I sapori del parco

Scritto da , il 2018-08-26, genere etero

Quel periodo avevo bisogno di un po' di movimento fisico ed iniziai a frequentare il parco per una corsa mattutina. Andavo molto presto per essere poi puntuale al lavoro.
Per dieci giorni, a parte il custode del parco, non vidi nessuno. In seguito una donna iniziò a frequentare il parco e a correre negli stessi miei orari.
Correva nel mio stesso senso di marcia ad una distanza considerevole da me. La mia solita curiosità, volta al femminile, mi imponeva di trovare delle strategie per poterla osservare.
Tra queste la più efficace risultò quella di cambiare senso di marcia più volte senza dare troppo nell'occhio.
Questo mi permise di poterla guardare, seppur per pochi attimi, durante vari passaggi.
Sui 40 anni, capelli cortissimi, pelle abbronzata con un colore dorato, non troppo alta, un metro e sessanta o giù di lì era di corporatura normale un poco su di peso era copiosamente sudata.
Fianchi larghi un po larghi, il seno non più freschissimo ma molto curato e ben tenuto da un top che lo sosteneva e lo metteva in bella evidenza. Il ventre piatto e abbastanza tonico, si allenava già, pensai.
Sebbene il suo aspetto fisico fosse nella norma era una donna ben tenuta e piacevole da guardare.
Il viso parzialmente e gli occhi mi erano nascosti da un paio di coprenti occhiali da runner.
Correndo qualche volta alle sue spalle notai un culetto splendido, che diede inizio ai miei pensieri in libertà.
Dopo un paio di giorni, abbiamo scambiato le prime parole alla fontanina, banalità del caso ma utili ad un primo contatto.
In seguito sempre con incontro "casuale" alla fontanina, trovai il coraggio per chiederle se volesse correre insieme a me per ovviare al tedio che la salute fisica ci imponeva attraverso la corsa.
Temevo una rispostaccia ed invece sembrò sollevata e credo che correre, in fondo, rappresentasse una noia anche per lei.
Il giorno dopo a prima mattina ci incontrammo e iniziammo a correre insieme.
I primi scambi durante la corsa furono abbastanza banali ma mi diedero la misura di una donna decisa, molto attiva e con un modo molto sensuale di rapportarsi all'altro sesso.
In più erano scomparsi gli occhiali a favore di grandi occhi verdi messi in evidenza da un trucco sapiente ed erano sparite anche le onnipresenti cuffiette.
Il secondo giorno decidemmo di fare stretching prima di cominciare la corsa a causa di qualche doloretto che accusava.
Iniziammo a fare esercizi vicino ad una panchina che utilizzavamo come staggio.
I suoi allungamenti mettevano in evidenza il suo bellissimo culetto che era nei miei desideri e per il quale mi sarei masturbato sicuramente in seguito durante la giornata come mia abitudine.
Notai che i suoi allungamenti avevano una tecnica rozza per cui chiedendole il permesso, le migliorai le posizioni e per farlo la potei toccare.
Le misi una mano sulla schiena e poi le presi i fianchi, la sua reazione fisica mi sorprese. Il suo corpo non si irrigidí al tocco di mani estranee ma rimase docile e disponibile.
Non riuscivo a staccare gli occhi dal suo corpo e non riuscì ad essere sufficientemente discreto da non farla accorgere del mio interesse.
In più il fatto che sudasse abbondantemente ed avesse la maglietta già bagnata di sudore tra i seni e sul fondo schiena mi eccitava ancora di più.
Durante la corsa nei giorni successivi iniziammo discorsi più personali e come due vecchi amici si iniziò a parlare velatamente di sesso e di piaceri.
Il mio carattere non è spregiudicato e non riuscí a dirle quanto mi eccitava guardarla, fortunatamente un giorno mentre correvamo senza alcun preavviso mi disse che aveva notato fin dai primi giorni come le guardavo il culo. Arrossii in maniera evidente, e lei rincarò chiedendo se il suo corpo mi eccitava. Ruppi gli indugi e pur temendo di sbagliare le raccontai che mi masturbavo furiosamente come un ragazzino pensando a lei.
Temetti una reazione di scherno essendomi esposto cosí tanto, invece si creò sul suo viso un sorriso compiaciuto.
Superai le mie remore ed alla fontanella per la sosta d'obbligo, dopo aver bevuto, le tesi la mano. Senza indugio ls prese cosí la portai nella parte più fitta della vegetazione.
In giro non vi era ancora nessuno, le feci poggiare la schiena contro l'albero ed iniziai a baciarla e a toccarla.
Per pudore mi disse sussurrando che era molto sudata, ma si lasciò andare quando le dissi che mi piaceva.
Le mie mani ispezionarono tutto il suo corpo sotto l'abbigliamento di lycra, fino a infilare entrambe le mani nei pantaloncini e stringere ed allargare le sue natiche.
Mi lasciò fare, e la mia eccitazione arrivò al culmine, con pochissime difficoltà le tirai giù i pantaloncini, glieli sfilai da una gamba e mi inginocchiai per leccarle la fica.
Fui una esperienza favolosa il sudore e i copiosi umori che inaspettatamente erano lí avevano un odore e un sapore delizioso e la leccai e succhiai a lungo, mi piaceva moltissimo, le avrei mangiato la fica.
Mi fece sollevare, mi spinse leggermente con una mano sul petto e allontanandomi e con l'altra mi abbassò i pantaloncini tirandomelo fuori.
Per la sensibile differenza di altezza si attacco al mio collo con le braccia per issarsi ed io la penetrai mentre lei mi cinse le gambe intorno al corpo. La sua fica era caldissima e la penetrazione non trovò alcun ostacolo nè alcuna frizione. Iniziai a muovere il bacino lentamente per scoparla e mi serrò ancor di più con le gambe.
Il tutto non durò moltissimo anche a causa della scomodità.
Credo che seppur la cosa risultò piacevole non fece impazzire né lei ne me.
Io non riuscí a venire come avrei desiderato a causa della sua fica che trovavo molto larga e non mi dava la soddisfazione attesa.
Credo questa sensazione abbia raggiunto anche lei.
Ci rivestimmo rapidamente e salutandoci frettolosamente per l'orario ci demmo appuntamento il giorno dopo.
La mia sensazione dopo non era particolarmente appagata ed avevo la certezza che non lo fosse stata neanche per lei, ciononostante la mia fantasia teneva accesa la mia attenzione erotica, su quel viso, quegli occhi e quello splendido culo.
Il giorno dopo corremmo poco e con poca convinzione senza quasi proferire parola.
Ci fermammo subito e alla prima occasione le presi la mano e la condussi nella parte più nascosta del parco.
Non parlammo e senza preamboli feci in modo che mi desse la schiena, le feci posare le mani su un muretto che era lí, si fece guidare docilmente.
Le tirai giù il pantaloncino già umido di sudore e lo tolsi completamente, la tirai a me dolcemente per i fianchi in modo da tenere le mani sul muretto facendole scendere la schiena mettendo in piena evidenza il suo sedere.
Infilai un ginocchio tra le sue gambe e le le allargai, a questo punto mi inginocchiai e fui colpito dall'intenso profumo della sua fica e senza indugiare ricominciai a leccargliela e succhiargliela a più non posso, sapori ed odori mi piacevono da impazzire e non riuscivo a smettere anche perchè sentivo il suo piacere.
Più leccavo e più la sua fica si "liquefaceva", iniziai a spennelarle con la lingua il percorso tra la sua fica ed il suo ano ripetutamente, ed ogni volta che la mia lingua toccava i suo ano i suoi gemiti aumentavano.
Per questo iniziai a dedicarmi al suo ano, con colpetti della punta della lingua, ed incursioni più profonde.
Un grande piacere per entrambi.
Alla fine mi sollevai, mi sfilai i pantaloncini e tirandolo fuori iniziai a far scorrere la verga tra fica e ano come voler giocare ad una speciale roulette dove la sorte avrebbe deciso la via.
E la sorte, e non solo quella, decise la strada, e il mio l glande, ormai gonfio e violaceo si posò sul suo ano, e mentre con le mani le tenevo le natiche il più aperte possibile, spingevo piano con il bacino.
La mia lingua non era stata avara di saliva e quel bel ano ricciuto non attese troppo a schiudersi ed accogliere il mio glande. Il passaggio fu scandito da un soffocato grido di piacere. Non ero dentro di lei ancora, era solo l'inizio ma volevo che il mio sesso la riempisse tutta fino alla mia massima possibilità e alternavo piccole e spinte che permettevano al mio cazzo di avanzare piano e sentire il suo piacere.
Poi smettevo di spingere e tiravo indietro appena per poi riprendere a spingere, riguadagnando lo spazio perso ed affondando ancora di più.
Adesso il mio cazzo iniziava a scorrere facilmente avrei potuto spingere con forza e sarei arrivato dove volevo, ma sentirla uggiolare per i miei piccoli avanzamenti mi piaceva troppo.
Andammo avanti cosí per un poco fino a che non potevo più avanzare in lei, quindi tirandola a me per i fianchi lo spinsi dentro fino allo spasimo, senza lasciarla, per un tempo che mi sembrò lunghissimo.
Eppoi iniziai a scoparle il culo piano ma con colpi decisi.
Ad un tratto lei che fino ad allora mi era sembrata sottomessa inizio a prendere l'iniziativa dando dei forti colpi di reni, adesso ero fermo con il mio sesso duro allo spasimo, ero diventato il suo personale giocattolo erotico e cosí si stava dando il piacere che desiderava come lo desiderava.
I suoi colpi diventavano cosí forti da produrmi un leggero dolore al glande, ma mi stava piacendo da matti e faceva parte del gioco.
Lei aveva un ritmo incessante il mio cazzo affondava in lei come non credevo, mi doleva, ora ero io che uggiolavo di piacere, sembrava che lei non avesse freni come qualcosa le fosse scattato nel cervello improvvisamente.
Non ci volle molto che tutto il seme che possedevo invase caldo le sue viscere. E godetti in maniera sublime.
Lei con affanno, voce roca, mi chiese di leccarla ancora.
Leccai e bevvi tutto gli umori della sua fica dal suo ano che grondava di lei e del mio seme. Ero sopraffatto dal piacere che mi dava questo inatteso e per me squisito pasto.
Mentre la mia lingua si concentrava sul suo umidissimo buco, lei lasciò il muretto con una mano e si infilò due dita nella fica. La cosa accese la mia fantasia ed intensificai le mie pennellate, lei piano infilò nella sua fica prima tre poi quattro dita fino a infilarsi con mio stupore tutta la mano nella sua fica.
Non ci vedevo più e cercavo aprendole le natiche di penetrarle l'ano ormai cedevole con la punta della lingua.
Si sollevò dalla posizione in cui era, si voltò verso di me ed inginocchiandosi prese il mio sesso, non più nel suo splendore iniziale, nella sua mano sinistra e guardandomi intensamente negli occhi iniziò a circumnavigare il mio cazzo con la lingua.
Iniziò a farlo entrare ed uscire dalla sua bocca più volte, fino a spompinarmi con sapienza.
Si dimostrò una impresa ardua farmi venire ancora, ma senza preavviso mi restituí il piacere, si infilò il pollice in bocca e mentre me lo succhiava mi puntò il suo pollice sul culo, non mi ritrassi, ed ad ogni suo affondo di bocca il suo dito mi penetrava un poco di più, continuò a spompinarmi e contemporaneamente mi scopò il culo con il dito allo stesso ritmo della sua bocca.
Godevo incredibilmente, mi possedeva, i ruoli si erano capovolti e ancora mi piaceva, bastò poco perchè la dissetassi con le ultime gocce del mio sperma.
Nei cespugli vicino a noi ci furono dei movimenti e di corsa, ma a fatica, ci ricomponemmo alla meglio.
Prima di prendere le nostre rispettive strade mi leccò le labbra per poter condividere il pasto di cui entrambi ci ero eravamo nutriti e poi mi baciò e corse via.
I successivi 6 giorni ci demmo lo stesso piacere, con il risultato che la nostra corsa non produsse alcun miglioramento fisico ma la nostra libido ed il puro piacere se ne avvantaggiarono molto.
Cosí come un giorno era arrivata andò via dal parchetto.
La incontrai dopo quasi in anno con il marito che mi presentò e la figlia di quattro anni. Mi salutò calorosamente e di sfuggita nel suo sguardo vidi il suo compiacimento.
Era consapevole che appena avessi potuto farlo mi sarei masturbato pensando a lei ed al suoi sapori.

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