La villa

Scritto da , il 2009-12-02, genere etero

Monica era immersa nella vasca da bagno piena di schiuma ormai da più di un'ora. Si alzò ancora coperta dal delicato sapone alle mandorle che aveva usato, e mentre lo sciacquava via, osservò il proprio corpo nello specchio alla sua destra.
Pensò: "Per essere una donna di 34 anni sono proprio in forma!"
In effetti il suo fisico era in ottimo stato. Era sempre stata bella, ma da quando era rimasta sola aveva preso a curarsi molto di più, e aveva anche iniziato a frequentare una palestra. Uscì dalla vasca, si avvolse nel proprio accappatoio, ed iniziò ad asciugarsi.
Guardò l'orologio sulla mensola, erano le 19:30. Decise di sbrigarsi, aveva un appuntamento con "il capo" per le 21, e non voleva farlo aspettare. Alle 20:50 era pronta, lui arrivò puntuale, le citofonò e lei scese.
Andarono in un ristorantino un po' fuori città. Avevano deciso che non era il caso di pubblicizzare troppo il fatto che si vedevano, per non creare problemi in ufficio. Trascorsero la serata allegramente, poi lui la riaccompagnò a casa. Mentre la riaccompagnava Francesco le disse che per la sera dopo aveva preparato una grossa sorpresa. I due si salutarono in auto, si scambiarono un breve bacio, e lui la lasciò sola.
Mentre saliva con l'ascensore al quarto piano, il piano del suo appartamento, Monica pensò che era la prima volta, da quando usciva con il suo capo in cui la serata non finiva con una bella scopata. Entrò in casa, accese la tv, senza curarsi del programma che era in onda, tanto voleva solo un po' di rumore che le facesse compagnia, e andò in bagno per struccarsi.
Si disse: "Peccato, mi piace fare sesso con lui, chissà perché non ha voluto, stasera?"
Spense la tv, e si coricò sul letto. Prima di addormentarsi ripensò alle parole di lui, alla sorpresa per la sera seguente, ma poi scacciò il pensiero. Era ora di dormire, doveva alzarsi presto, in ufficio l'attendeva una dura giornata, ora che aveva fatto carriera le sue responsabilità erano aumentate. Pensò: "E' duro fare il vicedirettore del personale..." e si girò dall'altro lato, per dormire.
La giornata seguente trascorse senza avvenimenti eccezionali, e quando lei poco prima della fine dell'orario lavorativo passò dal sig. Teani, così chiamava il suo capo nelle ore d'ufficio, per il consueto rapporto di fine giornata, lui la ascoltò con attenzione, e mentre stava per uscire le sussurrò:
- Preparati bene per stasera, andiamo in un posto molto chic...
Monica annuì con la testa, e tornò nel suo ufficio, ora ne aveva uno personale.
Quella sera, alle 23, lui si presentò puntuale come sempre. Appena la vide disse che era perfetta. Monica indossava un lungo abito nero, con un corpetto dall'ampia scollatura che lasciava intravedere il suo bel seno, alto e sodo, e grazie ad uno spacco laterale del vestito metteva in mostra le sue lunghe gambe. In auto Francesco le disse che aveva capito benissimo cosa intendeva per "Prepararsi bene", le accarezzò la gamba scoperta, e poi mise in moto la BMW.
Uscirono dalla città, e dopo un po' di autostrada lui uscì, e prese una strada di campagna. Le sussurrò che non poteva dirle dove la portava perché era una sorpresa e continuò a guidare.
Poco dopo arrivarono al cancello di una lussuosa villa, l'uomo all'ingresso riconobbe Francesco a prima vista e li fece entrare. Lasciarono l'auto nel parcheggio della villa. Evidentemente c'era una festa, pensò Monica, dato che era pieno di auto, tutte belle e costose. Lui la cinse con delicatezza per la vita, e l'accompagnò verso la casa. Poco prima di giungere al portone venne loro incontro una donna di circa quarant'anni, che il suo capo salutò come "Marchesa De Gulis". Costei li invitò ad entrare, e li lasciò soli. Consegnarono i soprabiti al guardarobiere, ed entrarono nell'ampio salone.
Appena dentro Monica restò paralizzata dallo stupore. La sala era piena di gente che amoreggiava. C'erano delle ballerine completamente nude che si muovevano lascivamente seguendo il ritmo arabegiante che si udiva in sottofondo, delle coppie che scopavano sui divanetti sistemati contro tutte le pareti, si vedevano persino una coppia gay e una di lesbiche che si univano davanti a tutti. Nel grosso spazio, lasciato appositamente sgombro, al centro della stanza, si stava consumando un'orgia, con più di dieci tra uomini e donne. Appena ripresasi dallo stupore Monica si voltò di scatto verso Francesco, e guardandolo dritto negli occhi gli urlò:
- Dove diavolo mi hai portato?
- E' un privè, un posto dove la gente si incontra per divertirsi, nulla di strano. < Rispose lui, calmo e con voce bassa e tranquilla >
Per un attimo restò interdetta, poi ritrovò il controllo di se stessa, e disse a Francesco di accompagnarla un attimo in auto. Quando furono soli lui disse:
- Non sei obbligata a fare nulla, ho solo pensato che poteva piacerti fare qualcosa di diverso, tutto qui. Dopo queste parole la baciò, e lei rispose al bacio con passione. Poi Monica gli sussurrò:
- Non preoccuparti, solo che non mi aspettavo una scena del genere, e ho perso il controllo. < Dopo una breve pausa, continuò, stavolta con un tono decisamente più malizioso > Non ero mai stata in un posto così, ma ne ho sentito parlare, e mi hanno detto che ci sono anche delle camere da letto un po' particolari...
- Di che tipo di camera parli? < Chiese lui interessato >
- Una camera all'apparenza chiusa, ma con uno specchio attraverso cui gli altri possono guardare dentro...
- Ho capito cosa intendi. Si, la camera c'è, e se ti va possiamo andarci.
I due rientrarono nella casa, attraversarono la sala, stavolta la scena non turbò particolarmente Monica, e salirono la scalinata che portava al piano di sopra. Lui la guidò verso la stanza voluta, e una volta dentro le indicò il grosso specchio finto, attraverso il quale era possibile vedere ciò che accadeva nella camera. Monica iniziò a spogliarsi, eccitatissima al pensiero che degli sconosciuti la stavano osservando. Restò con indosso solo il perizoma, si voltò per dare le spalle allo specchio, e lo lasciò scivolare lungo le sue gambe lentamente, poi si girò per mostrarsi completamente al "pubblico". In quel momento era eccitatissima, si sentiva come una stella del cinema. Passò ad occuparsi del suo uomo. Lo spinse per farlo sedere sul letto, si inginocchiò davanti a lui, gli tirò fuori il cazzo, prese a massaggiarlo, poi iniziò a succhiarlo, fino a farlo gemere per il godimento.
Lo spinse ancora per farlo sdraiare, si sistemò sopra di lui, e si lasciò penetrare, immaginando le persone che si toccavano alla sua vista, e godendo per questo. Scoparono insieme ancora a lungo, Monica non era mai stata così eccitata. Dopo che Francesco venne per la terza ed ultima volta, lei si alzò, si diresse verso lo specchio, e appoggiò il culo ad esso, con le gambe larghe, si strusciò un po' contro lo specchio, poi si rivestì.
Scesero di sotto, non era rimasta molta gente, lei li osservò pensando a quanti dei presenti si erano masturbati dietro allo specchio, poi uscirono dalla villa.
La riaccompagnò a casa, e mentre scendeva dall'auto Monica disse:
- Grazie per la bella serata. Mi sono davvero divertita.
Poi si girò, ed entrò nel palazzo.
"Fortuna che è sabato" < Pensò > "Domani niente sveglie bastarde!"
Si preparò per andare a letto, spense la luce, e si accorse di essere ancora eccitata per ciò che le era accaduto.
"Incredibile, sino a un paio di settimane fa non avrei nemmeno immaginato di poter fare una cosa del genere, e invece mi sono divertita, ho goduto più per il fatto di esser osservata che non per la scopata in se" < Si disse > "Cosa mi sta succedendo? Addirittura ho voglia di tornare alla villa, e non per restare nella stanza dello specchio... "

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