Amiche

Scritto da , il 2018-01-15, genere trio


Era un sabato sera di luglio, avete presente quelli caldi e afosi da togliere il fiato?
Ecco. Era una si quelle serate, avrei voluto starmene a casa a guardarmi un qualche telefilm e invece Stefania mi aveva chiesto di andare con lei da qualche parte.
Ed eccoci qui, in un pub con l'aria condizionata a parlare del più e del meno.
-eppure mi piacerebbe andare al mare assieme quest'anno.- le dissi bevendo il mio cocktail alcolico.
-Eva. Possiamo andare dove vuoi ma dobbiamo deciderci a prenotare.- rispose lei facendomi notare di essere già a metà luglio.
-e dove vorresti andare?-
- non saprei.- rispose facendo spallucce.
Ecco, il suo problema era quello, non sapeva mai decidersi.
-potremmo andare al mare io e te sole solette qualche giorno.- le dissi prendendola per mano.
Lei sorrise.
-potremmo fare sesso sfrenato e prendere un pò di sole.-
-ammetto che l'idea di fare sesso con te mi stuzzica.- ribattè sorridendo e fissandomi con quei suoi occhioni azzurri.
-potremmo anche andare adesso.- mi disse facendomi l'occhiolino.
-ok andiamo.- risposi facendo per alzarmi.
-scusate! Due belle ragazze da sole?- arrivarono due ragazzi a disturbarci.
-possiamo?- chiese il biondino notando i nostri sguardi scocciati.
-stavamo andando via.- gli dissi facendo per alzarmi.
-vi chiedo scusa, pensavamo di fare due parole visto che siamo soli anche noi.- rispose l'altro ragazzo.
Erano due ragazzi oggettivamente belli, in un altro momento ci avremmo parlato volentieri ma ora nella mia mente c'era solo l'idea di scopare con Stefania.
-tranquilli. Ci becchiamo. Buona serata.- risposi alzandomi e prendendo per mano Stefania.
-andiamo. Ho voglia.- le dissi dandole un bacio sulla guancia e uscendo dal locale.
Una volta nel parcheggio ci baciammo appassionatamente e mi persi nel sapore della sua pelle che ogni volta mi inebriava la mente.
-certo che avremmo potuto fare uno dei nostri spettacoli per quei due bellocci.- mi disse Stefania accarezzando i miei capelli castano lunghi e lisci.
-posso sempre tornare indietro a chiamarli.- le risposi accarezzandole la pelle bianca come il latte.
-mmm naaa. Oramai è andata.-
-non immaginano che si sono persi!- esclamai scoppiando a ridere.
-meglio di no!-
Salimmo in macchina e ci dirigemmo a casa.
Stefania era bellissima anche mentre guidava, i suoi occhi verdi risplendevano nel buio dell'abitacolo e io la fissavo sempre più innamorata di lei.
-Hai casa libera, vero?- le chiesi guardando gli alberi che si ergevano maestosi a bordo della strada.
-penso.-
-pensi?-
-si, i miei sono fuori città ma forse c'è mio fratello.- rispose scazzata.
-mah. Porca troia.-
-tranquilla. Possiamo fare le nostre cose come sempre. Solo che non potrai urlare come solito!- rispose scoppiando a ridere.
-stai cercando di dirmi qualcosa?- le chiesi fissandola arrabbiata.
Quando facevamo sesso davo sempre tutta me stessa e adoravo lasciarmi andare totalmente e le urla mi facevano sentire meglio e mi permettevano di vivere più a fondo il nostro rapporto.
Che lei mi facesse notare questa cosa mi dava noia.
-no. A me piace quando urli. Tranquilla.- mi rispose accarezzandomi la guancia.
Arrivammo a casa sua e constatammo che suo fratello non era in casa.
-tuo fratello è uscito, ottimo.- sospirai con felicità.
-si ma non so quando torna.-
-e allora non perdiamo tempo.- le risposi saltandole letteralmente addosso.
Le nostre labbra erano incollate l'una all'altra mentre ci spogliavamo a vicenda.
-vuoi farlo qui sulle scale?- mi chiese mentre mi mordicchiava le labbra e con le mani mi sfilava la gonna in jeans.
-vorrei farlo ovunque con te.- risposi slacciandole i bottoni dei jeans che mettevano in risalto le sue dolci curve.
I nostri corpi erano avvolti da un inebriante desiderio il quale rendeva le nostre menti schiave l'una dell'altra.
Feci sedere stefania sulle scale in marmo che davano alle camere e ci baciammo a lungo, lo schioccare dei nostri baci mi fece venire la pelle d'oca e sentii la voglia colarmi fin lungo le ginocchia desiderosa di possedere la sua passione.

Mi inginocchiai tra le sue gambe e iniziai a leccare il suo interno coscia mentre con le mani giocavo con la sua figa pelosa.

Le sue dita affondarono tra i miei capelli chiari e accompagnavano la mia lingua la quale si avvicinava sempre più alla sua figa pulsante di voglia.
-leccamela tutta.- mi disse spingendomi con forza tra le sue cosce.
In un istante mi trovai a leccare il suo frutto della passione con fare famelico.
Era tutto il giorno che pensavo a quel momento e finalmente era arrivato.
Stefania iniziò ad ansimare sempre più forte.
-poi sono io che urlo.- le dissi sorridendo continuando a leccare le sue labbra vogliose mentre la penetravo con le dita.
-zitta e lecca.- mi disse sorridendo mettendosi comoda e allargando le gambe con fare lussurioso.
Affondai la lingua accompagnata dalla spinta delle sue mani.
I suoi gridolini di piacere riempivano la stanza mentre i nostri corpi semi nudi si muovevano sinuosi e desiderosi l'uno dell'altro.
Il campanello della casa suonò improssivamente, Stefania mi spostò e restammo per un secondo immobili senza fiato aspettando che la persona fuori se ne andasse.
Il campanello suonò nuovamente invece.
-arrivo subito.- mi rispose alzandosi e salendo le scale con le gambe sporche della mia saliva.
Mi sedetti sul gradino in marmo e restai ferma a fissare la porta d'ingresso con indosso solo l'intimo nero.
Le mutandine erano bagnate, decisi di sfilarle e iniziai a toccarmi vogliosamente.
Se in quel momento la porta si fosse aperta la persona che sarebbe entrata avrebbe trovato me sulle scale, nuda che si stava masturbando.
Nel pensare a quella scena un brivido di libido si impossessò di me.
-eccomi.-
Mi voltai e vidi Stefania in cima alla Scala che mi fissava con in mano un dildo nero.
-chi era?- chiesi continuando a toccarmi mentre fissavo lei e il giocattolo che teneva in mano.
-un amichetto di mio fratello. Se ne è andato.-
-ottimo.-
-hai intenzione di restare lì o...?- mi chiese agitando il dildo nero con la mano e divorandolo con gli occhi.
Senza rispondere mi alzai e la seguii in camera.
Camera sua era molto grande e al centro di essa aveva un letto rotondo il quale era spesso sede dei nostri incontri a base di sesso.
Ci inginocchiammo l'una dinanzi all'altra e cominciammo a baciarci, mi tolse il reggiseno e restammo completamente nude io e lei nel nostro angolo di paradiso.
Le nostre lingue erano avvinghiate e ci baciammo con tale intensità da toglierci letteralmente il fiato.
Le sue dita affondarono in ogni angolo della mia pelle assaporandone ogni centimetro mentre io più diretta e calorosa giocavo senza sosta con il suo ano.
-sdraiati.- mi disse prendendo il dildo nero e leccandolo.
Eseguii il suo desiderio e fece altrettanto anche lei avvicinandosi a me.
Il dildo nero era tra noi, sentivo il cuore battere a mille e la voglia impossessarsi di me come solo con Stefania.
Le nostre mani presero le due estremità del dildo e ci avvicinammo ad esso penetrandoci a vicenda.
Entrambe ci lasciammo andare a dei gemiti di piacere man mano che ogni centimetro di esso si faceva largo tra le nostre fighe vogliose.
Arrivammo quasi a sfiorarci e iniziammo a muoverci sinuosamente avanti e indietro.
Il piacere si sprigionò a tal punto che iniziammo entrambe a urlare di piacere chiedendo l'una all'altra di spingere il più forte possibile.
Avevo il desiderio di godere, di venire sulle lenzuola della mia amata e volevo farlo ora.
Il dildo di stefania era decisamente flessibile, a tal punto che a ogni colpo lo sentivamo piegarsi e le nostre fighe sbattevano contro bagnandosi a vicenda del loro succo.
Potevo vedere il suo viso contorcersi dal piacere farsi sempre più vicino a ogni colpo a tal punto che la presi da dietro la testa e ci baciammo restando sedute per qualche istante.
Ci leccammo fugacemente per riallontanarci subito, un filo di saliva misto sudore colò dalle nostre bocche in fiamme mentre il rumore delle nostre fighe colanti lussuriosa sbatteva luna contro l'altra grazie al suo giocattolo del piacere.
Eravamo in preda al piacere, i nostri corpi sudati e stremati continuavano a Sbattere l'uno contro l'altro.
Presa dalla foga mi misi a novanta gradi con ancora il dildo nella figa e tenendo il culo ben in alto mi voltai verso Stefania.
-scopami forte. Ti prego.- le urlai grintosamente.
-subito.- rispose alzandosi e mettendosi in piedi dietro di me.
Con la mano prese il dildo nero e se lo infilò in figa iniziando a spingere tenendolo fermo con la mano.
-più forte.- urlai muovendomi a ogni suo colpo ben assestato.
A ogni affondo potevo sentire il materasso tondo tremare e le mie ginocchia affondare dentro di esso.
-scopami. Scopami!- urlai mentre la mia donna mi fotteva con forza da dietro e urlava di piacere.
Mi voltai verso di lei e vidi suo fratello.
Nel vederlo ebbi un sussulto.
- Che ci fai qui?- chiesi sgranando gli occhi mentre Stefania continuava a fottermi forte.
-fate pure.- rispose con il cazzo in mano mentre si segava guardandoci.
-Matteo esci da qui!- urlò stefania fermandosi.
Lui ci scattò una foto.
-ora continuate se no lo faccio vedere a mamma e papà.- rispose sedendosi sul pavimento con l'uccello in mano.
-bastardo.- rispose sua sorella voltandosi verso di me.
-forza su!-
Stefania ricominciò a scoparmi con forza.
Le nostre urla di piacere si levavano alte nella stanza e suo fratello si segava fissando il mio viso sconvolto dal piacere.
Non staccava per un secondo gli occhi da me e devo ammettere che la cosa mi lusingava.
Iniziai a lasciargli delle occhiate maliziose mentre sua sorella mi scopava senza sosta e i miei arti tramavano sempre più in preda al piacere.
Visti il suo sguardo contorcersi in una smorfia fino a quando non venne per terra.
Restò con il cazzo in mano a fissarmi.
Non toglieva gli occhi da me.
Un giorno probabilmente gli avrei fatto provare cosa voleva dire scopare una gran figa come me, Ma non era quello il giorno.
Stefania era stremata e venne colando il suo liquido caldo lungo le cosce il quale scivolò su di me.
Eravamo sfinite.
Sfilò il dildo nero e bagnato dalle nostre fighe e si sdraiò al mio fianco.
Restammo ferme per qualche istante sul letto a baciarci mentre suo fratello mi fissava senza sosta e ci addormentammo abbracciate l'una all'altra.

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