Cronache di una scopata

Scritto da , il 2018-07-14, genere gay

Entrai in casa ancora incazzato e con la mano dolorante.
Era stato un gesto stupido dare un pugno al muro… cosa mi aspettavo, che si rompesse? Era ovvio che mi sarei fatto solo male.
Andrea era seduto sul divano e si girò quando entrai.
Mi spostai in cucina e dopo poco lo vidi raggiungermi.
- Andata ancora male con Loredana? – chiese titubante
- Si – risposi fin troppo duramente mentre aprivo il congelatore.
Sospirai guardandoci dentro…
- Non mi è mai capitato… cosa cazzo ci metto su?
Lo stronzo rise, ma non ero dell’umore giusto e per fortuna smise subito.
- Non sembra messa così male
- Mi fa male
- Che hai fatto?
In imbarazzo chiusi il congelatore e mi allontanai verso la mia stanza.
Che serata di merda, avevo solo voglia di dormire.
Andrea mi raggiunse con un panno e una mattonella di ghiaccio sintetico.
- Abbiamo solo questa, mettila su, ma non sembra grave... Se si fosse gonfiata sarebbe stato un bel problema.
- Ho dato un pugno a un muro – ammisi, sentendomi un po’ più figo.
- Non dev’essere stato un gran bel pugno – rise lo stronzo.
Sbuffo e provai a guardarlo male.
Solo in quel momento mi accorsi della sua eleganza.
Giacca e camicia… strano per uno come lui.
- Sei appena tornato? - chiesi
- Oh no, non sono proprio uscito
- Avevi ospiti?
- No… se proprio vuoi saperlo mi hanno dato buca.
Finalmente risi di gusto
- Quanto mi dispiace – dissi ironicamente
- Fanculo, speravo di concludere, era la terza sera che uscivamo.
Pensai subito che non sarebbe stato male se si fosse offerto come la settimana prima per un lavoretto e distolsi lo sguardo dal suo viso, guardandomi la mano.
Quante seghe mi ero fatto pensando a quel pompino fantastico…
- com’è questo tipo? – chiesi sforzandomi di pensare ad altro e togliendomi le scarpe.
- geloso? – rise Andrea
- No, ma spero per te che non ti faccia penare come fa lore
- Marco… non credo di aver mai aspettato così tanto come fai tu. – disse con un tono più sincero che beffardo.
- dici che sono stupido?
- no, solo… ci tieni davvero molto? – Chiese e ci misi qualche secondo per rispondere.
- non lo so, credo di sì
Passarono dei secondi e il silenzio si allargò con l’imbarazzo.
Lasciai cadere il ghiaccio per terra e mi buttai sul letto.
- Puoi sempre trovare qualcuno con cui sfogarti – la buttò lì Andrea.
Non so perché ma ho pensato subito a lui
Lo guardai per un po’, così appoggiato alla parete, mentre fiero reggeva il mio sguardo, chissà se stava pensando lo stesso.
- Non scopo con la mia ragazza e pensi che così dal nulla ne trovo un’altra con cui perdere tempo finché lei non si decide? – chiesi e lo stronzo rise
- Perché no, non sei mica così brutto
- Ah, grazie. – risposi di getto fingendomi offeso, ma lo stronzo rise.
Il mio pensiero tornò alle sue labbra, e cazzo come avrei voluto scopargli quella bocca da stronzo.
Mi sorprese vederlo andare verso la porta e mi stupì perfino la mia delusione, tanto che non lo vidi fermarsi appena oltre e girarsi ancora verso di me.
- Facciamo così – cominciò e ebbe la mia piena attenzione – io vado a letto… - disse sorridendo e stiracchiandosi – se a te va di approfondire la questione, mi trovi lì.
Detto questo, senza aspettare una mia risposta, chiuse la porta.
Devo essere sincero, non sono sicuro di quanto tempo sia stato lì a pensarci su.
La testa mi si svuotò da qualsiasi pensiero per qualche minuto, prima di metabolizzare quella proposta.
Poi quasi volesse recuperare il tempo perso il mio cervello stilò mille scenari possibili con altrettante domande.
La tentazione di seguirlo e scoprirlo era forte, ma cosa si sarebbe potuto aspettare da me?
Mi avrebbe chiesto di contraccambiare qualche favore? Ma soprattutto… mi sarebbe dispiaciuto?
Quel bastardo non aveva detto un bel niente, come sempre, fa le cose come capitano.
Sospirai e mi accarezzai il cazzo da sopra i vestiti.
“Posso sempre farmi una sega…” pensai e subito dopo “certo non sarà mai come il pompino dell’ultima volta.”
Più ci pensavo più capivo che stavo solo cercando scuse per raggiungere il mio coinquilino e alla fine cedetti alla voglia.





Entrai nella stanza e lo trovai steso a letto con solo i pantaloni a coprirlo.
Non mi guardò e fu più semplice avvicinarsi.
La sua attenzione era rivolta al telefono, ma appena raggiunsi il bordo del letto si spostò sul mio viso.
- Ah bene, ne avevo proprio voglia… - disse semplicemente, sempre col solito sorriso che tanto mi faceva incazzare.
Lasciò il telefono sul comodino – sei così rigido con tutte o solo con quelle che ti piacciono particolarmente? – disse inginocchiandosi sul materasso.
Non capii se si stesse riferendo anche a se stesso come donna o era solo un altro modo per prendermi in giro, ma questo mi fece perdere altro tempo lì impalato come un cretino.
- Marco rilassati – disse avvicinandosi
- Ma io sono tranquillo – provai in modo poco credibile.
Andrea smise di ridere e provò ad accarezzarmi l’inguine da sopra i pantaloni.
- Speravo ci fosse anche qui qualcosa di rigido – disse ridendo ancora, ma questa volta con un tono più basso… possibile che… avesse voglia del mio cazzo? – dobbiamo rimediare – continuò.
Mi diedi dello stupido subito dopo aver formato quel pensiero, era ovvio che lo volesse, come io desideravo scopare una qualsiasi ragazza… solo… non avevo mai pensato che Andrea sarebbe potuto essere attratto da me.
Uscì il mio membro e il proprio segando ognuno con una mano diversa.
Non era male, muoveva la mano in una stretta quasi perfetta e in poco tempo lo sentii irrigidirsi.
All’improvviso si allontanò e mi accorsi di aver tenuto gli occhi chiusi, lo vidi spogliarsi, di quel poco che ancora lo copriva e lo imitai.
Riprese in mano il mio cazzo e si avvicinò ancora, ora in piedi davanti a me.
Mi guardò e in imbarazzo spostai il viso in direzione della sua mano.
Riprese a segarmi, con i nostri petti che quasi si toccavano.
Allungai la mano e presi tra le dita il suo cazzo, come gli avevo visto fare la prima volta.
Era strano toccare qualcosa di non mio.
Provai a segarlo, ma istintivamente chiudevo la mano a pugno come facevo col mio.
Dopo qualche secondo Andrea mi baciò sul collo e sulle spalle per poi allontanare la mia mano dal suo membro.
Sentii ancora la sua mano sul mio è quando allontanò le labbra dalla mia pelle vidi quello che stava facendo.
Aveva avvicinato il suo cazzo al mio e stava segando entrambi con una sola mano.
La cosa non mi infastidì, anche se mi incuriosì molto. Non avevo mai pensato a una cosa del genere.
Provai una sensazione nuova mentre la sua mano continuava quel su e giù.
Non mi dispiaceva sentire la pressione che stava provocando e sentii la mia eccitazione crescere.
Probabilmente anche Andrea se ne accorse e vidi il suo cazzo che si ingrandiva appena, man mano che passava il tempo.
Dalle nostre aste la mano si spostò verso le cappelle, prendendole entrambe tra le dita e strofinandole col palmo.
Appoggiai la mia mano sulla spalla di Andrea e i nostri sguardi si incrociarono.
Lo vidi subito sorridere e questo mi ricordò…
- Andrea… - dissi ansimando appena, capendo solo in quel momento quanto quei pochi minuti mi avessero eccitato. – voglio mettertelo in bocca. – finii deciso.
Il suo viso divenne serio e inespressivo e questo mi fece preoccupare.
Avevo paura di aver esagerato.
Lo vidi superarmi e pensando stesse per uscire dalla porta, mi girai verso di lui e cercai delle parole di scuse, ma fece qualcosa che mi sorprese… mi spinse sul letto.
Mi ritrovai steso e totalmente spiazzato da quel suo gesto.
Rideva lo stronzo, davanti a me con un espressione maliziosa.
Tornai a respirare normalmente, ma non durò molto.
Lo vidi abbassarsi sul mio cazzo e istintivamente allungai la mia mano verso i suoi capelli.
Non fu come la prima volta, non perse tempo e lo prese in bocca cominciando a spompinarmi.
La sua testa si muoveva ritmicamente e i suoi occhi spesso cercavano i miei.
Mi stavo eccitando e la sua bocca calda e la sua fantastica lingua contribuivano al tutto.
Più volte tolse il mio cazzo dalla bocca per leccare l’asta.
La sua lingua saliva dalla base verso il glande e la sua bocca lo richiudeva, succhiando lo e leccandolo a tratti.
Mi stava facendo impazzire, ormai il mio bacino si muoveva verso di lui, aiutandolo.
Tornò a prendere il mio membro in bocca e preso dalla furia misi entrambe le mani sulla sua testa.
Lo sentii allargare la bocca e tenere le labbra intorno al mio cazzo e cominciai a spingermi verso di lui.
A ogni spinta cercavo di andare sempre più affondo finché non lo sentii strozzarsi e allentai la presa sulla testa.
Riprese fiato e mi sorrise – cerca di non uccidermi. – disse, prima di tornare nella posizione precedente.
Tornai a spingere, sapendo ormai di quanto anche lui lo volesse.
La mia eccitazione era altissima e il mio cazzo durissimo, lo sentivo quasi al limite.
Spinsi ancora per qualche minuto, fermandomi solo per fargli riprendere fiato quando lo sentivo tossire, ma proprio quando sentii il mio fiato accelerare Andrea si alzò, lasciandomi una sensazione di vuoto.
- Ma che fai? – chiesi, totalmente disorientato.
- Aspetta – mi disse andando a prendere qualcosa dal comodino.
- Cazzo Andrè…
- Un attimo – mi ammonì prendendo qualche goccia da un tubetto, per poi buttarmelo addosso. – mettilo per bene sul cazzo.
Guardai quel piccolo tubetto, per poi spostare il mio sguardo su di lui
Ero totalmente incredulo, ma non sembrava averlo notato, con gli occhi chiusi stava infilando due dita nel suo culo.
Rimasi qualche secondo fermo a guardarlo, poi quasi riprendendomi all’improvviso aprii il tubetto e cominciai a segarmi.
- Sulla punta – mi avvisò Andrea avvicinandosi a me.
Eseguii in silenzio, preso da emozioni contrastanti.
- Devo alzarmi? – chiesi cominciando a farlo.
- No, va bene anche così. Resta steso.
Tornai a sedermi immediatamente, con la spalla appoggiata alla testiera del letto
Andrea salì sul letto e si avvicinò verso di me.
Il suo cazzo arrivò quasi a toccare il mio viso.
Per tutto il tempo pensai se volesse anche lui un servizio da me, preoccupato del fatto, ma quando arrivò il momento, senza pensarci aprii la bocca.
Fu strano, la prima cosa che sentii fu il suo odore.
Pungente, forte e sospetto… sospetto… era ovviamente sudore e… sperma cazzo.
La consapevolezza di avere un cazzo in bocca mi arrivò all’improvviso, ma non mi spaventò.
Guardai Andrea e cominciai a muovere la testa avvicinandomi e allontanandomi.
Sentivo il suo pene tra la lingua e il palato, sentendo ogni particolare.
Si faceva strada dentro di me arrivando mi quasi in gola.
Per qualche secondo la sensazione fu scomoda e mi assalì la vergogna, poi qualcosa si bloccò.
Andrea mise una mano dietro la mia testa, cominciò ad ansimare e il suo viso prese a contorcersi dal piacere.
Qualcosa in me era cambiato, le sensazioni che prima mi spingevano a smettere ora mi incuriosivano e cominciai a voler vedere fin dove riuscivo ad arrivare e soprattutto quanto ero in grado di provocare piacere.
Le mie mani si spostarono sulle sue cosce e la mia lingua cominciò a muoversi.
Mi allontanai appena è passai la lingua sulla punta, sentendo la pelle muoversi man mano che mi spostavo.
Con la bocca chiusa passai ad assaporare l’asta e man mano che riuscivo ad eccitarlo sentivo la mia euforia aumentare.
Presi ancora quel cazzo in bocca e cominciai a succhiare e leccare, muovendomi lentamente.
- Marco… - riuscì a dire Andrea, fermato da un gemito – le tue dita… infilale… - disse prendendo la mia mano destra e spostandola sul suo sedere.
Strinsi quel culo e mi sorpresi a pensare quanto mi piacesse così sodo.
Palpai per un po’ il sedere, per poi passare le dita sul suo buco.
Lo accarezzai lentamente infilando appena la punta dell’indice e muovendolo piano, poi provai a inserirlo totalmente.
Sentii il dito quasi risucchiato, scivolava benissimo dentro di lui, tanto che ne infilai subito un altro.
Per qualche minuto continuai a muovere le dita dentro quel fantastico culo e succhiare quel cazzo sempre più duro, sempre più grosso.
Mi eccitava sentirlo e quando lo vidi appoggiarsi al muro, quasi sofferente aumentai la velocità.
- Basta – disse allontanandosi dopo poco.
Cercò di riprendere fiato e si inginocchiò appoggiando la testa sulla mia spalla.
- Tutto bene? – chiesi pulendomi la bocca piena di saliva.
- Si, stavo per venire, cazzo…
Mi stupii e istintivamente risposi – e allora, perché ti sei fermato?
Andrea mi guardò quasi implorante – voglio sentirlo dentro.
Ingoiai e mi afferrai il mio cazzo. – ok – risposi semplicemente.
Ora si che ero eccitato come un toro.
Vidi il mio coinquilino piegarsi e sedersi sulle mie cosce.
Si piegò all’indietro e appoggiò le mani dietro di lui, piegando le gambe ai lati dei miei fianchi e facendo leva su di esse si alzò appena.
Ne approfittai per prendere il mio pene e direzionarlo verso il suo buco.
Era fremente e voglioso, tanto da dover trattenere il fiato mentre discendeva.
Lentamente scese sempre più fino a prenderlo totalmente ed entrambi assaporammo la sensazione.
Il suo culo era caldo e stretto, ma riusciva a prendere totalmente il mio cazzo.
Mentre entrava avevo sentito dei brividi scendere lungo la schiena e ora quel calore paradisiaco mi provocava un piacere diverso da quelli assaporati fin ora.
Cominciai a muovermi, piano e formando dei cerchi col bacino, poi lo spinsi appena e quando lo vidi apprezzare, prensi a spingere in modo più convinto.
Dopo qualche secondo anche i suoi fianchi si muovevano, tanto da far uscire il cazzo e costringermi a riposizionarlo.
Lo volevo, volevo scoparlo sempre più ferocemente e aumentai il ritmo.
A ogni spinta vedevo il suo cazzo muoversi su e giù e il suo viso contorcersi.
- Quanto ti piace prenderlo – dissi
Spinsi ancora più affondo, strappandogli un gemito particolarmente rumoroso.
- Lo senti? Senti il mio cazzo dentro te? – continuai e finalmente Andrea aprì gli occhi e mi guardò.
Il suo viso era preda del piacere e quando sorrise verso di me, presi il suo cazzo in mano e cominciai a segarlo.
Lo sentii umido e fremente, bastarono poche spinte e mi ritrovai la mano piena del suo sperma.
Continuai finché non finì, poi avvicinai le dita appiccicose al mio volto.
I nostri corpi continuarono a muoversi e mi sentii ancora più eccitato, cercai di resistere ancora, prima di venire a mia volta.
Sentii l’odore del suo sperma e avevo quasi voglia di leccare le dita per sentirne il sapore.
Andrea ormai ansimava a bocca aperta e ne approfittai mettendoci le mie dita dentro.
Chiuse la bocca e succhiò avidamente, laccando tutto il suo sperma.
Non potevo resistere ancora, mi spinsi più affondo e venni nel suo culo, liberandomi, finalmente.
La sensazione fu fantastica, e per qualche secondo non riuscii a muovermi, ansimando e cercando di riprendere fiato.
Eravamo entrambi stremati, felici e sudati, ma totalmente appagati.
- Cazzo – fu l’unica cosa che dissi per qualche minuto
- Dobbiamo decisamente rifarlo – commentò Andrea steso accanto a me.
Mi girai verso di lui e lo vidi a occhi chiusi mentre ancora si godeva le sensazioni postsesso. – si, decisamente – risposi.

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