Brillanti

Scritto da , il 2018-10-31, genere tradimenti

Il cielo è frammentato in polvere di pietre, diamanti e anche il suo cuore; pure perché non sa staccarsi da tutte le cose luccicanti conosciute prima.
Il suo corpo lo è altrettanto.
Adesso forse no, non più.
Ora brilla solo la sua schiena quando suda e i suoi occhi liquidi nella penombra.
Del resto non riluce più nulla ma non è colpa sua se sta così male nella costrizione di poter dare amore a una persona sola.
Non sa che ci può fare.
Non da credito ai guaritori; né a quelli con i sali magici né agli altri accreditati dal servizio sanitario.
In fondo non ha nemmeno voglia di guarire, nel caso si trovasse per davvero nell'abbraccio di una malattia.
La verità è che non sa amare, è un bugiardo? Forse.
Marina sotto di lui s'inarca, lo stringe, ansima e viene.
Non ne ha molta cura a volte, pensa, contento di come è riuscito anche questa notte a fondere le due libidini in un contatto solo. Se ne lusinga quasi, di essere instancabile non appena gli occhi di lei si fanno morbide linee di ciglia nere.

Subito, non lo vede ma la mente di lui va a fare altro. Senza accorgersene accoglie lui e lo spettro di quell'altra.

Ricade a lato stanco con la propria schiuma bianca tra le mani, appiccicosa ma non ha voglia di alzarsi per lavarsi.
Lei chiede abbracci per addormentarsi, la stringe, sposta i capelli e bacia.
Si è innamorato del suo nome prima che d'ogni altra cosa per i ricordi di diamanti che risveglia.
Onde brillanti adriatiche.
È un violino Marina stesa a lato, dalle spalle si stringe il fianco e si arrotonda il bacino e lui la sente ancora, nel respiro del sonno, suonare la melodia naturale dell'acqua.

Hanno un vetro incastonato al soffitto che da vista sulla notte, gocce di cielo sfrigolanti piovono sopra ai suoi sogni.
Sulle orecchie della donna.


Sono diamanti tondi, i brillanti di Daniela.
Ma nella sua vita allora lo ha avuto un solo vero amore. E’ stata lei. Un tormento. Il gasolio del migliore tradimento. Sono stati insieme per anni al sole e al mare, poi ognuno ha scelto la sua strada dove andare.
Non tanto per amore o per la morale era soltanto ora di cercare altre esperienze altrove.

-Un uomo che scopava meglio di me lo hai trovato di sicuro-

Dice a quello spettro che sospira nella notte.
Quest'altra dorme e le sussulta il petto, turgido di freddo che lui non scalda niente.
Questo fantasma gli gela il sangue nelle vene prima del sonno ma soprattutto appena sveglio.
Le stelle si fanno cristalli di sale di una spiaggia di sabbia bruna all'alba di settembre.
Loro erano ad Ancona.
"Amore"... Sotto l'ombrellone.
E “ancora.”
Daniela che ha brillanti ai lobi gli morde l'apertura delle labbra in dormiveglia, lui si gira, abbraccia e strappa.
Pezzi di labbra e lingua, gemiti di dolore e un vaffanculo.
"Perché mi hai morso?"


Farebbe meglio ad alzarsi, chi ha la coscienza pulita dispone di un insostituibile cuscino per dormire ma la sua non lo è.
E le sue mani sono ancora sporche.
Qui gli manca l'aria e l'acqua.
Marina nel pigiama, è nuda di tutti i pudori che aveva il primo giorno.
Puttana si è più bella. Ci pensa a quanto gli mancherebbero le cosce luminose e quella spalla levigata mezza coperta dai capelli.
Sarebbe un maledetto quarto d'ora se si ritrovasse a dover dare una spiegazione.
Ma c'è anche Daniela e stare con quest'altra è rivedersi sulla spiaggia ad annaspare tra i granelli brillanti della sabbia di fondale, senza riuscire ad afferrare nulla.
Fa male scopare coi fantasmi. È scendere col naso sott'acqua e sfidare l'apnea, cercare di risalire in superficie quanto prima.

-Fammi l'amore-
Pensa la donna e non lo dice ma lui sa.
Lui conosce dal suo intimo alla sua intimità.
È giovane e chiaro ancora. Hanno occhi verdi entrambi.
Ha il corpo saldo ma da dell'immagine di un incapace.
Non ha un lavoro.
La donna aspira ed espira dalla sigaretta e tace.
Lui stringe il cazzo nella mano, lo agita in su in giù come a lei piace, come lei gli ha insegnato a fare, in sua presenza.
Così adora che la faccia eccitare.
Ha poca cellulite sulle cosce piene, capelli castani morbidi come il rossetto scuro.
Si amano da sempre.
Da prima che nascesse quest'estate.
Le annega nel morbido alveo, due spinte e poi le è sopra.
Si massaggia i capezzoli salati, cavalca come sa fare. Esperta di cavalleria, più vecchia e più capace.
-Scopami signora- Geme.
La donna s'inarca, si allarga la figa, la sua splendida figa, pelo castano sul monte di venere.
Il ragazzo la lecca, succhia come fosse un pene la clitoride.
-Dammi da bere- piange la donna.
-Tutto ti darò!- Urla nello spasmo del piacere sofferto.
Raccoglie nel fazzoletto, il proprio sperma, doppio getto.
"Sei venuto?"
Domanda adesso. Sono anni che la chiama sua signora in un quel rapporto invertito e meno tipico.
"Si... Tu?"
"Io si." Gli dice leccandosi gli umori dalle dita, salate come al mare, ridendo di quel vecchio acido che venne da loro a dir di vergognarsi di certe azioni in spiaggia e di coprirsi.
Ci sono anche famiglie per l'amor del cielo…
Pervertiti.

"Mi manchi."
Si dicono all'unisono.
Lui getta il telefono.
In camera Marina si sta svegliando.
Lui ha messo già la caffettiera e il latte a ribollire, lei sfugge dal pigiama.
Faranno colazione e si diranno -a stasera amore-
Si deve perdonare ma non è sola lei che ama.
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