Soldi facili facili

Scritto da , il 2018-11-07, genere prime esperienze

Mi annoio.
Girando su internet faccio un salto su questo sito di cui tutti parlano, un sito di incontri che poi in realtà non è altro che un sito di puttane, trans e scambi di coppie. Entrando nel sito mi dice che non sono ammessi annunci a pagamento e che il sito è fatto solo per incontrare persone con cui intrattenere rapporti sessuali gratuitamente. In realtà cliccando su qualche annuncio queste in vetrina sembrano delle vere e proprie mignotte, con tanto di servizi offerti in descrizione e, più o meno celatamente anche i prezzi. Sarebbe carino provare a mettere un annuncio, certo, di un certo livello, con delle foto più belle di queste schifezze fatte col cellulare, puntare ad un target molto più elevato, chissà che potrebbe succedere.
E così, prendo la mia reflex, tiro fuori dall’armadio il mio intimo più sexy e faccio qualche autoscatto come si deve, scarico sul computer, un po’ di photoshop giusto per rendermi ancora più figa di quanto già non sia e vai col mio annuncio:
“Ragazza veramente Italiana, venticinquenne, solo per intenditori facoltosi, mi muovo in tutta Roma, non ricevo a casa, meglio se in hotel. Prova l’esperienza di una vera fidanzata, ma molto più sexy e brava.”
Aggiungo il mio numero di telefono e, col cuore a mille….. PUBBLICA!
Ora non resta che aspettare, non posso fare a meno di riguardare il mio annuncio, quanto sono figa, dovrebbero già avermi chiamato, se non chiamano è perché hanno capito che costo tanto. A proposito, quanto dovrei chiedere? Non so quanto prende una escort del mio livello, per di più italiana, certo, se devo andare a vendermi, voglio vendermi a caro prezzo, e poi chissà chi mi capita, magari un ciccione camionista volgare e sozzo. No no no no no, io voglio l’alto bordo, voglio un manager, un riccone sfondato che mi copra di soldi, magari col cazzo piccolo e l’eiaculazione precoce, che me la cavo anche con poco. Uffa non chiama nessuno, perché non chiamano? Eppure in confronto agli altri annunci non c’è paragone. Dai chiamate!!!!!
Dopo due ore, mentre ero uscita a prendere un caffè ecco che mi squilla il telefono, numero che non conosco! Cuore a mille, che paura!!! Rispondo:
“Sì pronto?”
“Ciao, sei Anna?” E’ un cliente, perché ovviamente non ho messo il mio vero nome sul sito.
“Sì sono io con chi parlo?”
“Ho visto il tuo annuncio e vorrei avere qualche informazione e sapere se sei libera. Complimenti sei molto bella e giovane!”
“Grazie, come ti chiami? Cosa vorresti sapere di più?”
“Sono Manuel” secondo me neanche questo è il suo vero nome “volevo sapere se sei disponibile stasera, dopo cena, intorno alle 22, e poi… insomma… vabbè hai capito… volevo sapere i prezzi”
“Sì Manuel, stasera sono libera a quell’ora” oddio i prezzi, e ora che gli dico? Dalla voce non sembra un vecchio e parla anche italiano, ma magari è un cesso, che ne so? Sparo alto: “per il prezzo di solito faccio un forfait di 2000 e vado via anche la mattina dopo, o anche prima, quando vuoi tu, però ci sarebbe un extra di altri 1000 se vuoi anche il lato B.” Oddio l’ho sparata proprio grossa, non ho idea di quello che ho detto, non so se è tanto o poco, non ne ho proprio alcuna idea, certo se prendesse il pacchetto completo in una notte avrei guadagnato due volte il mio stipendio.
“Manuel… pronto? Ci sei ancora?”
“Sì sì, sono qui, se per te va bene ci vediamo all’hotel Montecarlo, stanza 208, secondo piano. Lascio detto in reception che arriverai: ore 22 allora ok?”
Oddiomio, sono una escort! Una escort vera e propria, mi sono venduta a Manuel, così, sembrava un gioco e invece ho il mio primo cliente…
“va bene, allora ci vediamo stasera!”
“Un’ultima cosa, le foto dell’annuncio sono vere sì?”
“Certo” rispondo “le ho fatte io con l’autoscatto”
“Perfetto, spero tanto che tu sia veramente come in foto, e se puoi porta quell’intimo che indossi nell’annuncio, a stasera, grazie”
Mamma mia cosa ho fatto, un appuntamento al buio in un hotel di roma, con uno sconosciuto. Sale l’ansia ad ogni minuto che passa e le ore diventano anni, non so che fare per ammazzare il tempo. Comincio a fantasticare su Manuel, come sarà? Sarà bello? Ma se è bello perché paga così tanto per una donna? Allora è brutto! Però è ricchissimo i ricchi non sono mai così brutti! Oddio speriamo che non è brutto…
Mi comincio a preparare, sono le 20, l’ansia mi si mangia. Sto andando a fare la mignotta, ecco, l’ho detto. Anna (si questo è il mio nome da mignotta), sei una mignotta, una prostituta, il mestiere più vecchio del mondo, come vuoi chiamarlo così è e questa sei, nient’altro che una puttanella. Tanto vale allora vestirmi da puttanella, ma di classe, ovviamente. E poi parliamoci chiaramente, quante volte l’hai data via alla prima sera anche gratis? Se questo paga veramente per lo meno ti sei intascata un po’ di soldi…
Prendo l’intimo dell’annuncio, è un babydoll verde di seta con le coppe nere di pizzo, sotto un perizoma di seta verde con inserti di pizzo nero, e lo metto in borsa insieme ad un paio di autoreggenti nere. Poi mi vesto carina ma non troppo, non voglio che in reception pensino che sia una zoccola della salaria. Metto una maglietta un po’ larga e scollata bianca e nera che mi copre il sedere, sotto degli shorts neri che mettono in risalto le mie belle gambe, e infine, ovviamente, tacco 12. Chiamo un taxi e durante il viaggio lo faccio fermare davanti ad una farmacia con distributore per comprare dei preservativi, sesso sicuro, per lo meno.
L’hotel fa angolo fra due strade, la hall non è molto grande, un paio di scalini prima del bancone del receptionist, una pianta in mezzo che potevano anche risparmiarsi, e sulla destra un ascensore di quelli in ferro vecchio stile. Mi presento dicendo che mi stanno aspettando nella 208, e l’inserviente gentilmente mi accompagna e chiama l’ascensore per me, probabilmente per guardarmi più da vicino. Ha capito benissimo cosa sto facendo, salgo al secondo piano e raggiungo la stanza, busso e la porta si apre subito, probabilmente mi aspettava.
Manuel non è un bell’uomo, come mi aspettavo, è molto più basso di me, anche se mi levo questi 12 centimetri di tacchi, biondino con i capelli corti, avrà circa 35 anni, indossa una camicia bianca con le iniziali sopra la cinta (ma non c’è la M nelle iniziali, il nome è inventanto come credevo) e un paio di pantaloni neri, scarpe nere, anche se quello che più mi salta all’occhio è il Patek Philippe al polso, questa notte con me non vale nemmeno un decimo del suo orologio. Sotto ai vestiti non sembra avere un fisico decente, un po’ di pancetta ma non troppa, il viso non è molto bello, ha l’aria di un bambino un po’ troppo cresciuto, sbarbatello e con la pelle reduce da un’adolescenza probabilmente piena di acne. Di sicuro non è eccitante, certo neanche orrendo.
Mi fa accomodare riempiendomi di complimenti sulla mia bellezza e di come sia contento che le foto sull'annuncio rispecchiassero la mia vera bellezza, anzi che dal vivo è ancora di più.
“Questa è la prima volta che chiamo una ragazza da un annuncio in realtà”, mi dice accomodandosi sul divano. Vorrei dirgli che è la prima volta che faccio la escort ma non mi sembra il caso, anzi, sono anche fortunata visto che non ha metro di paragone.
“Come funziona in questi casi? Vuoi i soldi subito?”
“Calma, non c’è fretta gli dico, raccontami un po’ di te, cosa fai? di che ti occupi nella vita?”
“C’è poco da dire in realtà, gestisto l’azienda di mio padre, sono a Roma per una riunione con investitori cinesi, una noia mortale”
Dopo altre due chiacchiere gli dico che se vuole possiamo iniziare, prima però mi faccio dare i soldi e chiedo il permesso di andare in bagno per prepararmi.
“Certo, fai pure, non vedo l’ora” e tira fuori dalla borsa una busta “Questa è per te.”
Ringrazio e mi avvio verso il bagno.
Entro, poso la borsa e apro subito la busta. Un bel mazzo di banconote verdi che conto con gli occhi sbarrati: sono 30! Vuole tutto, anche il lato B, e ho dimenticato il lubrificante. Mannaggia, se fosse stato un bel ragazzo mi sarebbe anche piaciuto e invece ovviamente mi doveva capitare questo bamboccione figlio di papà.
Mi preparo, con calze, perizoma e babydoll, mi sciacquo la bocca con del collutorio e mi ripasso il rossetto davanti allo specchio. Prima di uscire dal bagno mi scatto una foto allo specchio: la prima notte da puttana, ma quanto sono figa! Li valgo tutti questi tremila euro.
Apro la porta del bagno e lui mi aspetta seduto su una poltrona in un angolo della stanza, le luci sono spente, solo una lampada da terra dietro di lui illumina lievemente una stanza con i toni sul rosa antico, moquette a terra e grandi tende che coprono la finestra che da sul balcone.
Appena mi vede sorride: “Dal vivo sei anche più bella, accidenti, sei davvero bellissima”
“Grazie, ora rilassati, penso a tutto io” dico con un tono da mamma sexy.
Vado per slacciargli i pantaloni ma lui mi ferma, si alza e mi chiede di sedermi sulla poltrona. Si inginocchia davanti a me allargandomi le gambe e comincia ad annusarmi sopra al perizoma proprio al centro delle mie gambe. Mi annusa e mi bacia le mutande mentre con una mano si tocca. La cosa non mi piace molto, ma devo sopportare. Continua per qualche minuto poi si concentra sulle calze, me le lecca scendendo verso i piedi, poi fino alla pianta e le dita, succhia le mie dita ancora velate dalle autoreggenti e lo sento mugolare mentre continua a toccarsi. Cerco di essere un po’ intrapendente e con l’altro piede mi avvicino al suo pacco carezzandolo proprio lì dove si sta massaggiando con la mano, lui sembra gradire, afferra il mio piede e se lo passa lì dove ha la zip.
Non sento erezioni sotto la pianta del piede, continuo per un po’ mentre lui invece sembra già godere, leccando un mio piede e massaggiandosi il cazzo con l’altro.
Poi dopo un po’ riallarga le mie gambe e scosta le mutandine a scoprire tutta la mia fica, gettandosi sopra con tutta la faccia, comincia a leccarla ma in maniera un po’ brusca, quasi frenetica, senza alcuna dolcezza e gentilezza nei confronti della mia patatina per niente bagnata ancora. Mi fa un po’ male e vorrei fermarlo, ma gentilmente gli sposto la faccia un po’ più sotto mentre col dito medio mi stimolo il clitoride, così da bagnarmi rapidamente. Ora va meglio, e lui lecca ancora, sembra proprio uno di quelli più interessati a far godere il partner che non a godere lui, non si ferma mai dal leccare e mi mette due dita dentro, mandandole velocemente avanti e indietro dentro di me. Ora è più piacevole per me ma non si può dire che stia godendo, e poi sono curiosa, voglio proprio vedere cosa c’è dentro quei pantaloni, se la serata sarà interessante oppure no. Mi alzo in piedi mentre lui ancora non si stacca dalla mia vagina, e con un piede sul suo petto lo spingo delicatamente verso terra, lasciandolo supino sul pavimento. Gli salgo sopra e comincio a strusciarmi sui suoi pantaloni con il mio culo rivolto verso la sua faccia. Ancora non sento niente di che sotto di me quindi dolcemente scivolo all'indietro porgendogli di nuovo la mia fica che lui riprende avidamente a leccare. scendo con la testa verso la sua zip, sciolgo la cinta e sbottono i suoi pantaloni, glieli sfilo fino alle ginocchia e sotto noto che ha delle mutande bianche a slip, l’antisesso proprio! Sfilo le mutande e davanti a me si alza un bastoncino di pochi centimetri, un pene minuscolo, non più di cinque centimetri, tutto in tiro spuntare da un cespuglietto di peli, ancora ricoperto dal prepuzio. Mi fa quasi tenerezza e capisco che questo forse è il suo unico modo di scopare una bella ragazza come me senza sentirsi deriso e senza che si sappia in giro della sua scarsa dotazione. Ma non basta, perché come comincio a scappellarlo e massaggiarlo, subito mi riversa dei gettiti di sperma in mano godendo e ansimando come dopo una gara di corsa. Continuo a segarlo fin quando lo sento godere, poi una volta finito mi alzo in cerca di un fazzoletto per pulirmi e pulirlo.
Torno dal bagno con un kleenex e lo trovo sdraiato sul letto, gli pulisco il cazzo dai rimasugli di sborra ancora appicciati tra i peli.
“Mettiti sopra di me, come prima, ma togliti le mutande e siediti sulla mia bocca rivolta verso di me stavolta, così che possa vederti in faccia”
Obbedisco, e mi siedo come su un trono, con le cosce accanto alla sua faccia, mentre lui riprende instancabile a leccarmela, mi godo questo servizietto, muovendo il bacino sopra la sua bocca. Mi bagno molto e faccio finta che mi stia piacendo molto di più di quanto sto godendo veramente. Andiamo avanti così per un bel po’ di tempo e capisco che forse dovrei fingere un orgasmo altrimenti non smetterà mai, così ansimo e gemo di più e lui sembra contento, appagato di avermi fatto godere. Con una mano si sta segando e il suo pistolino è di nuovo tutto pronto per il secondo round. Mi tolgo in babydoll e rimango solo in autoreggenti, prendo un preservativo e lo scarto, prima di indossarglielo gli succhio un po’ il cazzo per farlo diventare davvero duro, anche se le dimensioni sono sempre ridotte. Poi, una volta incappucciato ci salgo sopra e me lo faccio entrare cavalcandolo. Dicamo con un eufemismo che in vita mia ho preso cazzi più grossi di quello, in pratica tutti erano indubbiamente più grossi di quello, e ci vuole anche poco. La sua espressione è quasi comica, e non so se riuscirò a scoparlo così sopra di lui senza ridergli in faccia. Sembra proprio un adolescente tutto intento nella masturbazione, si agita, mi vorrebbe scopare furiosamente, ma non si accorge che sto solo facendo finta di godere, perché proprio non riesce a stimolarmi a dovere.
Cambiamo posizione, mi metto sdraiata e lo invito a penetrarmi da sopra, mentre allargo il più possibile le gambe per farlo entrare tutto, per quel poco che sia il suo tutto.
Così va un po’ meglio, le sue spinte mi stimolano un po’ di più e anche lui sembra più soddisfatto, ma la magia dura poco perché lo sento subito ansimare forte e capisco che sta venendo di nuovo. Si butta di peso su di me con la faccia sulle mie tette, e riempie il preservativo con altro sperma del suo nuovo orgasmo. Ancora niente per me. Uffa.
Di nuovo in bagno, di nuovo kleenex e ripulisco tutto. Lui si stende sul letto e mi chiede di abbracciarci un po’. Mi parla un po’ di lui, mi dice che per ovvie ragioni che dovrei aver capito, non gli è facile trovare una ragazza che resti con lui dopo la prima scopata. Io lo rassicuro, cerco di farlo sentire a suo agio e gli dico che non me non deve farsi problemi perché a me piace così com’è. Ovvio che sia un’enorme cazzata, e che se fosse il mio ragazzo starei con lui solo per i soldi e mi farei scopare da tutto il vicinato.
Lo accarezzo, sulla pancia, e mi allungo con le mani fino al suo pene che però, bisogna dire, ha delle discrete capacità di recupero, infatti dopo qualche minuto è di nuovo lì in tiro.
“Ora se non ti dispiace vorrei prendere quello per cui ho pagato mille euro in più” mi sussurra all’orecchio “mettiti a pancia in sotto”.
Capisco dove vuole arrivare e mi sdraio sul letto come richiesto. Comincia a baciarmi la schiena e con le mani a massaggiarmi il culo. Poi piano piano scende con la bocca e aprendo le natiche comincia a leccarmi abbondantemente lì in mezzo. Mi piace molto, stavolta è più dolce, delicato, forse aver parlato un po’ lo ha tranquillizzato, o forse pensa che abbia bisogno di rilassarmi per prendere quel “cazzone” nel culo.
Poi si concentra sul buchetto, e lo lecca infilando piano piano la lingua dilatandolo un po’. Inserisce prima un dito, poi due, poi tre, poi lo fermo, non c’è bisogno di aprirlo troppo, tanto bastava anche uno dito solo per prepararlo. Si alza e si infila nuovamente il preservativo, poi si appoggia sulla mia schiena con la pancia e cerca l’apertura col suo pene. Entra facilmente, e subito tutto fino in fondo. Io lo aiuto inarcando il sedere all’indietro per accoglierlo completamente. Comincia a spingere e sento che gode da subito molto. Per me è solo un leggero fastidio che è più che ripagato dall’extra che ho richiesto per la prestazione. Ovviamente alla terza volta la durata è aumentata, e purtroppo stavolta è la meno piacevole per me. Mi masturbo con la mano facendogli sentire che sto godendo, e lui spinge più forte dentro di me. Dopo qualche minuto mi chiede di mettermi a pecora e non poteva chiedere di meglio, la vista su di me in quella posizione non fa prigionieri, solo vittime. Mi poggio sui gomiti, alzo il sedere e gli mostro tutto quello splendore allargando le chiappe ed invitandolo a rientrare. Lui si lascia scappare un “ommioddio che spettacolo!” e riprende ad incularmi più forte con quel suo pisellino che ora non è nemmeno più tanto duro e non fa male per niente. Sento che è quasi al limite per come ansima, quindi voglio finirlo completamente. mi stacco mi giro e gli levo il preservativo. Gli prendo il cazzo in bocca fino alle palle e glielo succhio a più non posso. Lui non resiste più, ha gli occhi chiusi, la testa all’indietro e gode come un matto fino a sborrarmi in bocca, ormai solo poche gocce, l’ho completamente svuotato stavolta, non riuscirà mai a riprendersi.
Si butta sul letto, mi affianco a lui e lo sento dirmi: “grazie, sei stata davvero fantastica, ora se vuoi puoi anche andare, io mi addormenterò…”
Vado in bagno raccogliendo le mie cose, mi guardo allo specchio e sputo nel lavandino quel poco sperma che mi era rimasto in bocca. Mi guardo, sono stanca, un po’ sfatta ma ancora tanto figa. Entro in doccia e mi lavo per bene con tutta calma e con l’acqua calda. Mi lavo i denti e sciacquo la bocca col collutorio, poi mi rivesto dei miei panni sexy e chiamo un taxi, sarà qui tra 10 minuti. Rientro in camera e lui già dorme tutto nudo, come un bambino stanco sul letto.
A pensarci, sono stati tanti soldi per una cosa facile facile. Prendo un kleenex, gli stampo un bacio col rossetto e scrivo: “quando torni a Roma richiamami, ti aspetto! anna” lo lascio sul comodino ed esco, il taxi è arrivato. Salgo e mi faccio portare a casa. Prima di addormentarmi mi masturbo e mi godo quell’orgasmo che Manuel, con tanto impegno, non è riuscito proprio a darmi.

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