Metti una domenica a pranzo

Scritto da , il 2019-07-27, genere dominazione

Marinella è tornata dalla nostra sede aziendale di Verona giusto in tempo per il periodo estivo. Il personale della sede genovese partirà in ferie nelle prossime settimane, ci serve una persona in più. Lei è la mia amante-collega da anni, una schiava sottomessa, convinta del mio eterno amore…
A Genova vive con la madre a Bolzaneto, in una casa modesta ma decorosa. Una domenica mia moglie è andata dai parenti ad Albenga, e rimango solo a casa annoiato a morte ma, soprattutto, eccitato come un toro, complice l’afa estiva, la visione continua di siti porno…
Chiamo Marinella al cellulare, mi risponde tutta eccitata e ansiosa, non ci sentiamo mai fuori dall’orario di lavoro figuriamoci di domenica! Gli dico che sono libero e passerò a trovarla da lì a poco per un caffè…lei è felicissima, mi aspetta con ansia!
Arrivo a casa sua, in un tipico palazzo popolare genovese del ponente, incastrato tra altri edifici, Marinella mi accoglie con un vestitino modesto e sciatto, scarpe basse, capelli sciolti sulle spalle, i piccoli seni ben in evidenza che fanno da contraltare ad un corpo cicciotto e morbido. E’ la solita…
Entro, la casa è arredata in modo veramente ordinario, ma pulita e ordinata. Marinella mi porta in salotto, a presentarmi la madre, che è sulla poltrona davanti alla tv. E’ una donna anziana e un po’ sorda, con piccoli problemi di deambulazione, ma cordiale. Mi saluta e mi invita a rimanere a pranzo con Marinella, tanto lei starà sulla poltrona. Marinella anche mi ripete l’invito, accetto eccitato dalla situazione che mi si prospetta. Marinella mi porta in cucina, ha gli occhi innamorati e luccicanti, e una volta dentro la prendo per i capelli e la tiro a me baciandola con passione e vigore. Le nostre lingue si incollano, si avvinghiano, lei mi abbraccia come una serpe…è eccitata, lo sento dal bacino incollato al mio…la mia erezione è spaventosa, lei la sente, si appassiona nel bacio pur essendo imbranata anche in questo! L’afferro per i capelli e la spingo subito in basso in ginocchio, lei esita “ma Andrea…calma, mia madre…è di là, che fai…?!” ma io la spingo giù “…dai non rompere i coglioni amore, è di là ferma sulla poltrona...Mary ho voglia di te, ti prego…ti scongiuro, prendimelo in bocca, ho una voglia matta di te, Mary ti adoro” come al solito le parole d’amore la convincono a fare tutto quello che dico. Marinella si inginocchia, mi slaccia i pantaloni, mi tira fuori il mio grosso cazzo e inizia a succhiarlo in modo infantile come fa lei…mi ciuccia la cappella, si ingoia tutto il pisello come gli ho insegnato in questi anni, lecca tutto l’uccello come un gelato…a guardarla spompinarmi mi eccito come un toro! Marinella si impegna moltissimo per darmi piacere, le sue manine dalle unghie smaltate mi masturbano a turno, le infilo completamente il cazzo in gola, quasi a soffocarla…poi sento la madre che la chiama “Marinella…vieni, devo alzarmi!” lei mi guarda quasi disperata, ma continua a succhiarmelo. Decido di venire, mi faccio masturbare e succhiare con più foga, uno spasmo violento e la tengo ferma sborrandole tutto in bocca, poi in faccia, sono una fontana di sperma. Alcuni schizzi le arrivano sui capelli biondi, sugli occhi…è tutta sporca! Marinella ingoia tutto, si pulisce la faccia velocemente con uno Scottex, ma alcuni schizzi gli rimangono sui capelli...si alza e corre dalla madre per aiutarla in bagno. Dopo qualche minuto torna, rossa di vergogna, perché allo specchio si è accorta delle striature di sperma ancora sui capelli…
In cucina l’afferro ancora per i capelli, la voglio…la sbatto sul tavolo, le infilo la mano nelle mutande trovando la fica bagnata e fremente, ma Marinella ha paura della madre, cerca di respingermi, le ammollo due schiaffi in viso, violenti ma non troppo “cazzo Marinella, stai ferma e fai quello che ti dico, sono venuto sino qui per scoparti…stai ferma brutta troia…” lei mi guarda terrorizzata, cerca di divincolarsi, le infilo due dita nella fica e la masturbo a forza…lei sussulta, sta godendo ma protesta “ti prego amore mio, non lo fare…mi vergogno, mia madre è in salotto…ti prego…” ma io ormai sono troppo eccitato, le infilo tutte le dita in fica e le giro dentro, lei si divincola, le do altri due schiaffi…Marinella mi guarda terrorizzata...piange…le allargo le cosce e quasi in piedi appoggiati al tavolo la penetro! Il cazzo enorme si fa strada nella sua pelosa e carnosa fica, lei mi guarda sbalordita, gli occhi lucidi…la tengo ferma per le spalle e le violente spinte del cazzo verso l’alto la fanno sobbalzare…Marinella cerca ancora di respingermi, ha paura di me ma è eccitata allo stesso tempo…”ti prego Andrea, noooo non voglio, c’è mia madre…non lo fare, esci ti prego…oddioooo!!”. Marinella è una donna di 40 anni, completamente rincoglionita dalla vita, un po’ infantile, una preda facile…”Marinella io ti amo, ho voglia di te…fammi scopare ti prego, ti desidero…” le mie parole dolci con le spinte violente del cazzo dentro di lei la convincono a desistere…si lascia scopare, pur continuando a piangere.
Le strappo il vestito sul petto, tiro già lo squallido reggiseno color carne delle bancarella e gioco con i suoi seni, piccoli e turgidi, i capezzoli appuntiti e larghi…ha un bellissimo seno nonostante l’età! Mentre la scopo in piedi, le mordo i seni e i capezzoli, le lecco il viso, il collo…sono un animale impazzito! Le mie spinte del cazzo la solevano da terra, Marinella geme in silenzio, singhiozza ma sento che gode…poi mi sfilo, la giro e la piego a pecorina sul tavolo e comincio a giocare col buco del culo, lo bagno di saliva con le dita, lo penetro suscitando le sue proteste…Marinella non ha mai amato essere sodomizzata! Le prendo degli umori vaginali e le lubrifico l’ano…appoggio la cappella e provo a spingere…Marinella sussulta di dolore, si gira, protesta sottovoce “noooo Andrea, ti prego, ti scongiuro…il culo no, dai amore mio, ti supplico…mi fai malissimo” ma io provo ugualmente a incularla, provo ancora a spingere la cappella dentro, ma i muscoli sono tesi, lei mi ostacola…allora mi piego sul tavolo e prendo la boccetta dell’olio d’oliva da cucina, ci bagno la cappella, il cazzo e ne metto un po’ sul buco del culone della zoccola. Rispingo con violenza e senza scrupolo il cazzo dentro, Marinella salta in avanti e piange dal dolore, prova a divincolarsi ma le ammollo una sberla in testa “stai ferma Mary, stai ferma cazzo, ti voglio inculare adesso…qui, sul tavolo della tua cucina…con tua madre in salotto…è troppo eccitante…ferma cazzo!” lei è terrorizzata dalla mia reazione, ha gli occhi pieni di lacrime, mi guarda supplichevole, ma io la penetro senza pietà, vedo il mio enorme cazzo farsi largo nel suo culo, rompendogli lo sfintere…sento i suoi muscoli anali allentarsi sotto la spinta del membro…la penetro come un trapano lento e inesorabile, lei singhiozza in silenzio, accettando la mia inculata rassegnata e passiva, come un agnello sacrificale…il cazzo arriva lentamente sino in fondo al suo culone sodo e largo, è bollente e umido, strettissimo…inizio allora a scoparla, tirando e spingendo il cazzo, tenendola ferma per i fianchi morbidi e flessuosi, l’olio di oliva ligure è un ottimo lubrificante!! Scorro nel suo sfintere benissimo, benché un po’ stretto, Marinella ha la testa tra le mani, piange di dolore ma gode nello stesso temo, delle volte si aggrappa ai bordi del tavolo quando i miei affondi sono troppo violenti…sentiamo il televisore gracchiare nel salotto…le voci dei vicini nel cortile…Marinella sotto di me piange e gode, il mio cazzo entra e esce dal suo corpo, dal suo culo…sto godendo come poche volte in vita mia! Le strizzo le tette, i capezzoli sono d’acciaio, la zoccola sta comunque godendo nonostante pianga sommessamente…ogni tanto si gira e mi guarda supplichevole di fare piano…ha gli occhi arrossati dalle lacrime, ma mi sorride stentatamente di amore…e io continuo a incularla senza pietà! Vorrei continuare a scoparla ancora, ma è ora di pranzo e ho fame, le do gli ultimi colpi, violenti, a fondo, e con un ultimo sospiro sento il cazzo vibrare, l’afferro con violenza per i capelli e le tiro la testa indietro mormorandogli all’orecchio “tesoro mio, mi fai impazzire...sto sborrando dentro di te, nel tuo culone enorme…eccomi amore mio, sborro, sborro…” e un fremito nelle palle mi fa scaricare tutto lo sperma nel suo sfintere, allagandogli il culo! E’ una sensazione bellissima, lei freme, i suoi singulti amplificano l’orgasmo…gli do gli ultimi colpi, non vorrei uscire mai dal suo culone accogliente e morbido…ma mi sfilo, gocciolo ancora, prendo uno scottex e mi asciugo. Marinella si rialza sconvolta, si sistema le mutandine, il reggiseno, poi va in camera a cambiarsi il vestito strappato, tornando con una orribile vestaglia da massaia a fiori. Vado in bagno a lavarmi, la madre è assopita davanti al televisore…non si è accorta minimamente dello stupro della figlia!
Marinella è imbronciata, gli occhi rossi, ma mi guarda comunque innamorata, prepara il pranzo per noi due con amore…non gli è mai capitato prima d’ora. Parliamo un po’ di lavoro, di altre stronzate…lei è visibilmente imbarazzata, cucina anche bene e mangio di gusto, le faccio qualche complimento per tenermela buona. Finiamo di mangiare, lei è più serena e rilassata, sorride…è felice di avermi con lei. Dopo aver sparecchiato, si mette a lavare i piatti, e io ho un’altra scossa di eccitazione…la vedo come una casalinga disperata, depressa, bisognosa di cazzo…mi avvicino da dietro, la bacio sul collo facendo le fusa, lei si eccita e lo sento dal suo culo che cerca il mio bacino ma resiste “Andrea, ti prego, sto lavando i piatti…tra poco mia madre vorrà alzarsi…oggi mi hai violentato come volevi tu, ti prego abbi pietà…tesoro mio…smettila” ma le mie attenzioni sono irresistibili per lei, le massaggio le tette e i capezzoli sotto la vestaglia a fiori, è senza reggiseno, poi le infilo la mano sotto e le raggiungo la fica, che è sempre bagnata e caldissima…la troiona non mi può resistere, povera scema!
Mi abbasso i pantaloni e mutande alle ginocchia, il cazzo è durissimo, le sposto le mutande e glielo infilo in fica, con un colpo secco e profondo…Marinella sussulta, le casca il piatto dalle mani e si rompe nel lavello…sento che annaspa col respiro, la scopo con foga e passione sul lavandino della sua cucina, dal basso verso l’alto i colpi del mio pisellone la scuotono…cerca di lavare ugualmente i piatti ma non ci riesce, è confusa dalla scopata…la prendo con un padrone con la schiava, a mio piacimento, contro la sua volontà…puoi fare qualsiasi cosa con le donne innamorate!
La scopo per non so quanto tempo, la sua fica è larghissima e bollente, fradicia, mi accoglie generosa, nonostante le sue resistenze…per un paio di volte esco dalla fica, giro Marinella in ginocchio e me lo faccio succhiare, lei mi spompina passiva e servizievole, timorosa delle mie reazioni, poi la rialzo e la rimetto sul lavandino e la riscopo! Dopo un po’, sento l’orgasmo cavalcare verso il cazzo, è un’onda di eccitazione pazzesca…le bisbiglio la mia venuta dentro “Mary, Mary vai vai vai stringi la fica, sto arrivando…ti sborro dentro, eccomi tesoro mio, ti amo…ti amo…vengooooo!!” Marinella fa in tempo a girarsi e guardarmi con amore per vedermi venire, e con un fiume di sperma le inondo la fica! Non riesco a smettere di scoparla, di godere dentro quella donna sfigata e sola, succube del suo capo-ufficio, schiava delle mie voglie…quando ho finito di godere, mi rivesto, mi faccio fare un caffè dalla puttana e poi la saluto con un lieve bacio sulla guancia “ora vado che torna la mia adorata mogliettina…ciao Mary, ci vediamo lunedì in ufficio. Belle scopate, grazie…” e vado via.
Torno a casa sazio di cibo e di sesso…meno male che ci sono donne fantastiche come Marinella.

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