Dubbi?

Scritto da , il 2018-04-01, genere etero

*Piccola premessa è il continuo del racconto breve la segreteria, ma è godibile anche da solo



Dubbi?

Restai in ufficio fino alle dieci passate, ma questo non mi risollevò il morale.
Quella donna stava diventando un ossessione.
Fin dal suo colloquio ne ero rimasta impressionata, ma pian piano il suo fascino mi aveva stregata.. ora la desideravo.
Questa consapevolezza aveva fatto sorgere in me molti dubbi.
Entrai nel mio appartamento in punta di piedi, sicura che il mio compagno stesse già dormendo.
Stanca mi liberai velocemente dei vestiti e entrai in bagno per una doccia calda, sperando di rilassarmi.
Il problema è che la doccia porta spesso a pensare è molto.
Crollare sulla scrivania non è esattamente un comportamento professionale e sognare la propria segreteria rendeva la cosa molto più imbarazzante.
Uscii calda e per nulla più rilassata, ma felice di poter entrare nel mio letto, sperando in un sonno tranquillo.
Mi asciugai velocemente e prima di raffreddarmi troppo mi infilai nel letto.
Il freddo delle lenzuola mi fece rabbrividire e avvicinare automaticamente al mio compagno, Alex.
Il suo calore mi avvolse portando con sé il suo odore e mi sentii subito meglio.
Il respiro caldo e regolare finiva sui miei capelli e lo sterno spingeva sulla mia schiena.
Mi sentii subito più tranquilla e mi girai per guardarlo.
Dalla finestra entrava una tenue luce che permetteva alla stanza di restare in una semi oscurità.
Pian piano i miei occhi si abituarono abbastanza da riconoscere i tratti del viso di Alex.
Allungai una mano, affondandola tra i suoi capelli per poi farla scendere lungo il viso e giù fino alla mandibola.
Era un bellissimo uomo.
Il viso squadrato e i tratti duri sembravano addolcirsi mentre dormiva e la barba corta era così attraente.
Raramente potevo accarezzarla come stavo facendo e mi avvicinai ancora avida del suo odore.
Portai una mano dietro la mia testa e l’altra la lasciai scendere ancora verso il suo petto, nudo.
Lo sentii protendersi verso di me e tornare indietro a ogni respiro e con essi sentii lo scandire del tempo.
Tutto sembrò rallentare e tutto quello a cui riuscivo a pensare erano quei piccoli peli morbidi tra le mie dita.
Continuai a scendere sentendo il calore che lentamente mi invadeva e arrivai alla sua pancia, più liscia e morbida.
Poi mi soffermai qualche secondo sull’elastico dei suoi boxer e guardandolo ancora in viso cominciai ad accarezzare il suo membro.
Era freddo e molle sotto il tessuto e sentii il desiderio di rimediare, mentre il calore tra le mie gambe aumentava ancora.
Spostai l’elastico dei boxer e cominciai ad accarezzarlo direttamente, tenendolo ben saldo tra le dita.
Alex sospirò e il suo respiro si fece leggermente più pesante, ma niente fece presagire che si stesse per svegliare.
Mi leccai le labbra sentendo una leggera voglia di averlo lì nella mia bocca.
Portai le lenzuola oltre la mia testa e cercando di fare più piano possibile e di non svegliarlo mi piegai verso il basso, arrivando con la testa al livello del suo inguine.
Continuai ad accarezzarlo con la mano per qualche secondo e completamente cieca lo indirizzai verso la mia bocca.
Non ancora abbastanza duro dovetti tenerlo con la mano per qualche tempo, ma sentirlo crescere e indurire dentro di me era sempre più eccitante.
Nell’oscurità potevo percepire molti più particolari e odori… adoravo il suo odore.
Quando finalmente lo sentii indurirsi abbastanza portai la mano tra i peli dei suoi testicoli cominciando a massaggiarli.
I gemiti che riuscivo a rubargli mi spingevano a continuare.
Dopo poco però lo sentii muoversi e portare una mano sulla mia spalla.
- Amore ma che fai?
La sua voce non fece altro che alimentare il fuoco che sentivo e senza realmente rispondergli cominciai a leccarlo lungo tutta la lunghezza dell’asta, finendo di leccare fin sotto i testicoli.
Ne presi uno tra le labbra e succhiai appena prima di lasciarlo e continuare verso l’alto.
Lo ripresi in bocca spingendomi sempre più affondo e finalmente sentendolo duro.
Il respiro di Alex diventava sempre più pesante e la presa sulla spalla si spostò sulla mia nuca spingendo appena quando cercavo di prenderlo tutto.
Allargai ancora le labbra e portai la lingua verso il membro lasciandomi trasportare dalle sue spinte finché non sentii la voglia e il calore tra le mie cosce insopportabile.
Mi allontanai e salii verso il suo viso incontrando i suoi occhi.
- Non resisto più – gli dissi e subito lui si allungò verso di me baciandomi.
Un bacio famelico dove le nostre lingue si cercavano e trovavano in un vortice di piacere.
Mi spinse sotto di lui e subito mi divincolai
- No, voglio farlo io.
Lo vidi sospirare e sorridere nell’oscurità e con un ultimo morso alle mie labbra si stese pronto a ogni mia azione.
Mi inginocchiai su di lui, portando a strofinare i nostri inguini, mentre le nostre le nostre labbra ripresero a torturarsi.
Poi seduta sulle sue gambe portai le sue mani ai lati del mio bacino e sentire la sua stretta salda e il suo membro sempre più pressante cominciava a rendermi impaziente.
Mi alzai e lo vidi sorridere ancora, era consapevole della mia voglia.
Presi tra le mani quel pene ormai pronto e duro e lo portai sotto la mia apertura mentre mi piegavo piano verso il basso.
La penetrazione fu lenta e più scendevo più mi sentivo riempire, quando finalmente arrivai a sedermi sulle sue gambe rimasi per qualche attimo ferma, beandomi di quella sensazione di pienezza.
Alex mi assecondò e quando finalmente presi a risalire mi aiutò a sollevarmi tenendomi sempre per i fianchi.
Senza farlo uscire totalmente cominciai a scendere incontrando le sue lievi spinte e continuammo così per qualche ssecond,ofinché entrambi cominciammo ad aumentare la velocità e cercarci sempre più affondo, sempre più forte.
I nostri respiri sempre più veloci si mescolavano ai nostri gemiti e a tratti non riuscii a trattenere qualche parola.
Sentivo l’eccitazione crescere sempre più e la lucidità abbandonarmi, finché l’orgasmo non mi travolse facendomi urlare per il piacere.
Mi appoggiai al suo petto e lo sentii rallentare per permettermi di riprendere fiato – NO, voglio sentirti – supplicai.
Riprese a spingere e sollevarmi mentre io cercavo di riprendere il controllo di me stessa e aiutarlo.
Lo sentii sempre più caldo finché non tremò dentro di me lasciandosi andare, finalmente.
Continuò a spingere ancora un po’ e quando finalmente anche l’ultima goccia uscì dal suo membro ci fermammo stremati e storditi dal piacere.
Mi accarezzò allungo, baciandomi teneramente.
Capii che il mio desiderio verso di lui era immutato e mi addormentai tra le sue braccia, felice di quella sicurezza.

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