Sladka

Scritto da , il 2019-04-02, genere saffico

Capitolo 3 Sharra
Poco prima, quando il sole era ancora sul monte, Sharra si destó. Ma che é successo? Si chiese tra sé, Ricordo di aver visto il viso tenero di Sladka e che poi, quel porcello si é infilato sotto la mia mantella a leccarmi il cazzo. Ora ricordo! Sí, sí, gli sono venuto in bocca e poi mi sono accasciato sul prato a dormire. Accidenti, quel mariuolo deve aver giocato qualche trabocchetto mentre dormivo. Non si é mai concesso con tanta facilità, mi sono lasciato trasportare dal momento... se lo acchiappo gliela faró vedere. La guardia prese a camminare per il bosco, guardinga.
Vi erano solo alberi e qualche animaletto. Si sentiva la voce del torrente poco distante e gli uccellini cinguettare. Una giumenta beveva ad un lago. Poco distante da lei, due giovani donne di aggraziate fattezze, si lavavano l'un l'altra immerse nell'acqua del lago, divertendosi ad eccitarsi a vicenda il clitoride con le dita. La corrente dell'acqua copriva i loro galloriosi orgasmi.
La giumenta si fece vicina alle due e avanzó le sue frogie ai loro capelli. Le due le accarezzarono il muso e, questa, prese le sembianze di una donna divina, coperta da una leggera livrea di seta, la fulva criniera d'oro che le scendeva ondulante ai piedi. Questa tese gli aggraziati polsi alle due giovani donne e, senza dir niente loro, le accolse nel suo lieve seno, infiló le dita tra le loro gambe, e inizió a masturbarle. Le due godevano abbondantemente, oramai abbandonatesi a quel corpo divino, strofinandocisi con le gambe e baciandolo.
Poco distante, nella verzura, Sharra s'accorse del miracolo che era appena accaduto e si nascose ad osservare quell'amplesso divino. I corpi delle donne luccicavano al sole, bagnati dell'acqua del lago. I loro piedini s'incrociavano, le gambe si accarrezzavano a vicenda. Le due donne gemevano rumorosamente e, lasciandosi trasportare, come levitando, dai massaggi della divina dai bei polsi, si trovarono, bocche spalancate, a sbavare sul suo seno. La bella dea, allontanate le gentili dita dalle vagine delle due donne, accarezzó loro i capelli. Le due, in risposta, le succhiarono i capezzoli e inserirono nel suo ano le loro ditine fresche. Lei sorrise e aperse le sue gambe alle due. La sua divina vulva sembrava quella di una bambina. Le due le scostarono le labbra vaginali, scoprendo il suo clitoride roseo e una caverna profumata di ciliegia. Massaggiando con cura il divino clitoride, le due, sempre continuando a masturbarla nel culo, inserirono in profondità nella sua figa, le dolci ditine. Intanto le baciarono il collo e le tette, a tratti, limonandola e baciandola sulle guance e sugli occhi. All'apice dell'eccitamento, le due si posizionarono una davanti e una dietro alla divina donna, con quella davanti che la limonava, stringendole il seno e masturbandola, e quella dietro che, anche lei le toccava le tette, e le penetrava il culo con le dita, baciandole il collo. Stettero in quella posizione per un po', poi, la divina s'alzó e, le due, la leccarono dal culo e dalla figa, stringendo le sue lisce gambe ai loro seni. Lei si piegó in avanti, tenendo con le mani le teste delle due e gridando di gioia.
Si riposarono sulla spiaggia, mai cessando di accarezzarsi e baciarsi. Poi la divina raggiunse la figa di una delle due donne e ne leccó il clitoride con voluttà. L'altra donna, si mise a leccare il clitoride alla dea, ispirata dai movimenti che vedeva fare da quest ultima sulla vulva dell'amica. La sua faccia sprofondó tra le chiappe della divina, la quale le strinse la nuca trai piedini.
Mentre la divina le fustigava lievemente il clitoride, la donna si stringeva le mammelle e, ispirata dall'energia che traeva dall'orgasmo, intonó con la sua soave voce una melodia famosa di un'antica poetessa. La divina inserí le dita nella caverna vaginale e quella colò un liquido saporito. Il canto della donna si fece molto più acuto, ma, quando la sua amica sfiló la faccia dalle chiappe della divina, lasciandosi attacata alle labbra filamenti di bava e liquido vaginale che ricaddero sulle divine chiappe, la raggiunse e iniziò a tartassarle il prepuzio del clitoride da dietro, leccandole il collo e la schiena; a quel punto, il canto, come alterato da ondate di piacere, si trasformó sempre piú in laii di godimento, fino a diventare il suono di una concatenazione plurisensoriale di orgasmi divini. La donna, che raggiungeva un'altra dimensione, non aveva più i muscoli e s'afflosció, con un sorriso di soddisfazione in faccia. S'accasció poco distante a riposare. Non aveva mai avuto un orgasmo cosí.
La sua amica, curiosa di provare un godimento simile, s'abbracció alla divina, la quale, apertele le gambe, ci si mise a cavallo, e la strofinó, figa contro figa. Le labbra vaginali, scotendosi e sbattendo tra loro, colavano e spruzzano liquido seminale. Inoltre, la divina infiló due dita nella vulva all'altra, tartassandole, col pollice, il clitoride. Bastò muovere il bacino lievemente e, a tratti con veemezza lussuriosa, per qualche minuto a quel modo, e la donna, accasciata a terra e con le braccia ammosciatele sopra la testa raggiunse l'agognato orgasmo e s'accasció anche lei sulla sabbia, accanto all'amica. Le due ripresero ad accarezzarsi ma, soddisfatto totalmente ogni loro impulso sessuale, rimasero a generare un amplesso di puro amore, accarezzandosi senza voluttá e golositá, ma solo con dolcezza. La dea s'uni a loro.
Incredibile! Esclamò Sharra, Mai avrei pensato di vedere una cosa simile. se qualcuno venisse a sapere di una cosa simile sarebbe una tragedia: un essere divino che si unisce a dei mortali. io di certo terró questo segreto per sempre con me. ma chi c'é là... qualcun altro ha assistito alla scena?
Da lontano, Sharra notó una sagoma uscire dalla verzura e scendere sulla sabbia in direzione delle belle fanciulle.
Atsu! Gridó la dea, alzandosi e correndo in direzione della figura misteriosa, un uomo alto, bello, muscoloso e possente. Cosa ci fai qui? Disse ancora la divina Non avresti dovuto seguirmi! sei un vile! S'avvicinó per colpirlo con uno schiaffo, ma l'uomo le afferró il polso e la sbatté a terra con facilità.
Eh cosí la gentile Klora se la fa col volgo putrido! Disse l'uomo. Le due donne furono spaventate appena il suo sguardo si posó su di loro.
Atsu! Disse Klora, la dea, Se hai intenzione di rovinarmi la vita cosí, sappi che non vivrai mai piú un giorno di quiete, verrai perseguitato da fantasmi fremebondi di un altro universo!
Atsu rise, Non mi fanno paura le minacce di una meretrice infedele. Fece un gesto e le due donne furono tramutate in piante. Klora scoppió a piangere.
Ora ti puniró! Disse Atsu. Prese Klora dalla testa e la sbatté sulla sabbia. Questa gridava: No! sei un porco, un vile poro!
Il suo grosso cazzo s'era fatto duro come un masso ed egli disse: Assaggerai la punizione del mio enorme pene. Cominció a penetrarla nel culo, inserí il pene fino in fondo, con Klora che gridava. Inizió una sequenza feroce di penetrazioni, cosí forti che si sentivano le frustate del pube di Atsu sulle chiappe di Klora a distanza, anche oltre il suono del torrente. Dopo un po', Atsu capovolse Klora e compí le stesse procedure che utilizzó per l'ano, questa volta per la gola. Klora produceva rumori gutturali eccitanti e colava bava e sperma dalla faccia.
Atsu rideva, Ahahah! dovresti ringraziarmi del trattamento che sto facendo alla tua gola. anche se, dopo che avró finito, non potrai neanche piú cantare, sarai ben farcita di sperma succulento. magari ti ingraviderá, tutto quello sperma, passandoti dalla gola. ingurgiterai tanta di quella sborra da doverne pisciare. oh sí senti com'é calda, ah!!
Atsu lanció un flusso di sperma che pareva un raffica di mitragliatrice. Klora ne fu per un po' intasata e, lasciata soffocante a terra, era ricoperta su tutto il corpo e continuava a rigurgitarne, con Atsu che, ancora gliene sparava altro in faccia e sui capelli.
Klora era esausta e, ripercossa dagli spasmi, giacque a terra svenuta, inzuppata totalmente dallo sperma, il quale formó una chiazza enorme che raggiunse l'acqua del lago.
Ti é piaciuta, Klora? ne ho ancora a litri, non ti addormentare giá. Il malvagio Atsu, prese il corpo languido di Klora dal fianco e se n'andó nella foresta.
Sharra, che aveva visto tutto, fu agitatissimo. Quando il malvagio uomo non si vedette piú, scese in spiaggia e raggiunse le due donne tramutate in piante. Decise di sradicarle e di portarsele dietro. Se ne andó e sulla strada incontró Sladka.

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