Quel culo arrapante

Scritto da , il 2009-10-26, genere etero

Sono un operaio di 38 anni e la mattina per andare al lavoro prendo spesso i mezzi pubblici.
L’autobus, perennemente in ritardo e quasi sempre stracolmo, impiega circa 40 minuti per portarmi in azienda.
Siamo tutti nervosi lì e molto spesso ci sono spintoni e litigate.
Io mi faccio i fatti miei, non mi va di stressarmi già di prima mattina!
Un giorno però anche io fui costretto a intervenire, era settembre e mancava l’aria lì dentro, nonostante i finestrini completamente aperti.
Una signora vicino a me molto carina, più o meno della mia età, gridò, rivolta a un uomo dietro di lei.
“Mi tolga subito la mano dal culo! Lo sa che è proprio un porco??”
Sbam, Gli dette uno schiaffone in pieno viso.
L’uomo, ubriaco come si poteva sentire dall’odore di vino che emanava, iniziò a inveire contro di lei.
“Che cazzo vuoi zoccola? Ti metti le gonne così corte per far vedere il tuo bel culo tondo e io dovrei tenere le mani a posto??”
“Stia zitto e mi dia subito le sue generalità! Una denuncia non gliela toglie nessuno!”
“Ma che denuncia…. Ma vaffanculo stronza!”
Tutti facevano finta di nulla ma io pensai bene di intervenire.
“Ha sentito la signora? Le dia subito i suoi dati senza fare storie!”
“E tu chi sei?”
“Non importa chi sono, faccia come le ho detto, altrimenti faccio fermare l’autobus e chiamo subito la polizia!”
“Aaaah mo ho capito, la difendi così dopo te la scopi. Bravo! Bravo! Comunque eccoli i miei dati!” disse l’ubriaco sbattendo il suo portafoglio per terra.
“Non si permetta di pensare una cosa del genere, per chi mi ha preso, scusi? Pensa che sono come lei, che importuna le persone sull’autobus? La gente come lei mi suscita davvero ribrezzo!” urlai serio contro di lui, cercando di darmi un tono.
Però non potei fare a meno di notare che le osservazioni dell’ubriaco sul culo della signora erano vere, aveva una minigonna colorata talmente corta che non riusciva a coprirle tutto il culo.
Davvero un bel culo, alto, bello tondo e sodo.
In effetti, davanti a un gioiello così, si faticava parecchio a tenere le mani a posto…
Nonostante la situazione un po’ “tragica”, il mio cazzo iniziò a indurirsi prepotentemente, mettendomi anche in imbarazzo, visto che avevo un paio di jeans stretti.
Sperai con tutto il cuore che la bella signora non guardasse in basso, altrimenti un bel ceffone non me lo levava nessuno…
Alla fine la compassione ebbe la meglio sulla rabbia e la signora restituì il portafoglio all’ubriaco, che si scusò e imputò la sua scarsissima educazione e il gesto villano alla sua condizione.
“La ringrazio per essere intervenuto. Come posso ricambiare una tale gentilezza?” mi chiese poi lei.
“Potrebbe offrirmi un caffè, se ne ha il tempo. Non pensi male eh? Non cerco di abbordarla. Mi capita spesso che esco prestissimo da casa e non faccio in tempo a prenderlo. Ne ho davvero bisogno, mi creda. Un bel caffè ristretto è l’ideale di mattina.”
Lei mi sorrise, disse che aveva un po’ di tempo e mi chiese dove scendevo di solito, se c’era un bar lì vicino.
Scoprii che scendeva una fermata dopo la mia e che lavorava come segretaria presso un istituto di bellezza.
Parlammo del più e del meno, le dissi del mio lavoro, le raccontai un po’ la mia vita e lei fece lo stesso.
Poi mi fece una domanda che mi spiazzò un pochino.
“Dì la verità: tu me l’avresti toccato il culo?”
“Ehm...Se devo essere proprio sincero sincero si…”
“Ti piace?”
“E’ un bel culo. Se ne vedono di rado di così belli. Vai in palestra?”
“No, in realtà non ci vado mai. E non sono una che cammina tantissimo. Credo sia un dono di natura.”
“Complimenti a mammà allora!”
“Adesso devo proprio andare. Se vuoi possiamo rivederci però…”
“Con piacere! Scambiamoci i numeri, così magari ci telefoniamo qualche volta e prendiamo un altro caffè!” le dissi contento.
Dopo un paio di giorni la signora con il culo da favola mi telefonò, mentre ero in pausa pranzo.
Mi invitò a prendere un aperitivo subito dopo il lavoro, in un bar vicino casa sua.
Inventai una scusa con mia moglie, le dissi che facevo più tardi, e un po’ ammetto che mi sentii in colpa….ma quando mi ricapitava un’occasione così?
Quant’era bella! Stavolta non aveva una minigonna ma una gonna un po’ più lunga, scura, che comunque non mi impediva di ammirare la sua dote più eccitante.
Davanti a due Martini dry, la nostra conversazione divenne parecchio più intima della volta precedente.
Lei mi chiese del mio matrimonio.
“Guarda, mia moglie è una donna stupenda. Però non lo so, ci sono cose che proprio non vanno.”
“Dai, confessa. Cos’è che non fa a letto?”
“E che ne sai che è un problema di letto?”
“Come se non conoscessi gli uomini, E dai! Non sono così ingenua.”
“In effetti una cosa c’è, ma mi imbarazzo un po’ a dirla, diciamo che lei non ha mai voluto fare sesso anale.”
“Ed è un problema che non ti da’ il culo?”
“Beh si. A me piace molto giocare con il culo, mi arrapa molto. Adoro penetrarlo, leccarlo, in fondo è una parte del corpo così bella.”
“Come darti torto… Io la penso diversamente da tua moglie. A me il cazzo nel culo piace, e anche tanto.”
“Non mi dire così che dopo non so per quanto potrò essere un gentiluomo.”
“Casa mia è qui vicino…” mi disse lei guardandomi con i suoi occhi castano-verdi un po’ da cerbiatta “Se vuoi ci andiamo adesso.”
Una volta da lei, non ci mettemmo molto a finire in posizione orizzontale…
Nessun convenevole, nessuna parola di troppo.
Io ero steso sul letto sul letto e lei era sopra di me che mi baciava e si strusciava contro il mio cazzo duro che mi stava scoppiando nei pantaloni.
Non potei fare a meno di accarezzare quel culo arrapante.
“Mmmmh, Non vedevi l’ora di toccarlo eh?”
“Io però ho il tuo permesso no?”
“Certo! Perché non mi fai vedere il tuo cazzo grosso?”
“E che ne sai che è grosso…” le dissi con un sorriso.
“Lo so perché lo sento. Mmmmh. Se potesse uscirebbe da solo. E poi l’altra volta sull’autobus, me ne sono accorta che hai avuto un’erezione.”
“Scusa ma sono un uomo e anche io sono un porco. Ti dispiace?”
“No. Visto che non vuoi proprio farmi vedere il tuo cazzo, ci penso io….”
Si girò, mettendomi quel culo meraviglioso praticamente in faccia, e mi sbottonò i pantaloni.
“Mmmmh, com’è bello, proprio come pensavo, tutto scappellato e duro…”
Dopo avermelo toccato un po’, me lo prese in bocca, famelica, e iniziò a spompinarmi.
Io intanto le tolsi le mutandine che, come potei constatare, erano tutte bagnate degli umori della sua fica.
“Anche la tua fica non è male, molto curata e senza peli, viene voglia di assaggiarla!”
“E assaggiami allora, leccamela tutta!”
Affondai la bocca nella sua passera umida, ciucciandole il clitoride già gonfio come un piccolo pene e titillandolo con la punta della lingua.
“Che porca che sei…” mugolavo io, eccitato da quello che stava facendo al mio cazzo e dai rumori delle sue succhiate.
Era da anni che non facevo un 69, purtroppo i rapporti sessuali tra me e mia moglie, dopo il primo periodo che era stato veramente favoloso, si erano diradati ed erano diventati quasi un rituale noioso.
A volte nemmeno mi spogliava, mi abbassava il pigiama per far uscire il cazzo e poi apriva le cosce sotto di me, per farselo stantuffare dentro per una decina di minuti.
Mentre le leccavo la passera, continuavo ad accarezzare quel culo arrapante, allargando le sue natiche.
Poi osai un po’ di più, la feci abbassare un po’ sulla mia faccia e iniziai a percorrere il perineo con la lingua, fino ad arrivare all’ano.
“Oh si, leccami anche il buco del culo, che bello, Sei proprio un porco!”
Senza altri indugi, le afferrai le natiche e iniziai a leccarla freneticamente, penetrandole l’ano con la lingua.
Aveva un buon sapore, leggermente forte ma buono, e più leccavo, più il buchino si rilassava e si apriva.
Dedicandomi al suo culo, non avevo smesso di sollazzare la sua fica e continuavo a masturbarla con le dita.
“Fermati, fai piano…” dissi a un certo punto, accorgendomi che stavo quasi per godere.
E’ che avere la bocca affondata nel suo magnifico culetto era veramente fantastico, e unito al suo magnifico pompino, mi stava facendo perdere il controllo.
Lei rallentò ma io no, anzi aumentai il ritmo delle leccate, senza smettere di sditalinarla.
Quando venne, quasi gridando, la penetrai con tre dita, per sentire il suo orgasmo, il suo piacere.
“Sono venuta…”
“Si si, me ne sono accorto! Perché non sali su di me, così scopiamo e vieni ancora…?”
La porcellina allargo le cosce e da sola prese il mio cazzo ormai durissimo e se lo mise in fica.
“Adesso ti scopo tutta…”
Io glielo spingevo dentro e lei andava giù, facendolo entrare fino alle palle.
Era una bravissima amazzone, instancabile, come non mi era mai successo in tutta la mia vita.
Le mie mani intanto continuavano a giocare con il suo culo e durante la chiavata, le penetravo l’ano con il dito medio.
“Bravo così. Oddio, sto per godere ancora. Siiii, godo godoooo!”
Quanto era sensibile nel buco del culo! Chissà come le sarebbe piaciuto essere inculata….
Quando lei venne di nuovo, io non riuscii più a trattenermi: tirai fuori il cazzo dalla sua fica e schizzai la sborra un po’ dappertutto… sul suo ombelico, addosso a me, sul letto.
Non avevo mai schizzato così tanto!
Dopo esserci ripuliti e rivestiti, ci mettemmo d’accordo per risentirci e rivederci quanto prima.
Io sarei rimasto ancora qualche ora con lei, per come ero eccitato non ci avrei messo tantissimo per tornare duro, ma purtroppo ero davvero in ritardo e non volevo che mia moglie si insospettisse.
Nei giorni successivi non feci altro che pensare ai momenti trasgressivi che avevo passato con quella donna ed ero distratto, distratto sul lavoro, distratto a casa…
Ogni tanto ci mandavamo qualche SMS: niente di romantico o amichevole ma piuttosto ci stuzzicavamo a vicenda.
Un pomeriggio mi scrisse che finalmente il giorno dopo sarebbe stata libera, in pausa pranzo, e se per me andava bene, potevamo fare un giro in macchina.
Mi venne a prendere al lavoro, aveva un fuoristrada molto grande con i vetri oscurati.
Non appena entrai, senza dire una parola, la baciai appassionatamente e le misi una mano in mezzo alle cosce.
“Ma non hai le mutande….”
“Fa caldo. Poi ho un’altra sorpresa per te. Oggi c’è mia sorella a casa che è venuta a trovarmi dalla Francia e quindi dobbiamo adattarci un po’. Ti dispiace?”
“No no va bene. Dove dobbiamo andare è lontano?”
“E’ un parcheggio qui vicino. Non c’è mai nessuno.”
Appena arrivati lì, mi resi conto che era un luogo frequentato da prostitute e dai loro clienti, vista l’enorme quantità di fazzolettini e preservativi usati sparsa per terra.
Lei abbassò i sedili e dopo essersi tolta la maglietta, si mise a cavalcioni sopra di me.
“Quanto sei calda e porca, non sai quanto ti ho pensata questi giorni, ho pensato alla tua fica calda, al tuo culo…”
“E alle mie tette no?”
Appena disse questo, le tirai fuori le tette dal reggiseno e cominciai a succhiarle avidamente i capezzoli enormi, che ancora non avevo avuto l’occasione di assaggiare, visto che la volta scorsa mi ero dedicato ad altro.
Lei mi tirò fuori il cazzo e cominciò a farmi una sega, anche se non ce n’era tanto bisogno visto che era in erezione da quando l’avevo incontrata.
Mentre avevo ancora i suoi capezzoli in bocca, le accarezzavo il suo culo arrapante e mi strusciavo addosso a lei.
“Che maiale che sei, sempre al mio culo pensi…”
“Non è colpa mia, è una forza più grande di me che mi porta lì.”
“Apri il portaoggetti che c’è una sorpresa per te….”
Dentro c’era un tubetto di lubrificante profumato.
“E che ci dobbiamo fare con questo?”
“Non indovini?” disse lei maliziosa dandosi una pacca sul sedere.
Ero incredulo! Non pensavo che mi avesse dato il culo e invece lei era lì, disponibile e aveva anche preso il lubrificante.
“Sei sicura?”
”Si, voglio che mi inculi. Mettimelo nel culo. Adesso!”
La feci girare, le alzai la gonna e iniziai a spalmarle il lubrificante sull’ano.
Ogni tanto ci strusciavo il mio cazzo, la mia cappella turgida… e dovevo anche contenermi perché ogni volta rischiavo di perdere il controllo.
Lei respirava affannosamente e non vedeva l’ora di prenderlo.
“E dai inculami, che aspetti, dai inculamiii!”
Le infilai dentro un dito, iniziai a muoverlo dentro di lei, poi ne misi un altro e un altro ancora.
Adesso il buco del culo era tutto dilatato ed era pronto per ricevere il mio cazzo durissimo e ormai completamente scappellato.
“Sei pronta? Adesso ti inculo!”
“E basta parlare, mettimelo dentro su….”
Le allargai le natiche con una mano e con l’altra infilai la punta del cazzo nel suo ano.
Sarà perché il mio membro non era mai stato così enorme, sarà perché lei era ancora stretta, era davvero difficile incularla!
“Mmmmh, più dentro, Mmmmh, lo voglio dentro fino alle palle!”
Glielo spinsi dentro lentamente e fui avvolto da un calore intenso, unico.
“Oooh che bello, si così, spingi, dai spingi, scopami il culo!”
La presi per i fianchi e cominciai a incularla come si deve.
“Si troia ti prendo il culo, ti scopo tutta, aaaaah….”
Intanto la porcellina si stava masturbando inequivocabilmente, visto che aveva il braccio affondato in mezzo alle cosce.
“Mi piace, si mi piace. Hai un cazzo enorme! Spingi su sfondami il culo! Sfondamelooo!!!”
Più urlava e più io la chiavavo, convinto di darle piacere e non dolore.
Infatti lei gemeva come una cagna in calore e si abbassava su di me quando io gliel’affondavo dentro, per riceverlo fino alle palle, che le sbattevano contro.
“Sto per venire si, sto per venireeee!”
Quando disse questo, le scopai il culo con più foga e dopo poco mi accorsi che ci mancava poco….
“Vengo…Aaaah, godo come una porca… siiiii!!”
Non appena disse questo, glielo spinsi tutto nel culo e sborrai, sborrai, una quantità di sborra che mi sembrava immensa.
Uscii da lei solo quando i fremiti dell’orgasmo erano finiti e il cazzo mi si stava ammosciando.
Dopo pochi minuti, il tempo di ripulirci dai nostri umori e rivestirci, mi accorsi che ero in fortissimo ritardo e dovevo assolutamente rientrare in ufficio.
“Spero ci sarà un’altra occasione per rivederci…”
“Certo, perché no?”
La baciai sulle labbra e andai via felice, anzi, felicissimo, con il suo odore ancora addosso e la sensazione del mio cazzo dentro al suo culo stretto.
Purtroppo da quel giorno non l’ho più rivista! Ho provato a chiamarla, a mandarle SMS, ma lei non mi ha mai risposto e io dopo un po’ ho smesso di insistere.
Spero però che mi ricapiterà presto un’esperienza così eccitante e trasgressiva!

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