La sorpresa - Cioccolata a gò gò

Scritto da , il 2018-01-03, genere incesti

Dopo che io e mia madre li avevamo ben ripuliti con la bocca,mio padre e mio fratello si erano tirati su appoggiando le schiene sulla testiera del letto fermandosi così,ad ammirare lo spettacolo che si stava preparando davanti ai loro occhi.

Io e mia madre eravamo legate in un bacio profondo,viscido di saliva e di sperma ed osceno,per l'incestuoso impegno che vi stavamo propinando da madre in figlia.

Mentre ci leccavamo reciprocamente il viso ed i capelli dale chiazze di sperma,sentivo i gemiti che le sfuggivano in gola ad ogni sbalzo del suo corpo mentre,la figura scura che nella penombra vedevo dietro di lei,si agitava sbuffando.

Mio padre e mio fratello erano ancora appoggiati alla spalliera del letto.

Di mio cugino e dell'altro mio fratello dei quali mi aspettavo l'arrivo,non avevo ancora udito le voci ne percepito gli odori che normalmente anticipavano la loro eccitazione.

Chi era dunque il maschio che da dietro stava montando mia madre?

La stessa domanda frullava nella mia mente mentre sentivo che qualcosa di grosso e duro scavava la mia fica scuotendomi il corpo e mordendo i miei fianchi nella stretta di mani vigorose.

Ben presto le mie domande si erano sciolte nella mia mente come bruma ai primi raggi di sole.

Al suo posto era subentrata una libidinosa voglia di abbandonarmi ai piaceri che quel palo arroventato stava facendo montare nel mio corpo cedevole ed accaldato.

Il mio piacere ed il tremore che lo accompagnava,montavano in modo animalesco ed incontrollato.

Non ero più padrona dei miei atti e della mia volontà.

Ero preda ad una libidine pura e senza controllo.

In un estremo tentativo di impossessarmi delle mie vogliose pulsioni,mi ero staccata da quella trivella e girandomi di scatto mi ero trovato di fronte ad un nero che sbuffando e con un rivolo di bava alla bocca,mi aveva allargato le gambe ed in un solo affondo,era stato inghiottito tra le umide labbra del mio sesso.

Il suo cazzo sbatteva senza tregua e senza pudore sulla mia cervice uterina strappandomi grida di piacere e di dolore e facilitato nell'affondo,dal fatto che,portandosi le mie gambe sulle spalle,aveva aperto tutto il mio corpo ad ogni possibile profanazione.

In quel momento,con le lacrime agli occhi ed il tormento delle sue martellate,avevo avuto un pensiero per mio marito ed alla dolcezza con la quale faceva l'amore con me.

Mai mi ero sentita così troia!

Neanche quando mio padre e mio fratello mi prendevano insieme uno davanti e l'altro dietro mentre mia madre mi baciava e mi succhiava i capezzoli.

Neanche quando mio fratello,mio padre o mio cugino mi avevano ingravidata mi ero sentita così troia.

La libidine di quel momento era superiore ad ogni perversa sensazione vissuta sino a quel momento.

Senza ritegno mi ero abbandonata a quella monta che di umano aveva davvero ben poco e presto mi ero identificata nella giumenta che viene montata dal suo focoso stallone che nitrendo la ingravida col suo seme.

Le mie grida incontrollate si sovrapponevano a quelle di mia madre che negli stessi istanti,subiva la monta del suo stallone nero.

I grugniti dell'animale che devastava la mia fica divenivano sempre più bestiali e terrificanti accompagnati dai sussulti del mio corpo che mi dilaniava il cervello con ripetuti devastanti orgasmi e rilascio di fluidi come fossi una ribollente sorgente vulcanica,fluida e calda.

La sua sborrata era stata devastante riempiendo ogni anfratto del mio sesso dilaniato e spruzzando copioso dalle grandi labbra, sulle lenzuola già impregnate di sudore ed umori.

Una sborrata che mi aveva provocato un brivido di terrore al pensiero che anche la creatura che avevo in grembo potesse averne percepito la potenza e subito le conseguenze.

Quando gli animali sbuffanti ed appagati si erano staccati da noi,io e mia madre giacevamo l'una accanto all'altra ansimanti e madide di sudore con le fiche slabbrate e gocciolanti di bollente bianca,sborra.

Accanto a noi,mio padre e mio fratello ci stringevano le mani e ci coprivano di carezze mentre i due stalloni appagati delle loro performances,ci guardavano ironici e soddisfatti con le loro proboscidi bagnate e mollemente penduli.

Alla luce delle lampade,mi ero reso conto del fatto che i due neri non erano soltanto dotati di cazzi giganteschi ma erano due bellissimi ragazzi dal viso gentile e dal corpo scultoreo.

Erano ragazzi venuti in Italia coi barconi dei migranti che mia madre e mio padre avevano conosciuto in un club privé che loro frequentavano abitualmente.

Mia madre se li era fatti dapprima uno alla volta per poi farsi prendere nello stesso momenti in entrambi i buchi.

Sia lei che mio padre,erano rimasti talmente colpiti da quella esperienza che ne avevano voluto fare un regalo per me proprio mentre ero incinta evitandomi così,pericolosi incidenti di percorso.

Avevano proprio ragione i miei genitori in quanto,mai mi sarei sognata di farmi montare da due maschi così col preservativo.

Quella notte infatti,li avevo assaggiati insieme e saparatamente in tutti i modi gustandomi ogni goccia della loro crema direttamente in bocca o dalle lebbra di mia madre che amorevolmente la raccoglieva con la lingua dai miei buchi per travasarla nella mia bocca.

Ovviamente in quella orgiastica notte nera,anch'io avevo ricambiato mia madre con gli stessi favori mentre mio padre e mio fratello,si segavano da spettatori silenziosi.

Grazie mamma,grazie papà e grazie a mio marito che in queste occasioni è prudentemente in viaggio per i suoi impegni di lavoro.

Il più bel regalo della mia vita!

Per di più,un regalo che è durato a lungo nel tempo senza mai guastarsi e sempre pieno del loro gustoso,inesauribile nettare.

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