Cronache di una ventiduenne disadattata. Vol. V. La montagna.

di
genere
dominazione

-Giorno 05-
Anime decadenti

Una volta ho immaginato di bere dello sperma da una ciotola, mi era sembrato di gustare il sapore freddo; avevo creato questo racconto sulla mia immaginazione di lui. Un altro era un sogno, un bellissimo sogno, ho percepito le sue mani forti sbattermi sul sedere. Mi sono vista sapete? Nel sogno, mi sono vista sulle sue ginocchia mentre mi sculacciava. Perché vi confesso ciò? ecco non lo so, ma ho un strana sensazione. Lui è particolarmente silenzioso oggi, non sono certa ma credo fossero cinque giorni che mi trovo segregata qui, a sua completa disposizione.
Ora ballo sulle note di una musica eccentrica, mi muovo a ritmo, il mio corpo ondeggia e i miei capelli mi svolazzano sulla faccia, il rumore del campanellino della mia cavigliera si associa alla musica. Il mio Padrone mi ha ordinato di fare uno spettacolo per lui, mi piace il rumore che produce questo sonaglio, tuttavia l’atmosfera nella stanza è tesa. Non parla, si limita ad osservarmi con uno sguardo glaciale mentre beve assenzio.

Rimbaud diceva che il bevitore d’assenzio è perso nelle sue fantasticherie, non come i bevitori di vino che diventano allegri e chiacchieroni, loro sono chiusi in un estasi rigida, soli, con la loro mente.
È l'estasi quella che sta pregustando il mio Padrone o qualcosa di diverso? Come un vero Dorian Gray mi ha portato nel suo labirinto di lussuria e perversione. Beviamo il verde liquore dal nostro corpo. Lui rincorre quelle gocce di distillato con la lingua, mi tiene entrambi le mani sopra la testa, ferme, mi schiaccia nel divano con il suo corpo, il suo cazzo non ha ancora raggiunto la massima erezione ma lo sento premere contro il mio inguine, dalle sue labbra fa colare rivoli di assenzio che finiscono diretti nella mia bocca. Man mano che bevo mi sento sempre più stordita, assuefatta dalla fatina verde. Uniamo le nostre bocche in un bacio perverso, mi morde perfino i capezzoli tanto forte da farmi urlare, è feroce. Quello che provo ora è un' intensità da far paura, tuttavia ne sono affascinata. La mia vista è stata offuscata, ho una maschera che mi impedisce di vedere. Ho paura. Questa volta non ha riguardi per me, e mi lascia sprofondare in qualcosa che temo. Devo imparare a godere con tutti e cinque i sensi.
Il tatto.

La musica di sottofondo è gotica, eccentrica e trascinante. Sono sul divano , la stoffa mi carezza la pelle nuda e mi dona una piacevole sensazione. Lui mi sta legando i polsi ma non è la sua cintura non percepisco il familiare freddo del cuoio. Il velluto mi carezza i polsi, immagino gli piaccia particolarmente questo tessuto.

Sono scandalosamente nelle sue mani, in modo indecente sto godendo di un piacere perverso, quasi occulto.
Calore intenso.
Brucia.
Si sposta in diversi punti del corpo dai piedi risale sulle caviglie, alle ginocchia, fino all'interno coscia.

Sospiro.

Ho paura.

Risale il ventre, i seni…
Brucia… poi… il nulla.

Il cuore mi rimbomba nel petto lo percepisco nelle orecchie, il respiro irregolare. Un gesto istintivo e quello di ritirare le gambe al petto ma la sua presa mi fa bloccare. Tremo e trattengo un urletto di sorpresa e paura. Non lo sento, non lo vedo, sono legata e in balia di sensazioni sconvolgenti.
Cosa sta facendo colare sul mio corpo? è caldo, brucia a contatto con la pelle, mi dona piacere. Mi cola sui seni sfiorando i capezzoli, mi fa sospirare, mi fa inarcare la schiena e buttare la testa indietro, un chiaro segno che mi sto offrendo alle sue turture.
Piccole gocce mi colano sul ventre intorno l'ombelico, scendono lentamente sul Monte di Venere. Brividi.
Mi ordina di aprire le gambe. Tentenno.
Sono inquieta, ma quella inquietudine che ti fa bagnare tra le cosce che ti fa desiderare di proseguire i giochi, eppure tentenno, forse perché ogni giorno oltrepasso un limite facendomi trasportare da questo vortice nero di sensazioni. Tentenno ancora un attimo, una parte remota del mio cervello si oppone.
Apro le gambe.
Percepisco i suoi occhi sul mio corpo, guarda la mia parte più nascosta con insistenza. Poi nuovamente il calore.
Intenso.
Bruciante.
La fiamma si avvicina al clitoride… trattengo il fiato, il bruciore è un attimo lancinante, acuto. Un dolore forte che mi fa urlare, la voce trema e il mio corpo è scosso da brividi.
Non ho tregua, altro dolore.
Piacere e dolore viaggiano in treni diversi ma sullo stesso binario, sembrano rincorrersi e alla fine trovarsi quando ormai il mio corpo è abbandonato completamente alle sensazioni di un orgasmo devastante.
Ora sembra essere in un deja-vu. Sono imprigionata in uno dei miei racconti, non l'avrei mai pensato di poter bere da una ciotola per gatti dello sperma freddo.
Mi guarda con prepotenza.
È crudele.
Fissa i miei occhi, mi brucia l'anima.

Ha letto i racconti, credo mi stia punendo perché lui è stato, fino ad adesso, all'oscuro di tutto.

Mi impone di bere come una gatta.
Io sono la sua gatta e devo bere il suo di latte.
Mi ha messo un collarino con sonaglino, trilla ad ogni minimo movimento, l'unico suono udibile nella stanza oltre al mio respiro spezzato mentre accovacciata sulla ciotola inizio a leccare...

di
scritto il
2019-02-18
3 K visite
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.