Il Regno di Tiffany

di
genere
dominazione

Mi chiamo Federica, o almeno era questo il mio nome prima delle vicende che sto per raccontarvi. Da circa un anno infatti vivo segregata come schiava personale della mia Padrona Tiffany, la quale è la Regina di un'organizzazione segreta di schiavi e schiave della quale ignoro sede e ragione di esistere; non mi è permesso fare domande ma semplicemente di obbedire a tutto quello che mi si comanda.
Ma andiamo per gradi: tutto ebbe inizio una calda sera d'estate quando io, una bella biondina di 22 anni, ero in spiaggia di notte con il mio ragazzo; lui stravedeva per me, per la mia terza abbondante, il mio ventre piatto ed allenato così come per il mio sedere ed io non perdevo occasione per stuzzicarlo con la mia malizia. Con me era praticamente sempre in tiro ed io adoravo il suo cazzo ed ero sempre pronta a soddisfarlo con le mie labbra calde o con la mia fica. Proprio in quella occasione ero intenta a donargli piacere con la mia bocca, lui seduto a terra con le gambe aperte ed io nuda in ginocchio davanti a lui: con la mano gli segavo l'asta mentre con la lingua gli leccavo le palle alternando a leccate sulla sua grossa cappella, sentivo il suo sapore di uomo, ero in estasi! In quel momento non pensavo ad altro che a farlo godere non accorgendomi che qualcuno ci stava osservando...
Se solo avessi saputo a cosa sarei andata incontro non mi sarei mai appartata con lui, Luca, il mio grande amore, in quel posto così isolato e lontano da tutti: nel bel mezzo di quel fantastico pompino, infatti, delle figure imponenti irruppero interrompendo il nostro momento, mi staccarono con forza dal cazzo del mio uomo che succhiavo avidamente e, prima che potessi dire o fare qualcosa, mi diedero un colpo in testa così forte che persi subito i sensi.
Mi risvegliai in una fredda stanza molto umida e sporca, senza finestre e con una sola porta chiusa; io ero incatenata mani e piedi al muro con dei ganci molto grossi, con le gambe aperte ed ovviamente nuda. Ero nel panico più totale!
Urlai disperata, piangevo, cercavo di liberarmi ma era davvero tutto inutile e nella mia mente si faceva largo l'idea che non c'erano molte speranze per la mia vita. All'improvviso sentii dei rumori di passi farsi sempre più insistenti così ripresi ad urlare con la poca voce che mi era rimasta fino a quando non vidi aprirsi la porta : tre donne, o almeno lo sembravano, entrarono nello stanzino, indossavano tutte la stessa divisa fatta di tacchi neri, autoreggenti, perizoma bianco e un corpetto di pelle nera corto che lasciava scoperto il senoanche se fisicamente erano molto diverse tra loro. La prima era alta, mulatta con capelli ed occhi neri, un fisico tonico e muscoloso e un seno grande come il mio, la seconda invece era bassina, minuta, biondina, senza particolari forme ma con un bel viso mentre la terza aveva i capelli ricci rossi, gli occhi verdi ed un fisico curvy.
"Si può sapere dove sono? Perché sono qui? Voi chi siete? E dove si trova il mio ragazzo?" urlai disperatamente al loro cospetto ma le mie aguzzine ridacchiarono tra loro e, in silenzio, continuavano a fissarmi. La mora prese la parola: "è davvero un bel bocconcino, è da tanto che non ne troviamo una così, la Regina Tiffany ne sarà entusiasta".
"Si può sapere chi cazzo siete? E chi è questa Tiffany" urlai sempre più disperata per la situazione, per il freddo e perché mi sentivo davvero nuda ed esposta senza pudore davanti a loro; si avvicinò la rossa al mio viso, mi sputó in faccia e mi strinse fortissimo una tetta dicendomi: "lurida troia la prossima volta che parli o urli ti stacco la lingua e morsi, sono stata chiara?!"
"Ma io ho paura, cosa volete farmi??" incalzai io, ma la feci davvero grossa: la rossa andò su tutte le furie e disse alle altre due: "facciamole capire come funziona a questa puttana succhia cazzi"; mi liberarono dal muro e mi misero in ginocchio, la mora mi teneva stretta le mani dietro la schiena mentre la rossa, in piedi davanti a me, abbassó il perizoma e solo allora capii che non era una donna ma una trans dotatissima ed in tiro: "succhia troia" disse mentre mi ficcò tutta la sua asta in gola fino alle palle, tenendomi ferma la testa con le mani per non farmi muovere. Era davvero enorme, tanto da soffocarmi e da farmi mancare il respiro, le lacrime mi segnavano il volto... ero allo stremo delle mie resistenze fino a quando finalmente non lo tirò fuori e tutta la mia saliva mi colò dalla bocca fin anche sulle tette; poi prese a scoparmi la bocca con foca come se fosse una fica riempiendomi di insulti, schiaffi e sputi in faccia.
Venne nella mia bocca tappandomi il naso così che io fui costretta a bere e mandare giù tutto pur di respirare, ero stravolta e sconvolta anche perché l'ingoio lo avevo praticato solo con il mio ragazzo e solo per mia scelta, mi sentì umiliata e degradata ma purtroppo era solo l'inizio; la mora alle mia spalle infatti, dopo avermi liberata, decise che era il suo turno e me lo disse chiaramente: "preparati troia che adesso voglio godere anche io del tuo corpicino, ma non mi accontenterò della tua bocca". Si tolse il perizoma ficcandomelo tutto in bocca "così urlerai di meno" disse, mostrando un membro dalle dimensioni minori della rossa ma decisamente più grosso; mi girò alla pecorina e iniziò ad accarezzarmi il culo soffermandosi bene sul mio buchetto e solo allora io realizzai le sue intenzioni: "ti prego nel culo no, non l'ho mai preso, sono vergine ti prego!!!" dissi io cercando di farmi capire con il perizoma dall'aspro sapore di cazzo in bocca. Cercai di sfuggirle ma la biondina mi bloccò, mi girò pancia all'aria sedendosi con il culo sulla mia faccia e tenendomi le gambe belle larghe; la mora era ormai decisa a sverginarmi il culo, puntò la cappella sul mio bucchetto e prima di fare altro aggiunse: "volevo lubrificarti con un po' di saliva ma sei una troia disubbidiente e per questo ti inculerò a secco" è così dicendo spinse il suo cazzo nella mia carne.
Il dolore fu lancinante, come se un coltello mi avesse trafitto l'ano, il mio grido fu agghiacciante ma per le mie dominatrici ero tutto troppo divertente, più io urlavo e soffrivo e più loro ridevano divertite; la mora, dopo i primi colpi lenti per allargare il mio piccolo sfintere, prese a scoparmi sempre con più foga ed io, invece di abituarmi al suo cazzo, provavo sempre più dolore, fu un'esperienza terribile!
A quel punto anche la biondina iniziò ad eccitarsi ma, a differenza delle altre due, era una donna vera: si alzò dalla mia faccia, si tolse il perizoma, tolse anche quello che occupava la mia bocca ed ordinò: "fammi vedere come sai fare la lesbica, leccami per bene la fica". Non credevo a quello che mi stava succedendo: va bene farmi scopare la bocca, va bene il sesso anale ma leccare una fica.. Io, che ho sempre avuto il cazzo in cima alla lista dei miei desideri, mi trovavo costretta a fare una cosa così lontana dal mio essere... No non volevo proprio!
Purtroppo non mi diede molto tempo per pensarci la biondina, infatti si mise in ginocchio ed appoggiò la fica sulle mia labbra; in un primo momento mi rifiutai serrando la bocca, ma lei strinse forte i miei capezzoli facendomi un male cane che, sommato a quello del sesso anale, fece cadere tutte le mie resistenze e così iniziai a passare la lingua tra le sue grandi labbra. "Brava schiavetta, muovi bene quella lingua. Ricordati che ormai sei in nostro potere e sarai costretta a fare tutto quello che ti ordiniamo" disse la bionda mentre la sua voce si faceva sempre più ansimante; il sapore del sesso femminile era terribile tanto da farmi quasi rimpiangere lo sperma della trans rossa ma in quel momento non ero consapevole che quel sapore sarebbe diventato per me un'abitudine.
Leccavo e succhiavo il clitoride della bionda mentre la mora mi scopava con foga il culo: il mio corpo era diventato uno strumento buono solo per farle godere con la scusa delle punizioni, mi sentivo umiliata nel fisico e nel corpo, non vedevo l'ora che tutto ciò finisse; fortunatamente la fine arrivò e la mora esplose il suo piacere nel mio buchetto quasi contemporaneamente all'orgasmo della bionda che mi venne nella bocca: quest'ultima si alzò cedendo il posto alla prima che mi ordinò di pulirle il cazzo con la lingua. Un sapore misto di sperma, sudore e della parte più intima di me si mescolò nella mia bocca ed io a stento riuscì a far finta di nulla, temendo una loro ennesima punizione.
Questo fu solo l'inizio di tutto quello che ho subito da quel giorno fino ad oggi, un giorno che amo chiamarlo delle "prime volte" : prima esperienza con una trans, prima esperienza con una donna e prima esperienza di sesso anale, ma come ho appena detto... fu solo l'inizio!

CONTINUA...
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scritto il
2019-07-05
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