimento che riuscivano a ricreare tra loro e con me non faceva altro che alimentare il desiderio sessuale di tutti come se fosse benzina al fuoco.
Mezz’ora esatta dopo al caffè, eravamo già sul letto. Io ero sdraiato e Donatella stava di fatto seduta sulla mia faccia chiedendomi di leccarle la passera, mentre la figlia era china tra le mie gambe con il mio uccello in bocca.
“Quando mi lecchi così attraverso il collant mi fai impazzire”, mi stava dicendo. Di fatto dava la schiena alla figlia e si stava strizzando le tette mentre il suo collant era già intriso dei suoi umori e della mia saliva. Spingevo il collant dentro al suo buco con la lingua e poi la mordicchiavo.
L’albergo che aveva riservato Gabriella era una di quelle strutture dedite più alle riunioni di lavoro che altro e noi sembrammo agli occhi di tutti una famiglia in viaggio. Fu proprio Gabriella a fare la registrazione. A noi non chiesero nemmeno i documenti.
Una volta in camera ci spogliammo immediatamente, senza troppi preamboli. Gabriella si mostrò estremamente felice di questa occasione ed io allo stesso modo. Donatella (che a tavola era stata di buonumore) sembrò inizialmente intimorita, ma quando raggiunse il suo primo orgasmo sfregando forsennatamente la passera ancora coperta dal collant contro alla mia bocca e quasi soffocandomi, si lasciò totalmente andare e da quel momento in avanti il nostro viaggio fu fantastico.
Per mia richiesta specifica erano rimaste con indosso solo collant e scarpe. Era straordinario vedere quanto fossero simili fisicamente tra di loro nonostante Donatella battesse la figlia in altezza di diversi centimetri. Avevano le tette piccole uguali e nonostante Donatella fosse leggermente più larga sui fianchi, visti anche i cinquant’anni e la doppia gravidanza, si somigliavano anche nella silhouette.
Mentre Donatella urlava il suo primo orgasmo, la figlia si era già aperta il collant con le unghie e si era seduta sul mio cazzo facendosi penetrare.
“Oh mio Dio, ma quanto grande sei oggi? Ti facciamo proprio eccitare noi due eh?!?!?”, mi aveva chiesto ancheggiando per farsi penetrare al meglio. A quel punto la madre si era alzata dal mio volto, aveva scalciato le ballerine lontano e si era posizionata in piedi davanti alla figlia. Le aveva preso il volto, lo aveva premuto contro al suo sesso e le aveva detto:”Adesso leccami anche tu”.
Devo dire che quelle scene ed il sesso in corso rischiarono di farmi godere immediatamente nella fica di Gabriella. Dovetti trattenermi e non senza fatica. Dalla mia posizione vedevo alla perfezione la bocca di Gabriella che si avventava sulla fica di sua madre. In contemporanea la figlia si muoveva per farsi penetrare da me. Fu uno spettacolo vero e proprio che continuò finché, ormai vicina al suo primo orgasmo, Gabriella si staccò dal sesso della madre, lacerò il collant di quest’ultima con le mani e mentre si inarcò urlando il piacere che stava per sopraggiungere, infilò il dito medio nella passera di Donatella.
“Godo! Godo!”, urlò la ragazza sobbalzando su di me. Poi cominciò a muovere su e giù il proprio dito, scopando la madre con esso.
“Cristo santo!!! Così mi fai venire subito!!!”, urlò Donatella mentre il dito medio della figlia, a cui a breve si aggiunse anche l’indice, prese a penetrarla ad una velocità supersonica conducendola di fatto al suo secondo orgasmo della giornata.
“Godi! Godi!”, le dissi io osservandola dal basso mentre godeva e dal suo sesso i liquidi riempirono per forza di gravità la mano della figlia. Socchiuse leggermente le cosce si strinse la mano della figlia contro al sesso per alcuni attimi, poi scese sul letto e ci accoccolammo tutti per un attimo di riposo.
“Sai cosa voglio adesso Donatella, vero?!?!?”, le chiesi ammiccante.
Lei non rispose, ma ci pensò la figlia a farlo.
“O vederci pisciare o il suo culo”, sentenziò.
“La seconda”, affermai con certezza.
“Sporcaccione”, mi disse Gabriella.
“Sei sicuro?”, mi chiese Donatella.
“Certissimo”.
“Allora la preparo. Tu mamma mettiti su un fianco e tu mettiti dietro di lei”, disse la figlia, alzandosi dal letto e portandosi alla borsa che aveva poggiato sulla scrivania della camera. Osservandola da dietro decisi che avrei voluto anche il suo culo, ma dopo quello di Donatella. La ragazza prese la borsa e ne estrasse un crema in un tubetto bianco. Poi tornò sul letto e disse alla madre:”Questa ti aiuterà”.
“L’altra volta l’olio mi aveva aiutata”.
“Questo è ancora meglio, vedrai”.
Ed effettivamente funzionò. Gabriella fece sdraiare la madre su un fianco e da dietro le spalmò la crema attorno al buchetto ed anche dentro. La donna più adulta la lasciò fare, completamente in preda al piacere ed all’eccitazione. Per qualcuno potrebbe certamente risultare scabroso, eppure la libertà con cui quelle due donne, madre e figlia, si approcciavano al sesso ed alla ricerca del piacere era davvero qualcosa di eccezionale.
“Mi lecchi mentre Franco ti penetra?”, le chiese la figlia.
“Avvicinati”.
Io allora mi posizionai dietro Donatella, sdraiato sul suo stesso fianco. Lei sollevò leggermente la gamba sinistra in modo da aprirsi meglio alla mia azione. Allo stesso tempo Gabriella si sedette davanti alla faccia della madre, spingendo il suo pube contro alla bocca di quest’ultima. Donatella allungò la lingua verso la fica della figlia e cominciò a leccarle il clitoride. Io puntai il cazzo contro al suo orifizio e con una leggere spintarella entrai nel suo ano. Non si lamentò e già questo fu un fatto positivo. La trovai rilassata e tranquilla e senza troppa difficoltà riuscii a dare un effetto positivo alla mia azione.
Nel frattempo Gabriella si era sdraiata all’indietro e spingeva con insistenza il pube contro al volto della madre.
“Oh mio Dio….mmmmhhhh…..mamma, mi fai impazzire!!!”, le diceva. Sentivo la lingua di Donatella che dava dei sonori colpi alla passera completamente glabra della figlia.
Proseguii nella mia azione per alcuni minuti, poi non riuscii più a trattenermi e senza avvisare Donatella le riempii il culo di sperma.
“Mi hai riempita?”, mi chiese Donatella interrompendo per un attimo il sesso orale nei confronti della figlia.
“Oh sì….non riuscivo più a resistere con voi due davanti”.
“E adesso?!?!?!”.
“Adesso mi riprendo un attimo e poi proseguiamo”, risposi.
“Noi proseguiamo senza di te allora” disse Gabriella ”mamma, girati, mettiti così come sono io”.
Io scesi dal letto e mi sedetti su una poltrona, piuttosto esausto. Loro invece si sistemarono nella posizione della forbice, sesso contro sesso e gambe incrociate tra di loro. Notai che un po’ del mio liquido fuoriuscì dall’ano di Donatella e sporcò le lenzuola, ma non mi preoccupai di segnalarglielo.
“Questa posizione mi piace un sacco”, disse Donatella.
“Anche a me”, rispose la figlia mentre cominciarono a sfregare le rispettive passere l’una contro l’altra. In pochi attimi il loro ritmo divenne forsennato e le loro lunghissime gambe si intrecciarono sempre di più. L’una prese tra le mani il piede o entrambi i piedi dell’altra e si allungarono sul letto inarcando la schiena. Da quel momento persi il conto dei loro orgasmi, che furono ripetuti e che si generarono cambiando più di una posizione. Da quella posizione passarono ad un classico sessantanove leccandosi reciprocamente ma ci fu anche un momento nel quale Gabriella leccava la fica alla madre e questa la penetrava con uno o più dita. Erano davvero lanciate quel pomeriggio ed a me sembrava di non credere ai miei occhi.
“Con quelle dita mi fai impazzire amore”, disse Donatella.
“Anche tu con la bocca, mamma. Mmmhhh…..sei fantastica!!!”.
“Sto per godere! Sto per godere!”, urlò Donatella.
Allora la figlia incrementò le penetrazioni con le dita e Donatella lanciò un grido con voce roca ma trattenuta raggiungendo il proprio piacere. Fu quasi una scarica elettrica che le percorse il corpo, ma non smise di leccare la figlia che qualche attimo dopo si sedette di fatto sulla faccia di sua madre facendosi leccare finché non raggiunse a sua volta il proprio ennesimo orgasmo.
“Voi due siete delle gran porche!”, dissi loro alzandomi dalla poltrona sulla quale ero rimasto seduto, con una ormai visibile nuova erezione in vista. Ero completamente nudo mentre loro indossavano solo il collant. Anche le fantastiche scarpe di Gabriella erano volate lontano alcuni minuti prima.
Le donne lo notarono e si guardarono sorridenti. Quella complicità mi stimolò ulteriormente.
“Chi ne vuole?”, chiesi loro.
“Direi che potremmo fare l’inverso di qualche attimo fa. Io lo avevo preso davanti, adesso è il momento del dietro….”, mi disse Gabriella.
“Ok, accetto”, dissi.
“Però ti prego, mamma” continuò Gabriella “lecchiamoci ancora mentre lui mi prende”.
“Ok Gabri”, rispose l’altra mettendosi supina sul letto. La figlia le si posizionò sopra, ma in posizione opposta e le due cominciarono a leccarsi reciprocamente la patata. Io mi posizionai dietro a Gabri. Lacerai ancor di più il collant e prima di puntare il mio cazzo contro al suo buchino guardai Donatella negli occhi mentre la stava leccando da sotto. Non avrei mai saputo cosa le passasse nella testa in quei momenti, ma so che se la godeva alla grande. Le chiesi di dare qualche colpa di lingua al mio membro, poi mi poggiai contro l’orifizio della ragazza ed entrai dentro di lei.
“Piano!!!”, mi disse staccandosi per un attimo dalla patonza della madre.
Scopare il culo di quelle due donne mi piaceva proprio. Sentire le loro carni che si stiravano lentamente per accogliermi e sapere che un pizzico le faceva soffrire in qualche modo mi eccitava più che il gesto stesso della penetrazione. Con calma riuscii a dare un certo ritmo alla mia azione e tutti e tre cominciammo a godere di quanto stavamo facendo. Proseguii fin quando Gabriella non si staccò dal sesso della madre, si sollevò facendo leva sulle mani e per circa un minuto non fece altro che restare immobile in balia delle mie spinte e delle leccate di sua madre.
“Mio Dio! Mio Dio! Leccami! Leccami!”, disse ad un certo punto verso la madre. Io uscii dal suo retto ed ella esplose in un orgasmo incredibile che quasi soffocò la madre sotto di lei.
“Cristo! Quasi mi soffocavi Gabri!”, le disse, comunque sorridendo, Donatella quando la ragazza si spostò dal suo viso. Quando mi spostai, mettendomi in ginocchio tra le gambe di Donatella, notai che ella si pulì il viso con il lenzuolo dai liquidi vaginali lasciati dalla figlia.
“È il tuo momento”, le dissi prendendola per i fianchi ed avvicinandola a me.
“Per te deve sempre essere il mio momento. E adesso lo è più che mai”, mi rispose decisa e seria.
Da lì in avanti fummo solo noi due. Entrai dentro di lei e scopammo come se Gabriella non ci fosse. La ragazza si sistemò verso la testata del letto e rimase a guardarci per qualche attimo, poi prese a masturbarsi osservandoci nell’azione.
“Siete davvero fantastici ed incredibilmente eccitanti”, ci disse ad un certo punto.
“Continua a toccarti mentre ci guardi, ti prego”, le dissi io.
“E perché dovrei smettere?!?!?”, mi rispose lei maliziosa.
Io e Donatella eravamo madidi di sudore, ma nessuno dei due aveva voglia di giungere a compimento. Ci baciammo e alternativamente osservammo Gabriella che, semisdraiata sul letto e con le gambe raccolte, si masturbava come nel più classico dei filmati porno che trovi in rete.
“Sei la migliore amante che potessi trovare”, le dissi.
“Sssshhh….”, mi disse lei incitandomi con i suoi movimenti ad agire ed a non parlare.
Quando ci invertimmo e lei salì sopra di me, poggiai le mani sulle sue cosce lunghissime e compresi che non avrei resistito ancora molto. Amavo toccarle le gambe e in quella posizione Donatella era davvero irresistibile. Ancheggiava e si muoveva in un modo che a me non lasciava margine di resistenza.
“Sono vicino”, le sussurrai.
“Anche io”, mi rispose.
Poi incrementò il ritmo del suo movimento, Avanti e indietro, su e giù. Era un lago di umori e la mia zona pubica era completamente bagnata. Quando si inarcò all’indietro, poggiando le mani sulle mie tibie, capii che il suo piacere stava per erompere. Allora portai la mano sul suo sesso e con il pollice le accarezzai il clitoride che sporgeva dal suo sesso. A quel punto lei straripò nel piacere più immenso e fu anche il momento in cui io sentii una fitta percorrere il mio corpo per la sua totalità e mi svuotai totalmente dentro di lei. Era la seconda volta quel giorno e fu anche l’ultima.
Quasi contemporaneamente anche Gabriella aveva raggiunto il suo ultimo orgasmo della giornata e lo aveva fatto in maniera davvero plateale, urlando e contorcendosi sul letto.
Quando le era passata l’eccitazione era rimasta, così come noi, sdraiata sul letto. Prima di alzarci ci aveva detto:”Ragazzi complimenti. Voi siete davvero la coppia in assoluto che mi eccita e mi soddisfa di più. Questo non sarà certamente il nostro ultimo incontro”.
Noi non rispondemmo. Rimasi qualche attimo, così come sua madre, a riflettere su quelle parole e sul fatto che probabilmente non fossimo l’unico ménage à trois che Gabriella affrontava. Magari anche suo padre ne faceva, pensai. Poi scartai subito quella possibilità pensando che fosse al limite dell’impensabile. Ma quello che avevamo fatto noi quel pomeriggio invece sarebbe stato immaginabile?
di
scritto il
2019-12-06
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