Lettera al marito in viaggio

Scritto da , il 2011-08-04, genere saffico

Come ti ho scritto nella lettera precedente Valentina è venuta a stabilirsi qui da noi e quest’inverno ha iniziato a dare lezioni di inglese alla figlia di una sua cara amica che ha molto insistito con lei, visti i pessimi profitti della ragazza al liceo.
Monica, questo è il nome della ragazza, ha cominciato a frequentare la nostra casa a febbraio, magrolina dal portamento naturalmente elegante ha mostrato una discreta curiosità circa il fatto che due donne vivessero insieme e, dai suoi sguardi, ho intuito qualcosa più di una semplice curiosità.
“Ti sei accorta che la tua studentessa mostra un interesse per te, ma anche per me, che va al di là della semplice curiosità?” le ho chiesto una sera a cena.
“Francamente no! Sarà che mi sto dannando per farle entrare in testa quei pochi concetti di grammatica… Non sarà una tua impressione?”
“Sai che difficilmente il mio istinto sbaglia. Credo che potresti tranquillamente sedurla.”
Sorrise “Forse. Però mi è stata affidata dalla madre, che è anche una mia carissima amica, non me la sento di tradire la sua fiducia. Se le cose poi prendessero la piega sbagliata non me lo perdonerei.”
“Capisco. Hai nulla in contrario se provo io a sondare il terreno?”
“No! Ma fai attenzione, ricorda la mia posizione.”
Concordammo che la volta successiva avrei fatto io lezione a Monica, la mia conoscenza dell’inglese non è certo inferiore alla sua, accampando la scusa di impegni improvvisi di Valentina.
Il pomeriggio quando Monica arrivò a casa la informai della novità e non si mostrò dispiaciuta.
Fui molto amichevole e cordiale, ci sedemmo al tavolo della sala e iniziai con un ripasso delle nozioni base.
Dopo una decina di minuti feci cadere accidentalmente la matita.
Monica si affrettò a raccoglierla.
Avevo indossato un vestitino leggero abbottonato davanti e non avevo biancheria intima.
Lasciai le gambe dischiuse e dalla sua posizione non poté non accorgersene.
Mentre mi passava la matita mi accorsi che le tremava leggermente la mano e un leggero rossore si era dipinto sul suo volto.
Ma soprattutto mi accorsi che la sua attenzione non era più rivolta sulla nostra lezione.
Dopo cinque minuti fu lei a far cadere la matita scivolando velocemente sotto il tavolo.
Perse un po’ di tempo a cercarla e quando riemerse mi accorsi che aveva il cuore in gola.
Feci finta di nulla e continuai a far lezione come nulla fosse.
La sua testa però era da tutt’altra parte. Ad un certo punto notai che stava piano piano facendo scivolare la matita verso il bordo del tavolo.
A questo punto decisi di intervenire. Afferrai la matita dicendo “Questa matita oggi non ne vuol sapere di stare al suo posto.”
Il suo viso avvampò ed abbassò il capo, le presi la mano “Dai non fare così. Da quanto ho capito ti piacciono le donne.”
Girai intorno al tavolo, la feci alzare e andammo a sederci sul divano.
“Non devi vergognarti.” la rassicurai. Teneva ancora il capo abbassato.
“Ti piacciono così tanto?” le chiesi.
Fece cenno di sì con la testa e mi guardò.
“Non ti è mai capitato di vedere un’altra donna? Che so tua madre, tua sorella, qualche amica?”
“No mai. Sono figlia unica. E mia madre non si è mai spogliata davanti a me.”
Si era ripresa un po’.
“Dimmi la verità, che cosa ti piacerebbe fare?” mi guardava incredula “Ti piacerebbe togliermi il vestito?”
Mi alzai e mi piantai davanti a lei. Ci guardammo negli occhi.
“Dai, se davvero ti piace davvero fallo.”
Si alzò lentamente e con mani esitanti cominciò a darsi da fare con i bottoni.
Quando il vestito scivolò per terrà rimase a guardarmi rapita.
“Dimmi ti piaccio?”
“Sì. Sei bellissima…” sussurrò.
“Allora vieni ad abbracciarmi.”
Mi strinse forte a se, il suo cuore batteva all’impazzata.
Le baciai le labbra più volte. “Perché non ti togli anche tu il vestito?”
“Davvero vuoi che mi spogli?” mi chiese incredula.
“Certo che voglio.” Si liberò velocemente degli abiti e mi guardò in cerca del mio giudizio.
“Sei bellissima. Vieni fra le mie braccia.”
Ci abbracciammo di nuovo e questa volta forzai dolcemente la sua bocca con al lingua.
Imparò velocemente a baciare.
La presi per mano e la condussi in camera da letto, mi sdraiai in mezzo al lettone e aprii le gambe davanti a lei.
“Vieni a vederla da vicino.” le sussurrai
Imparò velocemente tutto quello che c’era da sapere sull’amore.
Quando andò via alcune ore dopo sapeva tutto sui piaceri saffici.
La sera raccontai a Valentina l’accaduto che si meravigliò non poco.
Si fece raccontare di nuovo come si erano svolti i fatti.
“Non l’avrei mai detto. È solo con l’inglese che è restia all’apprendimento.”
Due giorni dopo eravamo a passeggio in centro e incontrammo Monica e sua madre.
Valentina mi presentò Gloria e invitammo le due donne a prendere il caffé da noi.
Chiacchierammo amabilmente per un po’ poi Gloria ci lasciò per sbrigare delle commissioni.
“Tu resta pure se vuoi.” disse a Monica “Ci vediamo poi casa.”
Monica fu ben felice di restare e, quando la madre fu uscita, ci scambiammo uno sguardo d’intesa.
“Mi hanno detto che a parte l’inglese ci sono materie che apprendi con profitto.” Disse Valentina sorridendo. Lei arrossì. “Dai non è il caso che arrossisci.” Si sedette sul bracciolo della poltrona. “Mi hanno detto anche che sei molto bella.”
Mi accorsi che il complimento le aveva fatto immenso piacere.
“Non direi…”
“Non essere modesta” continuò Valentina suadente. “Si intuisce anche con i vestiti.”
Si guardarono negli occhi. “Vorrei baciarti” le sussurrò Valentina. Monica sporse le labbra.
In poco tempo le lezioni di inglese furono sostituite da torride sedute di sesso. Con Valentina, con me, tutte e tre insieme.
Riuscimmo anche a convincere sua madre a darle il permesso di passare un fine settimana con noi nella nostra casa in campagna. Furono tre giorni di pigrizia, sesso e tuffi in piscina.
Ero sola in casa quando qualche giorno fa Gloria mi fece una visita inaspettata. La feci accomodare e intavolammo una conversazione banale quando Gloria di punto in bianco disse.
“Ti starai chiedendo il motivo della mia visita.”
“Inaspettata certo ma tutt’altro che sgradita.” convenni.
“Ecco” prese fiato “So che Monica viene qui per fare sesso con voi.”
Mi cadde in cielo addosso. Come aveva fatto a scoprirlo… Monica si era confidata con lei.. e adesso cosa sarebbe successo…
“Stai tranquilla” proseguì lei “Non sono qui per accusare nessuno. Ti starai chiedendo da cosa l’ho capito? Dal fatto che per la prima volta ho visto Monica felice e sicura di se. Quando ho mandato Monica da voi sapevo bene qual è il vostro stile di vita.”
Ora veramente non ci stavo capendo niente.
“Mi sono accorta da tempo che a Monica piacciono le donne, l’ho capito da certi suoi sguardi ma soprattutto me lo diceva il mio istinto. Devi sapere che anche io alla sua età ho scoperto in me questa tendenza ma per una serie di circostanze e condizionamenti, ho fatto di tutto per reprimerla.”
Prese fiato un momento poi continuò “Ho sempre invidiato Valentina per la sua scelta coraggiosa. Io invece mi sono sposata, ho avuto una figlia. Ma non sono mai stata felice. Volevo che Monica potesse sperimentare e decidere liberamente cosa scegliere.”
Accipicchia, questa poi! Ero sbalordita.
Gloria si accasciò contro lo schienale della poltrona. Questa confessione a me e a se stessa doveva esserle costata molta fatica. Ero commossa ed ammirata. Mi alzai e mi sedetti sul bracciolo della sua poltrona.
“Apprezzo molto quello che hai fatto e so che deve esserti costato molta fatica. Sì tua figlia ama le donne e averlo sperimentato l’ ha resa felice.” Le misi una mano fra i capelli. “È giovane, i tempi sono cambiati e sicuramente avrà una vita felice.” M guardò commossa. “Però anche tu hai diritto alla tua vita.” continuai prendendole una mano. “Ora Monica è cresciuta, tuo marito è preso dal lavoro e dai suoi interessi. È venuto il momento che tu cominci a pensare a te stessa.”
“Sì. È per questo che sono venuta. Da quando ti ho visto l’altro giorno non faccio che pensare a te…” Non le detti modo di continuare a parlare, la baciai e sempre baciandola la condussi in camera da letto, ci spogliammo senza staccare le labbra una dall’altra. Tirò fuori tutta la passione che aveva represso per tanti anni.
Valentina rimase allibita quando le raccontai l’accaduto.
“Non avrei mai pensato che anche a Gloria piacessero le donne. Accidenti l’ha nascosto proprio bene.” commentò.
Ci incontrammo spesso e durante uno dei nostri incontri Gloria mi propose di passare una settimana nella casa in campagna. “Monica me ne ha parlato così bene. Potremmo dire anche a lei di venire?”
“Pensi che sia il caso?”
“Sì. Ho bisogno di un po’ di riposo, le emozioni di questi giorni, per quanto bellissime, mi hanno provato.”
La sera ne parlai con Valentina.
“Sì. Monica mi ha detto che sua madre le ha proposto di passare una settimana a casa nostra. Non è entusiasta. Però in fondo una settimana di castità non ci farà male.”
Qualcosa però mi diceva che non sarebbe andata così.
Partimmo con la mia macchina. L’atmosfera era rilassata, solo Monica mostrava un po’ di apprensione.
Mentre io scaricavo i pochi bagagli Valentina mostrò la casa a Gloria e una volta in giardino le mostrò la piscina.
“Vedi è tutto isolato” le disse “ qui possiamo anche prendere il sole nude.”
“Che bello!” esclamò Gloria.
Monica mi guardò, non credeva alle sue orecchie.
Sistemate le nostre cose ci ritrovammo in giardino.
Con grande naturalezza Gloria si spogliò sotto gli occhi stupiti di sua figlia.
Valentina prese Monica per mano e si sdraiarono sul bordo della piscina, Gloria ed io ci accomodammo sulle sdraie.
Naturalmente non successe niente. Qualche innocente carezza.
Monica ogni tanto si girava a guardarci incredula.
Mangiammo presto quella sera e quando arrivò il momento di andare a letto Valentina ed io ci guardammo indecise sul da farsi. C’erano solo due camere da letto ognuna con il letto matrimoniale.
Fu Gloria a prendere in mano la situazione. Si avvicinò a sua figlia le passò le braccia intorno alla vita e con grande dolcezza l’attirò a se e le disse. “Senti bambina mia ti dispiacerebbe molto se questa notte la tua mamma non dormisse con te…”
Monica la guardò meravigliata, aveva finalmente capito.
“Sì tesoro. So cosa stai pensando ed è giusto che non ti nasconda certe cose…”
Monica non le dette tempo di finire, si getto fra braccia di sua madre.
“Mamma che bello... Certo che non mi dispiace anzi…”
Tirammo un sospiro di sollievo.
Ci scambiammo la buona notte e ci dirigemmo nelle nostre camere.
Monica era emozionata. Passando vicino a sua madre le sussurrò all’orecchio “ti voglio bene”
“Anch’io” rispose Gloria e poi scherzando “Mi raccomando fai la brava”.
Facemmo l’amore più volte. Gloria si era finalmente liberata di un pesante fardello.
La mattina successiva Monica ci raggiunse in cucina dove stavamo facendo colazione. Salutò sua madre abbracciandola da dietro e la baciò sulle guance.
“Non avete dormito molto” scherzò “Vi abbiamo sentito fino a tardi…” scostò l’accappatoio della madre e vide un grosso segno sul seno. “Guarda cosa mi tocca vedere” disse scherzando.
Gloria la baciò a sua volta. “Non pensare ai miei succhiotti. Anche noi vi abbiamo sentito fino a tardi.”
Come puoi ben immaginare abbiamo passato una settimana bellissima poi l’ultima sera Monica attirando Gloria a se le disse “Mamma voglio confidarti una cosa.”
“Dimmi tutto” ribatté Gloria con aria indulgente.
“Ecco ho deciso di farmi sverginare da Valentina e lo faremo questa notte.”
Gloria non sapeva cosa dire.
“Volevo che lo sapessi perché con tutto quello che successo questi giorni voglio condividere in qualche modo questo momento con te.”
“Certo tesoro. Sei proprio sicura bambina mia?”
“Sì. Voglio che sia Valentina a farlo. Lo desidero da un po’ e sono sicura che questa sera sia il momento giusto.”
“Bene tesoro se pensi che sia il momento giusto vuol dire che lo è.”
Si strinsero forte.
A letto Gloria era pensierosa, l’abbracciai.
“Com’è la stata la tua prima volta?” le chiesi.
“Da dimenticare. Lo fatto solo per accontentare mio marito, perché bisognava farlo. E la tua?”
“È un bel ricordo.” Le raccontai della nostra prima volta a casa dei nonni.
Sentimmo un urlo soffocato.
Gloria si strinse a me. La baciai e feci l’amore con lei con tutta la dolcezza possibile.

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