Non era un sogno 3.

Scritto da , il 2019-02-12, genere etero

Al mattino dopo ritorno dall'Avvocato ed inizio a provare i computer collegati dal primo all'ultimo. Dopo circa un'ora posso confermare che il collegamento è perfetto. L'Avvocato si congratula con me, poi mi lascia un assegno e, seguito dalle altre due segretarie, esce dal suo studio. Rimaniamo perciò io e la gnoccolona, la quale mi chiede di riprovare i computer ed io l'accontento, però, nel mettermi seduto al suo fianco, noto che varie volte, muovendosi, lei va a strusciarsi spesso con me. Ad un certo punto mi chiede di un segno sul monitor ed io sono costretto a quasi sfiorarla guancia a guancia e, girandomi, lei si trova con le carnose labbra pochi millimetri dalle mie. Conclusione: ci ritroviamo a baciarci slinguando vorticosamente. Dopo che lei mi ferma, capisco che lì dovevano terminare i giochi ma, indubbiamente non avevo capito nulla, infatti lei mi dice di spostarsi nella stanza dell'Avvocato dove c'era anche un divano-letto a due piazze. Lì facemmo i giochi più spinti, più intensi le allargai le sue coscione che leccai fino alle ginocchia per poi risalire alla sua figona pelosissima e bagnatissima tanto da inzuppare i miei baffi e ciò mi provocò una tale erezione da farmela scopare a lungo e godendo insieme più volte. Dopo che la feci voltare trovandosi così a pancia sotto, le mordicchiai le grosse natiche muscolose e leccai l'ano fino a renderlo viscido da poterlo poi penetrare; cosa che feci subito e terminai con una lunga sborrata. Continuammo a giocare a lungo ma poi lei vide l'orologio sulla parete e disse che stava per ritornare l'Avvocato in studio. Ci ricomponemmo subito ed io baciai sulla bocca la sventolona che mi fece uscire dalla porta di servizio per non incontrarmi con l'Avvocato.Tornato a casa, stanco della mattinata faticosissima, mi sdraio sul divano e crollo in un sonno ristoratore. Svegliatomi riposatissimo, sento suonare il campanello alla porta e vado ad aprirla: è Paola che entra e mi abbraccia baciandomi in bocca. La prendo in braccio e la porto sul mio lettone. Lì lei mi dice di non fermarci perchè sua madre, Carla, mi aveva invitato a pranzo. Allora bacio a lungo Paola poi andiamo insieme a casa sua. Dopo l'ottimo pranzo decido di continuare a lavorare e chiedo a Paola se vuole venire con me a vedere svolgersi il mio lavoro. Partiamo subito e, dopo un'ora di viaggio, mi fermo ad un Motel dove chiedo una stanza e, poco dopo siamo già ad amoreggiare con foga e godiamo un Mondo. Nel tardo pomeriggio ritorniamo alle rispettive case, salutandoci a distanza. Dopo una nottata tranquillissima, mi sveglio al suono del campanello e, affacciatomi alla finestra, vedo Carla che mi chiede di farla entrare. Le apro subito e ci accomodiamo in salotto. Lei, senza esitare, mi racconta di essersi svegliata durante la notte e, presa da una sete di acqua, va in cucina a bere, poi va a vedere se i suoi figli dormono bene. Riccardo lo trova col televisore acceso, ma addormentato profondamente. Spenta la tv, passa da Paola che trova semi scoperta e col suo diario spalancato al suo fianco. Mi dice poi di volere mettere il diario nel cassetto del comodino ma l'occhio le cade sulla pagina aperta, dove vede scritto a caratteri grossi Il mio nome, seguito da frasi come trentadue centimetri di cazzo ed un paio di coglioni grandi come albicocche .... . Mi confessa che tale frase suscita in lei una grande curiosità e così legge tutti i momenti trascorsi da Paola con me. Terminato di riferirmi il tutto, mi chiede se risponde a verità oppure invece è frutto della sua fantasia, poi chiarisce che sua figlia è maggiorenne e non vuole affatto accendere "fuochi pericolosi". Dopo che io le confermo che era la pura verità, Carla mi chiede se lei suscita in me dei desideri ed io, chiarendo subito che l'ho apprezzata sin dal primo incontro con Marco, però ho sempre avuto rispetto per lei e poi per Marco, mio amico. Lei specifica ancora di più, chiedendomi se considero anche lei un'amica ed io glielo confermo. Lei sorride e mi chiede se può aprirsi a fondo con me ed io la rassicuro in merito. Insomma, lei, dopo un lungo giro di parole, mi dice di sentirsi una moglie infelice perchè Marco la possiede raramente ed ha, tra le gambe, un misero cazzo formato Bonzay che certo non le può dare tanto piacere. Io mi accosto a lei e la abbraccio con tenerezza, dopo la bacio in bocca e le dico che può senza dubbio contare su di me ed io non vedo l'ora di poterle entrare nella sua fighina ed il suo bel culo. Lei scoppia in un pianto che però riesco a sedare, così, dopo bacetti, carezze ed abbracci, decidiamo che nel pomeriggio verrò a chiederle se ha piacere a venire in giro con me per il mio lavoro.

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