Guardati

Scritto da , il 2018-11-20, genere sentimentali

Qualcuno di voi dirà che il genere poteva essere un altro...io trovo perfetto invece metterlo tra i sentimentali, buona lettura.




Guardati!


Lunedì inizio di settimana e giornata di lavoro intensa, ma alla fine riguadagno la soglia di casa,
un attimo dopo essere entrato, richiudendo la porta alle mie spalle, percepisco la tua presenza.
Non è scontato che tu ci sia, niente affatto, ma ti ho dato le chiavi di casa... non devi essere arrivata da molto, mettendo via il mio cappotto, tocco la tuia giacca a vento sull'appendiabiti ed è gelata.
Lo scrosciare d'acqua in bagno, mi fa dirigere verso di esso.
Dalla porta socchiusa ti guardo in slip e maglietta, mentre finisci di sfilarti i pantaloni; neppure la tua giornata deve essere stata una passeggiata di salute ed ora semplicemente stai provando a riprenderti con una doccia bollente.
Cercando di fare meno rumore possibile, mi spoglio in corridoio, sino a denudarmi del tutto, poi torno verso il bagno, mentre sento la porta pieghevole della doccia aprirsi e poi richiudersi.
Solo allora entro e riapro la porta a vetri, “C'è ancora posto per uno?” chiedo serafico.
Hai un moto di sorpresa, spavento, subito quietato dall'avermi riconosciuto, mi abbatti un pugno sul petto “Scemo! Mi hai spaventata!”, non accetto altre proteste e ti bacio.
Provi una poco convinta resistenza prima di rispondere al bacio, tutto il trascorrere della nostra giornata vale questo momento, la pioggia calda percorre le membra, le pelli aderiscono l'una all'altra.
Poi, dopo molti baci inizio ad insaponarti badando di accarezzarti ovunque, tu replicherai le mie mosse dopo, da tempo questo rito ha smesso di essere un preliminare sessuale, perlomeno, non soltanto questo.
Molte coppie vedono il bagno come un momento di profonda intimità dal quale escludere il partner per potersi ritagliare un momento solo per loro, a noi è successo il contrario, trasformandosi volta dopo volta in un atto di attenzione verso l'altro, anche quando questo non sfocia in una scopata.
La verità è che ricaviamo un piacere che ha ben poco di effimero, fin dal nostro toccarci, sfiorarci, è divenuto un percepirci.
Ci asciughiamo, ed abbiamo entrambi una fame da lupi, il mio frigorifero offre degli hamburger e dell'insalata già lavata, in dispensa del pane toscano da fare a fette e della “schiaccia toscana” che so che adori, devo ancora abituarmi all'idea di non essere più di nuovo single.
Mentre apparecchi tavola io preparo cena, annotando mentalmente di fare la spesa domani, pochi minuti in cui ogni tanto ci scambiamo degli sguardi, ti vedo sorridere, semplici piaceri per i quali c'è stato un tempo in cui credevo non avrei più vissuto.
Si mangia, si parla, ci si guarda, adoro rimirarti sino a quando pieghi la testa leggermente, vero il basso a destra, distogliendo lo sguardo dal mio con un mesto sorriso.
“Mi hai trascurata”, lo dici come un colpo di fucile, rompendo lo schema dei miei pensieri, sto per protestare infatti, abbiamo passato un weekend, chiusi per lo più in casa, anzi in camera da letto, complice la giornata uggiosa e fredda.
“Non...” sto iniziando la mia rimostranza, quando da sotto il il tavolo tiri fuori la mano, posi sulla tovaglia la mia cintura di cuoio.
E' una richiesta precisa e poco fraintendibile tra noi, è l'esternazione di un tuo bisogno che mostri, nuda fin nell'anima in ogni tua debolezza... già, la tua nudità.
Sono deliziato, confesso, dal tuo imbarazzo che ancora persiste quando ti guardo nuda, con le tue piccole asimmetrie, le tue cicatrici, i segni del tempo; dopo tutto questo tempo, dopo tutte le volte che ti ho vista spoglia, sembri non essere riuscita ad abituarti ai miei occhi che ti desiderano.
Ancora riesci ad imbarazzarti del mio desiderio di te, per te, nel contempo questo ti eccita, come ti eccita l'amore che provo per te...
Conosco il tuo bisogno, come conosco il tuo desiderio di quell'imbarazzo che io solo riesco a darti, eppure non sono i miei occhi quelli che temi di più... lo so...lo sai.
“ spogliati!”, Non è un ordine, non è una richiesta, non è una preghiera, o forse è tutte e tre insieme, saperlo, spiegarlo, non aggiunge nulla a noi due.
Senza distogliere lo sguardo ti alzi, privandoti della poca stoffa che ti copre, torni nuda come appena uscita dalla doccia, io raccolgo la cinghia dalla tavola, per sparire in camera.
Ti chiamo da lì, quell'enorme guardaroba con le ante coperte di specchi, che paiono raddoppiare il volume della nostra camera da letto.
Sul giaciglio stanno disposte poche cose: la cintura, una ballgag, un collare e un paio di manette niente altro; le guardi perplessa e sorpresa, forse ti aspettavi qualche cosa di più.
Forse hai creduto che avremmo ripercorso alcune dei nostri giochi passati, ma la verità è che stasera voglio farti un regalo, voglio spingere il tuo sguardo dove hai paura di posarlo.
Voglio darti qualcosa che ti sei negata troppo a lungo.
“Spogliami!”... questo è un ordine, ti guardo privarmi della vestaglia, della maglietta e esitare quando vengono abbassati gli slip, tentennando un istante, resistendo all'impulso di cacciarti in bocca il mio cazzo semieretto.
Dovrai trattenerti, dovrò trattenermi, ora sono nudo io pure, in fondo più nudo di quanto mi sia mai mostrato a chiunque prima di te.
Ti ammanetto le mani dietro la schiena e poi spingendo sulla spalla ti faccio inginocchiare, ti ho fatta mettere di fianco alle porte a specchio del guardaroba, tremi...forse hai capito.
Godo e sono ansioso del tuo disagio, lo specchio è il tuo nemico, un imbarazzo difficile da superare, non ti piace guardarti, hai paura di ammettere quello che sei diventata con me, quello che hai sempre desiderato e non hai avuto modo/coraggio di esprimere.
Parafrasando un artista circa un capolavoro che aveva creato : “Non ho creato nulla eri già lì, ho solo tolto il di più”, ti avevo gradualmente privato delle sovrastrutture, delle sbarre che avevi aiutato altri a costruire, per liberare ciò che saresti sempre voluto/dovuta essere.
So cosa desideri, vorresti ti schiaffassi la cappella in bocca, per poterti concentrare sul mio piacere, evitare di guardare quella quella splendida femmina nello specchio che è capace di farmi gemere, farmi arrivare in paradiso, passando per l'inferno delle sue passioni... non oggi.
Ti faccio rimanere in piedi, gambe divaricate dinanzi al muro di specchi, ti metto la cintura allacciata in vita, stretta quanto basta, il collare al collo.
Ho un folle desiderio di baciarti, di precipitarmi in ginocchio tra le tue cosce e suggere il miele che vi alberga, ma resisto; la tua seconda bocca, la chiamo così, per l'estasi che mi dà baciarla.
Ti abbranco da dietro, per il collare, ti sibilo all'orecchio “Guardati e non distogliere lo sguardo”, stai per replicare, ma ti metto la balgag in bocca e la serro sulla nuca con il cinghiolo, protesti...giurerei che hai provato ad articolare uno “Stronzo!”...anzi ne sono sicuro.
Le mie mani si impadroniscono dei tuoi seni, della tua fica, inizia una sorta di masturbazione infinita, senza requie.
Voglio che ti guardi, sono dietro di te, il cazzo eretto che ti sfrega contro le natiche, le cosce, ti afferro a volte per il collare, altre per i capelli, inizi a venire.
Sei multiorgasmica, per te non finitrà molto presto, ed io...io voglio aspettare, anche se ogni fibra della mia carne anela alla tua.
Ti costringo a guardarti mentre godi mentre vieni, mentre vorresti distogliere lo sguardo, mentre cerchi i miei occhi che ti guardano riflessa.... sei bellissima... vorrei dirtelo migliaia di volte, ma mi leggi dentro e lo sai che ti vedo così.
Le gambe ti tremano, a volte cedono, pieghi le ginocchia, ma io non sacio che ti accasci, ti costringo a subirmi, a dover vivere orgasno dopo orgasmo, a guardarti divenire una creatura tormentata dal piacere.
Ogni tanto provi a girare il collo, a guardarmi, quasi rabbiosa ferina, mentre mugoli, sostieni il mio sguardo per una manciata di secondi, subisci il mio sorriso beffardo mentre un altro orgasmo fiacca ogni tua resistenza.
Deve essere passata più di un ora e mezza mentre ti sto masturbando senza pietà, ed è troppo anche per me, l'interno delle tue gambe è fradicio di umori che colano imperlando i tuoi malleoli.
Ora devo soddisfare il mio egoismo, che ti esige, così tendoti da dietro ti infilo senza nessun preambolo, strappandoti l'ennesimo rumoroso guaito.
Curioso... quando non hai la bocca occupata, godi spesso in modo silenzioso trattenedoti, forse le ultime vestigia di un educazione di cui fai fatica ad affrancarti, mentre ora, sbavante con la sfera di plastica della ballgag in bocca guaisci senza ritegno.
Torturo i seni, schiaffeggio il culo, tutto pur di impedirti di riprendere anche per un secondo, il controllo di te.
Ti stantuffo così per un po', ma voglio di più, ed allora esco da te e ti libero le mani dalle manette, mi guardi disorientata, prima che ti posizioni le palme contro lo specchio e mi rimetta dietro di te.
Entro nel tuo culo, guaisci di dolore, di sorpresa, di eccitazione... mi afferro alla cintura che ti ho messo in vita, come un cowboy ad un rodeo sul toro, con una mano mollo la presa solo per afferrarti i capelli e costringerti a guardarti mentre ti godi la tua inculata.
Voglio goderti dentro, venendo insieme a te, ed allora ti provoco: ti sollevo la testa, ancora una volta tenedoti per i capelli, il mio viso di fianco al tuo, riflessi nello specchio...
“Guardati! Sei proprio una cagna, sbavi di eccitazione da entrambe le bocche” sibilo nel tuo orecchio
Vedo le tue pupille dilatarsi,i muscoli del culo contrarsi intorno all'asta del cazzo, imprigionandomi la cappella, vieni un secondo prima di me ...ancora.
Libero il mio piacere nel tuo intestino, liberi il tuo piacere nella mia mano che ti esplora tra le cosce, crolli a terra reggendoti stancamente allo specchio e ti seguo nella discesa.
Decine di minuti, l'acqua della doccia che scroscia ancora, piccole attenzioni, premure offerte, ricevute, non richieste, ma non per questo meno gradite e accettate.
Quando le coltri ci accolgono, io non resisto, devo berti, mi lasci fare.
Il piacere giunge alfine, nel tuo scalzare le lenzuola, schiena inarcata e gambe tese allo spasimo, la mia testa imprigionata dalle tue mani che mi trascina verso la tua bocca, tra le labbra e la lingua, ti addormenti sul mio petto...ed io ti seguirò a breve, confortato dal peso del tuo capo.

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