I caduti - capitolo 9

Scritto da , il 2019-11-17, genere sentimentali

La città più grande in cui era stata con Padre Michael era Dublino e di certo non si poteva paragonare a New York.
Nelle nove ore di volo Amylee era stata assalita da un milione di dubbi, divisa fra l’entusiasmo per un’avventura che sognava da sempre e la tristezza del lasciare la “sua” Isola . Si sarebbe abituata ad un posto così diverso? Tutte quelle piccole cose che a Kilronan dava per scontate magari a New York le sarebbero mancate come l’ossigeno, ogni paura od ogni pensiero le aveva rimbalzate via con il pensiero che sarebbe potuta tornare a casa quando voleva.
Aveva visto Padre Andrew nelle poche occasioni in cui era andato a Kilronan , le sembrava un uomo buono e con lei era sempre stato molto gentile. Non aveva ben capito come lui e Padre Michael si fossero conosciuti, quello sembrava un argomento di cui nessuno dei due amava parlare.
“Amylee, sono qui!” disse il prete mostrandosi agli arrivi.
Lei lo raggiunse.
“Dammi la valigia. Tutto bene il viaggio, sarai stanca”
“In realtà sono così eccitata che credo non dormirò per 2 giorni”disse lei.
“Vieni, andiamo ..”sorrise Andrew. Si sentiva particolarmente agitato nell’essere in un luogo così affollato con lei. Edward la voleva lontana da New York e lui ce l’aveva portata. La parte di se , più prudente iniziava a pensare di aver sbagliato ad ascoltare Daniel.
“Uno dei miei parrocchiani aveva un appartamento libero, poco distante dalla Chiesa, potrai rimanere quanto vuoi..”disse caricando l’unica grande valigia che lei aveva portato con se “non è grande ma..”
“Andrà benissimo “disse Amylee , guardandosi intorno. Possibile che perfino il cielo sembrasse diverso?


Daniel seduto nella sua macchina aspettava che Andrew ed Amylee arrivassero. Non voleva conoscerla subito, voleva darle almeno qualche giorno per ambientarsi e sopratutto per dimostrare al prete che poteva rilassarsi. Quando l’aveva sentito al telefono sembrava molto teso e preoccupato.
Per il momento Amylee non correva nessun pericolo a New York, non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi a lei.
Quando vide parcheggiare il vecchio pick-up di Padre Andrew, Daniel pensò che con tutti i soldi che suo padre gli aveva dato, avrebbe anche potuto comprarsi una macchina che non sembrasse un rottame.
Poi la vide. Indossava un Cardigan di lana fatto a mano di colore celeste, un paio di normalissimi jeans con degli scarponcini color camoscio. I suoi capelli erano lunghi , mossi di un bellissimo color rosso scuro. Non era solo bella..sembrava possedere una bellezza che non era mai stata definita, come se la sua straordinaria natura d’illuminata conferisse anche al suo aspetto quella prerogativa di “unicità” .
Il piano era quello di studiarla da lontano per qualche giorno, di capire chi fosse , cosa le piacesse..se non poteva usare i suoi poteri su di lei , allora doveva usare tutta la sua furbizia, questo aveva pensato prima di trovarsela a pochi metri, ora però, gli sembrava difficile starle lontano.
Scese dall’auto ed attraversò la strada , proprio mentre Padre Andrew ed Amylee salivano le scale che conducevano al portone del palazzo dove vi era l’appartamento.
Era un vecchio edificio che pur non essendo in stupende condizioni sembrava conservare ( almeno all’esterno) la sua dignità.
“Padre Andrew..”lo chiamò Daniel stando sul marciapiede.
L’uomo si girò e quando vide chi fosse per una frazione di secondo sembrò bloccarsi, poi “non sapevo avremmo dovuto vederci oggi”
“No infatti non era in programma, passavo da queste parti e mi ero completamente scordato dell’arrivo della sua ospite”Mentì Daniel salendo i pochi gradini che li separavano.
Gli occhi di Amylee erano verdi e luminosi come due smeraldi e sulla sua pelle vi erano delle piccole e graziose lentiggini.
“Amylee , piacere..”disse lei porgendogli la mano.
“E’ un piacere, Daniel”sorrise lui stringendole la mano .

Anche se indossava un comunissimo paio di Jeans ed un giubino di pelle nera, era palese che quello non fosse il suo quartiere, ogni cosa le faceva capire che facesse parte di quella categoria di persone che non si era mai dovuta preoccupare per i soldi o il lavoro , Amylee ne aveva visti molti come lui,turisti che sbarcavano ad Inishmore che passata l’euforia per il paesaggio iniziavano a lamentarsi del servizio al ristorante o del fatto che vi fossero solo Bed And Breakfast e non alberghi di lusso, li aveva anche conosciuti , non solo come turisti , ma come uomini d’affari, quanti ne erano arrivati che sventolando i loro soldi avevano proposto di comprare terreni o case per cotruire chissà quali mostri moderni . Per fortuna ad Inishmore gli abitanti da anni si erano messi d’accordo per non vendere proprietà a persone che non fossero nate e cresciute su quell’isola e quindi ogni volta erano ripartiti con la coda fra le gambe. Amylee non disprezzava quelle persone , le trovava solo particolarmente vuote e preferiva starne lontana. Ma quando gli strinse la mano non riuscì a non chiedersi come mai Padre Andrew lo conoscesse, cosa potevano avere in comune?
Il suo viso però era bellissimo e quel sorriso che lui le stava facendo appariva cosi spontaneo e sincero.
“Il Padre di Daniel ha contribuito alla creazione dell’orfanotrofio”disse Padre Andrew , come se si sentisse in dovere di spiagare la loro conoscenza.
“Beh, non è una cosa che vogliamo si sappia..”disse Daniel guardando il prete , ci mancava solo che si potesse spargere in giro la voce che Edward Hamilton avesse donato 7 milioni di dollari ad una parrocchia “Preferiamo ci credano meschini e materialisti”scherzò guardando Amylee.
“Manterrò il segreto” sorrise lei “se dovete parlare , io vi lascio soli…”aggiunse poi guardando il prete.
“oh non credo sia urgente ..ti aiuto con la valigia”disse Andrew .
Anche se era solo una , era bella grande e pesante.
“Ci penso io..almeno mi rendo utile”disse Daniel prendendo la valigia dalle mani del prete.
“Grazie”disse con un sorriso tirato l’uomo , inserndo le chiavi nella toppa del portone.
L’appartamento era al terzo piano , piccolino e con i mobili indispensabili , ma era pulito e luminoso.
Entrando Daniel pensò che non ci avrebbe fatto abitare nemmeno il suo peggior nemico , ma Amylee sembrava entusiasta.
Quella era in assoluto la prima volta in cui avrebbe abitato da sola, il primo posticino solo suo nel mondo che poteva riempire di cose solo sue.
“E’ perfetto!!”disse
“Mi fa piacere che ti piaccia! Mi sono permesso di farti un pò di spesa, le cose necessarie ..”iniziò a dire Andrew quando il suo cellulare iniziò a squillare , era l’orfanotrofio. Si allontanò qualche passo per rispondere.
“Ci sono anche le scale antincendio , come nei film..”disse li guardando fuori dalla finestra.
“Dev’essere un bel cambiamento di paesaggio..”disse Daniel
Lei si girò a guardarlo , con l’espressione di chi si stava chiedendo come sapesse a quale paesaggio fosse abituata.
“Padre Andrew mi ha detto che vieni da Galway”disse lui stando sul generico.
“Isole Aran , si ..”disse Amyleee tornando a guardare fuori “ Diverso non vuol dire peggiore..” Dalla finestra della sua camera a Kilronan poteva vedere l’oceano , qui solo palazzi , strade e macchine parcheggiate .
“Hai già voglia di scappare via?”chiese lui notando l’espressione pensierosa comparsa sul volto di Amylee.
“No”disse lei girandosi e sorridendogli “ voglio vedere ogni cm di questa città!”
“detto fra di noi-sussurrò piano Daniel fingendo fosse un segreto- non credo che Padre Andrew sia la persona più indicata per le tue esplorazioni.. “
“Ah no? E come mai?”sorrise lei
“Perchè ha 60 anni e credimi la sua vita non è avventurosa..chiesa, mensa dei poveri , orfanotrofio..riunioni con i credenti.. letture della bibbia..”
Lei rise “ok, ok . conosco il tipo” disse pensando a Padre Michael
“Se ti servono consigli su cosa fare o dove andare…”disse Daniel porgendogli un biglietto da visita.
Amylee lo prese e lo guardò.
“Daniel Hamilton” lesse
“Che sono io”
“Che sei tu..”sorrise lei
“Bene..io ora devo andare”disse lui guardando l’ora
“Non dovevi parlare a Padre Andrew?”chiese lei
“Lo chiamerò…piacere di averti conosciuta e…se ti serve un cicerone..chiamami”disse
“Ti terrò presente..a presto”
Amylee aveva la sensazione strana di averlo già visto, quel viso le sembrava familiare ed al tempo stesso estraneo. In genere si era sempre ritenuta brava ad intuire che persona avesse davanti , ma quel Daniel Hamilton sembrava essere impenetrabile.



Ogni mattina Lillian si risvegliava realizzando di aver sognato che quei giorni con James fossero solo un incubo. Era riuscita a parlare con suo fratello solo una volta . Odiava quella tenuta dove ogni persona che vi lavorava la sorvegliava per conto di James o di suo padre, odiava dover fingere di sentirsi a suo agio e odiava ogni singolo secondo della sua vita li.
“Ecco la futura madre dei miei nipoti..”disse Lord Scott entrando nell’appartamento privato di suo figlio.
Lillian stava leggendo un libro sdraiata sul divano. James era andando a Londra per degli affari e lei si voleva solo godere quelle poche ore di solitudine.
“James non è in casa”disse lei alzando gli occhi dal libro.
“Lo so, sono stato io a chiedergli di andare a Londra. Da quando sei qui non abbiamo ancora avuto modo di parlare un pò “disse l’uomo sedendosi sul divano.
“Ok, addio solitudine”pensò Lillian sedendosi composta e chiudendo il suo libro.
“Il conte di montecristo, una lettura impegnativa”disse Lord Scott
“Il manuale del ricamo l’ho già letto ..”disse lei sarcastica
“Tu mi ricordi molto tuo padre”sorrise l’uomo “molto di più che tuo fratello…”
“Sarebbe un complimento?”chiese Lillian posando il libro
“Voleva esserlo..”
“In questo caso , grazie”
“Credo sia per questo che tuo fratello di ha allontanato da New York e da lui..”
“Può sempre chiederglilo..”
“Lo vorrei chiedere a te..non ha mai nascosto la sua antipatia per James e ti concede a lui , anche se la cosa è andata a nostro vantaggio non posso non chiedermene il motivo”
“Daniel ama fare l’esatto opposto di quello che si aspettava nostro padre da lui “disse lei improvvisando
“tu ne sara rimasta molto contrariata..so quanto eravate legati”
“Con tutto il rispetto Lord Scott..ma credo che il rapporto fra me e mio fratello sia una questione che non dovrebbe interessarla..”
“Carissima Lillian..io sono perfettamente consapevole di quanto sia stupido ed inutile mio figlio..di quanto lo siano entrambi i miei figli. Colpa mia credo, gli ho cresciuti facendo loro credere d’essere invicinbili ed ho sempre sistemato ogni loro casino … ed è anche per questo che ho tanto insistito per unire le nostre due famiglie..se il futuro degli Scott dipendesse da loro due , la nostra stirpe cadrebbe nel ridicolo..”
“Non vedo come potrei esserle d’aiuto”
“Non ti piacerebbe diventare tu la mia unica erede nel concilio?”chiese l’uomo a bruciapelo.
“Il concilio non accetta membri di sesso femminile”disse Lillian pensando che quella conversazione non fosse altro che un trabochetto in cui non voleva cadere.
“La domanda era un’altra.. non ti ho chiesto se al momento tu potresti esserne membro.. ma se non ti piacerebbe esserlo..”
“A quale caduto non piacerebbe?”disse lei
“Anche se ora sei una Scott a tutti gli effetti , non so ancora se posso fidarmi di te..”disse l’uomo guardandola come se la stesse analizzando al microscopio.
“Mio padre mi ha insegnato che fidarsi di qualcuno è sempre un errore..”disse Lillian
“Me la ricordo così bene la tua iniziazione..ne ho viste molte nella mia vita , ma tu mi sei rimasta impressa…sei entrata nella sala del concilio senza paura, ci guardavi tutti dritto negli occhi… Elizabeth, mia figlia , ha pianto ogni istante…ma tu no.. ti sei spogliata senza esitazione..tu fai sempre ciò che devi , senza lamentarti..sei coraggiosa ed intelligente….devo solo capire davvero chi stai servendo”disse Lord Scott .
Lillian rimase in silenzio, avrebbe voluto dirgli che il verbo “servire” non era compreso nel suo vocabolario, ma qualcosa le diceva che lui questo già lo sapesse.
“Ma credo lo scopriremo presto”disse Lord Scott accarezzandole i capelli.
“Questa sera abbiamo ospiti importanti…cerca d’essere al tuo meglio”concluse alzandosi.
“Posso sapere chi sarebbero questi ospiti?”chiese lei .
“Alcuni dei caduti più potenti d’europa…”
Lo guardò andarsene e non appena la porta si chiuse prese il cellulare ed andò a chiudersi in bagno , aprendo l’acqua della doccia.
Non sapeva cosa , ma Lord Scott stava progettando qualcosa ed aveva la sensazione d’essere parte del suo piano.
“Avanti rispondi..”disse sentendo il cellulare di Daniel squillare.

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