La signora del bar

Scritto da , il 2019-09-15, genere etero

Da ragazzo ho sempre avuto difficoltà a relazionarmi con l’altro sesso e ancora di più quando dovevo fare il primo passo per conoscere la ragazza di interesse. Eppure, altri miei coetanei non ci pensavano troppo a lanciarsi allo sbaraglio: la sera stessa stavano già scopando…così dicevano! Mi chiamo Giorgio e ho 35 anni, fisico atletico, single e impiegato in una azienda chimica. Qualche relazione di uno/due anni e qualche avventura sessuale, ma niente di straordinario. Tre anni fa avvenne un fatto che cambiò la mia vita sessuale; andai al centro commerciale che sta vicino alla mia sede di lavoro per fare la consueta spesa settimanale e, come mia abitudine, ne approfittai per andare a bere un caffè. La inquadrai subito: una donna sulla quarantina, formosa nei punti giusti e con un fisico slanciato dal tacco alto; indossava pantaloni attillati bianchi e una maglia rossa a collo alto, anch’essa particolarmente aderente tale da evidenziare un bel seno, forse una quarta misura. Il contrasto sedere-vita-seno era fortemente evidenziato da un girovita particolarmente stretto. Era semi-seduta su uno sgabello alto da bar e sorseggiava un aperitivo. Il suo incredibile sex appeal aveva immediatamente fatto presa su di me non appena entrai nel bar.
Come mai in passato, sentivo un forte impulso di avvicinarmi e fare la sua conoscenza. Così, presi un cioccolatino e chiesi la cortesia al cameriere affinché lo consegnasse alla signora; lei rimase visibilmente sorpresa e mi sorrise: era un eloquente invito, presi coraggio ed andai da lei.
“Ciao, è stato più forte di me e poi si tratta di un’ottima qualità di cioccolato! Io sono Giorgio!”
“Io sono Roberta, piacere!… e grazie del cioccolatino. È la prima volta che uno sconosciuto si presenta con un cioccolatino, non male come idea… e poi a me piace il cioccolato!”
Ci stringemmo la mano e parlammo per una mezzora circa. Era libera come me, sposata per qualche anno e poi divorziata, aveva trovato il proprio equilibrio come single. Possedeva e gestiva personalmente una boutique caratterizzata da abiti di classe. Vista da vicino era ancora più eccitante, ma il suo modo di fare, di sorridere e soprattutto il suo sguardo magnetico avevano un non so che di lussurioso. Aveva scartato il cioccolatino di fronte a me e lo aveva messo in bocca nella maniera più arrapante che avessi visto; per certi versi ho anche pensato lo stesse facendo di proposito. Ci scambiammo i numeri di telefono e ci demmo appuntamento al weekend successivo, sempre in quel bar.
Dopo due weekend consolidammo l’amicizia e diventammo più intimi, quindi ci ritrovammo un sabato sera presso un locale notturno per bere qualcosa ed ascoltare un po’ di musica.
Quello fu il momento in cui mi sorprese maggiormente, infatti dopo una prima fase di normale conversazione, iniziò a fare domande imbarazzanti prendendomi alla sprovvista:
“Come la fai godere una donna a letto Giorgio? Hai qualche tecnica particolare?”
“beh, ehm...cerco di metterla a proprio agio e inizio a massaggiare nei punti giusti…”
Io un po’ balbettante e lei che cominciò a ridere comprendendo il mio imbarazzo e prendendomi un po’ in giro per alleggerire la tensione. Quindi prese iniziativa lei:
“Personalmente ritengo che il godimento vada costruito a lungo e con cura per elevare sempre di più il livello di eccitazione. A me piace provocare l’uomo: per esempio, questi pantaloni che indosso sono stati scelti ad arte, attillati senza tasche posteriori e bianchi per far risaltare bene il culetto. Mi piace essere guardata e allora cerco di attirare ulteriormente gli sguardi ancheggiando. Vedere il gonfiore sotto la patta dei pantaloni dei maschi che mi fissano mi fa impazzire!!! E probabilmente è quello che sta accadendo anche a te…”
Nel pronunciare le ultime parole mi mise una mano nella coscia accarezzandomi la parte interna.
“…è così Giorgio? Dai tiralo fuori, fammi vedere…”
“Co…Come??”
“Dai sto scherzando?”
“Cazzo, questa non me l’aspettavo, sei proprio una burlona!!!”
Ridemmo entrambi della situazione, ma rimasi effettivamente eccitato e facevo un po’ di fatica a nascondere l’erezione sotto i jeans.
“Comunque, ritornando alla questione iniziale, ossia su “come si fa godere il partner…” io sono una fanatica dei preliminari al punto che se un uomo mi vuole possedere deve superare alcuni test”
“Che cosa intendi per test?”
“Beh, forse lo sperimenterai, tutto è finalizzato a prolungare il piacere sessuale di entrambi; sono semplicemente test di resistenza: più un uomo riesce a trattenere l’orgasmo e più a lungo rimane duro l’uccello! questo significa maggiore godimento per la sua partner, che quindi se lo può lavorare per più tempo e può potenzialmente avere più orgasmi. E siccome il mio primo obiettivo è quello di godere, il cazzo deve rimanere in tiro anche dopo una lunga ed estenuante masturbazione. In realtà io provo vero e proprio godimento anche nel tenere un uomo sempre sul filo dell’orgasmo; mi fa impazzire leggere negli occhi di un uomo il desiderio di voler esplodere quando proprio non ce la fa più! E tu sei resistente?”.
“Cazzo! Sei molto diretta e …la resistenza dipende dalla foga che ci si mette, certo che ora sono proprio curioso e non vedo l’ora di sperimentare!”
“A me non piace avere troppi filtri, mi piace essere trasparente, soprattutto ora che ci siamo conosciuti? D’altra parte ci si conosce bene solo quando si condividono segreti, fantasie e perversioni. Una volta raggiunta questa intesa il godimento è totale.”
“Condivido quanto dici, è anche vero che non tutti hanno lo stesso coraggio di esporsi con concetti e pensieri così intimi! Relativamente al fatto di trattenere l’orgasmo, ci sono delle tecniche che consentono di conservare più a lungo lo stato di erezione, mi riferisco alla frequente masturbazione o alle venute parziali che consentono di scaricare quell’eccesso di testosterone. Ma a te che cosa ti piace maggiormente ricevere da un uomo durante il sesso?”.
“Io ho una indole un po’ dominante, mi piacciono i preliminari e mi piace la fantasia! ma forse la cosa che più gradisco è quando il mio partner mi lecca il buco del culo: è eccitante fisicamente e mentalmente perché mi conferisce una condizione di potere.”
“Ah…caspita! Sei sempre più una sorpresa, quindi mi dovrei aspettare di essere dominato?”
“Più o meno…! Diciamo che sono giochi trasgressivi… vuoi sottoporti a una semplice prova?”
“Certo!”
Roberta si faceva sempre più sexy e desiderabile, mi stava facendo salire il sangue alla testa e ormai la mia erezione era visibile anche ai suoi occhi. Prese qualcosa dalla borsetta e me la diede: era un profilattico.
“Ora fai esattamente quanto ti dico, sempre se te la senti: vai in bagno, mettiti il profilattico e ti seghi fino a venire. Quindi lasciandoti il profilattico addosso ti rimetti le mutande e ritorni al tavolino. Solo quando sarai qui di fronte a me ti leverai il profilattico e me lo consegnerai. Nel frattempo io ordinerò un cocktail che consumerò non appena avrò anche il tuo sperma…elemento base del cocktail!”
“Ok! Porca puttana! …è uno scherzo?”.
“No, tesoro! Vai e riempimelo come si deve!”
Ero rosso in volto, fortemente a disagio per una situazione del tutto nuova e imprevedibile. In preda all’eccitazione, lo presi e mi diressi nel bagno del pub con le gambe che mi tremavano.
Feci quanto mi aveva chiesto, rientrai completamente su di giri, mi sedetti al mio posto e con un po’ di difficolta levai il profilattico pieno di sperma, quindi glielo consegnai. Lo afferrò con una mano mentre con l’altra premeva sulla patta dei pantaloni, mi mise la lingua in bocca e mi diede un bacio appassionato.
“Molto bene! Questo bacio è il giusto premio al tuo atto di obbedienza. Adesso voglio che osservi bene ciò che farò.”
Svuotò il contenuto del profilattico all’interno del cocktail servitogli dal bar e se lo scolò senza batter ciglio. Rimasi di stucco! Non mi aspettavo un livello di depravazione così alto; e pensare che in passato sono quasi sempre stato con partners che si rifiutavano categoricamente di avere anche solo una goccia di sperma in bocca!
“Ora che il tuo cazzo è moscio, vorrei che mi accompagnassi a casa, quindi ti farò assistere a come mi masturbo”.
Ritornando verso l’appartamento di Roberta continuammo a chiacchierare su svariati argomenti, quindi ritornammo in merito a quanto successo nel pub, per Roberta si trattava di un test tutto personale, che spesso sfruttava per valutare un partner: disposizione all’obbedienza, trasgressione, resistenza sessuale. Anche la quantità di sperma prodotta durante un orgasmo aveva per Roberta una certa importanza.
Giunti nel suo appartamento mi fece sedere su una sedia e iniziò a fare un sensualissimo spogliarello. Da nuda le forme erano ancora più tonde e poi aveva un culo da infarto: enorme, alto e con i glutei ben divisi da un canale profondissimo. Cominciai a sentire qualche sussulto, perché l’uccello si stava irrigidendo nuovamente. Completato lo spogliarello, aveva indosso solo gli stivaletti in pelle nera, si sedette nella poltrona di fronte a me e con un rapido movimento aprì le gambe poggiandole sui braccioli e mostrandomi la fica che appariva depilata e con le grandi labbra carnose e gonfie. Sputava direttamente sulla fica, caricandola di saliva, e si masturbava con la mano destra titillando il clitoride e penetrando prima con uno poi con due dita.
“Ti piace la mia fica Giorgio?”
“Oh cazzo se mi piace, mi è diventato nuovamente duro!”
“Bene! Lascialo dentro le mutande, devi soffrire, devi desiderarla, devi sentirti i coglioni pieni a tappo! Te li farò esplodere!”.
Continuò a masturbarsi aumentando l’intensità del movimento delle quattro dita che viaggiavano all’interno della vagina, ormai erano trascorsi circa 30 minuti da che aveva iniziato lo show. All’improvviso ebbe un impetuoso orgasmo, lo schizzo mi arrivò in faccia! Stavo morendo dalla voglia di liberarmi da quell’impedimento che costringeva l’uccello in gabbia. La desideravo sempre di più, ma avevo anche capito che quella sera non l’avrei scopata, probabilmente mi avrebbe concesso un’altra sega. Infatti, mi congedò subito dopo:
“È ora di andare Giorgio, potremo vederci domani a pranzo, io sarò libera! Tu masturbati, in ascensore, in macchina o a casa tua, svuotati i coglioni dove vuoi tu, ma quando lo fai mi chiami e mi dici i dettagli, cioè dove sei venuto, se ti ha visto qualcuno, se e come mi hai pensato, se l’orgasmo è stato completo e quindi ti sei svuotato completamente”.
“Cazzo sei terribile! Questo non fa altro che aumentare il desiderio di te… va bene, non penso di tardare a richiamarti!”
Ci scambiammo un bacio appassionato e per qualche minuto potei finalmente abbracciarla, stringerla e toccarla ovunque. Feci per andare verso l’ascensore quando mi richiamò a sé, per darmi un ulteriore rapido bacio e dirmi:
“Apri la bocca!”
Mi sputò un abbondante dose di saliva.
“Ti servirà per lubrificarti, tienila in bocca e quando sei pronto versala sul cazzo!”
Che troia! Andai in ascensore, mi recai presso il parcheggio in cui si trovava la mia auto quindi allentai la cintura dei pantaloni e mi guardai attorno; troppa luce e troppa gente. Entrai in auto e partii fermandomi alla prima piazzuola disponibile. Non vedevo l’ora di masturbarmi, tirai fuori l’uccello, la cappella era ancora gonfia da quando stavo in appartamento. Lasciai colare dalla bocca tutta la saliva donata da Roberta e quella prodotta fino a quel momento. Mi segai fino a scoppiare in un orgasmo liberatorio. Presi lo smartphone e inviai un messaggio whatsapp a Roberta con una eloquente foto con il cazzo moscio e la mano piena di sperma. Nella didascalia rivelavo a Roberta di essermi fermato in auto, di avere fantasticato sul suo fondoschiena e di essere venuto completamente.
“Bravo! Stai guadagnando punti…! La mia fica è ancora bagnata…Buonanotte!”
Ero esausto, ancora eccitato dalla serata e parzialmente soddisfatto. Roberta aveva già raggiunto il suo obbiettivo: la desideravo da impazzire, nella mia testa girava solo un pensiero: scoparla!
Il giorno successivo dopo aver pranzato insieme presso una trattoria in centro città, Roberta mi rivelò quanto accaduto dopo avere lasciato il suo appartamento.
“Devo confidarti che ieri dopo avere visto la foto su whatsapp ho preso un vibratore e mi sono masturbata fino a venire. Vibratori e dildo sono fantastici, ma comincio ad avere voglia di carne, voglio un cazzo vero!”
“Anch’io ti desidero da morire! …allora andiamo a scopare adesso.”
“Non posso, è già tardi e ho un impegno di lavoro, poi devo partire in trasferta per incontrare un cliente importante. Ci possiamo rivedere solo venerdì prossimo.”
Nel recepire la notizia, lasciai trasparire tutta la mia delusione.
“Ok! È una tortura, ma forse l’attesa renderà tutto più bello!”
“Si, lo credo anch’io! Ti prego, vorrei che facessi una cosa per me…”
“Un altro test?”
“Non proprio, ma sicuramente mi caricherà come una molla quando ci rivedremo. Vorrei che ti masturbassi tutta la settimana pensando a me e alla mia fica.”
“L’avrei fatto a prescindere dalla tua richiesta!”
“Ok, ma portami tutti i profilattici che riuscirai a riempire…ci vediamo venerdì sera.”
Non capivo se avesse una fissazione per i profilattici o per lo sperma, in ogni caso Roberta confermava di avere una buona dose di perversione.
Fu una settimana lunga. Ci rivedemmo il venerdì successivo, ci recammo presso il mio appartamento e facemmo sesso per tutta la sera. Roberta era indiavolata: leccava e succhiava con una foga tale da sembrare in estasi. Non tralasciava nulla: bocca, collo, orecchie, capezzoli, ombelico…fino alle palle che aveva succhiato con una intensa applicazione. L’apice della libidine che mi portò all’orgasmo lo raggiunsi, quando mi segò ininterrottamente chiudendo il pugno all’altezza della cappella, leccandomi contemporaneamente le palle e il buco del culo. Il suo sguardo da troia, mentre mi ficcava la lingua in culo mi faceva impazzire: sapeva bene come far riempire le palle! Esplosi in un getto di sperma come poche volte mi era capitato in passato. Continuò a spompinarmi ancora mentre venivo, ingoiò tutto! Strizzò pure la cappella fino ad ottenere quell’ultima goccia di lussuria che leccò con una incredibile avidità.
Dopo il primo step mangiammo qualcosa e poi riprendemmo a fare sesso con un meraviglioso 69. Ancora mentalmente eccitato dal suo essere porca, la leccai, dedicandomi al clitoride, succhiandolo fino a farla venire, e più ingoiavo quanto finiva nella mia bocca, più succhiavo come una bestia. Gemeva e gridava da matti al punto che mi preoccupai potessero sentirci dall’appartamento vicino, ma fortunatamente c’era una buona insonorizzazione.
Ovviamente il mio uccello non poteva che essere nuovamente in tiro, costantemente nella sua bocca con la lingua fuori controllo. Cazzo se era difficile resisterle e trattenere l’orgasmo!
Il terzo step era il dopo cena, scopammo a lungo in ogni posizione che ci veniva in mente: squirtava in modo osceno gridando “FOTTI LA TUA TROIA”. Tra i vari momenti più eccitanti c’è stato quello in cui la scopavo a pecorina in piedi di fronte allo specchio del bagno; mi incitava a sbatterla più forte, mi chiamava “porco bastardo” e di tanto in tanto mi chiedeva di stare fermo, perché voleva muoversi lei impalandosi da sola. Non mi leverò mai dalla mente quel suo sguardo perso nella libidine più assoluta.
La storia continuò per qualche mese, fino a che mi dovetti trasferire in un’altra sede di lavoro e purtroppo con la distanza i nostri incontri si diradarono fino a che ci staccammo definitivamente. Tuttavia, come accaduto la scorsa settimana, è sufficiente un messaggio su whatsapp perché ci si possa incontrare anche a metà strada e accendere il fuoco della passione trasformando un giorno comune in una intensa giornata di sesso.

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