Strusciamenti di una ragazzina

Scritto da , il 2019-03-14, genere prime esperienze

Riporto dei racconti di una mia fidanzatina, raccolti in confidenze nel tempo e riassemblati in un racconto.
"Ho 50 anni e sono nata e cresciuta a Piacenza, lavoro qui, in una scuola media pubblica. Sto ogni giorno a contatto con i ragazzi. Osservandoli crescere penso spesso a quando avevo la loro età e alle mie iniziazioni sessuali, alle mie scoperte, a qualche trauma, ai primi piaceri procurati con delle masturbazioni che non erano veramente neanche tali, ma giochi e scoperte della crescita.
Le prime sensazioni pseudo-sessuali le ho avute con mia cugina Federica, in una delle estati che passavamo insieme al mare dai nonni, in Molise. Tra la seconda e la terza media. Io, piccoletta e con qualche chiletto in più quardavo un po' ammirata mia cugina, alta, magra e con queste due gambe lunghissime. Ci lasciavano in questa vecchia casona a giugno subito dopo la scuola e tornavamo a settembre, rivedevo mia cugina durante le feste o in qualche weekend visto che abitava in un altra città.
I nonni ci lasciavano da sempre molta autonomia, andavamo al mare da sole e il pomeriggio uscivamo tranquille per il paese. Già da piccole avevamo una forte complicità, confidenza e intimità, dormivamo insieme in questo lettone e spesso stavamo nude in camera nostra. Quell'estate mi erano spuntate già delle belle tette, che sarebbero poi cresciute in pochi mesi fino a diventare una terza misura abbondante, a differenza sua che era e sarebbe rimasta quasi piatta. Federica era bella, più spigliata di me e aveva quell'anno una vera fissazione per le mie tette, me le toccava sempre e quando la notte dormivamo insieme ci addormentavamo con lei dietro di me che mi abbracciava e le sue mani sul mio seno. Lei aveva già sviluppato e la sua passera era già pelosa, a differenza della mia che aveva solo un principio di peluria, e poi aveva scoperto i piaceri della masturbazione. In particolare mi faceva vedere come si procurava piacere struciando la sua passera su un cuscino, sugli angoli dei tavoli, con le dita, a volte quando la notte mi abbracciava la sentivo che appoggiava il suo bacino sul mio sedere e si strusciava su di me. Una sera eravamo nude sul letto, si mise a cavalcioni su una mia gamba strusciando il suo sesso sul mio ginocchio. Mi guardava, avevo il ginocchio bagnato e posso dire che ebbe un orgasmo.
Avevo imparato da lei questa tecnica e quando tornai a settembre iniziai a fare la stessa cosa con Teddy, il mio orsacchiotto. Teddy, era diventato il mio fidanzatino immaginario. Ci dormivo abbracciata, a volte me lo mettevo tra le gambe e mi strusciavo la mia micetta su di lui. A volte in pigiama o anche nuda. Oppure giocavo con la Barbie e il Ken, che spogliavo e li muovevo come se stessero facendo l'amore, poi mettevo la testa del povero Ken sulla mia passerina e simulavo con lui un atto sessuale.
A quell'età, una ragazza ha le sembianze di una donna, avevo il seno già molto grande ma nella testa ero ancora un po bambina. Gli effetti dei cambiamenti del mio corpo li vedevo sugli sguardi dei ragazzi e sopratutto degli uomini. Come quello del sig. Carlo, un uomo grande, forse sui 40, che viveva al 4 piano, sopra di noi. Ebbene il sig. Carlo mi aveva visto crescere e quante volte abbiamo preso l'ascensore insieme ai miei e a lui e capitava di incontrarlo anche da sola in ascensore e nellla stessa mia palestra. Notavo in lui un maggiore interesse per me e ne ero compiaciuta, per me era un vecchio ma era comunque un bell'uomo dai caratteri delicati e gentili. Ci fermavamo spesso a parlare e i suoi occhi che cadevano sul mio seno ormai grande mi davano la percezione che fossi desiderata.
Una volta pioveva e come altre volte mi diede un passaggio per tornare a casa. In macchina fu un po' invadente con domande anche intime che mi faceva, mi chiedeva se avevo dei fidanzatini, se uscivo con qualcuno, se avevo mai dato un bacio. Io rispondevo a monosillabe e anche se mi sentivo molto in imbarazzo non riuscivo a non rispondergli. Gli dissi che no, non avevo mai baciato nessuno, che ne avevo si il desiderio ma che i ragazzi che conoscevo erano tutti dei bamboccioni. Mi chiese se avevo già dei desideri "da donna". Non so perchè ma riusciva a farmi dire tutto quello che voleva sentire, sentivo una forte soggezione e rispondevo a tutte le domande. Mi disse pure che alla mia età in mancanza di altro i ragazzi e le ragazze si masturbano ed è una cosa normale e giusta, e quando mi chiese se anche io lo facevo e gli risposi di no, anche se quello che facevo erano già delle masturbazioni. Ma in quel sedile mi sentivo sprofondare dalla vergogna, non so perchè ma rispondevo. Finalmente arrivammo a casa, in ascensore non avevo il coraggio di alzare lo sguardo mentre sentivo il suo su di me. Quando arrivammo al mio piano lui era davanti alla porta dell'ascensore, io ero a malapena 1.45 e lui un uomo più alto di me, almeno 1.75, e lo spazio era stretto e non lui agevolò il mio passaggio, anzi. Occupava tutto lo spazio e dovetti strusciarmi su di lui, con il seno sentivo il suo torace, il suo bacino si spostò in avanti e sentii un bozzo duro sulla mia pancia. Eravamo entrambi in tuta e la sensazione fu netta. Attaccata a lui, la curiosità mi fece indugiare per sentire meglio questa cosa dura che aveva sotto la tuta. Entrai in casa e corsi in bagno, mi chiusi, mi spogliai e iniziai a piangere davanti allo specchio. Mi vergognavo enormemente. Mi asciugai le lacrime, mi guardai il seno, portavo già una terza di reggiseno che a malapena conteneva le mie pocce. Iniziai a passarci un dito sulla punta del capezzolo, presi tutto il seno in mano e lo massaggiavo. Con l'altra mano scesi sul pube, che aveva solo un principio di peluria, passai l'indice sul piccolo clitoride e scesi sul bozzetto delle labbra, rimasi sbalordita da quanto fossi bagnata. Entrai nella doccia, l'acqua calda scendeva su di me, mi toccai il clitoride, mi piaceva, poi presi un flacone di schampoo e lo diressi da dietro in mezzo alle labbra della passerina, spingendo e similando una penetrazione, poi senpre nella diccia mi misi seduta e mi masturbai con le dita, provando una sensazione di sesso vera come mai avevo provato prima.
Dopo quella volta, avevo imparato quella prima tecnica di procurarmi quelle sensazioni, per poi ritrovare quelle sensazioni anche e sopratutto in altri modi, ovunque mi capitasse. In bagno, nel letto, durante le lezioni a scuola strofinandomi le gambe. A volte lo facevo anche in macchina con i miei davanti e io dietro. Mi piaceva farlo davanti ai miei amici e alle mie amiche senza che loro potessero sospettare nulla. Loro parlavano, anche guardandomi e io che mi masturbavo strofindomi le gambe.

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