Cambiamenti in casa 3

Scritto da , il 2011-03-16, genere incesti

L’essersi fatta sborrare in faccia in quella maniera, aver cercato lei stessa gli schizzi di sperma che le imbrattassero il viso, rappresentava un segnale inequivocabile: in mia madre covava l’istinto della troia! Questo segnale era per me molto incoraggiante, ed avevo davanti a me due giorni e mezzo per dedicarmi completamente a lei e far venir fuori tutta la sua puttanaggine. Infatti c’era il fine settimana e il lunedì era il mio giorno di riposo. Così la mattina del sabato andai a scuola e prima di tornare a casa mi fermai in un sexy shop dove acquistai una sorpresa: un fallo artificiale, e già nel primo pomeriggio entrai in azione. Mamma era sul divano che sfogliava una rivista, andai a sedermi accanto a lei e leccandole l’orecchio le sussurrai “non pensi che potresti impiegare il tuo tempo in modo più divertente?”. Lei, con un sorriso compiaciuto rispose “non ti basta solo la sera, adesso vuoi fare il porcellino anche di pomeriggio?”. Infilandole la mano sotto la gonna risposi a mia volta “con una strafiga come te vicino è normale avere certe voglie”. Mia madre apprezzò il complimento e allargò le gambe per farsi toccare. Palpeggiai le sue cosce carnose e la baciai infilandole la lingua in bocca. Afferrai l’elastico delle sue mutande e lei sollevò il sedere per lasciarsele sfilare. A quel punto mi inginocchiai tra le sue gambe aperte e cominciai a regalarle una appassionata leccata di fica. Mamma dimostrava di gradire quel tipo di piacere e cominciò subito a godere mugolando, fino a sussultare al raggiungimento dell’orgasmo. Allora le chiesi di andare a letto, e raggiungemmo la sua stanza. Ci spogliammo e ricominciai subito a leccarla. Mentre la leccavo la penetravo con le dita nella fica e nel buco del culo, ormai sapevo che quella simulazione di doppia penetrazione le piaceva molto. Ad un tratto tirai fuori il fallo artificiale che avevo preventivamente nascosto e lo appoggiai all’ingresso della fica. Mamma sgranò gli occhi e chiese “cosa vuoi fare, vuoi penetrarmi con quel coso?”. E io “visto che non vuoi prendere il mio ho pensato di metterti dentro questo. Non è come un cazzo vero ma ti darà piacere”. Mia madre spalancò le gambe per accogliere quel fallo, e io lo spinsi dentro facendolo entrare tutto. Cominciai a muoverlo avanti e indietro vedendolo sparire completamente in quella che sembrava una voragine, per poi riapparire in tutta la sua lunghezza. Guardavo il viso di mia madre in preda al piacere e continuavo a fotterla con quell’arnese. Ero arrapatissimo, e quando mia madre me lo prese in mano bastarono pochi colpi e sborrai come un cavallo schizzando tutto il mio sperma sulla sua pancia. Non mi fermai e continuai a farle scorrere dentro quel fallo, e lei continuava a godere. Avevo il cazzo ancora duro e dritto, mia madre astava con la gambe oscenamente aperte e sollevate che appoggiavano sulle mie spalle. La posizione era ideale per portare il mio tentativo: mi avvicinai con la cappella e l’appoggiai al buco posteriore. Mamma disse che non dovevo farlo, ma senza troppa convinzione, così risposi accampando una banale scusa “dietro non si può procreare, quindi non è incesto”. Non che mamma ci avesse creduto, ma era troppo eccitata per un ulteriore diniego. Così il mio cazzo entrò centimetro dopo centimetro tra quelle grosse e abbondanti chiappe fino a sparire completamente nel suo budello. Ero troppo eccitato per pensare ancora al cazzo artificiale, così glielo lasciai piantato nella fica e cominciai ad incularla accarezzandole le cosce e stringendole le enormi tette. Fu lei a voler cambiare posizione, così si mise a pecora e io dietro di lei la sodomizzavo. Fu una inculata fantastica, ero completamente in estasi e avevo la mente ottenebrata dal piacere più assoluto. Sentii montare un orgasmo a dir poco travolgente, l’afferrai per i fianchi tondi e abbondanti e affondando gli ultimi colpi con violenza le scaricai nel buco del culo interminabili schizzi di sborra, e mi accasciai esausto sulla sua schiena. Quando ci riprendemmo mamma mi disse che aveva il culo dolorante, e, ovviamente con tono ironico, che ero un porco perché solo un porco può inculare la propria madre. avevamo fatto sesso per quasi tre ore senza accorgercene. Il tempo era volato. La sera tornai nel suo letto come se fosse la cosa più normale del mondo andare a dormire nel letto della madre. e nel prossimo episodio racconterò cosa accadde.

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