La direttrice delle risorse umane (Lucia)

di
genere
tradimenti

La storia con Lucia mi ha fatto pensare spesso a quanto se una cosa deve accadere, prima o poi accadrà. Oppure ti rimarrà addosso uno strano senso di incompiuto.

Ci conoscemmo ad una festa di Natale. Credo fosse il 2001.
Ero solito passare il mio tempo libero con un piccolo gruppo di persone, gli amici di una vita con cui avevo condiviso anche il banco alle elementari.
Uno di noi era ormai lontano per lavoro da mesi e non sarebbe riuscito a tornare nemmeno per le feste.
Mirko si era fidanzato un anno prima di ricevere questo incarico che lo stava trattenendo parecchio all’estero, tra l’altro in luoghi dove raggiungerlo era praticamente impossibile a causa di permessi e visti.
La sua fidanzata Marika aveva però continuato a frequentare il nostro gruppo anche in sua assenza e aveva voluto organizzare a tutti i costi la tradizionale rimpatriata di Natale proprio a casa di Mirko, a suo dire per farcelo sentire un po’ più vicino.
Anche noi ci sentimmo molto vicini, visto che lui abitava in un monolocale dove ci stipammo in 9.

Ai tempi la mia ragazza lavorava spesso alla sera, per cui mi presentai alla festa da solo.
Marika invece venne accompagnata da Lucia, la sua migliore amica.
Ci prendemmo subito in simpatia.
Lucia era piccolina, con un viso veramente carino e degli occhi luminosi.
Devo ammettere che anche il resto non era male, soprattutto la 5 di seno.
Molto intelligente, brillante, simpatica... insomma, proprio un bel tipo.
A tavola ci erano stati assegnati i posti l’uno accanto all’altra, così finimmo per parlare insieme tutta la sera.
Scoprii che era una psicologa e che si occupava per lo più di formazione del personale in una piccola azienda milanese, ma anche che era molto insoddisfatta di quella posizione e stava cercando nuove opportunità.
La ragione per cui era lì con noi è che aveva rotto da poco con il suo ragazzo e Marika stava cercando di distrarla dalla situazione. Scoprii che le aveva parlato molto di me e di alcune passioni che condividevamo tra cui la musica e la meditazione. Le aveva anche detto che tenevo meditazioni guidate e che usavo tecniche di rilassamento profondo, cosa che aveva destato enormemente la sua curiosità.

A fine serata, quando ormai tutti se ne stavano andando, Marika mi propose di restare ancora un po’ per far provare a loro due una sessione di rilassamento.
Era tardi ma non ero affatto stanco, così accettai.
Aprimmo il divano-letto e chiesi loro di stendersi, mantenendosi ad una certa distanza. Misi una musica tranquilla di sottofondo, e iniziai a guidarle con la voce.
Attenzione al respiro, al corpo, ai pensieri che passano.
Piano piano si lasciarono andare.
Quando finiamo la sessione credettero entrambe che fosse durata 10 minuti, mentre era quasi un’ora che erano lì.

Stavamo per andarcene quando Marika ebbe una delle sue solite uscite: “se volete io torno a casa mia a dormire e vi lascio qui, così potete fare l’amore”.
Lucia era imbarazzatissima, io cambiai discorso, mentre lei insistette.
“dai, si vede da come vi guardate che avete voglia di farlo. Fa benissimo alla salute!”
La facemmo smettere, poi me ne tornai a casa.

Non feci in tempo ad arrivare che il telefono trillò. Un SMS da un numero sconosciuto.
E’ stato molto bello conoscerti. Ci rivedremo? Lucia.
Sicuramente risposi immediatamente.
Forse avremmo dovuto seguire il consiglio di Marika.

Nei giorni successivi ricevetti molti messaggi.
Io ero fidanzato e all’epoca anche molto fedele, ma nonostante questo tenni vivo quello scambio di brevi note fino ad una successiva occasione di incontro.

Fu nuovamente Marika ad organizzare tutto: una giornata alle terme, sempre quando la mia ragazza era impegnata. Accettai. Ci trovammo con mia grande sorpresa da soli noi tre, Marika, Lucia ed io.
Cominciai a sospettare che ci fosse una chiara intenzione dietro ad entrambi gli incontri, e Marika non ne fece affatto mistero quando lo insinuai. Anzi, me lo disse chiaramente.
“Sai, credo che tu e Lucia stareste benissimo insieme. E’ davvero una ragazza in gamba e... hai visto che tette, vero?”
“Smettila, dai. La imbarazzi a morte. E poi sai che sono fidanzato...”
“Non è che perchè uno è fidanzato non può fare un po’ di sano sesso con una che gli piace... e comunque non capisco nemmeno bene come fai ad essere fidanzato con Caterina. Non ti offendere, ma non è proprio il tuo tipo.”
Scoprirò poi che aveva ragione, ma sul momento la cosa non mi piacque affatto.
Intanto mi feci pizzicare un paio di volte da Marika mentre guardavo Lucia in costume. “Vedi che ti piace? Continui a guardarla. Fate l’amore, magari poi ci prendete gusto”. Scherzava, a suo modo... ma non troppo.
Ci godemmo le terme tra acqua calda, sole e molte chiacchiere.
A casa invece mi beccaiil pippone di Caterina che aveva saputo che ero andato alle terme da solo con due donne.

Passò qualche giorno senza che le sentissi più, poi un messaggio.
Lucia mi diceva di aver trovato una occasione di lavoro all’estero e voleva che l’aiutassi a scrivere il suo cv in inglese.
Mi chiese se potevo raggiungerla in ufficio dopo le 18, così avremo potuto usare il PC. Suonai al portone e mi aprì.
Era sola.
Chiuse a chiave la porta dopo che fui entrato e mi accolse con un abbraccio.
Poi mi prese per mano e mi portò nel suo ufficio.
La vedevo camminare davanti a me, con quel vestitino corto ed attillato che non poteva lasciarmi indifferente.
Sul PC era già aperta la lettera che stava scrivendo e mi chiese di sedermi e rileggerla.
Si era messa dietro di me, con le mani sulle mie spalle, e le muoveva lentamente facendomi un massaggio delicato.
Mi ero infilato in un guaio.
Le suggerii dei cambiamenti e mi disse che sarebbe stato meglio farli subito.
Mi si sedette in braccio, senza dire nulla, e iniziò a digitare lentamente sulla tastiera. Poi mi chiese se potevo correggerle degli errori, ma non si alzò.
Le mie braccia passarono sotto le sue per poter raggiungere i tasti, sfiorandole il seno.
Lo sentivo bene, mentre la abbracciavo da dietro.
Temevo si accorgesse del fatto che mi stava diventando decisamente duro.
Le dissi che la lettera secondo me ora andava bene e la salvai. Si alzò lentamente, poi mi prese le mani e fece alzare in piedi anche me.
Mi tirò molto vicino.
“Grazie, sei stato molto gentile”.
Avvicinò il suo viso al mio e mi baciò.
Un bacio leggero, veloce. Seguito da un altro, e poi un altro ancora.
La fermai.
“Lucia... lo sai... ho una ragazza...”
Mi guardò in modo strano, poi mi sorrise.
“certo che lo so. Volevo solo dirti grazie! Cosa credevi? Anche se... beh... il tuo amico sembrava interessato ad altro” e mi passò una mano sui pantaloni dove la mia erezione era diventata piuttosto evidente.
Poi si girò e uscì dall’ufficio.
“che fai, non vieni? Vuoi dormire qui?”
La seguii e uscimmo insieme.
Mi ringraziò ancora con un bacio, poi ci separammo.
Dio se avrei voluto fare l’amore con lei in quell’ufficio....

Quella sera mi scrisse Marika. “ sei un po’ stronzo, eh?”
Io non risposi e la cosa finì lì.
Con Lucia ci vedemmo e ci sentimmo ancora diverse volte, ma la situazione si era calmata ed era diventata una semplice amicizia, anche se a volte la tensione sessuale tra noi era palpabile.
Poi lei trovò lavoro in Germania, e sparì dalla mia vita.
Prima però mi propose di conoscere una sua compagna di uno dei tanti corsi che aveva fatto: Sandra. Con lei ebbi una storia curiosa che ho descritto in un altro racconto.

Lucia ricomparve dal nulla 12 o 13 anni dopo.
Non l’avevo mai dimenticata e mi era capitato più di una volta di pensare che quella sera, in quell’ufficio, ero stato davvero il classico pirla. Chissà se e come sarebbe stato diverso... Comunque trovai una sua richiesta di amicizia su Facebook.
Accettai, ovviamente.
E così ricominciammo a sentirci.

Era rientrata in Italia e dirigeva il settore HR di una multinazionale.
Tra un messaggio e l’altro scoprii che ero a casa da solo per qualche settimana (sapeva che nel frattempo mi ero sposato), così mi disse che sarebbe stato bello incontrarsi e mi invitò ad una cena con alcuni amici.
Ci andai.

Rivederla non fu semplice come pensavo.
Riaffiorarono velocemente sensazioni e desideri repressi anni prima.
Mi passò a prendere lei e ci salutammo molto calorosamente. Sembrava che non fosse passato nemmeno un giorno dall’ultima volta che ci eravamo parlati.
In auto scherzammo molto, anche con molte battute maliziose. Mi disse pure che non sapeva se portarmi alla festa o se fermare la macchina per approfittare di me.
La presi sul ridere.
La festa fu carina e trascorse molto velocemente. Uscimmo abbastanza tardi ma, nonostante questo, quando arrivammo sotto casa sua sembrava che non volessimo più far finire la serata.
Me ne andai, rimanendo con lo stesso gusto di incompiuto in bocca provato con lei tanti anni prima.
Tempo dopo lei mi rivelò che aveva provato la stessa cosa.

Tra le varie cose che ci eravamo raccontati quella sera c’era anche il suo recente corso di massaggi, e io mi ero scherzosamente offerto come cavia per le sue esercitazioni.
Il giorno dopo mi chiese invece se lo avrei fatto davvero.
Amo mettermi nei casini. Le dissi di sì.
L’appuntamento era per venerdì sera a casa mia.

Arrivò leggermente in ritardo e la feci accomodare in salotto.
Indossava una tuta da ginnastica, e mi aveva chiesto di fare altrettanto: mi aveva detto che dovevamo essere molto comodi entrambi per fare le cose per bene.
Aveva portato un materassino gonfiabile, ma presto convenimmo che il letto sarebbe stato meglio.
Mi disse anche che poteva fare il massaggio sopra gli indumenti, ma che aveva portato anche dell’olio e il necessario per scaldarlo, se avessi voluto.
Perchè no, le dissi.
Così di lì a poco mi ritrovai in mutande, sdraiato sul ventre, con le sue mani che correvano lungo la schiena mentre lei stava in ginocchio accanto a me.

- Ti spiace se mi tolgo anche io i pantaloni? Non vorrei macchiarli con l’olio mentre massaggio le gambe.
Non attese una risposta.
Scese dal letto un attimo, dalla parte dove avevo voltato la testa, e si sfilò lentamente la parte inferiore della tuta, guardandomi negli occhi.
La cosa non mi lasciò affatto indifferente.
A quel punto credo sapessimo bene entrambi come sarebbe finita.
Continuò il suo massaggio sulle gambe, salendoci sopra e muovendosi avanti ed indietro mentre le mani correvano dai polpacci alla schiena.
Vidi la sua felpa volare a terra.
Mi girai a guardarla.
- Si stava sporcando di olio disse con un sorriso molto malizioso.

Mi fece poi girare.
Io mi imponevo di stare fermo e vedere dove voleva arrivare.
Una volta sulla schiena, la mia erezione divenne evidente.
- Devo prenderlo come un segno che il massaggio ti piace?
- Forse un po’ troppo... le risposi.
Mi sorrise
La mia mano le stava accarezzando lentamente una coscia, mentre le sue mi accarezzavano i capelli.
Poi si slacciò il reggiseno, lo fece scivolare via scoprendo il suo bellissimo seno prosperoso, e si sdraiò accanto a me, con il volto a pochi centimetri dal mio.
- Il piacere non è mai troppo, mi sussurrò.
La baciai.
Prima delicatamente, poi con più foga.
La mia mano era dietro la sua testa tirandola verso la mia.
L’altra scendeva lungo il suo fianco, fino al culo morbido e sodo.
La sua cercava il mio sesso.
- Credo che tra noi ci sia una cosa in sospeso da troppo tempo
Me lo disse ansimando ed infilando una mano nei miei boxer.
Rotolai sopra di lei, le spostai gli slip e senza nemmeno togliermi i miei entrai nel suo ventre.
Era incredibilmente bagnata.
Le sue gambe spalancate, la bocca aperta, il respiro corto ed affannoso.
La tenevo per i lunghi capelli, tirandole indietro la testa, mentre mi muovevo dentro di lei con un ritmo costante e quasi prepotente.
Le sue mani erano sulla mia schiena e mi tenevano stretto.
- Dai... così... dammelo tutto. Fammelo sentire....
Parlava quasi sottovoce, ora con gli occhi chiusi
- Dio che bello.... scopami più forte... più forteeeeeeee
Le parole divennero un urlo mentre un orgasmo potente la sconquassava.
Non avevo mai visto nessuno tremare in quel modo, incontrollato, con onde di spasmi che la facevano sobbalzare.
Mi aveva piantato le unghie nella schiena e mi stringeva con una forza inaudita.
Quando l’intensità sembrò diminuire, ripresi a muovermi dentro di lei, ora velocemente.
Mi guardava con gli occhi spalancati.
- Non venirmi dentro... non sono protetta....
La tenevo stretta mentre pompavo furiosamente.
Sentii l’orgasmo arrivare e uscii dal suo ventre.
Le sue mani raggiunsero il mio cazzo e iniziarono una sega che accompagnò la mia sborrata copiosa sulla sua pancia e la sua mano.
Mi lasciai cadere su di lei abbracciandola.
Mi spostò, facendomi sdraiare sulla schiena, mentre la sua bocca cercava il mio cazzo ormai esausto.
Me lo leccò lentamente, facendomi provare una serie di brividi infinita.
Tornò poi a baciarmi.
- E’ stato bello, sai?
- Si, è stato molto bello Lucia.
- Non avremmo dovuto aspettare tutti questi anni...La prossima volta voglio che tu mi venga in bocca. Voglio berti tutto.

Mi lasciò senza parole, non avrei mai immaginato tanta foga nell’intimità.
Si andò a lavare, e poi si sdraiò accanto a me.
Continuava a sorridere e a baciarmi.
Non passò molto tempo che la sua mano tornò a cercare il mio sesso.
Mi salì sopra e mi cavalcò selvaggiamente per un po’.
Poi si mise tra le mie gambe e se le infilò in bocca, muovendosi finchè non ebbe quello che voleva.


m.amorini@libero.it
di
scritto il
2019-11-05
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